domenica 28 novembre 2010

Frammenti

Sullo schermo proiettano le "WINX-magica avventura". Un bambino è in piedi davanti alla sua poltrona, indossa due paia di occhiali perchè i suoi non sono adatti a vedere immagini tridimensionali;  ripete wow, ah ah ah ah... e si protende in avanti nel tentativo di afferrare cuoricini e uccellini che escono dallo schermo. Un altro bambino dorme accovacciato su una analoga poltrona: ha palesato la sua paura per le immagini in avvicinamento; ha accettato che non venisse accolta la sua leggittima richiesta di abbassare il volume perchè nessuno della famiglia ha il telecomando e ha preferito togliersi gli occhiali ed estraniarsi da tutto.
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Il carrello del supermercarto è pieno di cibo. Mamma e bambini salgono al secondo piano per scaricare la spesa e tornare a casa. Però l'auto al secondo piano non c'è più, qualcuno l'ha rubata. L'ansia della mamma cresce; le certezze dei bambini anche: "Mamma non possono essere stati i ladri non ci sono tracce e non ci sono indizi! In Shaggy e Scooby ci sono sempre indizi!"
L'auto è là nella posizione che mamma ricordava, ma ad un piano che nemmeno sapeva esistesse.
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Mamma è in una camera d'albergo lontana dalla sua città e dalla sua quotidianità. Un bambino non vuole parlare con lei, troppo impegnato nei suoi giochi o troppo arrabbiato per essere rimasto a casa solo. L' altro bambino dopo un saluto gioioso dice di non avere altro da aggiungere. Mamma si guarda intorno ma non osserva la stanza è troppo stanca, si abbandona sul letto senza pensare a nulla, nemmeno ai sensi di colpa di qualche anno prima.
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giovedì 4 novembre 2010

Ad ognuno il suo

Il master l'ha impegnato per due anni consecutivi mentre la sottoscritta abbandonava lo svezzamento del primo figlio  per abbracciare l'allattamento del secondo.
Gli incontri e le fiere finalizzati a diffondere l'open source sono stati la conseguente necessaria disintossicazione per l'anno successivo mentre la sottoscritta rientrata al lavoro, si dilettava tra blog e pause caffè e gli immancabili lavori domestici in attesa di tempi migliori.
Il bagaglio culturale notevolmente accresciuto dopo cotanti sforzi l'ha portato ad impegnare il tempo libero in analisi economico-tecniche di progetti dal considerevole ritorno dell'investimento se solo fossero decollati davvero mentre la sottoscritta agognava un terzo figlio nella speranza di supplire così anche ad una empasse lavorativa alienante e deprimente.
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...Ecco ora che hai ritrovato il tuo equilibrio fatto di casa-lavoro, bambini-lavoro, lavoro-lavoro; ora che hai ripreso a "farti" di giornate lavorative full time e di notti al pc perchè "tutta suo padre" non si limita nel tuo caso al solo aspetto fisico; ora che hai tempo da dedicare ai tuoi interessi...
Tu inizi a fare il casalingo vero????
 Beh io mi butto in politica. Mi butto perché il movimento a cinque stelle è la vera voce dell'indipendenza dalla burocrazia partitica; perchè ha bisogno di giovani, preparti, motivati e visto che ogni nuova attività necessita di un periodo di training on the job, mi candido anche come rappresentante di istituto dei genitori, un reale impegno politico contro una amministrazione comunale che illumina paesi lontani ma si dimentica di far brillare le scuole d'infanzia della nostra grande metropoli. E come Chelsea per i Clinton, Shasa e Malia per gli Obama anche io avrò i miei figli accanto.
"Oh Papà io ai miei bambini non ho detto di votare il mio papà, me lo sono dimenticato"-Luca-
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In bocca al lupo amore mio, a te e soprattutto a loro che non conosco chi arriva, ma io sì!

domenica 24 ottobre 2010

Difficile rinunciare

Sto leggendo "Nonsolodue" seduta sul divano. Luca tra le mie gambe abbracciato al suo enorme barbapapà rosa. Marco guarda la copertina del libro...
"Mamma ti muovi a fare il terzo fratellino?"
"Marco non è così semplice.. e poi amore mio, qualche mese fa ho detto a papà che non ero poi tanto certa di volere un altro figlio, di uscire di nuovo dal mondo del lavoro per vivere il mio anno sabatico fatto di notti in bianco, pannolini, pappe per poi rientrare di nuovo tra gli adulti e scoprire di essere considerata quasi una neo assunta."
"Si invece, tu devi andare all'ospedale e così arriva, perchè io mi ricordo che eravamo andati all'ospedale ed è arrivato Luca!"
"Marco non guardarmi con quella faccia e non protestare, anche se vado all'ospedale ora non torno a casa con un altro fratellino e tu papà di Marco non farmi sentire in colpa per averti confidato i miei pensieri, per aver smesso di desiderare un altro figlio, in fondo non abbiamo interrotto la ginnastica propedeutica che poi per noi non è mai stata una garanzia del risultato; ho solo smesso di sperare che dopo il due viene il tre e ho smesso perchè anche per me ci sono periodi in cui i dubbi sono maggiori delle certezze."
"Io invece voglio una sorellina che viene all'asilo con me e gioca e la voglio chiamare Nuda e basta"
"Ecco ti ci metti anche tu Luca, piccola cozza dispettosa...
..ecco dicevo non è tempo per un altro anno sabatico che coinciderebbe con la fine di ogni prospettiva di crescita professionale perchè l'hanno detto anche al Cascade aziendale: se sei donna hai le stesse opportunità di un uomo ma solo fino a quando decidi di avere figli perchè da quel momento puoi continuare a lavorare 16 ore al giorno, a lavorare anche più dei colleghi uomini e avere competenze, capacità, carattere... ma non puoi pensare a periodi prolungati di trasferte e se anche potessi troverebbero altro per farti capire che se vuoi essere mamma a qualcosa devi rinunciare. Ma io mamma lo sono già e mi hanno già fatto rinunciare... ragazzi lasciatemi riflettere ancora un po', però Nuda???"

venerdì 22 ottobre 2010

Tanti auguri Marco, amore mio!

M come mamma che nonostante le amiche più o meno speciali resta ancora la donna della tua vita; come la maestra della scuola d'infanzia che non ti piace tanto e che un giorno ti dirò "non è mai piaciuta nemmeno a me!"; come il miele d'acacia che deve sempre abbondare nel tuo unico bicchiere di latte serale, unico perchè l'hai promesso all'ematologa sugellando l'accordo con la tua firma: poco importa se volevi solo dimostrare di saper scrivere il tuo nome! M come il Moto GP che segui con attenzione, interesse e con un tifo da stadio pari solo a quello di Nonna Grazia davanti ad una partita di calcio. M come Milano la tua città che grazie a te e a tuo fratello sta diventando anche un po' mia.

A come amore mio grande in cui vedo i miei pregi ma anche tutti i miei difetti, come gli abbracci che non sono mai tanti come quelli che riceve tuo fratello e non è giusto e giustamente gelosamente pretendi. A come attento perchè non ti sfugge nulla e sai leggere dentro di me disarmando le mie difese:"mamma perchè sei triste?". A come assillante e assordante quando cerchi di trasformare i miei no in sì. A come avventura e guai a me se sbaglio e dico armatura! . 

R come rompiscatole "al quadrato" perchè i geni di mamma si sommano a quelli di papà! . 

C come le coccole che adori ricevere ma anche donare; come la carezza che chiude il rito "bacio, abbraccio, carezza" del tuo saluto mattutino e che mi regala la necessità di saperti sereno nonostante le tante ore lontano da me. C come le coloriture che mi porti ogni giorno e le corse liberatorie quando esci da scuola la sera. C come coraggioso a parole e fifone nei fatti; come capriccioso: sarà colpa mia? non lo so ma vediamo di cambiare! . 

O come gli occhiali che porti con una disinvoltura di cui non sono mai stata capace e che ti danno un aspetto da gufetto simpatico. O come l'ometto puntiglioso, pignolo, preciso che stai diventando, l'opposto di tuo fratello: perchè "in medio stat virtus" è solo una vecchia massima filosofica? O come osservatore attento che osservo a mia volta seduto per terra mentre sfogli assorto un libro in un negozio, incurante di chi ti circonda... mi stupisco di quanto tempo sia trascorso da quello stesso giorno di 5 anni fa: stai crescendo e alla nostalgia per quella simbiosi che diminuisce sempre più, si aggiunge la gioia di vederti spalancare sereno le braccia al mondo che ti circonda. . 

Cinque anni! Tanti auguri Marco, amore mio!

mercoledì 20 ottobre 2010

Tanti auguri Luca, amore mio!

L come libero di non prendere nulla seriamente, di dire e fare quello che vuoi, libero di seguire le sole regole che consideri adatte a te, di trasgredire sorridendo perchè sai che ai tuoi sorrisi non so dire di no. Libero di uscire in pieno autunno con i calzoni corti, di usare per berretto la cuffia della piscina, di indossare la scarpa destra sul piede sinistro e la sinistra sul destro o di salire sul tram in pantofole; libero di girare nudo per casa perchè fa caldo anche se fuori piove, i caloriferi sono spenti e se io giro per la stessa casa con il pile addosso. . U come uragano, perchè dove passi distruggi e non ti curi dei brandelli di giocattoli sparsi a terra e che a terra possono restare per giorni perchè la tua cameretta è più bella con il pavimento colorato e poi qualche macchia di tempera anche sulle fredde pareti bianche le rende più calde e accoglienti! U come "uncisciòn" che non sai cosa vuol dire perchè il dialetto del nonno non lo capisci ma accidenti quando mangi non puoi sempre pulirti le mani nella maglietta o lasciare impronte sui muri!!! . C come contagioso e coinvolgente, carico di entusiasmo e voglia di vivere, complice e compagno di giochi apprezzato e ricercato. C come le coccole che pretendi e regali alla tua mamma ma che se non c'è la mamma vanno bene quelle di papà, Zia Lu, Jessica, nonna.... C come le cozze che mangeresti anche a colazione o i cetrioli crudi dell'orto del nonno per merenda, come le castagne che ancora non abbiamo raccolto quest'anno ma che non devono mancare nel tuo piatto dopo cena. . A come amore mio piccolo che ti lasci stritolare dai miei abbracci e che non sei mai sazio dei miei baci con il rossetto. A come l' asilo nuovo che è di Marco ma anche il tuo, come amico di tutti i bambini perchè sei solare e generoso, affettuoso e sorridente e non rifiuti nessuno. A come avventura perchè la canzone di Marco dice così e la sai anche tu.
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Tre anni! Auguri Luca, amore mio!

domenica 10 ottobre 2010

Ma non era... attenti al cane!

Il cielo limpido, l'aria solo leggermente frizzante invogliano ad uscire e due passi a piedi sono necessari per smaltire un abbondante pranzo iniziato con "pisare e fasò" e teminato con torta di ricotta e cioccolato.
I due consorti preferiscono smaltire in altro modo e li lasciamo in soggiorno a russare davati al televisore.
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Prima il pane raffermo alle caprette e poi una piccola incursione in una specie di grande fienile dove gironzolano libere oche, galline, pecore. I proprietari sono assenti.
Del resto in aperta campagna che bisogno c'è di allarmi e dispositivi di sicurezza? Chi vuoi che si avvicini ad una fattoria con l'intento di rubare? Infondo i ladri di polli sono leggende di altri tempi e anche il povero cane può riposare tranquillo nel suo recinto....
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.....la vediamo incedere verso di noi con passo deciso e testa bassa, i bambini indietreggiano, si nascondono urlanti tra le nostre gambe al grido di "mamma ho paura!", un improvvisato "via via" non sembra tradursi in un suono comprensibile e la belva avanza.
Luca in braccio a me, Marco in braccio a Isa, Emma già lontana (le donne sempre un passo più avanti!!!).
Qualcosa del mio look affascina l'animale, eppure gli stivali non sono di capretto!!! Il suo muso è attaccato al mio fondo schiena, ci circuisce dandomi di tanto in tanto qualche testata. I bambini sono sempre più spaventati, cerchiamo di allontanarci in fretta ma Lei è sempre lì, attaccata alle nostre gambe... Isa ed io scoppiamo a ridere: una risata incontenibile, una sana grassa risata che ci ha fa venire il mal di stomaco ma che rilassa la mente per un po'.
Essere assaliti da una pecora in aperta campagna non capita tutti i giorni... che abbia intuito che sono un "ariete"?
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PS: grazie ISA per la bellissima giornata...

mercoledì 6 ottobre 2010

Si ritorna... in piscina

Settembre, si ritorna in piscina e quest'anno in formato famiglia.
A dire il vero all'inizio gli iscritti erano solo tre...
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Dal giorno della iscrizione al corso, Marco ha continuato a domandare cosa avrebbe dovuto fare, se ci fosse stata l'acqua alta o se avrebbe toccato con i piedi il fondo vasca, se i braccioli erano ammessi o se l'istruttore avrebbe imposto altro. Ha alternato l'entusiasmo per l'imminente corso, alla paura di non farcela nascosta dietro la richiesta di non volerlo più fare perchè già esperto nuotatore.
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Marco entra in acqua. Luca costretto a bordo vasca con jeans e maglietta, protesta vistosamente buttandosi a terra urlante: "voglio entrare, voglio entrare, voglio entrare!".
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Luca al mare non aveva dimostrato grande interesse per l'acqua, anche se recenti episodi domestici erano stati premonitori: quanto meno è meglio associare la visione di lui che si lava nudo e accovacciato in un bidè colmo d'acqua ad una passione smodata per l'acqua che non ad uno dei tanti scherzi per disobbedire a mamma!
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"Luca non puoi! Luca non spogliarti! Luca guarda che conto fino al tre! Luca se ti togli i pantaloni un'altra volta... "
...è in acqua completamente nudo, mi guarda con il suo solito sorriso beffardo, saltella e getta acqua fuori dalla vasca per non farmi avvicinare, raggiunge l'istruttrice e il fratello... è ammesso ufficilamente al corso di nuoto.
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Dopo la prima lezione, Luca si è adattato a costume e cuffia, il corso per nudisti non è ancora nell'elenco delle opzioni disponibili, ma è ancora indisciplinato: fa quello che vuole e ovviamente sorride vanificando ogni tentativo di rimprovero della istruttrice. Marco segue con attenzione, si applica diligentemente e snobba i tentativi del fratello di coinvolgerlo in scherzi e distrazioni.
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In Marco mi riconosco, a Luca vorrei assomigliare almeno un po'!

giovedì 8 luglio 2010

Cala il sipario... almeno per un po'!

Scrivere per metabolizzare gioia ed entusiasmo, nostalgia e rimpianto, rabbia e delusione.
Scrivere per organizzare pensieri nel tentativo spesso vano di trovare risposte a desideri contrastanti, per dissolvere dubbi o anche solo per affidare alla carta ricordi che la memoria avrebbe cancellato per sempre.
Scrivere di me stessa e del mio mondo per impegnare un non voluto tempo libero durante le ore lavorative.
. ... poi la mia vita ha iniziato a pulsare di nuovo e a correre, più di prima, più di un prima che è difficile datare su un calendario lungo 36 anni...
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E ora non ho abbastanza tempo per affidare a queste pagina la mia quotidianità, le mie emozioni e i miei desideri.

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PS: Un abbraccio a tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui, a chi ho conosciuto di persona o attraverso le pagine dei loro blog, a chi mi è amico da sempre e a chi lo è diventato strada facendo...
a tutti un arrivederci!

giovedì 17 giugno 2010

Solo il suo sorriso

Lo guardo e sorride.
Lo rimprovero, mi guarda e sorride.
Lo scullaccio, mi rimprovera, mi guarda e sorride.
Lo abbraccio, mi abbraccia, stringe forte la sua "mamma Renata" e sorride.
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Corre sulla sua bicicletta rossa, parlottando tra sè ad alta voce. Si avvicina e si allontana, lo vedo, lo sento, avanti e indietro lungo il cortile dei nonni. Il suo saliscendi si interrompe, lo chiamo. Non risponde. Perchè dovrebbe? Perchè interrompere i suoi istinti, le sue azioni, i suoi pensieri?
Si è fermato sotto un ciliegio dal fusto alto quanto lui: la bicicletta a terra, lui accanto. Allunga la mano sporca, afferra una ciliegia, la assaggia, è aspra, la sputa a terra. Si siede, parlotta tra sè "Valentino, Lorenzo, Stoner...", fa girare il pedale della bici sospeso per aria con ritmo costante. Non sente, non guarda.
"Perchè non rispondi Luca?"
Nessun suono arriva alle mie orecchie, solo il suo sorriso.
Quel sorriso che è conquista, serenità, coccola, carezza, abbraccio, entusiasmo, complicità, gioia, beffa, scherzo, derisione...
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Luca, non smettere mai di sorridere alla vita!

mercoledì 9 giugno 2010

Seta

Vicino alla casa dei nonni c'è un grosso gelso. Non so quanti anni abbia quella pianta, certo è che c'era anche quando ero bambina.
La nonna, allora solo mamma, aveva ricevuto l'incarico dalla insegnate di zia Lu di raccogliere quante più foglie di gelso poteva, foglie che servivano per i bachi da seta allevati in classe. Eravamo nel cuore della Brianza, studiavamo le nostre radici, la cultura contadina che era la vita quotidiana dei nostri nonni... era quasi scontato parlare del baco da seta e della seta stessa.
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Crescendo ho imparato ad apprezzare la leggerezza di quel tessuto, la freschezza e l'eleganza che regala a chi lo indossa. Un tessuto molto femminile, accattivante e sensuale all'occorrenza... un tessuto che veste perfettamente il corpo.
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La stessa impressione che ho avuto leggendo "Seta" di Baricco, lo puoi indossare quel libro e sentirlo sul tuo corpo come un bellissimo abito confezionato su misura per te.
Un personaggio, una scena, un luogo, un desiderio, un respiro... un aspetto della tua vita.

sabato 5 giugno 2010

Novecento

Leggo e sottolineo versi, frasi, brani. Rileggo quello che la matita mette ora in evidenza. Mi accompagna la musica di quel pianoforte che le orecchie non hanno ascoltato e vedo il protagonista: una vita unica, apparentemente semplice ma tanto complessa da non riuscire a rielaborarla, difficile da condividere.
E allora riparto da capo e riprendo le frasi sottolineate ancora una volta, la musica mi entra dentro e piano piano anche il protagonista: il suo assaporare la vita degli altri senza riuscire a vivere fino in fondo la sua.
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"Sapeva ascoltare. E sapeva leggere... sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia..."
"I desideri stavano strappandomi l'anima. Potevo viverli, ma non ci sono riuscito. Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me."
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Chiudo il libro. Quante persone vivono davvero la loro vita? Quante volte compromessi, rimpianti, scelte non fatte, desideri soffocati sono parte della nostra vita?
Tante.
Al di là delle rinunce alle quali più o meno condizionatamente ci adeguiamo, non smetto di pensare che la vita debba sempre essere vissuta con il sorriso. "Novecento" sceglie di rinunciare ai propri desideri e ad amare, decide di non vivere, ma nel descriverci le sue rinunce Baricco ci avvicina ancora di più alla vita.
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lunedì 31 maggio 2010

Mr Camomillo

Beveva latte a colazione, a meranda e dopo cena. Una media di un litro al giorno.
Lontano dalle bevute record del fratello ma pur sempre troppo per un bambino di due anni e mezzo.
Un giorno ha detto basta. Niente più latte a colazione, a merenda e a cena. Solo camomilla gialla!
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Da più di un mese Luca è stato soprannominato "Camomillo" proprio per le quantità di bevanda giallognola che chiede ad ogni ora del giorno e della notte. Vista poi l'anomala colazione: camomilla e biscotti; merenda: camomilla e cioccolata; cena: camomilla e salame; ho introdotto alcune varianti.
Passare dalla camomilla solubile al te deteinato o al finocchio in granuli è stato abbastanza semplice. Il passaggio dalla camomilla solubile a quella in filtro, un po' meno.
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"Fa schifo!"
"Come fa schifo?! E' buonissima Luca non fare storie!"
"No questa fa schifo, voglio la camomilla gialla!"
"Luca smettila o ti mando a letto!"
"FA "S-C-H-I-F-O!!!!!!!"
Già pensavo ad un futuro brillante come degustatore di camomilla, come selezionatore di fiori per nuovi composti o aromi: camomilla alla vaniglia, al peperoncino, al limone; qualcosa di molto simile ai degustatori di caffè o vino insomma.
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"Luca smettila, non ne ho altra questa sera!"
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Ma come ogni saggia mamma non dovrebbe fare, dopo cinque minuti di resistenza, cedo alle urla, prendo la camomilla e cerco di berla prima di versargli il solito composto.
Sì il sale nella camomilla non è proprio gradevole!

domenica 30 maggio 2010

Baciami ancora

"Dai Luca seguimi"
"Marco aspettami!"
"Dai Luca passa di qui che è più facile"
"Marco dove sei? Aspetta!"
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Si addentrano nei cunicoli di un castello gonfiabile e poi su per le scale, giù dallo scivolo e a nuoto nel mare di palline colorate.
Giocano a pallone, si tuffano nell'erba, rotolano nel prato e fanno piroette.
Corrono e fanno gare in bicicletta imitando ora Valentino, ora Lorenzo (quest' anno Stoner non è tra i preferiti).
Insieme, sempre insieme.
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I nostri occhi si illuminano guardandoli giocare tra loro. Ci abbracciamo. Ci baciamo.
In quel bacio ci sono dieci anni di vita insieme: incomprensioni, ostacoli, difficoltà, fiducia, sostegno, tranquillità, abitudine, complicità, desiderio.

sabato 15 maggio 2010

Eredità

Avevo 14 anni quando per la prima volta l'oculista mi prescrisse gli occhiali: miopia e astigmatismo, un difetto lieve che con gli anni era diventato meno lieve fino a quando dieci anni più tardi ho rimosso ricorrendo al laser ad eccimeri.
14 anni non è una età semplice per una ragazza e sentirsi diversa "dentro casa" per quegli occhiali di cui non avevo colpa non mi ha di certo aiutato ad aumentare la fiducia e la sicurezza in me stessa.
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Marco ha 4 anni e ieri abbiamo scoperto che deve mettere gli occhiali: astigmatismo miopico molto accentuato, forse troppo per non essercene accorti prima. Mentre ascoltavo le parole del medico avevo il cuore a pezzi: ho pensato alla sua età, a quel fastidioso impegno che lo accompagnerà per anni o per sempre, a come avrei voluto essere io a portare ancora gli occhiali lasciando libero lui da un'eredità che non avrei voluto trasmettergli. L'ho guardato e abbracciato con trasporto: "Marco sei fortunatissimo, finalmente puoi comperarti gli occhiali che volevi da tempo!!!"
Marco oggi è entusiasta per la novità: non vede l'ora di indossare i suoi nuovi occhiali e si arrabbia con il fratello che vorrebbe imitarlo anche in questo.
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Ti amo tanto figlio mio: tu e tuo fratello siete parte di me, siete il senso della mia vita e la mia stessa gioia di vivere. Vorrei essere capace di evitarvi ogni tipo di sofferenza, dolore o delusione. Vorrei che la vostra vita fosse solo gioia e amore. Ma non sarà così. Posso solo aiutarvi a crescere sereni, cercando di non soffocarvi e facendo maturare la fiducia in vuoi stessi, quella fiducia che io ho conquistato ormai grande.

lunedì 3 maggio 2010

Body Painting

Da tempo la cameretta è diventata un rifugio, un territorio in cui tutto è concesso, un'area nudisti, un luogo di fraterna complicità e altrettanto fraterne mazzate.
Saltano sui letti come fossero i gonfiabili del centro commerciale, rovesciano sacchi di giocattoli alla ricerca delle braccia dei Gormiti che probabilmente sono già nella pancia del Folletto, parlano di presunte fidanzate mutuando il linguaggio dei cartoni animati: "Al mio amico F. ha spezzato il cuore ma a me no perchè mi ama e io amo lei!"... insieme, rigorosamente insieme e lontano da noi che restiamo spesso con l'orecchio vigile e l'occhio distratto a vegliare su di loro.
In queste serate all'insegna della collaborazione, possiamo anche concederci momenti di indisturbata intimità quasi certi che non ci verranno a cercare e che non busseranno alla porta chiedendo con insistenza: "cosa state facendo?"
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L'idilio però a volte viene interrotto dal grido di aiuto dell'uno o dell'altro.
L'altra sera Luca era seduto sul suo letto nudo e completamente dipinto da tratti di pennarello verde e azzurro che non hanno risparmiato ombelico, pisellino, schiena e culetto. Marco sorpreso con il pennarello ancora in mano nel tentativo di dipingere la pianta del piede di Luca sosteneva di non essere stato lui. Luca dopo essersi lamentato per il solletico, mostrava i suoi tatuaggi orgoglioso.
Nulla di nuovo o mai successo prima, pisellino a parte. Luca ama dipingersi addosso, anche le insegnati del nido non ci fanno più caso. Il medico che l'ha visitato ieri mattina no. Ecco ora lo sapete anche voi così sono certa di non dovere dare altre spiegazioni.

martedì 20 aprile 2010

Cara amica mia...

Cara amica mia hai ragione di non poterne più di ritrovarti sempre il mio "fondo schiena" qui sopra! :-)
Una latitanza di due settimane senza motivazioni e giustificazioni è poco "polite" direbbe la mia simpaticissima English teacher che incontro ogni martedì e giovedì mattina....
Troppo tempo ci vorrebbe per raccontare e molto di più per razionalizzare pensieri confusi e desideri contrastanti di "una mamma che lavora" a cui piace lavorare ma che fatica a mettere un freno ad una ingiustificabile dedizione alla causa aziendale; una "mamma che lavora" che vuole essere mamma e forse vorrebbero esserlo ancora una volta anche se ha quasi smesso di sperare e forse inizia a pensare che infondo va bene così.
Una mamma che vorrebbe dire di più ma si rende conto che verrebbe fraintesa ora perchè non c'è ordine nella sua testa e nel suo cuore e deve rielaborare sentimenti e sensazioni prima di prendere carta e penna.
Una mamma che oggi pomeriggio ha accompagnato i figli in ufficio per presentarli ad alcuni colleghi e quando ha chiesto loro se erano contenti si è sentita rispondere dal suo Luca: "No mamma monella, perchè venuta tardi all'asilo a prendere me! Monella mamma!"
Una mamma che deve ripartire da qui...
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A presto,
amica mia!

martedì 6 aprile 2010

Un bel fondoschiena

Blu scuro o chiaro, tinta unita o striato, effetto nuovo o usato, a vita alta o bassa, a zampa di elefante, a sigaretta, a gamba lunga o corta sopra la caviglia... Acquistare un paio di jeans non è impresa banale, occorre sapersi destreggiare tra modelli e marche che cambiano in continuazione e visto che in genere acquisto un paio di jeans all'anno, sono sempre fuori dal mercato. Onde evitare di sbagliare, da tempo mi affido alla mia jeans' consultant personale: mia sorella Lu. Lei conosce i miei gusti e le marche di moda che più si avvicinano al mio stile. Stabilito giorno e tempo a disposizione, mi porta nei negozi giusti, mi fa indossare più o meno 20 paia di jeans e poi decide. Bingo! Unica pecca è che occorre sempre prevedere un extrabudget, ma non si può avere tutto.

Sabato scorso era il nostro "jeans' day". Il nostro target era un paio di jeans non troppo moderno, a vita bassa, chiaro e leggermente striato, non strappato e FONDAMENTALE che disegnasse un bel fondoschiena.
Non è stato facile rispettare l'obiettivo FONDAMENTALE ma ci siamo riuscite o almeno così ha detto la mia personal consultant.
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Oggi per il mio compleanno zia Lu mi ha regalato una canotta con maglia in cotone abbinata da indossare con i jeans che abbiamo acquistato insieme. Bellissima e lunghissima perchè quest'anno vanno di moda così.
Ora che bisogno c'era di provare 20 paia di jeans per trovare l'unico modello che modellasse un bel c. se poi la moda di quest'anno impone di nasconderlo!?

sabato 3 aprile 2010

Francesco beve un bicchiere d'acqua

Spengo il pc, mi affaccio alla camera dei bambini: è passato lo tzunami! Ci sono abituata e me lo merito: da due settimane sto giocando poco con loro ma è ora di stirare e da sempre questo momento è associato al racconto di fiabe o storie che inventiamo.
"Chi vuole raccontare una storia?"
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Inzia Luca, la stessa storia ogni sera, la stessa dinamica: "Me tocca! Me tocca! Tre pesci. Un azzurro, uno blu e uno rosso. Come si chiamano mamma? Mangiano e nuotano nel mare a Cuba." Marco ed io proviamo a fargli domande, a suggerire un evolversi della vicenda ma nulla. Il racconto verbale si interrompe e cede il passo alla recitazione: Luca si tuffa nel letto, nuota, ride ed è difficile interromperlo perchè "me non ho finito, me raccontare storia, me tocca ancora!"
Segue Marco, vuole raccontare la storia di Gesù, l'ha imparato durante l'ora di religione alla scuola d'infanzia: "... poi la mattina dopo, due amici di Gesù vanno a portargli i fiori sulla tomba. Ma la tomba è aperta e trovano Dio che dice che Gesù è vivo: andate a dirlo ai vostri amici! Francesco beve un bicchiere d'acqua. Poi gli amici di Gesù fanno festa."
"Marco, amore mio, chi è questo Francesco? Beve acqua? Sei sicuro?"
"E Francesco, l'insegnate di religione, aveva sete e ha bevuto l'acqua."
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Buona Pasqua a tutti!

lunedì 29 marzo 2010

Si cambia fidanzata... fino a domani

Al mare ci hai tediato sul perchè non avessimo portato Luna con noi, ci hai chiesto in continuazione cosa stesse facendo in Italia nei vari momenti della giornata. L'hai sognata spesso la notte e raccolto conchiglie per lei di giorno.
Al rientro Luna era contenta, ti ha dato un bacino sulla guancia e nei giorni a seguire ti sei dilungato nel raccontarmi i più intimi segreti del vostro rapporto. E così ora so che il vostro amore non vi impedisce di giocare con gli altri compagni, tu coi maschietti e lei con le femminucce, perchè non vi piacciono i rapporti "appiccicosi" come quello di S. e G. che hanno occhi solo l'uno per l'altra e impediscono a chiunque di intromettersi nella loro giornata. So anche che M. e F., due tuoi amici, sono innamorati della tua fidanzata, ma non sei geloso perchè anche loro sono troppo appiccicosi e Luna li guarda sempre digrignando i denti.
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Questa sera Luca, tuo fratello, ha detto di avere una nuova fidanzata.
"Me no innamorato di N., me innamorato di C." dice Luca
"Hai cambiato? E no, non è valido! Allora devo cambiare anche io! Sono innamorato di... Sono innamorato di... Ecco se tu sei innamorato di C. allora io sono innamorato di E." ribatte Marco
"E.? La bimba che è in vacanza in questi giorni?" mi intrometto io
"Allora no, se è in vacanza no, di chi posso essere innamorato?"
"Scusa Marco non devi cambiare fidanzata perchè la cambia tuo fratello. Non è una gara e poi chi è la bimba che sogni la notte, che ti fa piacere vedere a scuola, che ti rende felice quando gioca con te?"
"Luna, ma devo combiare perchè ha cambiato Luca. Solo che non so di chi innamorarmi."

giovedì 25 marzo 2010

Tintarella color cioccolato

Rientrare dalle ferie è sempre un po' traumatico.
  • Il fuso orario altera i ritmi del sonno e porta ad azioni inconsapevoli quali spegnere la sveglia la prima mattina italiana con conseguenti telefonate a scuola materna e sms al lavoro per avvertire che stiamo arrivando. Arriveremo di lì a 90 minuti ma è un dettaglio marginale, no?!
  • Le valigie vanno disfatte, le lavatrici programmate sperando che un unico calzino blu non finisca accidentalmente nel bucato del bianco e se succede non è poi la fine del mondo, se era un calzino rosso era peggio.
  • Le attività dell'ufficio riprendono e siamo quasi a fine mese, un fine mese di fine trimestre, inutile aggiungere altro. Se non rispondo a mail, telefonate e messaggi sul communicator non è perchè le ferie sono state un disastro o perchè il marito mi ha lasciato per una cubana è che me la voglio tirare un po' anche io no! :-) Comunque le foto arriveranno presto!
  • I bambini vorrebbero andare al parco o quanto meno giocare di più con me il pomeriggio, li sto trascurando e per compensare i sensi di colpa o per riuscire a lavorare un po' più tranquilla non sto ponendo freno alla loro creatività distruttiva. Se passate a trovarmi in questi giorni, quello che vedrete non è conseguenza di terremoti, alluvioni o altre calamità naturali, o forse sì.
  • Il corso di nuoto: latitanza totale! Non pensate sia una conseguenza dei punti A, B, C, D: una sola sessione di cloro e la mia pelle color cioccolato diventa tintarella color latte.

ANTONIO, ti ho scritto anche un post invece di andare a dormire, per favore vai tu questa sera in piscina al posto mio? Sai il giovedì la piscina pullula di belle ragazze!

Cosa non si fa per la tintarella fuori stagione!

domenica 21 marzo 2010

Quello che da Cuba non puoi scrivere

Sto scrivendo da Cuba, ma quando pubblicherò il post sarò di nuovo a Milano. Perchè?.
Da Cuba l'accesso ad Internet è possibile tramite schede prepagate anche se l'accesso è molto lento, costoso e difficoltoso; inoltre nei pc in dotazione non si può inserire la propria pen drive per copiare un articolo già confezionato. In questi giorni ho scritto sul blog grazie ad Antonio che aveva configurato prima di partire un account mail per la pubblicazione diretta: bastava trovare qualcuno che leggesse la chiavetta e spedisse a quell'indirizzo una mail avente per subject il titolo del post e per contenuto l'articolo stesso. Ovviamente riservatezza dei contenuti zero.
E di questa Cuba non posso scrivere restando qui.
Ma se Internet è un mondo per pochi, per quei pochi che i soldi li hanno, come si può parlare di ugualitarismo? E' così vero che è un Paese in cui tutti lavorano per un salario dai 20 ai 50 pesos mensili (più o meno 17-42 euro)?
Qui nessuno nega che il salario è altro rispetto al guadagno mensile e questo anche e soprattutto grazie alle mance dei turisti. Ma quando chiedi “E chi lavora nei campi, lontano dai turisti, come sopravvive?” le risposte sono evasive e non riesci a capire. Ti ripetono che a Cuba l'istruzione e la sanità sono gratuite ed efficienti, che per ogni famiglia esiste una razione di cibo mensile data dallo Stato, che la corruzione e delinquenza non sono un problema sociale, ma tutto ciò non basta a spiegare come è possibile costruirsi una casa di proprietà, benchè spesso sia in legno e foglie di palma e sempre esente da imposte; o a comprare un frigorifero che costa quanto da noi se non di più.
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A Cuba lo Stato Socialista provvede e controlla ma chi può, cerca di "fregare" quello stesso Stato di cui a parole è fiero, come alcune guide turistiche che durante le gite incassano soldi vendendo cd, sigari e rum e consigliando di non acquistare gli stessi prodotti nelle fabbriche che vengono visitate perchè vendono a prezzo più alto. Non dimenticano però di ringraziare i turisti per il proprio tenore di vita che a quanto si vede non è dovuto alle sole mance! O ancora il tassista che si apposta ogni giorno dentro la reception dell'hotel e offre ai turisti le sue promozioni: il prezzo è lo stesso dei colleghi ma lui parla francese e inglese e si propone anche come guida turistica. Stabilito l'accordo, informa i clienti che è meglio incontrarsi nella via laterale all'hotel in modo da non essere visto dai colleghi che, abbiamo scoperto poi, avrebbero una priorità di partenza stabilita. La corsa non viene registrata e lungo la prima parte del tragitto una serie di segnali gli garantiscono che nessuno si è accorto di nulla. Lui promuove sè stesso, dice, quando cerchi di fare qualche domanda, gli altri no. Tutto QUASI regolare in un'ottica di libera concorrenza, ma se il mercato qui non esiste, se lui davvero non guadagna in base al numero di corse?! Il sospetto che il guadagno sia in buona parte se non tutto "in nero" c'è. Non a caso si sente ripetere spesso “tutto il mondo è Paese”.
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Questo è quello che da Cuba non puoi scrivere, non se per pubblicare chiedi un favore a un cubano che lavora per lo Stato.
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Cuba è anche altro. L'altro giorno stavo aspettando Antonio che era in coda all'Ufficio Cambi. Mi si è avvicinata una ragazza molto bella che aveva con sé la figlia di sei anni. Lei di anni ne ha 22 e il suo fidanzato straniero 72; stanno insieme da quattro anni, ovviamente lui non la porta in Italia dove è regolarmente sposato e anche quando viene a Cuba devono essere registrati in due hotel diversi perchè la differenza di età supera i dieci anni. Lei preferirebbe un compagno più giovane, ma quello ha trovato. Questa è la Cuba in cui il denaro consente di comperare le persone, la loro dignità, ma questo succede ovunque ci sia povertà, anche ai margini del nostro benestante Paese. E forse è meno peggio di altrove dove per denaro si vende molto più della dignità.
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Ovvio che questi sono alcuni aspetti di Cuba più o meno marginali, ovvio che il fascino di Cuba almeno per noi era altrove: Cuba è gente allegra, cordiale che sta seduta sull'uscio di casa e ti saluta quando passi in bicicletta e non lo fa solo nella speranza di un pesos o perchè pensa che tu sia la moglie straniera di un cubano: e sì Antonio dopo dieci giorni di sole è il fratello di Che Guevara! Cuba è colore, allegria, musica, ballo, voglia di vivere. Cuba è un mare da sogno, un cielo limpido di giorno e stellato di notte e anche se da queste parti dicono che questo inverno è più rigido del solito, a noi qualche giornata nuvolosa non è sembrata tanto grigia. Ma di tutto questo si può parlare anche da qui.


sabato 20 marzo 2010

All inclusive _19 Marzo 2010

Nell'all inclusive del villaggio rientrano le più svariate attività: dagli sports acquatici al tennis, dall'acqua fitness alla palestra, dai balli caraibici al corso di spagnolo. C'è anche il miniclub aperto dalle 9:00 alle 17:00 per i bambini dai quattro anni in su. Fino ad oggi abbiamo proposto alterative per fare desistere Marco dal partecipare: Luca da solo si sarebbe annoiato e poi non siamo al mare per chiuderci in una stanza!

Oggi, ultimo giorno, il miniclub proponeva una uscita in carrozza di due ore con sosta su una spiaggia per raccogliere conchiglie. Luca non ha voluto abbandonare il fratello e visto il suo entusiasmo caballo, che bello! le animatrici si sono offerte di portare anche lui. Ad esser sinceri Luca da quindici giorni apprezza con manifesto entusiasmo e a voce molto alta tutto quello che vede: la spiaggia, che bello!, la cocchiglia, che bello!. Il suo trasporto è evidente anche con il personale della struttura, alcuni ormai sono amici che cerca e saluta: Mio amico, che bello! non a caso è conosciuto come Lucas so cute!. Ma sto divagando...

Questa mattina nelle nostre due ore di libertà potevamo:

  • aspettare seduti al bar consumando alcolici, sperando così di non essere più scambiati per italo canadesi ma per canadesi puri
  • fare un giro in bicicletta senza zavorra sulle spalle
  • goderci spiaggia e mare in assoluta tranquillità
  • mettere il cartello non disturbare fuori dalla camera

Chi ha detto che non eravamo al mare per chiuderci in una stanza? La prossima volta vedremo di sfruttare il miniclub più spesso!

giovedì 18 marzo 2010

Ore ed ore _ 17 Marzo 2010

Starei ore ed ore ad osservare il mare: una tavolozza azzurro-verde che cambia di continuo al variare della luce, della profondità, del fondale roccioso, sabbioso o abitato da tante piccole alghe.

Starei ore ed ore sulla spiaggia: ci sono pochi turisti, discreti e silenziosi, si sente solo il rumore continuo della risacca e una leggera brezza che attenua i raggi caldi del sole.

Starei ore ed ore...

Ieri mattina pedalata in bicicletta fino a Playa Esmeralda: sei chilometri andata e sei ritorno. Il percorso, abbandonata la statale, attraversa campi e pascoli in un continuo saliscendi e, in un fuori rotta non voluto, anche un lago le cui sponde sono collegate da un ponte di legno azzurro lungo più di 300 metri che traballa di continuo sotto le nostre ruote. Le donne nel giardino-orto di casa chiedono l'età dei ninos, gli ombre de campo guardano ridendo, i turisti in carrozza fotografano divertiti.

Luca, seduto nel marsupio dietro la mia schiena, saluta tutti e ad ogni salita grida veloce mamma, ho detto veloce!. Marco, avvolto in un telo da mare trasformato in fascia contenitiva per l'occasion è un tutt'uno con la schiena di Antonio, saluta i cavalli e incita a sua volta più veloci della luce!.

Questa mattina sto ore ed ore sdraiata sul bagnasciuga...guai a chi propone un'altra gita!

lunedì 15 marzo 2010

No tengo dinero _14 Marzo 2010

Anche oggi il cielo è coperto di nubi, la nostra passeggiata a cavallo viene rimandata e abbiamo tutta la domenica da riorganizzare. Alla reception incontriamo Giorgio, il taxista-guida turistica che l'altro giorno ci ha accompagnato a Banes, gli proponiamo un'uscita a Gibara, una cittadina che sembra affacciarsi su una splendida baia e offrire ben conservati edifici coloniali, splendide piazze, il forte spagnolo El Cuartelòn, insomma da non perdere. Lungo il tragitto incontriamo due piccoli e vitali villaggi di campagna, distese di prati adibiti a pascoli, contadini intenti a lavorare i loro terreni. Ci fermiamo spesso per qualche fotografia perchè per noi non è così usuale incontrare una coppia con tre figli al seguito seduta sul calesse e diretta verso la chiesa per la funzione domenicale, o un contadino a cavallo che regge tra le braccia un covone di fieno, o ancora mucche, capre e maiali che attraversano la strada incuranti del nostro taxi, per non parlare della mucca pisciona!

Gibara è una cittadina curata, nulla a che vedere con alcuni sobborghi di Santiago o con il villaggio di Banes. Non mancano donne che cercano di vendere collane o uomini che ci seguono con l'intento di propinarci sigari o oggetti di artigianato locale ma non c'è insistenza e nessuno elemosina per strada. Giriamo a piedi per la città, salutiamo le persone che incontriamo sempre molto cordiali con i bambini e ci fermiamo in farmacia. Cerco di spiegare che ho una brutta tosse da giorni e che abitualmente la voce non mi manca have you got something for my tosse, no tengo voce da mucios dies. La farmacista mi propone alcune pastiglie senza scatola e foglietto illustrativo ma non posso pagare: occorre la moneta nazionale, i nostri pesos cuc non sono accettati. Un signore dietro di me apre il portafoglio, un altro propone di aggiungere il mio farmaco alla sua ricetta medica, la farmacista mi dice che non c'è problema, di prendere le pasticche e di non preoccuparmi per i soldi. Io e Antonio ci guardiamo stupiti e un tantino a disagio. Anche questa è CUbA!

No bidè, no pipì_13 Marzo 2010

Ci siamo alzati con il sole: giornata calda e afosa fino a poco fa e ora piove. Antonio seduto sul balcone legge un libro, le due pesti dormono: il momento adatto per scrivere un po'.

Marco per superare la tristezza iniziale di non aver trovato altri bambini italiani con cui chiacchierare ha ripiegato sui canadesi che pullulano in piscina, non capisce una parola di quello che dicono ma nemmeno loro capiscono lui e quindi il problema non esiste. Apprezza le uscite in pedalò e cajak, ma ancora il mare è lontano dai suoi desideri. Da quando poi ha scoperto i segreti del braccialetto all inclusive lo vediamo allontanarsi e tornare con bicchieri di acqua e coca cola in mano, altre volte torna con le sole cannucce; a volte non sono per lui ma per Luca. Ovviamente anche il barista sa quando sono per il fratello. L'altro giorno siamo andati a visitare Santiago di Cuba, ha cercato di far valere il potere di acquisto del suo bracciale anche nel ristorante in cui abbiamo pranzato ma con deludente risultato.

Luca il suo orologio non lo ama molto, lo mette e lo toglie in continuazione ma ancora non ha capito a cosa serve, per ogni necessità di cibo o bevande si rivolge al fratello. Ci segue al mare e in piscina ma resta sempre all'asciutto. Gli piace invece correre per i viali del villaggio con le ciabatte rosse ai piedi e gli occhialini da mare in testa, sembra un piccolo aviatore più che un nuotatore dei caraibi. Sorride a tutti e tutti lo guardano sorridendo per il suo buffo aspetto: è il nino piqueno di CUbA, perchè lui non è al mare in vacanza, lui è a CUbA e CUbA gli piace proprio tanto a parte quel piccolo particolare mancante dei bagni che non smette di sottolineare: me no pipì, me voglio bidè!

venerdì 12 marzo 2010

Scoprendo Cuba_ 10 Marzo 2010

Il villaggio è un'oasi magnifica: piccoli edifici in muratura sorgono in un
grandissimo giardino dalla vegetazione rigogliosa, ricercati angoli fioriti
sparsi tra palme di ogni specie, piscine, corsi d'acqua, ristoranti e bar a
cui si accede in ogni momento grazie al braccialetto all inclusive. E ancora
la spiaggia e il mare che si estendono davanti al balcone del nostro
bungalow e che raggiungiamo in meno di due minuti a piedi.
Un paradiso terrestre abitato principalmente da ospiti canadesi che se ne
stanno sdraiati a bordo piscina con i loro termos in mano o ai bar a
consumare alcolici dalle prime ore del giorno. I bambini sono pochi e quei
pochi parlano inglese.
Bello ma di cubano quasi nulla, se non fosse per il cocco fresco tagliato
dal macete di mani esperte, o da grilli e pappagalli costruiti con foglie di
palma da alcuni giardinieri che cercano così di arrotondare lo stipendio.
Cerchiamo un taxi che per 40 euro ci segua nella nostra gita a Banes,
cittadina nell'entroterra che dista circa 30 km. Lungo la strada non
incontriamo auto, solo carri trainati da buoi o cavalli, persone in
bicicletta o a piedi e un camion colmo di gente in piedi sotto il sole,
stipata come su un tram milanese nelle ore di punta. La provincia è quasi
esclusivamente agricola, il verde domina incontrastato: piantagioni di
banani, canne da zucchero, patate dolci; piccoli villaggi con poche
abitazioni in legno dal tetto in foglia di banano essiccata e qualche casa
in muratura, poche, pochissime potrei definirle belle, ma in ogni villaggio
non manca mai la bandiera cubana che sventola davanti alla scuola elementare
e il consultorio. Parlando con il nostro tassista, scopriamo che le piante
di banano durano il tempo di un solo raccolto.
E poi Banes.
Carretti trainati da cavalli per il trasporto di un massimo di dieci persone
fungono da taxi collettivo; biciclette con posto passeggero costeggiano la
strada in quello che è il punto di ritrovo di questi altri taxi; poche
moto, un'auto d'epoca.
Tutti i negozi hanno un arredamento minimo, spoglio e trascurato; all'inteno
la merce è stipata in scatole di cartone malconce: dalla merceria alla
farmacia tutto si ripete uguale. Alcuni banchi da lavoro sono posti
direttamente sul marciapide: calzolai, gelatai... Sembra che sia da poco
passato un tifone, un villaggio fantasma a giudicare dalle abitazioni.
Mi sento a disagio nei miei abiti made in Cina e nel mio completo
scarpe/borsa sportivo che da solo costa più dell'abbiglimento esposto
nell'intera merceria, mi sento a disagio nel camminare lungo una strada in
cui la povertà si respira in ogni angolo, mi sento a disagio e mi accorgo
che è un sentimento solo mio.
Dietro una dignitosa povertà di abiti e strutture, scopriamo una città viva
che pullula di persone riverse nelle strade intente a chiacchierare,
discutere, passeggiare. La musica suonata da un gruppetto di musicisti fermi
per strada contagia chi passa, non c'è ombra di tristezza nei volti. Nella
"casa della cultura" alcuni artisti locali stanno facendo le prove di uno
spettacolo musicale, uno dei tanti a giudicare dalla ricca locandina esposta
all'ingresso.
C'è anche un museo e una simpatica cubana si offre come babysitter per
l'intera durata della nostra visita. Marco e Luca si allontanano felici con
la signora, non capiscono nulla di quello che dice ma la sua allegria è
sufficiente e al ritorno ci accolgono con un festoso: "Ciao mamma e papà ,
noi restiamo qui!"

martedì 9 marzo 2010

Prova mail

Testo prova mail

Farina, neve, sabbia_ 8 marzo 2010

Metabolizzare un fuso orario di sei ore è stato più difficile del previsto. Alle 7:30 del mattino camminiamo sulla spiaggia ascoltando la voce dell'oceano: l'aria è fresca, i bambini non abbandonano giacca e cappello ma a piedi scalzi camminano nella sabbia e seguendo le orme dei granchi arrivano a toccare l'acqua senza timori o forzature. Con la stessa naturalezza e confidenza due ore più tardi stanno seduti sulla sabbia color avorio a cucinare una buonissima torta limone limonosa.
*Mamma questa sabbia è bellissima sembra farina!” continua a ripetere Marco mentre fa scivolare la sabbia tra le dita, impasta la sua torta e si tuffa nel morbidissimo lettone a cielo aperto.
*No farina, è neve!” sentenzia Luca lanciando le sue palle e tuffandosi accanto al fratello.
Hanno ragione la sabbia della spiaggia di Guardalavaca è fine come la semola appena setacciata e ha un colore molto prossimo alla farina impastata con acqua e lievito, è morbida e fresca a tutte le ore del giorno... impossibile non innamorarsene!

Benvenuti a Cuba! _6 Marzo 2010

Dopo undici ore di volo inziavo ad essere stanca per le tante fiabe raccontate e i disegni colorati; stanca di fare da “Sceriffo” e di imprigionare “Saetta” e “Luigi” dopo ogni terza Piston Cup consecutiva disputata lungo i corridoi dell'aereo; stanca delle minacce caricate a salve nel tentativo riuscito di non infastidire troppo i vicini bergamaschi che alla loro terza bottiglia di rosso e seconda di prosecco non celavano più il motivo della loro vacanza ma a quel punto cubana o hostess era la stessa cosa; stanca di contenere l'entusiasmo dei miei piccoli mentre si sbilanciavano sui sedili di fronte a noi per salutare una taciturna coppia dal viso inespressivo, ingessata nei comportamenti e arrugginata dalla diffidenza che ancora mi domando se non abbia sbagliato meta per le vacanze; stanca e infreddolita per quel bicchiere colmo di acqua ghiacciata finito accidentalmente sui miei pantaloni alla sesta ora di volo e accolto con un entusiastico “Mamma pisciona”.
Dopo undici ore di volo Antonio condivideva parte della mia stanchezza ma non aveva carpito i segreti dei vicini bergamaschi che comunicavano tra loro in dialetto stretto e soprattutto non aveva il sedere completamente a mollo da ore.
Dopo unidici ore di compressa ilarità Marco e Luca erano due bombe pronte ad esplodere ed è bastato il contatto con l'aria calda fuori dal velivolo per innescare la miccia.
Ad Holguin, il tratto dalla pista alla struttura aereoportuale è percorribile con una breve passeggiata: si raggiunge un ampio salone rettangolare e da lì ai metal detector, passando attraverso una delle piccole “guardiole” in cui un funzionario controlla passaporti e visti d'ingresso. Nel salone sono iniziati i tuffi nell'immaginario mare cubano e raggiunta la piccola insenatura della guardiola Marco si è accorto dello specchio sopra la sua testa: ha coinvolto il fratello in una serie di smorfie, di irripetibili suoni gutturali e grasse risate. Poi ha mostrato con orgoglio a “ ehi signore” il cimelio che portava dall'Italia: uno stemma della polizia di Stato- Squadra Antiterrorismo- ricevuto in regalo da un simpatico agente conosciuto durante l'attesa al check-in di Milano. L'impiegato per dieci minuti ha osservato i bambini con finto sguardo severo, li ha rimproverati con un mal riuscito tono austero, poi, dimentico del suo ruolo, li ha salutati con un sorriso aperto e un “ Bienvenido a Cuba ninos!”
Per la cronaca rosa: non sono partita per Cuba da sola, ma Antonio non poteva aiutarmi, la frontiera si passa uno alla volta a meno di minore al seguito...accidenti a me e a quando ho indicato il mio passaporto sul visto di entrambi i bambini!

venerdì 5 marzo 2010

Dodici ore alla partenza

La valigia dei bambini attende la partenza dalla scorsa domenica: magliette e calzoncini estivi stirati e riposti con cura che dopo giorni di tortura hanno un aspetto piuttosto malconcio, ma non voglio pensarci ora.
Anche la nostra valigia è pronta: abitini che molto probabilmente non indosserò ma che nell'incertezza affronteranno il viaggio insieme a noi.
Io sono felice come sempre prima di ogni partenza: non mi illudo, non sarà una vacanza rilassante, non lo è quasi mai da quando ci sono i bambini ma non ritornerei alle vacanze di un tempo per nessun motivo!
Antonio è ancora in ufficio questa sera, nei giorni scorsi ha preparato tutti i documenti per il viaggio: ad essere sinceri la vacanza è proprio merito suo quest'anno e della sua efficiente organizzazione, chi l'avrebbe mai detto! :-)
Marco è un po' triste e anche un po' arrabbiato, proprio non riesce a capire perchè io e il papà ostacoliamo la sua storia d'amore portandolo lontano per tanti giorni e poi non abbiamo nemmeno accettato di discutere su una piccola e ingenua richiesta: portare la sua fidanzata al mare con noi!
Luca gira per la casa nudo al grido di me mare e me "piina (piscina)", poi ripreso si accontenta di sedersi dentro il cassettone delle provviste, assumere la posizione da pilota di formula e alternare il verso del motore ad un gioioso "me guido aereo".
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Domani all'alba si parte e per quindici giorni alloggeremo dall'altra parte dell'atlantico, su un isola che cinque anni fa ci aveva affascinato per la cordialità e la gioiosità della sua gente ma che avevamo visitato poco perchè un piccolo fagiolino dentro di me, impediva grandi sforzi.
Domani all'alba taxi, navetta, aereo, pulman: spiaggia!
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PS: Mi sono informata, sembra piuttosto complicato riuscire a collegarsi ad internet da Cuba. Io scrivo di certo e se proprio non dovessi riuscire a pubblicare salverò i vari post al rientro.

mercoledì 3 marzo 2010

Il mio è più lungo!

Se ne stanno in bagno a confabulare tra loro e mi giungono le voci alle orecchie:
"Il mio è più lungo!"
"No me lungo!"
"No Luca guarda bene il mio!"
"No, ho detto, me lungoooo!"
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Dovevo prevederlo che con due figli maschi prima o poi questi discorsi sarebbero usciti, ho colleghi adulti che si dilettano confrontando le dimensioni del proprio membro a quarant'anni, figuriamoci due bambini.
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"No il mio è più scuro. Perchè il tuo è verde?"
"No me curo, me bello guarda!
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"Scuro?" Li raggiungo, sono entrambi attenti e concentrati a guardare alternativamente nel water e nel bidet. Non vado oltre.
Ho sempre desiderato avere figli maschi, se arrivasse il terzo non mi dispiacerebbe fosse un Andrea o uno Stefano o un Francesco.
Nulla mi ha fatto cambiare idea: non il vedere la casa devastata da continue guerre civili, il lettone sfatto dalla lotta greco-romana, l'asse del water perennemente bagnato.
Però ditemi che le bambine non confrontano i propri escrementi tra loro con tanta soddisfazione, il mondo "bambine" salirebbe subito in cima alla classifica dei desideri.
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PS: la speranza è l'ultima a morire, sempre. Ma tranquilli per ora non c'è nulla in arrivo!

giovedì 25 febbraio 2010

Mi stringe la mano

Marco esce dalla scuola d'infanzia triste, mi abbraccia, è silenzioso.
"Marco cosa succede? Non stai bene? Fammi sentire se hai la febbre?"
Resta in silenzio, MI STRINGE LA MANO mentre camminiamo verso l'auto. Poi durante il tragitto materna-nido mi racconta la sua giornata.
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Caro Marco,
le bambine sono così, nessuno maschietto può competere con l'amica del cuore, non a cinque anni almeno. Forse oggi non ti ha dedicato molte attenzioni ma succede. Non mi chiedere perchè in continuazione, non ho risposte. Forse Luna è un po' timida, forse non è innamoarata nonostante ti sorrida spesso o forse è innamorata e si vergogna ma hai ragione non sono concetti semplici.
Ok io sono la mamma e dovrei saperle queste cose, sono una "femmina" e dovrei capire le femmine, ma non è così! Non è che le donne capiscono sempre le altre donne meglio degli uomini sai? Tu hai ragione hai quattro anni e vuoi capire , ma nemmeno a trenta capirai tutte le donne che incontrerai. Molte fuggono quando amano, per insicurezza, per paura di farsi male o anche semplicemente perchè quell'amore è arrivato troppo tardi nella loro vita e rompere gli equilibri consolidati è complicato. Ok resetta tutto questo sono andata troppo oltre.
Prova a proporle di giocare un po' con te domani, magari fai scegliere a lei il gioco, ne sarà contenta. Però non posso proprio sopportare di vederti silenzioso, non per questo motivo. Non so come consolarti! Cosa si dice ad un bambino di quattro anni per alleviargli le pene d'amore?
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"Ok Marco andiamo a prendere Luca e poi c'è un rimedio infallibile che con le donne funziona sempre, lo shopping! Andiamo a comperare il costume da bagno per il mare? Va bene?"
"Si mamma! E se troviamo quello delle Winx lo prendiamo per Luna!"

mercoledì 24 febbraio 2010

Luna

A inizio estate il suo cuore batteva solo per Michelle.
A fine estate il seguace del detto lontano dagli occhi lontano dal cuore, ha ripiegato sul compagno di classe Felice.
Ora dopo il letargo invernale è tempo di nuovi amori.
Da giorni Marco parla della sua amica Luna, mi supplica di invitarla a giocare a casa il pomeriggio e questa sera con la spontanietà, l'entusiasmo e il fiume di parole cui sono ormai avvezza mi ha confidato di essere innamorato di lei.
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"Mamma oggi ho detto al mio amico Mattia che sono innamorato di Luna. Lui si è messo a ridere perchè le femmine non gli piacciono perchè dice che fanno solo giochi stupidi. Poi ha detto alla maestra che ero innamorato di Luna."
"Marco sono contentissima per te, è bello condividere i propri sentimenti con gli amici e non preoccuparti per Mattia, voleva solo fare lo spiritoso con la maestra. E' bello essere innamorati. E la maestra cosa ha detto?"
"Lei ha sorriso e anche Luna ha sorriso!"
"Amore ma Luna è innamorata di te?"
"Non lo so, quando glielo ho chiesto ha solo sorriso!"
"Glielo hai chiesto?"
"Sì ieri quando riordinavamo in salone solo noi due."
" Sai a volte le bambine non parlano, ma se ha sorriso un po' le piaci!"
"Sì forse è innamorata e poi mi piace tanto giocare con lei. Io la rincorro e le faccio solletico sulla schiena e lei ride"
"Ah ecco il solletico sulla schiena?!"
"Sì anche sulla pancia."
"Ah ecco il solletico sulla pancia?!"
"Sì e poi corriamo e lei sorride sempre con me!"
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"Mamma ma tu eri innamorata di papà quando eri piccola come me?"
"Innamorata a quattro anni??? Bhe no mi piaceva Francesco, papà non lo conoscevo."
"Ah io invece voglio stare sempre con Luna e poi ci sposeremo."
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"Mamma, ma io voglio bene anche a te, però non posso essere innamorato di te."
No hai ragione io sono solo la mamma. Una mamma follemente innamorata di te e di tuo fratello, che vi adora come nessun altro uomo al mondo, che vi riempirebbe di baci e carezze in ogni momento della giornata, che vi stritola in lunghi e appassionati abbracci. Una mamma che è felice di ascoltare le tue confidenze e di incoraggiarti a non avere paura di dire "Ti amo".
"Mamma non posso essere innamorato di te perchè tu sei troppo grande e poi andrai in cielo prima di me, vero? Invece Luna ha cinque anni e allora staremo sempre insieme."
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Fatemi capire perchè qualsiasi sia l'argomento di cui stiamo parlando, IO devo sempre finire in cielo.

lunedì 22 febbraio 2010

Falsi sospetti

"Mamma che lavora" conosce tutti i colleghi del nuovo ufficio e con tutti ha un buon rapporto. Ha riscoperto il piacere di recarsi al lavoro, si ferma quasi sempre oltre l'orario stabilito per poi correre disperatamente verso il cancello della scuola materna, sicura che un giorno o l'altro troverà il suo Marco seduto sul marciapiede ad aspettare. La sera si diletta ad ultimare documenti e di tanto in tanto augura la buona notte ai colleghi che trova in rete o chatta con loro perchè mal comune mezzo gaudio. "Mamma che lavora" sa che qualsiasi cosa faccia non servirà per una crescita di stipendio o professionale, almeno non ora che è in part time, ma è fatta così: si butta anima e corpo come ha sempre fatto in passato dimentica dell'anno trascorso da mendicante lavorativa. "Mamma che lavora" non ha abbandonato il suo progetto più grande ma visto che le speranze si affievoliscono mese dopo mese, non ha mai parlato con il Capo del suo più grande desiderio.
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Oggi "Mamma che lavora" ha ricevuto la conferma della sua partecipazione al corso d'inglese richiesto oltre un anno fa dal precedente responsabile. Inizio del corso DOMANI.
Mamma si affretta a chiedere conferma ai nuovi responsabili:
"Senti Capo, ci sarebbe questa opportunità riemersa dal passato, mi piacerebbe però l'orario non è comodissimo. Comunque lo sai che non è un problema recuparare la sera, insomma mi vedi collegata da casa spesso. Che dici?"
"Certo cara e poi ti sarà molto utile quando tornerai a lavorare a tempo pieno. Un'occasione da sfruttare!"
"Tornare a tempo pieno? Diciamo che per il futuro avrei sperato in un terzo figlio più che nel tempo pieno. Ma hai ragione tu, è un'ipotesi in cui ormai non credo più nemmeno io."
"Terzo figlio???!!!!????!!!"
Il capo era perplesso e un poco turbato e in minima parte rassicurato dal mio confermargli che i miei desideri sembrano destinati a rimanere tali e quindi poteva stare tranquillo.
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Cinque minuti dopo il Capo passa accanto alla mia scrivania e osserva l'ultimo libro che sto leggendo "I love shopping for the baby"e ha un sussulto.
"Tranquillo Capo, è l'ultimo di cinque libri simpatici e divertenti ma nulla a che vedere con il mio stato. E poi ti pare che dopo due figli ho bisogno di consigli su cosa acquistare?"
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Mezz'ora dopo sono in riunione con il mio diretto responsabile e un altro collega. Passa il Capo. Il collega, ricordando uno scambio di battute mattutine mi invita a sedere: "Prego nel tuo stato è meglio che stai comoda". Il Capo non era più tanto tranquillo.
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Caro Capo, puoi davvero stare tranquillo purtroppo, non mentivo stamane. Continuerò a lavorare come sempre perchè mi piace farlo al di là del dovere e del necessario. Continuerò a lavorare con la passione che conosci e che può far pensare che il lavoro è l'unica cosa imporante nella mia vita. Ma non è così, non lo sarà mai più, ci sono desideri a cui non voglio rinunciare, non ancora.

domenica 21 febbraio 2010

Primi tepori

Il freddo, il vento, la neve, la pioggia ci hanno portato ad accantonare per intere settimane la nostra gita domenicale alla fattoria poco distante dalla casa dei nonni.
Fino ad oggi.
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Lungo il sentiero chiazze di pantano ovunque: gli scarponi affondavano e qualche scivolata è stata inevitabile ma tutto intorno si respirava già un'aria primaverile.

Piante verdi, un primo gelso ancora spoglio, un noce, un altro gelso, il rumore del ruscello, le mucche che guardavano distratte il nostro avvicinarci alla stalla ed eccoci alla piccola fattoria: le capre, libere nel prato, saltavo per superare i ruscelletti; le cinque oche bianche starnazzavano avvicinandosi ad una pozza d'acqua; i cavalli per nulla cambiati dall'ultima volta brucavano l'erba.
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In uno spiazzo assolato abbiamo anche scoperto un gioco di ponti che collegavano in più punti le due rive fiorite del ruscello e le nostre traversate hanno avuto inzio. Una pausa su un sasso lì vicino e il ritorno a casa.

sabato 20 febbraio 2010

Televoto???

Tutti dormono dopo i bagordi del sabato grasso. Accendo il pc per ultimare un documento lasciato in sospeso, in sottofondo le voci del festival di San Remo. Ad un tratto mi distraggo a seguire la televisione: il pubblico in sala protesta e l'orchestra lancia spartiti per aria in totale disaccordo con l'esclusione di una cantante.
Continuo a distrarmi, Antonella annuncia i tre finalisti.
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Non ho seguito il festival, nè le polemiche cui accennava mia madre questa sera, non ho competenze per giudicare le canzoni, ma vedere "Italia amore mio" tra le tre finaliste è proprio una delusione.
Se non fosse che a San Remo il carnevale è alle spalle da giorni avrei pensato ad un ultimo riuscito scherzo!
PS: nulla in contrario a che Emanuele Filiberto canti in TV ma le mie orecchie.........

giovedì 18 febbraio 2010

90 giorni

Le lettere cartacee sono un ricordo di altri tempi. Oggi ci sono le e-mail: rapide e immediate, semplici da archiviare e conservare.
Apri la cartella "Antonio" e trovi il primo appuntamento, le poesie, tracce del viaggio di nozze, la lista della spesa e forse anche l'ultimo litigio; apri "Laura", "Igor", "Carla", "Giovanna" e riscopri le confidenze, i pettegolezzi, gli appuntamenti, le foto; passi a "Lavoro" e una fitta corrispondenza di quando la vpn non funzionava ti invita a passare oltre.... anni di vite condivise alle quali puoi accedere quando vuoi.
Quando poi crei un nuovo account, al vecchio ti colleghi sempre di meno, ma sai che parte del tuo passato è lì gelosamente custodito dietro una semplice login e password, pronto ad riemergere per necessità o nostalgia.
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"Gentile Cliente, ti informiamo che la tua casella di posta e' stata disattivata temporaneamente in quanto non hai effettuato accessi da oltre 90 giorni.
La disattivazione della casella non permette la ricezione di nuovi messaggi e comportala cancellazione di tutti i messaggi in essa contenuti senza possibilita' di recupero."
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"Gentile operatore, sono certa di avere sottoscritto un contratto nel quale era riportata la clausola che è stata applicata nei miei confronti, clausola che probabilmente non ho mail letto ma si sa che l'ignoranza non è una valida giustificazione e non posso avanzare lamentela. Mi rattrista comunque apprendere il tutto con un messaggio tardivo quando nel contratto avevo indicato indirizzo completo, recapito telefonico e se ben ricordo anche un indirizzo mail alternativo. Inutile dire che sono molto dispiaciuta per gli anni di corrispondenza che ho perso e visto che queste parole non usciranno dalla pagina del mio blog mi permetto anche di cambiare registro linguistico questa sera: sono incazzata nera e per favore il tu lo riservi a Sua sorella!"

martedì 16 febbraio 2010

Shut Up

Quest'anno anche la scuola d'infanzia comunale ha aperto le porte alle lingue straniere. L'inglese è fondamentale nella vita: meglio iniziare da piccoli.
Sì insomma non troppo piccoli perchè a quattro anni è presto: i quattrenni devono migliorare la comunicazione nella lingua madre e poi disegnare, colorare, correre, giocare sono attività impegnative e stancanti, meglio non esagerare! A cinque anni tutto è diverso e poi il comune ha stanziato fondi solo per loro, per i quattro anni no. Ovviamente l'esclusione di Marco dall'iniziativa ha spinto Antonio a parlare con la direttrice e nella richesta di chiarimenti ha presentato alla fortunata il suo programma educativo che prevedeva il cinese e il russo da affiancare all'inglese oltre ad altri insegnamenti utopistici. Ma questa è un'altra storia.
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Insomma Marco non segue il corso di inglese ufficiale, gioca però con i bambini di cinque anni e per emulazione impara. Da giorni torna a casa ripetendo: "Hello, run, stand up", c'è anche un "by bike" che sta per arrivederci.
Visto l'entusiasmo dimostrato ho pensato a qualche lezione di sostegno casereccia e abolito l'inizio corso da manuale "Hello Peter, how are you?" sono passata direttamente ai "phrasal verb" e alla espressione che si sentirà ripetere spesso nella sua vita "shut up".
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Ora sapete bene che Luca sta all'arte oratoria come la neve ad ottobre. Sentire l'imperativo, insindacabile e orgoglioso "Shut Up" di Marco rivolto ad ogni tentativo di favellare del fratello non era proprio l'obiettivo del mio corso rapido di inglese.

domenica 14 febbraio 2010

Un attimino, quant'altro, piuttosto che

Sabato pomeriggio alla Feltrinelli del Centro Sarca c'era la presentazione dell'ultimo libro di Gianrico Carofiglio.
Avevo il libro, già letto, ancora in borsa. La presentazione era terminata e di Carofiglio rimanevano solo i manifesti che pubblicizzavano la passata presenza. Ho continuato a rimproverarmi ad alta voce per più di un'ora per non essere arrivata in tempo a quell'appuntamento mai preso. Ero delusa.
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Ho conosciuto Carofiglio la scorsa estate attraverso le prime tre storie dell'avvocato Guerrieri ed è stato amore a prima pagina. Guido (l'avvocato Guerrieri), il suo modo di parlare e di agire, i suoi lunghi flash back ad occhi aperti, la sua capacità di guardarsi dentro, di confrontarsi con la debolezza umana e il "non sa da fare" che in forme diverse attraversa ogni vita. Mi è piaciuto perchè vero, perchè mi sono sentita meno sola davanti a dubbi, incertezze, desideri.
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Ero delusa. Probabilmente avrei chiesto solo un autografo sul libro e lui avrebbe risposto: "Va benissimo, non c'è problema". Io l'avrei guardato stupita: "Non c'è problema? Ma come parli, Gianrico? Sei impazzito? Dopo non c'è problema ti rimangono tre passaggi: un attimino, quant'altro e piuttosto che nell'immonda accezione disgiutiva." Questo quello che avrei voulto dire. "Grazie mille." Questo quello che avrei detto.
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"Le perfezioni provvisorie " Gianrico Carofiglio

venerdì 12 febbraio 2010

Un cappello arancio in testa

Gira per casa scalzo con un cappello da pescatore di cotone arancio in testa, un body intimo sbottonato che penzola fino alle ginocchia e un costume da bagno che fa pan dan con il cappello e in parte richiama il colore del mare.
"Mamma me ponto. Adiamo piscina!"
"Luca hai la febbre dove vuoi andare? Vestiti!"
"Mamma me engo piscina co te!"
Luca ama stare scalzo, indossa spesso il costume da bagno e il solo body, quando può toglie anche quello e corre gridando tra le risate "me nudo, me nudo". Se poi lo costringo a mettersi una maglietta o il pigiama, alza le maniche fin sopra i gomiti e i pantaloni sopra il ginocchio. Ha sempre caldo, giorno e notte.
Il cappello da pescatore di cotone arancio in testa dalle otto del mattino a notte fonda è da imputare alla febbre, almeno spero!

lunedì 8 febbraio 2010

Le parole che non ti dirà mai

Sono circondata da colleghi con figli adolescenti che non fanno che ripetermi "tienili piccoli" che poi arrivano i problemi.
"Vedrai quando ti chiederanno consigli sulla ragazzina, di uscire per la prima volta la sera, quando vorranno andare in vacanza da soli!"
"L'unica cosa di cui puoi essere certa è che prima dei trent'anni non se ne andranno di casa perchè i mammoni Italici non abbandonano vitto e alloggio gratis tanto facilmente."
Io ascolto, so che hanno ragione ma alle scelte che riguardano un futuro remoto non voglio pensare ora che posso ancora abbracciare i miei cuccioli, riempirli di baci e carezze, ora che per loro sono l'unico oggetto di desiderio, l'unico amore, l'unica donna della loro vita. E poi chi li vuole via da casa prima dei trent'anni?! Scherziamo?
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Siamo in auto, io cerco di riferire una notizia ad Antonio e rimprovero Marco per la sua incontinenza verbale. Marco sbuffa, brontola, protesta e poi esplode:
"Io me ne vado di casa! Appena compio cinque anni me ne vado di casa! Capito! Perchè voi non dovete più trattarmi male!"
Ora non erano frasi che non avrei dovuto mai sentire, se non mai almeno non tanto presto?
OH MY GOD!!! Non avrò in casa un seguace estremista delle idee Brunettiane?!

domenica 7 febbraio 2010

I love shopping

Due o tre libri accantonati prima di arrivare a pagina 100. La storia non appassiona, la trama è complessa, i protagonisti complicati o forse semplicemente mancanza di interesse per la lettura. Dopo due mesi di disintossicazione mi sono ritrovata in libreria alla disperata ricerca di una agenda 2010, perchè nonostante il passaggio all'ICT, il fascino di iPhone, i Pod e iPad per me è ancora pari a zero e rimango fedele alla mia vecchia agenda cartacea. E poi mi serviva una scusa per dare un'occhiata a titoli e copertine!
Davanti al rosa, mi sono ricordata dei consigli di un'amica: un libro ben scritto, divertente, adatto al tragitto casa-lavoro in tram. L'ho preso. Peccato che basta una sera per andare da pagina 1 a pagina 295.
Non occorre essere esperte di moda, vestire grandi firme o amare fare acquisti; basta essere state attratte almeno una volta dall'insegna SALDI o aver sfogliato Vogue mentre aspettate il vostro turno dal parrucchiere che vi innamorerete di Becky.
Comunque l'acquisto di "I love shopping" di Sophie Kinsella "non è stato stato un buon investimento", ci sono altri 4 libri che mi aspettano adesso!?

giovedì 4 febbraio 2010

Me la tiro!

Sto cercando di ricordare se la tredicesima lezione di nuoto avesse qualcosa di particolare, qualcosa da poter raccontare, ma non mi viene in mente nulla. Ero stanamente carica e ho nuotato per un'ora senza accusare cedimenti e stanchezza. A dire il vero non avrebbe dovuto essere così visto che questa settimana ho lavorato parecchio ma il lavoro è sempre stata una droga per me e tanto più sono sommersa di attività tanto più ho voglia di fare. Sì insomma non sono poi tanto normale, non c'è bisogno di un bravo psicanalista per capirlo!
Però quando poco fa è rientrato Antonio dalla piscina, mi ha detto che la mia insegnate mi ha fatto i complimenti e ha sottolineato che sono migliorata molto. Non so perchè abbia parlato con lui, ma ha poca importanza.
Ci pensate MIGLIORATA MOLTO in sole "tredici lezioni".
Mi pare propiro il caso di tirarmela un po', almeno sul mio blog!

lunedì 1 febbraio 2010

Un po' di colore

Qualsiasi pediatra esorta ad evitare i cibi ricchi di coloranti soprattutto nei bambini al di sotto dei tre anni. Disturbi come iperattività, scarsa concentrazione e reazioni allergiche possono essere imputati ad eccessivo uso di questi additivi. Capita però che una caramella, uno yogurt o una bevanda a base di frutta venga mangiato anche dai più piccoli senza che i genitori abbiano controllato la presenza dei pericolosi nemici negli alimenti.
Forse non a tutti, ma a me capita, così come le bevande gassate in occasione di feste, di ospiti a cena o anche semplicemente per colpa della befana che non è proprio una salutista e ha scelto dolciumi disgustosi.
Il colore è una calamita: un bicchiere di coca cola o aranciata con tanto di bollicine è decisamente più invitante dell'acqua bevuta a pranzo e cena.
Ecco sì il colore, con il suo fascino perverso, la sua provocatoria seduzione, il suo invito alla trasgressione.
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Luca questa sera era decisamente iperattivo visto che saltava su letto e divano con maggiore eccitazione del solito; la capacità di concentrazione è ancora bassa, difficile dire se minore del solito; anche le reazioni allergiche sono dubbie vista la scorpacciata di cioccolato domenicale.
Non so quanto fosse imputabile al bicchiere di acqua bevuto dopo averci pulito il pennello sporco di tempera blu. Certo è che non doveva succedere nonostante a detta sua fosse "bono mamma!".

venerdì 29 gennaio 2010

Guarda come se la cava!

Mi distraggo al telefono con una amica e a fine telefonata il muro è imbrattato di rosa e verde. Due grosse macchie causate dal didò "spiaccicato" ad arte sul muro.
Un rimprovero che non spaventa nessuno e poi via di straccio e detersivo.
Marco mi osserva divertito: "Ehi Luca, guarda come se la cava!"

giovedì 28 gennaio 2010

Cambio di testimone

Era già successo all'apertura dell'anno scolastico. Una richiesta dell'insegnate posta al momento giusto ma alla persona sbagliata e Antonio si è trasformato nel fac-totum della scuola: prima gli appendiabiti dei bambini, poi i buchi alla parete.
Antonio temeva che questo secondo lavoro non voluto, l'avrebbe accompagnato a lungo durante la carriera scolastica dei figli, con il tempo la paura è scemata per mancanza di domanda. Fino a ieri.
"Sig. Laterza venerdì mattina potrebbe venire a fissare i ganci per i lucchetti agli armadietti della scuola?"
Antonio a dispetto del detto "non c'è due senza tre" e seguace del motto "ccà nisciuno è fesso" ha dapprima spiegato la tecnica del fai da te all'insegnate, poi si è guardato intorno e individuato il padre di un compagno di Marco: "Ecco qui il papà di Filippo che è bravissimo a montare lucchetti e il venerdì mattina non lavora!"
Venerdì mattina il papà di Filippo andrà alla scuola d'infanzia con martello e cacciavite.
Antonio ha lasciato in segreteria il numero di cellulare per il supporto a distanza. Non c'è dubbio il consulente lo sa fare bene!

mercoledì 27 gennaio 2010

Qualcosa galleggia

Martedì scorso la dodicesima lezione del corso di nuoto è stata sospesa per cause in quel momento non meglio definite.
Uscire di casa di corsa mentre i bambini non hanno ancora finito di cenare, immettersi nel traffico di chi lascia l'ufficio a tarda ora e arrivare davanti alla piscina infreddolita perchè un parcheggio vicino non si trova mai, non è una buona premessa alla notizia :"chiuso riprova un'altra volta".
Aggiungere che proprio martedì scorso avevo chiesto ad Antonio se poteva andare in piscina al posto mio dà tutt'altra luce alla stessa notizia.
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Ieri finalmente ha avuto luogo la dodicesima lezione di nuoto: la causa non meglio definita della scorsa settimana era l'incontinenza "solida" di un bambino durante l'immersione.
Ma ieri l'acqua era pulita e Laura di nuovo con noi. Una Laura diversa che sembrava aver lasciato al 2009 gli appellativi militari, insomma ieri niente insegnante stile marines: stile, dorso, rana, solo braccia, solo gambe.
Poi qualcosa si è risvegliato:"Ok ragazzi stile squadretta quattro volte"
Per chi non lo sapesse lo stile squadretta consiste nell'assumere una posizione da seduti in acqua e arrivare a fondo vasca muovendo solo le braccia in avanti. Sembravamo tante tazzine galleggianti in balia delle onde provocate dai compagni. Gli iscritti al corso principianti ci guardavano perplessi, quelli del master ci biasimavano ridendo.
Ma il nuoto non dovrebbe essere uno sport per il coordinamento del corpo, l'armonia dei movimenti? L'unico effetto constatabile è la tempra dello spirito perchè o impari a riderci sopra o non ti fai più vedere in giro.
Concludo con la massima del marito in tema: "meglio essere dei gallengianti di m.... che una m.... che galleggia."
Ma come ho fatto ha trovare un marito filosofo!?

lunedì 25 gennaio 2010

Colleghi del marito

Lasciamo Milano per Monza e da lì ci addentriamo nel cuore della Brianza. Siamo a Canonica Lambro all'"Antico Ristorante Fossati", ci attendono Roberta e Gigi, Marco e Valeria con il piccolo Mattia.
Serafino ha lasciato Milano da poco, non arriverà da solo ma ancora non sappiamo con chi. E' in ritardo, nessuno si stupisce: tempo fa ci doveva raggiungere per la colazione e non si sa come all'ora di pranzo non era ancora con noi.
Ma è quasi l'una, tardi per un pranzo brianzolo... abbracciamo le tradizioni del luogo e via con gli antipasti...
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Ai colleghi del marito è bandito parlare di lavoro, non resta che parlare di Antonio, di quello che fa in ufficio, al bar, per strada e ancora di quello che racconta avvenire dentro le nostre mura domestiche. Scopro che sanno del blog e lo leggono pure.
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Cari colleghi del marito, è stato davvero piacevole trascorrere qualche ora con voi.
Un po' di imbarazzo nel sentire che mi seguite qui ma nulla in confronto con l'apprendere che sapete molto più di quanto io scriva: Antonio che stende i panni il mattino presto, riordina la tavola e lava i piatti la sera, passa il folletto... tutto vero a parte la frequenza di queste azioni. E' come l'una tantum aziendale, fa piacere all'inizio ma un aumento costante in busta paga è decisamente meglio!
Sorvolo sul numero dei "rapporti" settimanali, se non altro qualcuno potrebbe essere invidioso! :-)
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PS: Grazie a Marco per averci fatto conoscere questo posto: la cucina era ottima e il risotto agli asparagi indescrivibile. Il conto... beh non si può avere tutto!

domenica 24 gennaio 2010

Arturo

Arturo ha due grandi occhi verdi, un pelo folto e nero con una piccola stella bianca sul petto, una coda lunga lunga e una vera passione per i "titti" di Luca.
Arturo è arrivato davanti alla porta di nonna in cerca di cibo, è entrato in casa ed era come se la conoscesse da sempre. E' silenzioso e discreto, educato e ben addestrato: miagola indicando la porta se deve fare pipì, si avvicina alla ciotola del cibo quando ha fame, si accomoda sulla sedia della cucina per i sonnellini brevi e predilige il divano per le lunghe ronfate.
Arturo è il nuovo amore di Marco e Luca, il regalo che Babbo Natale aveva dimenticato: lo strapazzano di carezze, lo inseguono cercando di abbracciarlo, lo imbottiscono di cibo e latte ripetendogli "bravo Arturo, mangia tutto!", gli impediscono di riposare inventando in continuazione giochi dinamici che Arturo non sembra apprezzare molto. Allora Luca si mette a quattro zampe davanti a lui e lo guarda ridendo: "Ciao Arturo, perchè non giochi con me" mentre Marco lo vorrebbe almeno tenere in braccio a lungo ma Arturo preferisce le forti ed affettuose braccia di zio.
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Non tutti sono contenti dell'arrivo di Arturo, il quadrupede è il peggior incubo di nonno Franco: cerca di insegnargli che il suo posto è fuori casa a cacciare topi ma le sue grida di disappunto non spaventano più nessuno, nemmeno Arturo che lo guarda con occhi da pesce lesso e con aria di chi non ha intenzione di sporcarsi le zampe per un topo e torna ad occupare il suo posto, quello del nonno, sul divano.
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Arturo ben arrivato e attento che il nonno è un osso duro!