venerdì 30 ottobre 2009

Patriottica insegnante

Ieri sera era fissato l'incontro al nido per la presentazione del programma annuale. Conosco Sonia, la responsabile, da quattro anni. Ho piena fiducia in lei, è una di famiglia ormai. Sapevo che l'incontro non mi avrebbe deluso, che sarei uscita contenta e con ottimi spunti per le attività da proporre ai bambini nei pomeriggi invernali.

"Quest'anno il gruppo "Bruchi e Farfalle" affronta il tema continenti: Italia, Africa e Polo Nord. Aspetti come il paesaggio, il clima, l'abbigliamento, gli strumenti musicali di questi Paesi verranno proposti attraverso il gioco. Poi ancora il laboratorio del colore, la psicomotricità. Si cercherà di stimolare l'autonomia, la socialità e il linguaggio. Un po' di inglese non guasta e obiettivo condiviso da tutti gruppi "vivere come magia" perchè a due anni ogni scoperta è un po' magica. Per i bimbi che si fermano il pomeriggio continuerà il laboratorio di cucina e l'insegnamento dell'Inno."

Cara Sonia, il laboratorio di cucina mi sembra un'ottima idea visto che ci offri la torta il giorno successivo: quella di venerdì scorso era buonissima!
Sull'Inno d'Italia ho qualche perplessità in più, non riesco a immaginare Luca che passa da "me ello Macco (mio fratello Marco)" a "Fratelli d'Italia..."; temo inoltre che dovrai organizzare un corso serale per i genitori, le hai viste le nostre facce!?

giovedì 29 ottobre 2009

Formazione parte seconda

Continua la campagna di formazione aziendale...
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Gentile collega,
è in corso una campagna di sensibilizzazione al corretto uso della dotazione informatica, al fine di prevenire eventuali guasti hardware.
Ti chiediamo cortesemente di collaborare con noi cercando di osservare alcuni semplici suggerimenti.

Quando utilizzi il telefono cellulare :
Non lasciare incustodito il telefonino, specialmente dentro l'auto parcheggiata al sole.
D'estate la temperatura dentro un'auto può superate facilmente i 60°C e provocare deformazione delle parti in plastica o danni alla batteria del telefonino.
Evita di poggiare il telefonino in prossimità del bordo della scrivania, o altro mobile.
Se hai il vibracall inserito una eventuale chiamata potrebbe far spostare il cellulare sino a farlo cadere per terra.
Grazie. Cordiali saluti
Si prega di non rispondere a questa email.
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Ok non posso rispondere alla mail...
Ma, vorrei aggiungere, solo io ho sostituito due volte il cellulare, perchè caduto accidentalmente nelle mani di mio figlio?
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mercoledì 28 ottobre 2009

Irma la dolce

Irma nuota con abilità e determinazione. Se l'insegnante propone cinque vasche andata e ritorno, lei ne fa almeno otto. E' brava, forse la migliore del corso. Sempre, a fine lezione, si lamenta per i pochi esercizi fatti. Rimpiange l'insegnante dell'anno prima. Non è contenta.
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Ieri quarta lezione di nuoto per me, ottava per gli altri. Laura, l'instruttrice addestrata dai marines, propone una vasca in immersione. Cerco di rifiutarmi spiegando che io dell'acqua ho paura. Arranco, nuoto, ma non ci penso proprio a toccare con le mani il fondo della piscina. Laura insiste, ci provo, risultato pessimo.
"Ok non ti preoccupare, dobbiamo risolvere questo problema e ci riusciremo!".
Per venti minuti faccio esercizio a fondo vasca: prima piccole immersioni aggrappata alla scaletta, poi quasi sdraiata sul fondo. Laura, abbandonata la corazza, mi incoraggia a continuare, mi tranquillizza e si complimenta per i risultati a fine lezione. Io non sto benissimo, l'acqua mi spaventa da sempre. Le ripeto che per me non è un problema passare al corso principianti, lo vedo che i compagni di corso sono molto più bravi. Ma lei non ci sente.
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Vado a fare la doccia, incontro Irma: "Senti ma non è il caso che passi ad altro corso? Non vedi che ci ostacoli in acqua. Non è giusto nè per te, nè per noi. E poi Laura per seguire te ha trascurato noi per tutta la lezione."
"Irma, ho già accennato a Laura di spostarmi, per ora resto con voi. Magari cambierà idea martedì prossimo."
"Figurati, ormai è una questione di principio, è una sfida per lei riuscire a farti arrivare ai nostri livelli!"
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Ma non era "Irma la dolce"?!

martedì 27 ottobre 2009

Con Holly e Benji

Uscivo da scuola alle quattro, la mamma mi aspettava a casa dove c'erano anche zia Lu e zio Giò, insieme facevamo merenda e poi guardavamo "Bim, Bum, Bam". Lo ammetto sono cresciuta a Nutella e Bonolis.
I cartoni animati erano sempre gli stessi e si ripetevano di anno in anno: Lady Oscar, Il tulipano nero, Tutti in campo con Lotti, Dolce Katy, Mimi e le ragazze della pallavolo, Sampei e poi loro Holly e Benji.
Con Lotti avevamo costretto nonno Franco, allora solo papà, a costruirci delle mazze da golf in legno. Ci allenavamo ogni giorno fino al sequesto da parte di nonna Grazia, allora solo mamma, che riteneva le mazze troppo pericolose per noi e per i mobili di casa.
Con Mimì ci siamo trasformati in giocatori di pallavolo, il nostro avversario era sempre il muro di casa, quello ad est. Non ci importavano i giusti rimproveri del nonno, preoccupato per le auto dei clienti in circolazione. Era il nostro muro preferito e sfidare il divieto lo rendeva ancora più attraente.
MA il primo vero incubo per la nonna sono stati "Holly e Benji". Zio Giò veniva assorbito da quelle interminabili partite, dalle rovesciate di Holly che restava sospeso in aria fino alla puntata successiva, dal campo di calcio lungo quanto l'intero Giappone.
Zio Giò cercava di imitare i due campioni e per meglio calarsi nella parte costringeva anche "la Maura", parrucchiera della nonna che tagliava i capelli anche a noi fratelli, a seguire il cartone perchè voleva i capelli "alla Holly e Benji". La poverina già avrebbe avuto difficoltà a replicare il taglio di uno dei due ma sintetizzare in un unico taglio il caschetto corto nascosto dal mitico berretto rosso di Benji con il ciuffo chilometrico di Holly era impresa impossibile che lasciava sempre Zio Giò insoddisfatto.
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Ieri sera ero alle prese con l'aereosol, nè Marco nè Luca mi ascoltavano. Ho pensato che il nuovo televisore ha Boing e che potevano provare. C'erano proprio loro! La sigla era diversa da quella che ricordavo ma loro erano gli stessi, nemmeno una piccola ruga dopo quasi 25 anni.
Marco ha seguito la partita, si tuffava sul divano ad ogni azione, tifava per i bianco-blu, non gli piaceva quello con il cappellino rosso. Io elencavo come una invasata i nomi di tutti i personaggi, mai dimenticati: Patty, la bambina innamorata di Holly a capo del gruppetto di fans urlanti a bordo campo; Bruce in panchina; Tom attaccante insieme a Holly.
Luca non era interessato ma si è fatto travolgere dal nostro entusismo.
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Ieri sera nessuno ha fatto l'aereosol durante la partita.
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PS: Se avete più di 1o anni e vi ricordate il cartone, fate un salto qui

lunedì 26 ottobre 2009

Buon lunedì a tutti!

Uscire dalla metro e scoprire che il cielo sopra Milano è azzurro, una tonalità tenue forse un po' pallido ma luminoso; l'aria è fresca, accarezza, non punge le guance; la strada stranamente silenziosa. Pensare che oggi sarà una bella giornata.
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Non importa se hai alle spalle una notte bianca per colpa di una zanzara che ha massacrato i piedi di Marco e Luca costringendoti a quattro ore di grattini, non importa se in quelle quattro ore hai alternato due pause pipì del grande e altrettante pause pipì del piccolo, un lavaggio nasale, lo sciroppo per la tosse e due bicchieri di acqua e zucchero di cui uno troppo fredddo, non importa se hai cambito letto n. volte trascinandoti sempre dietro le due cozze.
Non importa se sei uscita di casa ancora addormentata, se ti sei fermata a chiacchierare con la tua amica M3 e hai saltato la fermata della metro per poi accorgerti che avresti fatto prima a ripercorrere la strada a piedi piuttosto che aspettare la linea di ritorno.
Non importa se sei vestita "bene" perchè non vuoi più sentire tuo figlio, quattro anni, dire: "Mamma questo maglione è meglio se lo metti in casa non fuori, mi sembri Ciarlina" e anche se tu non conosci Ciarlina, sai che ora lei indossa un comodissimo maglione mentre tu sei ingessata nel tuo gessato grigio.
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Sì oggi sarà una bella giornata! Buon lunedì a tutti!

giovedì 22 ottobre 2009

Quattro anni

Mi saluti senza pianti quando esco di casa, mi abbracci con entusiasmo quando ti vengo a prendere all'asilo, sei felice quando zii o nonni ti propongono qualche uscita da solo. Poi torni, mi cerchi, chiedi coccole e, pronti via, il tuo fiume di parole. Facile dire a chi assomigli: quando inzi a parlare è impossibile fermarti, devi raccontare tutto nei minimi particolari ma parli bene, lo hai sempre fatto.
Mi riempi di attenzioni e complimenti, mi ripeti che sono bellissima. A volte ti fermi davanti ad un fiore, lo apprezzi con i tuoi soliti superlativi, lo raccogli e me lo regali perchè sai che a me i fiori piacciono e anche a te.
Ti stupisci difronte ad un paesaggio, ti emozioni davanti ai fuochi di artificio e non ti stanchi di ripetere ad ogni botto: "bellissimi!"
Sei curioso, intelligente e sensibile ma anche testardo e sospettoso. Fifone da sempre e polemico come pochi.
E poi c'è lui, il tuo rivale in amore, lui che è arrivato a rovinare il tuo secondo compleanno, lui che ti ha rubato troppo presto l'esclusiva.
Lo strattoni, lo fai cadere, lo coinvolgi in marachelle spingendolo a fare quello che è vietato per verificare se lo sgrido quanto te. Lo cerchi, gli proponi giochi in cui sempre tu detti regole e procedure. Se ci sono altri bimbi lo proteggi e lo presenti come: "Lui è mio fratello, è furbo sai!".
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Sei cresciuto da quel giorno di quattro anni fa.
Sono lontane le poppate interminabili, i pranzi e le cene a base di latte e miele, il ricovero in ospedale e le iniezioni che tanto detesti, le scatole di glicerina dal tappo blu senza le quali in bagno non c'era speranza, i capricci interminabili, la gelosia eccessiva verso tuo fratello....abbiamo superato tanti momenti insieme. Abbiamo ancora tanto da darci.
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Questa mattina sei stato il primo a svegliarti, sussurrando ti sei avvicinato al letto: "Mi dovete tirare le orecchie, oggi ho quattro anni!"
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AUGURI AMORE MIO!

mercoledì 21 ottobre 2009

Stile "Orso"

Ieri sera, la mia terza lezione di nuoto.
Riscaldamento rigorosamente libero e poi via con gli esercizi.
"Ok ragazzi, per iniziare quattro vasche stile libero solo braccia, quattro solo gambe e quattro complete. Poi quattro vasche dorso solo braccia, quattro solo gambe e quattro complete. Idem per la rana."
Nuoto, a volte arranco perchè nuotare con il pull buoy tra le gambe non è facilissimo, almeno per me. Ho qualche problema di convergenza, tendo ad invadere la corsia opposta ma continuo. A fine serata ho le braccia distrutte.
"Mamma, mamma, come è andata in piscina? Cosa hai fatto oggi? Hai fatto il delfino?"
"Oggi Stile, Dorso e Rana"
"Mi fai vedere come si mettono le braccia?"
Nuoto tra i tanti giocattoli sparsi mostrando i tre stili. Luca corre a zig zag con uno stile tutto suo mentre Marco cerca di imitarmi e chiede conferma della sua bravura.
"Marco il dorso si fa con la pancia in alto e le braccia le devi muovere all'indietro!"
"Ma sei sicura che gli Orsi nuotano con la pancia in alto?"
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Come dargli torto? Da oggi accanto al Delfino, alla Rana e alla Farfalla abbiamo anche lo stile Orso e temo che l'istruttrice, guardandomi, gli darà ragione!

martedì 20 ottobre 2009

Due anni

Scorrazzi per casa scalzo ripetendo: "me no bello, me poccello". Ti esibisci in salti sul lettone, scivolate sul pavimento, arrampicate sul mobile, pedalate in bicicletta. Hai il tuo mentore personale, tuo fratello: pendi dalle sue labbra e segui le assurde regole che ti detta in ogni momento. Lo imiti ma lo superi per abilità e astuzia, per determinazione e costanza.
Accogli tutti con un sorriso aperto, solare, coinvolgente e contagioso. Ridi alla vita, sempre. Non c'è rimprovero che prendi seriamente o viso minaccioso di cui non ti fai beffa. Non c'è limite che accetti e che rispetti senza opporti con un beffardo broncio e un urlato "butta mamma". Non c'è castigo che riesco ad importi a lungo perchè i tuoi sguardi mi fanno dimenticare il motivo del rimprovero.
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Due anni fa, ancora dovevo rendermi conto di cosa fosse successo, dovevo superare lo spavento, la paura, il vuoto della mia pancia e la solitudine di quella notte. Poi sei arrivato per la prima poppata, ti sei attaccato al seno senza problemi, sembrava lo avessi sempre fatto. E' il tuo modo di affrontare la vita: conquisti senza eccessi e clamore, senza richiedere applausi o lodi, come quella prima poppata, naturale, scontata.
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"Me due" ripetevi ridendo questa mattina mentre scartavi il tuo regalo; "me due" mentre coinvolgevi nel gioco tuo fratello un po' imbronciato perchè proprio non riesce ad accettare che lui, più grande, compie gli anni dopo di te; "me due" con una serenità e una gioia che spero ti accompagni per tutta la vita.
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AUGURI AMORE MIO!

lunedì 19 ottobre 2009

Testa altrove

Dobbiamo acquistare un nuovo televisore, siamo orientati su un 37 pollici, la dimensione giusta per noi, famiglia che guarda la televisione in media tre ore a settimana e in modo discontinuo. Siamo certi che con una migliore definizione delle immagini riprenderemo a vedere anche qualche film.
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"37 pollici? Quanto dista lo schermo dal divano?" chiede il commesso del negozio.
Io non sento la domanda ma ascolto la risposta del marito che mi interpella con lo sguardo per una conferma: "Ma no tre metri, il divano è un due, forse tre posti. Potremmo prenderne uno più grande tra un po'."
Convinta della correttezza della mia risposta non mi curo degli sguardi perplessi di consorte e commesso. Constatiamo che la distanza tra lo schermo scelto e il divano non è sufficiente e iniziamo a parlottare dell'imminente trasloco. Il commesso cerca di capire gli spazi del nuovo appartamento e i tempi di questo cambio casa.
"Guardi è un appartamento molto spazioso, siamo in trattativa, direi che entro gennaio al massimo..."
Mi interrompe il marito convinto che di lì a poco avrei anche firmato il compromesso davanti al commesso indagatore.
Affare fatto.
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Ci ritroviamo a casa un bellissimo televisore 37 pollici, lo guardiamo dal nostro divano a due posti da una distanza massima di due metri e mezzo ma sappiamo che di qui a breve lo porteremo in un appartamento più grande, quello stesso appartamento in cui venerdì non siamo nemmeno arrivati alla proposta di acquisto per incompatibilità di aspettative sul prezzo.

giovedì 15 ottobre 2009

Nessun problema

"Buongiorno ho bucato e ho sostituito la ruota con quella di scorta, può dare un'occhiata..."
Il gommista toglie la ruota bucata dal bagagliaio, la guarda e verifica lo stato delle altre ruote.
"Signora c'è un grosso squarcio, è da cambiare. Quanti chilometri ha fatto con quest'auto? Ha mai sostituito le ruote davanti con quelle dietro? Ha mai controllato la pressione? Queste ruote sono rovinate perchè fuori asse, c'è da fare la convergenza?"
"Ok senta inutile che faccio la splendida. Ho bucato fuori dalla banca, sa dove ci sono le sporgenze in ferro conficcate nell'asfalto? Ho urtato il ferro con la gomma, ho sentito "psssssssss" e questo è il risultato. Non ho mai cambiato una gomma in vita mia e nemmeno sapevo dove fosse la ruota di scorta. Ora sono qui perchè so che di lei mi posso fidare. Per tutto il resto: chilometri percorsi, convergenza, fuori asse... ho bisogno di un corso di aggiornamento rapido."
" Devo sostituire tre ruote... se mi lascia qui l'auto, in un'ora è pronta. Però vedo che ha i bambini con sè?"
"Nessun problema, andiamo a casa a piedi, abitiamo vicino."

NESSUN PROBLEMA???

La scuola d'infanzia ha chiuso in anticipo. Sono uscita di corsa dall'ufficio ma si è rotta la metro e sono rimasta ferma per 35 minuti. Mio figlio aspettava con la buonanima del consorte e una bambina di nome Alice nella biblioteca comunale vicino alla scuola.
Ho recuperato Marco, abbiamo preso il tram.
Dal tram al box, dal box in banca per prelevare cento euro per i buoni pasto del nido. Ho bucato, chiamato nuovamente la buon anima del consorte, avvisato il nido del ritardo.
Poi la sosta dal gommista, la doppia pausa pipì nel bagno dell'officina, la camminata verso casa con una cozza in braccio e il fratello per mano che si lamentava "ecco uffa, sempre lui". Sono tornata all'officina, ho recuperato l'auto e sono corsa a vedere un appartamento di 160 metri quadri. La buon anima del consorte non è uscito per la terza volta dall'ufficio e si è fidato del giudizio mio e di chi ha finalmente trovato una casa in cui è possibile andare anche in bicicletta ma che non aveva il cane compreso nel prezzo e quindi non andava bene. Erano passate le sette, non avevo cucinato nulla. Ci siamo fermati al supermercato per otto sovracosce di pollo già cotte e quasi consumate prima di arrivare alla cassa.
Ho giocato ai travestimenti con i bambini e poi li ho messi a letto con un'ora di ritardo perchè il noioso pomeriggio non li aveva stancati.
Non sono più tanto sicura che non ci fosse nessun problema!


mercoledì 14 ottobre 2009

Stile spermatozoo ubriaco

Ieri seconda lezione di nuoto per me, quarta per gli altri: corso intermedio confermato.
Arrivo in piscina con leggero ritardo e Antonio, storico istruttore che mi conosce dal corso acquaticità, ora promosso supervisore corsi, intona a tutta voce:"Renata, Renata, Renata..." sulla falsariga delle celebre canzone di Mina.
Sorrido al tormentone che mi accompagna da una vita, non mi curo degli sguardi dei compagni di corso già alla sesta vasca e mi butto in acqua.
Antonio, lo storico istruttore..., parla con l'istruttrice e ridendo: "Da quando la conosco non è mai arrivata puntuale!"
"Sai una volta ero una donna impegnata, una volta per arrivare in piscina alle ventuno dovevo fare i salti mortali in ufficio, incastrare le trasferte... E poi caro Antonio una volta c'era la ginnastica prenuoto e tu ci stroncavi con gli addominali e le flessioni, NESSUNO arrivava puntuale!"
Ovviamente non gli ho risposto così, meglio dare la colpa al marito ritardatario per il babysitteraggio serale.
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Ok, entro e nuoto: tavoletta davanti e gambe a stile, gambe a delfino, gambe, gambe, gambe. Da lontano sento la voce dell'insegnate: "Su Renata, alza quel sedere, su Renata cosa sono quei piedi a martello, su Renata ho chiesto un delfino!"
"Su Renata, non sai simulare un delfino? Il più leggiadro, il più aggraziato, il principe del mare? Mi fanno male le gambe, ho pure bevuto nel tentativo di diventare un mammifero di altra classe e la mia compagna di corso mi ha detto che sembro uno spermatozoo ubriaco".
Ovviamente non le ho detto così, meglio ringraziare e cercare di rimediare.
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Tra una vasca e l'altra mi fermo ad aspettare il mio turno.
"Il martedì si batte la fiacca, si chiacchiera troppo, forza ragazzi!"
"Non darà la colpa a me per questo: è la seconda volta che vengo, non ho ancora imparato i nomi di tutti i compagni di corso!"
Ovviamente non le ho detto così, non le ho detto nulla, aveva ragione.
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Ieri sera ero proprio stanchissima quando sono entrata in acqua, ho evitato alcune vasche, ho ceduto il posto ai compagni e ho chicchierato come sempre.
Ieri sera però sono uscita dall'acqua felice, felice per la mia ora d'aria, felice per quello spazio tutto mio, felice anche di sapere che devo impegnarmi di più: non vorrei essere coniata a vita come quella dallo stile spermatozoo ubriaco!

martedì 13 ottobre 2009

Caro Silvio

Caro Silvio,
uomo dall’animo magnanimo e generoso, tu che aiuti le donzelle in difficoltà e ti accolli il peso di sistemare anche i loro mariti, tu che conosci l’animo femminile e sai cosa dire ad una donna per renderla felice, tu maestro di galanteria e seduzione, tu che non hai perso l’animo del fanciullino e ti diletti ancora a inseguire farfalle, tu che per tutte sei il “Papi” dei desideri.
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Tutte noi, tue discepole, ci siamo riunite qui oggi, lo facciamo con discrezione, senza clamore proprio come piace a te. Lo facciamo nella speranza che tu accolga il nostro invito a prenderti maggiormente cura di te stesso, a trascorrere il più serenamente possibile gli ultimi anni della tua vita lontano da un mondo che non ti ha capito.
Il silenzio, questo ti auguriamo con tutto l'amore possibile.
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PS: fate un salto sul sito di Repubblica e mettetela una firmetta che tanto non ce lo togliamo dai c.... ma male non fa!

lunedì 12 ottobre 2009

Quando le parole ingannano

Finalmente anche a casa nostra ogni componente del nucleo famigliare esprime i propri desideri, le proprie sensazioni, necessità in modo comprensibile agli altri.
Luca ha ancora problemi di sintassi ma il suo vocabolario si è notevolmente arricchito, la mimica e il timbro della voce lo aiutano nel rendere più o meno urgente una richiesa rispetto ad un'altra. Dobbiamo ancora lavorare sul significato di urgenza....
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Se dice: "Mamma pipì" è chiaro che deve andare in bagno; se lo dice stringendo il pisellino, il bisogno è impellente; se aggiunge un crescendo di "pipì, pipì, pipì..." scatta l'aiuto di mamma, la corsa in bagno, la verifica che nel water non ci sia la carta igienica lasciata dal fratello perchè "Carta Marco, me no!" -non voglio la carta di Marco- e poi finalmente: "Mamma me giù, me acqua!" -Mamma ho finito, aiutami a scendere dal WC e l'acqua la tiro io-.
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Ieri: Battesimo di Martina.
"Mamma, Matina? Mamma Matina? O è Matina?"-Mamma Martina, Mamma dov'è Martina?-
Martina era davanti a noi, il prete stava celebrando il suo battesimo, Luca voleva starle accanto e insisteva. Il solito copione insomma. Onde evitare un richiamo verbale ci siamo allontanati. Lontano da Martina, Luca ha inziato a giocare con il fratello alla scoperta di quel luogo sconosciuto: scavalcare le panche della chiesa, andare a cavallo sugli inginocchiatoi, accendere candele, poi nel silenzio della navata: "Mamma cacca!"
Si è fermato, si è concentrato in silenzio. Una sola volta non è significativo, prima di diventare urgente doveva ripeterlo almeno tre volte, doveva quasi urlare!?
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La prossima volta che penso: "Ormai sono grandi posso permettermi di uscire con un abitino elegante, posso permettermi paiette e luccichini, posso osare", mi ricorderò che di spalare non si finisce mai!
La prossima volta che zia Lu mi dirà: " Ti presto il mio nuovo acquisto, l'ho messo una sola volta, è bellissimo!", mi ricorderò che zia Lu non ha bambini, ancora e Marco e Luca non vogliono restare senza cuginetti.

venerdì 9 ottobre 2009

Senza babysitter... per ora

"Mamma chi è la mia babysitter?"
"La babysitter? Chi ti ha parlato di babysitter?"
"Riccardo ha la babysitter e io? E' la Gabry?"
"No Marco, Gabry è una nostra amica, a volte più di una sorella per mamma ma fa un altro lavoro."
"Allora la Donatella?"
"No anche Doni è una amica e una collega di mamma."
"Marco probabilmente la mamma e il papà di Riccardo lavorano tutto il giorno."
"Ma anche tu lavori e allora perchè io non ho la babysitter?"
"Se propio vuoi scegliamo insieme una babysitter. Lei ti verrà a prendere all'asilo, ti porterà al parco, giocherà con te..."
"E tu?"
"Se c'è lei con te, io posso fare altro."
"Non la voglio più la babysitter!"
"Delusione materna e riorganizzazione famigliare evitata, per oggi!"
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Anni fa ci abbiamo provato. Io dovevo riprendere a lavorare, sapevo che le otto ore erano un'utopia e così avevo scelto una persona amica che andasse a prendere Marco al nido e lo tenesse con sè fino a sera. Pochi giorni prima di rientrare in ufficio, la tata mi comunica che non è più disponibile. Panico. Devo lavorare! Marco viene dirottato momentaneamente sul nido a tempo pieno: 8:00- 18:30; a volte 19:00. Non trovo una sostituta, temporeggio, mi convinco che il solo nido è meglio della tata. Porto a casa il lavoro. Gioco con Marco, chiacchiero un po' con il marito ma sono tesa: alcune sere non vedo l'ora che Marco si addormenti per riaccendere il pc. Ogni giovedì sera a Marco sale la febbre, a gennaio si ammala e mentre lo accudisco in ospedale tengo con me il cellulare aziendale e chiedo ad Antonio di scaricarmi la posta e aggiornarmi. Lui fa quello che può, ma lavorando come libero professionista ha orari peggiori dei miei.
Non sono contenta, non era quello che volevo per me, mio figlio, la mia famiglia. Scopro di essere in attesa e la seconda gravidanza mi costringe alla maternità anticipata. Il resto è cosa nota.
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Non ero una madre cattiva, ero una madre che avrebbe fatto qualsiasi cosa per quel figlio tanto desiderato ma che voleva che tutto fosse come prima, che quel lavoro al quale per anni aveva dedicato tutta se stessa fosse ancora possibile, una madre che avrebbe voluto dei nonni a cui lasciare il figlio ma che non avrebbe rinunciato al nido perchè è meglio, una mamma che reputava Marco troppo piccolo per affidarlo ad una perfetta sconosciuta. Una madre che conviveva con un senso di colpa costante.
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Oggi ci siamo io e il papà ad accudire a Marco e Luca, oggi cerchiamo di bastare noi, domani vedremo.
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Parlo per me: nonostante gli alti e bassi professionali di questo anno, sono felicissima che il part time sia stato rinnovato: sei ore all inclusive e poi via!
Ogni donna cerca di organizzarsi come meglio può. Le priorità possono essere diverse, le possibilità anche. Si fanno scelte o si accettano le scelte degli altri, per principio o necessità.

giovedì 8 ottobre 2009

Formazione

E poi dicono che nelle aziende italiane non si investe sulla formazione del personale!


L'adesivo lo trovate in tutti i bagni della azienda, proprio davanti ai lavabo.
Per un attimo ho pensato di avere sbagliato strada e di essere finita all'asilo.

PS: Lo so che la prevenzione contro l'influenza è una cosa seria ma a volte si arriva all'eccesso!

mercoledì 7 ottobre 2009

Delfino 2

Correva l'anno 2003. Io e il consorte eravamo in vacanza al mare. Lui nuotava, io mi scioglievo sotto il sole in compagnia dei gabbiani.
"Basta mi iscrivo in piscina!"
Detto, fatto. A settembre iniziai il corso: "Principianti" sulla carta, "Acquaticità" nella sostanza.
Due ore di nuoto a settimana, sempre presente: a volte per lavoro mi alzavo il mattino presto, volavo a Roma e al ritorno atterravo in vasca. Alcuni sabati anche nuoto libero per rilassarmi, esercitarmi e recuperare 29 anni di astinenza.
L'anno successivo da "Principiante" a "Delfino", corsi intermedi non esistevano. Un delfino che non sapeva fare il "Delfino" e che non sempre reggeva il ritmo dei compagni di corso ma felice per i presunti progressi.
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Corre l'anno 2009. Si ricomincia! Arrivo in piscina eccitata per la mia uscita da donna emancipata (quattro anni prima in piscina ci andavo con il consorte, oggi ci dobbiamo alternare): costume, doccia, pronta a bordo vasca.
I corsi sono tre: pare abbiano finalmente capito la necessità di un corso intermedio tra "arranco in acqua" e "attenti allo squalo".
Chiamano i gruppi, io sono un "Delfino 2".
Faccio presente che forse è troppo, ma nessuno mi prende seriamente: "Ci conosciamo da sei anni, figurati!"
"Certo ma negli ultimi quattro ho starnazzato nella piscina bambini".
Niente.
Entro in acqua, ci provo, a volte resto indietro ma nuoto. La nuova insegnante è fissata con la Rana, lo stile che mi riesce meglio.

Resoconto della insegnate a fine lezione.
"Ok ragazzi siete dei rospi, quest'anno ci concentreremo su questo stile, voglio vedere delle "Rane" perfette tra qualche mese!"
"Si ma, rana a parte, io mi sento un tantino imbranata rispetto agli altri."
"Su su, non facciamo storie, non vorrai tornare al corso principianti?!"
"No, ma magari all'intermedio."
"Questo è l'intermedio."
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Martedì sarà tutto più facile: ora che so che "Delfino 2" è solo il corso intermedio mi sento già un leone, anzi un pesce.
Ma che razza di nome è "Delfino 2" per un corso intermedio?

martedì 6 ottobre 2009

Cedimento strutturale

Vi capita mai di incontrare ragazzi che distribuiscono volantini alla uscita della metropolitana? In genere i volantini propongono corsi di ballo, mutui a tasso agevolato e vengono propinati a chiunque: "Hai 13 anni? E' ora di pensare al tuo futuro. Se contrai il mutuo ora, tasso agevolato fino alla pensione!"
Io in genere prendo il volantino, lo leggo e poi lo butto, quasi mai sono interessata alle offerte pubblicizzate, ma per curiosità e perchè qualcuno li deve pur prendere i volantini, fingo interesse.
Oggi non proponevano mutui, oggi distribuivano l'invito per l'inaugurazione di qualche locale, almeno così credo.
Il ragazzo guardava chi usciva dalla metro e poi decideva se allungare il volantino o meno. Visto che alle tre ragazze che camminavano davanti a me ha proposto il volantino e a me no, non ci vuole molto a tirare le somme.
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Tutte e quattro avevamo un libro in mano: il ragazzo potrebbe aver capito dal testo che le prime tre erano studentesse e io no: non penso che facciano studiare "Papi" all'università.
Tutte e quattro avevamo un abbigliamento giovanile ma forse il modello di jeans?! Ultimamente fatico a capire cosa è di moda e cosa non lo è: mi pare che ormai tutti si vestano come capita e più si è stravaganti più "ci stai dentro", ecco forse da questa mia scarsa eccentricità avrà capito che non era una ragazzina.
Ci ha visto in faccia tutte e quattro.

venerdì 2 ottobre 2009

Camomilla, please

Rientro dalla pausa caffè e incontro una collega, madre di un bambino di 7 anni. E' facile incontrare colleghe al lavoro, è facile incontrare mamme, mamme di figli maschi. Chissa poi perchè nessuna è stata capace di fare una figlia femmina qui dentro (negli ultimi anni).
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La collega/madre ride mentre rilegge la lista che la scuola ha fornito in occasione della prima gita dei bambini: "un'intera settimana a contatto con la Natura e lontano da casa".
Sette anni, tre più di Marco, ok calma c'è tempo... respira respira respira. E che cavolo hai fatto un corso di training autogeno per riuscire a partorire, ti eserciti tutti i giorni e ancora non sai controllarti?
"Sarà una bella esperienza per il bambino e voi vi potete godere qualche giorno di vacanza!" dico io.
Giuda, Giuda, Giuda... tu al suo posto avresti fatto un corso accellerato di danza della pioggia nel tentativo di sabotare la gita.
Lei sembra davvero felice per questa esperienza del figlio e continua a sorridere. Mi propone il foglio con l'elenco delle cose da portare. Spazzolino da denti, ok. Pigiama di ricambio nel caso qualche bambino avesse ancora problemini con la pipì notturna, ok. Scarpe, scarponcini, ciabatte, ok. Vestito elegante per serata in discoteca, ok.
Vestito elegante per serata in discoteca!
Ma non doveva essere la settimana Natura? Hanno confuso le luci da discoteca con la caccia alle lucciole che pullulano nei prati in autunno? E' il programma di un gruppo sperimentale: sette anni discoteca, dieci anni primo figlio?
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Torno alla macchinetta del caffè e guardo se c'è una camomilla.

giovedì 1 ottobre 2009

Come ti rovino una carriera... amore mio!

Ieri ho letto un post che parla di gelosia. Il post era serio ma con la mente ho iniziato a vagare e sono tornata indietro nel tempo: ho rivisto le crisi e i fantasmi e poi sono risalita e mi sono fermata su un episodio passato piuttosto simpatico. Ora ve lo racconto.
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Anni fa, abbandonato lo judo e la piscina, Antonio si era iscritto ad un corso di recitazione, poi un altro e un altro ancora.
Tra l'altro e l'altro ancora, noi ci siamo conosciuti, ci siamo piaciuti e siamo andati a vivere insieme.
Non essendo io una tipa gelosa, non troppo almeno, vivevo le sue assenze serali come momenti di sana separazione e distacco. Poi, in prossimità della "prima" al teatro Verdi di Milano, le assenze serali sono aumentate e si sono aggiunte quelle dei week end. Non era piacevole, l'hobby stava diventando un po' ingombrante nella nostra vita di coppia ma lo spettacolo si avvicinava. Così abbiamo continuato per altri due mesi, fino al giorno della prova generale. Per quella occasione l'insegnate e regista aveva concesso agli "attori" di portare qualche amico, la compagna o il compagno...
La prova avrebbe avuto luogo in un vecchio magazzino dalle parti del quartiere Isola, oggi ristrutturato ma all'epoca fatiscente. Un grande salone, chiamiamolo open space, che fungeva da palco e spogliatoio. Uno spazio che ben conoscevano tutti visto che da un anno era la sede unica del corso di recitazione.
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Gli spettatori si siedono in cerchio e gli attori si preparano.
"Antonio mi aiuti?" dice una tipa in calzamaglia con una quarta di reggiseno che per qualche motivo non riusciva ad indossare la maglietta.
"Antonio scusa mi passi il costume?" si presenta un'altra tipa che difronte a lui si cala le braghe per indossarne altre più adatte allo spettacolo.
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Io sapevo che al corso erano più donne che uomini, anche se mi mancava il rapporto uno a molte.
Io sapevo che le ragazze del corso erano carine, ma il concetto di carine vestite e carine seminude non coincide: un conto è apprezzare gli occhi, altro avere "tette e culo" davanti agli occhi.
Io sapevo di non essere gelosa, non troppo almeno(?!), ma sapevo anche che l'allora mio compagno aveva un altro rapporto con la gelosia.
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E' bastato il sospetto della "par condicio"... e si è conclusa dopo una prima teatrale, di cui conserviamo la registrazione su nastro, la carriera artistica di mio marito.