giovedì 17 giugno 2010

Solo il suo sorriso

Lo guardo e sorride.
Lo rimprovero, mi guarda e sorride.
Lo scullaccio, mi rimprovera, mi guarda e sorride.
Lo abbraccio, mi abbraccia, stringe forte la sua "mamma Renata" e sorride.
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Corre sulla sua bicicletta rossa, parlottando tra sè ad alta voce. Si avvicina e si allontana, lo vedo, lo sento, avanti e indietro lungo il cortile dei nonni. Il suo saliscendi si interrompe, lo chiamo. Non risponde. Perchè dovrebbe? Perchè interrompere i suoi istinti, le sue azioni, i suoi pensieri?
Si è fermato sotto un ciliegio dal fusto alto quanto lui: la bicicletta a terra, lui accanto. Allunga la mano sporca, afferra una ciliegia, la assaggia, è aspra, la sputa a terra. Si siede, parlotta tra sè "Valentino, Lorenzo, Stoner...", fa girare il pedale della bici sospeso per aria con ritmo costante. Non sente, non guarda.
"Perchè non rispondi Luca?"
Nessun suono arriva alle mie orecchie, solo il suo sorriso.
Quel sorriso che è conquista, serenità, coccola, carezza, abbraccio, entusiasmo, complicità, gioia, beffa, scherzo, derisione...
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Luca, non smettere mai di sorridere alla vita!

mercoledì 9 giugno 2010

Seta

Vicino alla casa dei nonni c'è un grosso gelso. Non so quanti anni abbia quella pianta, certo è che c'era anche quando ero bambina.
La nonna, allora solo mamma, aveva ricevuto l'incarico dalla insegnate di zia Lu di raccogliere quante più foglie di gelso poteva, foglie che servivano per i bachi da seta allevati in classe. Eravamo nel cuore della Brianza, studiavamo le nostre radici, la cultura contadina che era la vita quotidiana dei nostri nonni... era quasi scontato parlare del baco da seta e della seta stessa.
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Crescendo ho imparato ad apprezzare la leggerezza di quel tessuto, la freschezza e l'eleganza che regala a chi lo indossa. Un tessuto molto femminile, accattivante e sensuale all'occorrenza... un tessuto che veste perfettamente il corpo.
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La stessa impressione che ho avuto leggendo "Seta" di Baricco, lo puoi indossare quel libro e sentirlo sul tuo corpo come un bellissimo abito confezionato su misura per te.
Un personaggio, una scena, un luogo, un desiderio, un respiro... un aspetto della tua vita.

sabato 5 giugno 2010

Novecento

Leggo e sottolineo versi, frasi, brani. Rileggo quello che la matita mette ora in evidenza. Mi accompagna la musica di quel pianoforte che le orecchie non hanno ascoltato e vedo il protagonista: una vita unica, apparentemente semplice ma tanto complessa da non riuscire a rielaborarla, difficile da condividere.
E allora riparto da capo e riprendo le frasi sottolineate ancora una volta, la musica mi entra dentro e piano piano anche il protagonista: il suo assaporare la vita degli altri senza riuscire a vivere fino in fondo la sua.
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"Sapeva ascoltare. E sapeva leggere... sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia..."
"I desideri stavano strappandomi l'anima. Potevo viverli, ma non ci sono riuscito. Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me."
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Chiudo il libro. Quante persone vivono davvero la loro vita? Quante volte compromessi, rimpianti, scelte non fatte, desideri soffocati sono parte della nostra vita?
Tante.
Al di là delle rinunce alle quali più o meno condizionatamente ci adeguiamo, non smetto di pensare che la vita debba sempre essere vissuta con il sorriso. "Novecento" sceglie di rinunciare ai propri desideri e ad amare, decide di non vivere, ma nel descriverci le sue rinunce Baricco ci avvicina ancora di più alla vita.
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