Il giorno del matrimonio è nell’immaginario collettivo un giorno speciale, unico, da ricordare per sempre. Vi ho già raccontato qualcosa
qui, ma oggi voglio riprendere il tema.
. La classica lista nozze è un po’ in disuso.Molti si sposano dopo un periodo di convivenza, in casa c’è già tutto e così si spazia su altro. Alcuni, pochi, si affidano alla lista nozze in
libreria ma se l’avessi fatto io avrebbero pensato ad una burla: lista nozze Rusconi–Laterza!
Altri scelgono il finanziamento per il viaggio di nozze affidandosi ad una agenzia per la raccolta fondi: per una settimana in Mar Rosso non era il caso.
Altri ancora preparano un vero
sito web in cui informare del lieto evento con tanto di lista nozze, foto, forum di discussione: l’ho scoperto solo ora.
E poi c'è la vecchia busta: banale quanto utile; ma anche qui dipende da chi invitate: in brianza ci si abbraccia tra braccini!
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L'abito: bianco, panna, rosa pallido. Soprattutto non tradire i propri sogni di bambina!
Ho sempre amato quell’abito che ti dovrebbe far sentire regina per un giorno: color panna, semplice e prezioso insieme. Ho anche un discreto numero di partecipazioni a matrimoni alle spalle perché da piccola mi infilavo abusivamente in chiesa e stavo in disparte a guardare la sposa: sempre bellissima, sempre unica.
Mi sono sposata in rosso, spero di rimediare la prossima volta.
.La cerimonia: idee chiare fin da subito. Possibilmente le stesse idee del consorte.
Io avrei voluto il
classico rito in chiesa, lui un "Sì" in comune.
Ci siamo sposati nella biblioteca del mio paese, giurando amore eterno davanti ad un assessore leghista che al solo sentire il cognome del marito avrebbe potuto morir
di infarto davanti a noi.
Ma non solo: due settimane prima del matrimonio Antonio ha accettato di farsi benedire dal parroco purchè fosse chiaro il suo totale disinteresse in affari di chiesa. Ormai il vestito c’era e il prete si sarebbe adattato forse, ma meglio tacere. Nel frattempo erano iniziati i lavori di restauro del sagrato e io quel giorno facevo pan dan con le strisce che delimitavano le aree inagibili. Non son più tanto sicura che fosse meglio tacere.
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Un solo pranzo con pochi invitati: tanto la lista cresce sempre.
Avevamo prenotato per pochi intimi in un ristorante sul lago di Pusiano.
C’era un antipasto di pesce non fresco e un branzino deludente alle spalle , ma la caparra era già versata. Poi l’incontro con tale Antonio, cameriere per arrotondare, ci ha porta
to a cambiare ristorante una settimana prima delle nozze. Niente prove, totale fiducia in qu
ello sconosciuto e nell'eleganza e negli occhi azzurri del proprietario del “Castello”.
Tutto perfetto solo un accenno sbagliato al colore rosso ha fatto sì che le tovaglie avessero la stessa tinta del mio abito: che novità!
A dimenticavo per rimediare all'idea iniziale dei pochi intimi, sette giorni dopo ci siamo ritrovati di nuovo a tavola: bis in quel di Altamura. Se vi dico che per l'occasione due cognate si sono vestite di rosso, pensate che sto esagerando e allora non lo dico.
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Le foto.
A distanza di anni mi rendo conto che le bellissime foto made by Renato, amico fotografo, e da un paparazzo newyorkese di passaggio a Milano, sono inguardabili.
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Consigli.
Evitate il rosso e possibilmente non chiedete consiglio a me.
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PS: E' stata una giornata bellissima e divertente: un errore di gioventù!