domenica 14 febbraio 2010

Un attimino, quant'altro, piuttosto che

Sabato pomeriggio alla Feltrinelli del Centro Sarca c'era la presentazione dell'ultimo libro di Gianrico Carofiglio.
Avevo il libro, già letto, ancora in borsa. La presentazione era terminata e di Carofiglio rimanevano solo i manifesti che pubblicizzavano la passata presenza. Ho continuato a rimproverarmi ad alta voce per più di un'ora per non essere arrivata in tempo a quell'appuntamento mai preso. Ero delusa.
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Ho conosciuto Carofiglio la scorsa estate attraverso le prime tre storie dell'avvocato Guerrieri ed è stato amore a prima pagina. Guido (l'avvocato Guerrieri), il suo modo di parlare e di agire, i suoi lunghi flash back ad occhi aperti, la sua capacità di guardarsi dentro, di confrontarsi con la debolezza umana e il "non sa da fare" che in forme diverse attraversa ogni vita. Mi è piaciuto perchè vero, perchè mi sono sentita meno sola davanti a dubbi, incertezze, desideri.
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Ero delusa. Probabilmente avrei chiesto solo un autografo sul libro e lui avrebbe risposto: "Va benissimo, non c'è problema". Io l'avrei guardato stupita: "Non c'è problema? Ma come parli, Gianrico? Sei impazzito? Dopo non c'è problema ti rimangono tre passaggi: un attimino, quant'altro e piuttosto che nell'immonda accezione disgiutiva." Questo quello che avrei voulto dire. "Grazie mille." Questo quello che avrei detto.
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"Le perfezioni provvisorie " Gianrico Carofiglio

1 commento:

  1. Piace molto anche a me. Peccato che non è prolifico come un Simenon. Finiti i primi 3 libri mi sono buttato su quelli del fratello. Ma non è esattamente la stessa cosa.

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