martedì 29 dicembre 2009

Guai a chi lo tocca, tranne me!

Marco è al suo terzo giorno di asilo nido. Come sempre in occasione della chiusura della scuola materna trascorre le sue vacanze in compagnia del fratellino in quello che è stato per due anni anche il suo nido. E' felice, si diverte.
Luca ripete orgoglioso che il suo asilo è aperto mentre quello di Marco è chiuso e pur senza un grande entusiasmo iniziale, ha accettato la convivenza.
All'uscita.
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"Sai mamma all'asilo di Luca c'è Filippo ed è un monello, spinge i bambini e fa i dispetti a tutti."
"Davvero? Anche a te e Luca."
"Sì me sì. Monello Pippo." dice Luca.
"Ci ha provato ma c'ero io a proteggere Luca. Luca non ti devi preoccupare finchè ci sono io non succede nulla" aggiunge Marco e prosegue "Dobbiamo chiedere a zio Giò se ci presta i pesi perchè devo farmi i muscoli più grandi. Filippo ha cercato di spingere anche me, ma io gli ho mostrato i muscoli e non si è più avvicinato."
"Ma è terribile questo Filippo!?"
"E sì mamma, però non ti preoccupare se ci sono io Luca è tranquillo, lo difendo io."
"Gazie Maco, fratello me." risponde Luca.
"Mamma, ma cosa facciamo quando io non ci sono?" e preoccupato "Luca se si avvicina Filippo vai dalla maestra che domani la avviso io di proteggerti, ok?"
"Si Marco, me ...egge.".
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Entriamo in casa, facciamo merenda. Dieci minuti più tardi Luca strilla sdraiato a terra immobilizzato dal fratello che vuole rubargli un giocattolo.

lunedì 28 dicembre 2009

Per fortuna non ha la slitta!

Un robot trasformer grande e quattro auto robot trasformer piccole, una confezione di lego, una macchina in legno da costruire, Saetta Mac Queen piccola, Saetta Mac Queen grande, Crichetto, Dottor Hudson, un camion per il trasporto di auto con le auto da trasportare, i modellini della moto di Valentino e Stoner, due palle per saltare, un gattino, un papero e due zainetti di peluches, due Sapientino scuola a dimostrazione che la Clementoni non è migliore della Lisciani Giochi, un camion dei pompieri dalle dimesioni quasi reali con tanto di sirena e pompa dell'acqua funzionante, due confezioni di Happy Mais, la valigetta con didò di Handy Mandy, un computerino di Winnie de Pooh, due confezioni di pennarelli, due folletti da appendere all'albero di Natale, un mini bowling con birilli e palla in stoffa, un penny in oro come portafortuna, due tazze per il latte, due pigiamini, due maglioncini blu.
"Mamma ma quanto è grande la slitta di Babbo Natale? dove li mette tutti i giochi che trasporta?"
"Babbo Natale ha una slitta grande e magica, c'è spazio per tutti i giochi. E fuori onda aggiungo Babbo Natale con la vecchiaia deve essere pure impazzito visto che l'elenco sopra non si riferisce alle consegne fatte in città, nel quartiere o nel condominio; gli unici destinatari erano due bambini non più meritevoli di altri nè meno, due bambini che hanno avuto un Natale talmente ricco di doni che quasi mi vergogno a raccontare, due bambini che rispondono di avere ricevuto solo regali perchè l'elenco è troppo lungo per poter essere memorizzato, due bambini che quando vedono qualcuno arrivare in casa chiedono cosa abbia portato loro perchè la normalità è ricevere sempre qualcosa e questa normalità porta ad una imbarazzante maleducazione che fatico a recuperare."
"Mamma ma io preferisco la Befana a Babbo Natale?"
"Perchè?"
"Perchè mi porterà le caramelle a forma di piedini."
"Lo dicevo io che non hai più nulla da desiderare se non le buone vecchie caramelle!"
"Ma mamma se vola su una scopa, dove mette le calze la Befana? Mica ha la slitta lei?"
"Ha un sacco grande grande che porta in spalla, dentro ci sono calze leggere con qualche caramella... e per fortuna almeno lei non ha la slitta!"

giovedì 24 dicembre 2009

Attesa

Il calendario dell'avvento è arrivato al 24; l'albero è illuminato; Gesù Bambino ha preso posto nella culla.
Il bucato è steso, la biancheria stirata e riposta nei cassetti, le stanze riordinate, la teglia pronta per essere infornata.
Luca dorme da qualche minuto, Marco continua la sua maratona su Boing, Antonio rientrerà tra poco e partiremo per raggiungere nonni e zii.
Ci attende una lunga serata di fiabe e racconti, di magia e stupore e una notte di veglia davanti alla finestra, una notte unica e speciale.
Qualcuno spererà di vedere Babbo Natale volare nel cielo nonostante la pioggia e il freddo e piangerà deluso prima di crollare addormentato; qualcuno ripeterà allegro e festoso "balla Btale, pota egali!", qualcun altro si addormenterà come sempre davanti al pc. Io sarò lì con loro certa che sotto il mio albero c'è già tutto quello che posso desiderare.
Buon Natale a tutti!

mercoledì 23 dicembre 2009

Effetti collaterali

Ci sono giorni in cui ti senti triste, vorresti chiuderti in te stessa e non dover affrontare il mondo ma non puoi e allori sfoderi il tuo sorriso migliore e vai avanti. Hai tutto quello che potresti chiedere alla vita, ma non sei tranquillla; qualcosa si agita dentro di te, ruggisce, vorrebbe uscire ma non ci riesce. Ti scopri irritabile e scontrosa con chi più ami, ti scopri intollerante come raramente ti capita, ti scopri stanca e vorresti solo riuscire a coricarti serena.
Ma quella fetta di panettone di troppo potevi evitarla!

lunedì 21 dicembre 2009

Gioie strane

Ieri il tg preannunciava una forte nevicata a partire dalle 12:00 di oggi: 30 cm di neve.
Questa mattina le colleghe del commerciale erano entusiaste: guardavano dalla finestra in attesa dei primi fiocchi, telefonavano alle madri nei paesi d'origine per sapere se almeno altrove già nevicava, consultavano il meteo per verificare se c'erano aggiornamenti nelle previsioni. Tanta esultante attesa mi infastidiva un po' e non riusciva a contagiarmi.
La neve è arrivata nel primo pomeriggio. Sono stata in auto più di un'ora per percorrere i quattro km quotidiani: casa - nido Luca - asilo Marco - casa.
I trenta centimetri sembrano già raggiunti. Il sindaco Moratti ha ordinato per domani la chiusura di tutte le scuole causa maltempo e molto probabilmente l'ordinanza riguarderà anche le strutture private.

Non mi ero sbagliata: qualche motivo per non essere così felice, c'era. Però il paesaggio che si vede dalla finestra mentre me ne sto qui al caldo è stupendo.

venerdì 18 dicembre 2009

Davanti ad un' opera d'arte

Se la lezione di nuoto numero nove non è degna di menzione, la lezione numero dieci compensa il primitivo silenzio.
Dopo un pomeriggio trascorso a stirare per non vedere la crescente entropia casalinga causata da tre bambini di 2, 4 e 6 anni che correvano, saltavano, urlavano; avevo proprio voglia di una rilassante nuotata. Laura, l’insegnate stile marines non c’era, al suo posto un ragazzo: capello mosso, occhio chiaro, sorriso solare, fisico scolpito da non so quale attività atletica, insomma bello. Lo scompenso ormonale dettato da cotanta vista ha colpito tutte le donne del corso e si è accentuato quando l’insegnate ha mostrato come eseguire gli esercizi: i muscoli evidenziati dallo sforzo erano...
A sedici anni, cotanta reazione ci avrebbe etichettato come "allupate", ieri eravamo solo delle donne mature estasiate davanti ad un' opera d'arte.
L'unico modo per essere notate agli occhi del nostro adone era stupirlo con il nuoto e così per un'intera ora abbiamo nuotato con grinta e determinazione, per mia fortuna era fissato con il dorso e la rana.
Arrivata negli spogliatoi avevo le braccia talmente fiacche che non riuscivo a reggere il phone in mano . Ero stanchissima, altro che ora d'aria.
E' il caso di dire: speriamo ritorni presto l'insegnate stile marines!!!

giovedì 17 dicembre 2009

Io e l'ICT

Più di un mese fa una telefonata mi ha svegliato da un letargo annuale e proposto l’ingresso in una nuova dimensione.
Ho lasciato l’amministrazione e abbracciato l’ICT alias "information and communication technology".
Qualcuno avrebbe potuto ridere, io per prima.
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Ho abbandonato la facoltà di informatica due mesi dopo l’inizio dei corsi per incompatibilità di linguaggio: passare dalle lingue morte ai linguaggi di programmazione era cosa che non s’aveva da fare.
Ho accettato il primo lavoro che il mercato mi offriva ma dopo due anni come consulente SAP R/3 "pacchetto informatico gestionale" ho abdicato in favore di una qualifica dal nome certo “assistente al capo contabile” e dal contenuto incerto e tra le incertezze c’era un non tanto velato ruolo di “referente informatico”.
Ho sposato un mago dell’informatica che ha cercato di insegnarmi l’ABC di pc, televisori, telefoni, macchine fotografiche ma padroneggio perfettamente solo la sintassi del frullatore.
Poi sono arrivata qui: programmazione zero, analisi di processo e funzionali poche, relazioni per il business tante, relazioni interne altrettante.
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Se qualcuno mi avesse detto che l’unico modo per abbracciare la scrittura era rinnegare me stessa e tuffarmi nell’informatica non ci avrei creduto.
Se qualcuno si domanda come mai i post scarseggiano chiarisco meglio: scrivo per sei ore in ufficio e visto che il momento che meglio si addice alla mia creatività letteraria è la notte, ecco in quel frangente rivedo le bozze.
Ok da domani su questo canale si parlerà di compilazione del Kernel di Linux e delle varie distribuzioni.

lunedì 14 dicembre 2009

Effetti collaterali al teatro

Mi pare fosse il teatro "i": una sola attrice sulla scena che interpreta la Medea di Euripide in spagnolo. Antonio, sprofondato dentro la poltrona, dorme in silenzio. Il cane dietro di noi, accucciato ai piedi della sua padrona, dorme russando. Davanti a noi due signori si girano in continuazione, guardano Antonio con disappunto intimando il silenzio.

Teatro Carcano: le Coefore di Eschilo. Lo spettacolo si concentra sulla tomba di Agamennone, un lamento funebre occupa l'intera rappresentazione. Non adatto dopo una giornata di lavoro, non per i tanti dormienti in sala. Antonio è tra questi.

Spettacoli "limite" si potrebbe obiettare ma potrei continuare, il copione è lo stesso: la testa di Antonio cade all'indietro, gli occhi si chiudono e la bocca si apre: dorme.

Venerdì sera.Teatro Smeraldo. Fila K.
Paolini suscita risate e riflessioni, interagisce con il pubblico, lo interroga. Parla di povertà e miseria, di rivoluzione sociale e belle époque passando attraverso Marx e Hugo. La Guerra e il dopoguerra, la ricostruzione, i servizi pubblici.
E poi lei, la Lady di Ferro. I Mercanti di Liquore veicolano i messaggi che si imprimono nella nostra mente: "Mrs Thatcher, dice che, non esiste la società". Il liberismo spinto, la deregulation, l'individualismo sfrenato, la disoccupazione, il lavoro come unico scopo, la perdita di valori... Miserabile: "Tu mi chiedi che cosa sei diventata, tu che passi le giornate chiusa nel tuo ufficio, tu che sei sempre l'ultima ad andartene e poi saluti la signora della pulizie .....Tu mi chiedi che cosa sei diventata, tu che i regali li compri sempre all'Autogrill, che mandi i tuoi SMS e cerchi di giustificare, che non hai tempo neanche di andare a un funerale ."
Poi con le parole di Gaber si prospetta una via d'uscita banale, quasi ovvia: "Vorrei essere libero, libero come un uomo. Libertà è partecipazione".

Non una caduta di tono, il pubblico partecipa, rivede se stesso nei protagonisti delle storie proposte, risponde alle domande, ride, piange. Non un momento di disattenzione: impossibile staccare gli occhi da Paolini e la mente dalle sue parole, impossibile non farsi trasportare dalla musica dei Mercanti di Liquore. Impossibile quasi per tutti.
Indovinate chi è riuscito ad appisolarsi anche se per poco?

PS: l'etichetta Miti è dedicata a Paolini, grande e unico.

venerdì 11 dicembre 2009

Caro Babbo Natale

Da giorni la richiesta di vacanza al Polo Nord si è fatta insistente, Marco vuole andare a casa di Babbo Natale. Luca si accontenterebbe del supermercato dove c'è il suo "balla Btale" preferito ma non tradisce il fratello e si adegua.
Da giorni cerchiamo di immaginare la casetta del vecchietto dall'età indefinita e ne replichiamo il modello con le costruzioni. La casa assomiglia ad una fattoria con tanti animali ma in mancanza di foto sulla reale abitazione del Babbo Mondiale qualsiasi rappresentazione è quella giusta.
Da giorni invento storie su Babbo Natale, gli elfi e anche Gesù Bambino dà il suo contributo nella organizzazione della Santa notte.
Da giorni scrivo bozze di letterine per il vecchietto. Luca è costante nella richiesta, Marco invece è passato dal "Caro Babbo Natale ti allego il catalogo dei giocattoli, mi piacciono tutti anche quelli delle femmine" ad una versione più accettabile. Come sempre appenderemo la nostra letterina sull'albero la Notte di Natale e come sempre al mattino troveremo la lettera di risposta insieme a tanti regali.
Ma visto che Babbo Natale è uno, nessuno e sempre più centomila... riportiamo qui il contenuto delle lettere.
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"Caro Babbo Natale,
Sono Marco, per Natale vorrei Saetta Mc Queen e Mack, il camion di cars, quello che dietro ha uno sportellino che si apre e si chiude per fare entrare Saetta. In questo momento mi piacciono solo le macchine da corsa ma vorrei anche un gormito dell'acqua e una bakugan rossa come piace alla zia Lu.
Poi vorrei anche la moto di Valentino che piace allo zio Giò e se puoi porta la moto di Stoner a Luca.
Grazie, Marco"
"Caro Babbo Natale,
sono Luca, per Natale vorei "egali"(regali). Uno verde come il colore che ho in mano e poi tanti "egali".
Grazie, Luca."

giovedì 10 dicembre 2009

Deliri di una febbricitante mamma

"A mamma no bene?"
"Sì Luca non sto bene."
"A mamma male!"
"Mamma ma noi cosa facciamo adesso? Chi ci cura se tu sei ammalata?"
"Ma voi siete grandi, mi curate voi, io me ne sto sul divano tranquilla sotto la coperta e voi state qui bravi a giocare, ok?"
"E noi ti curiamo, va bene. Mamma ma sei sicura di guarire? Se muori cosa facciamo?"
"Tranquillo Marco ho solo un po' di febbre. Guarisco presto."
E' iniziata così, ieri pomeriggio al ritorno da lavoro, asilo e nido quella che dovrebbe essere una influenza stagionale: brividi di freddo e febbre alta, mal di gola e inappetenza.
Guardiamo i lati positivi:
  • ieri avevo due infermieri attenti e premurosi a mia disposizione
  • ieri Antonio ha cucinato e si è preso cura dei bambini al rientro dal lavoro
  • oggi sono sotto le lenzuola tranquilla mentre gli infermieri sono all'asilo, e non capitava da quattro anni di godermi la malattia in solitario silenzio
  • non avevo pendenze in sospeso al lavoro e la vpn funziona benissimo per le urgenze

Guardiamo i lati negativi:

  • da tre giorni sto prendendo Muscoril e Voltaren e oggi finalmente il fisioterapista avrebbe messo mani alla mia spalla, poco male è solo una spalla che lancia fitte fin sotto l'occhio e che ostacola la tranquillità tra le lenzuola
  • domani sera io e Antonio dovremmo andare a teatro a vedere Paolini. Da quattro anni, se non contiamo una pizza divorata tre anni fa, non usciamo insieme da soli
  • Sabato sera ci sarebbe la pizzata natalizia con gli amici del parco, già una volta persa a causa di malanni vari

Se la matematica non è un'opinione, quattro a tre è un buon risultato.

mercoledì 9 dicembre 2009

Come due gocce d'acqua

Alla scuola d'infanzia qualche settimana fa hanno presentato il progetto educativo per l'anno in corso: imparare a raccontare e ad ascoltare.
Pare che la maggior parte dei bambini venga parcheggiato davanti al televisore in solitaria meditazione per l'intero pomeriggio e questo si riflette in una incapacità di comunicare e ascoltare.
L'occhiata della maestra che mi guardava non aveva bisogno di traduzione.
Conscia che Marco potrebbe partecipare come insegnate almeno nella sezione "raccontate i fatti vostri e già che ci siete anche quelli di mamma, papà, fratellino, zio, zia, nonno, nonna, vicini di casa e amici" e aggiungerei "come imparare a non tacere nemmeno un minuto", ho persino pensato che se la televisione è una causa per alcuni, poteva diventare un rimedio per altri: mi sbagliavo. Anche davanti allo schermo il suo motto è:
"Insomma io sono solo un bambino, se non mi spiegate queste cose come faccio a imparare!"
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Mi sto perdendo. Torniamo al titolo del post.
Una mamma dovrebbe essere orgogliosa quando le dicono che i figli le assomigliano, ma ultimamente alla constatata somiglianza fisica viene aggiunto un "è proprio uguale a te, non tace mai!"
Potrei anche non dar peso alle parole visto che zia Lu riterrebbe troppo loquace anche una mummia, ma avere un figlio che mi assomiglia come una goccia d'acqua, che ha preso da me l'arte di rompere i cojones con il suono melodioso della sua voce, non sono certa sia una grande soddisfazione.

venerdì 4 dicembre 2009

Cercasi palle di Natale

Laura qualche anno fa mi ha regalato una bellissima palla natalizia decorata da lei con la tecnica del decoupage. Mi ha sempre detto che non era difficile realizzarla ma non ho mai creduto fosse poi tanto semplice e non ho mai provato.
Quest'anno, complice il nuovo lavoro che mi ha portato di nuovo vicino a lei, ho deciso che il decoupage non avrebbe avuto più segreti.
Pennello a setola morbida, spugnetta, tovaglioli natalizi di carta, colori, colla liquida, colla calda, nastro, cordoncino, craquelè per l'effetto antico.
Ho trovato tutto, manca solo un ingrediente tanto scontato da non meritare un posto nella lista della spesa: le palle.
Negli ultimi tre pomeriggi ho costretto i bambini a seguirmi per negozi specializzati, colorifici, ipermercati nell'inutile tentativo di trovare quell'elemento primario, indispensabile, insostituibile, ma nulla.
Considerando poi che la ricerca mi ha portato a Sesto, Cinisello, Paderno e che più volte sono rimasta ferma nel traffico , l'espressione che chiama in causa le palle che girano tradurrebbe bene il mio stato d'animo, ma sorvoliamo.
AAA: cercasi negozio nella tratta Milano-Erba e dintorni in cui si vendono palle di Natale in plastica, dimensione 12 cm di diametro.
Invio di palla decorata come ricompensa.
GRAZIE

giovedì 3 dicembre 2009

Di piscina, pc e altre storie

E siamo a otto lezioni, dieci in meno dei compagni di corso: arrugginita dopo quindici giorni di pausa, stanca dopo quindici giorni da tour de force, rigenerata dopo la mia ora di esercizi in acqua e pronta ad affrontare le domande che mi attendono sempre al rientro: “Mamma piina?” “Mamma tuffo?” “Mamma quando mi porti in piscina, mi sono allenato, sono un fulmine, sono un gormito dell’acqua!”
E invece silenzio. I tre uomini di casa se ne stavano seduti di fronte ai loro rispettivi tavolini e armeggiavano ciascuno con il proprio computer. Marco era vicino a Luca e cercava di insegnargli l’uso del touchpad per permettergli di utilizzare da solo i giochi della serie didattica G-CompriX. Luca entusiasta ripeteva “bello mio puter!” e chiedeva aiuto a Marco ogni volta che non riusciva a cancellare dal video le tessere che coprivano la figura e quindi a completare il gioco. Accanto a loro Antonio, nel ruolo che gli riesce meglio: insegnare ai bambini i segreti del PC.
Senza disturbare quello scorcio di ufficio nel salotto di casa mia, ho consumato una solitaria cena e poi ho cercato di accedere il mio PC. Cercato… “Mamma giochiamo con le costruzioni? Mamma ci leggi una fiaba? Mamma cosa hai fatto in piscina?”
Non lo capirò mai. Perché con il papà solo il PC e con la mamma tutto il resto.

martedì 1 dicembre 2009

C'è, purtroppo.

C'è la signora che aspetta con la mano aperta e il viso supplicante sull'uscio della chiesetta dedicata alla Madonna, chiede qualche centesimo per poter sfamare i suoi bambini.
C'è il signore che dorme su una panchina in pietra avvolto in una coperta di lana. Accanto a lui un sacchetto del supermercato usato come valigia e un bicchiere in plastica colmo di vino.
C'è l'immigrato che non parla italiano, sta ad un angolo della strada, si avvicina ai passanti con discrezione, regge un biglietto scritto da altri "Non parlo italiano, ho fame, aiutatemi. Grazie".
C'è il ragazzo africano di via Dante, in mano qualche libro che parla dell'Africa, delle sue usanze e delle sue fiabe talvolta incomprensibili. E' il suo primo lavoro da 9 mesi, ha fame, sa che i sette euro che cerca sono solo l'equivalente di un buono pasto.
C'è un pezzo d'uomo appoggiato a terra vicino alla metropolitana. Non ha gambe, non parla, non chiede. Davanti a lui una ciotola in cui lasciare una moneta.
C'è una donna con un bimbo attaccato al seno, il suo compagno suona la fisarmonica mentre il bimbo grande passa rapido tra i passeggeri del vagone cercando una moneta per il suo bicchiere di coca-cola usato.
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Cairoli, Cordusio, Duomo: non dovrebbe essere il cuore di Milano, la zona del lusso, dello shopping, degli affari? Non si avvicina il Natale anche per loro?