venerdì 31 luglio 2009

MARCO

Ha occhi grandi e luminosi dal colore indefinito tra il verde e il grigio, il viso si è fatto ovale con due fossette a lato della bocca che si accentuano quando ride, capelli biondo scuro dritti come spaghetti.
Ha un carattere molto forte, si arrabbia per ogni minima sciocchezza e urla con rabbia, se poi cade e si fa male l'uomo duro a parole lascia il posto ad un fifone senza uguali capace di riprendere il pianto quando ricorda la caduta.
Sa anche essere tenerissimo e venera la sua mamma in ogni modo: complimenti, regalini, abbracci e baci.
Parla, parla, parla... con tutti e di tutto fino alla nausea.
Ha da poco scoperto il piacere delle rime e la sua mente lavora anche di notte quando si sveglia per comunicarmi le nuove conquiste "tachipirina fa rima con suppostina" effetto della recente ondata febbrile.
Adora fare i puzzle, giocare con le costruzioni, disegnare ma tutto passa in secondo piano davanti alla bicicletta e alle prime gare al parco con gli amici.
Nel suo cuore ci sono mamma, papà, lo zio preferito con il quale ultimamente si diverte a fare gavettoni, la zia per par condicio, presunte fidanzate e fidanzati e una serie di amici di cui conosciamo nome e cognome, e poi ovviamente Stoner, Hayden, Pedrosa e anche Michel Fabrizio (Superbike).
Nel suo cuore c'è anche il fratellino che cerca e rifiuta, che rincorre e allontana, che strattona e abbraccia; un fratellino rivale e complice al quale fa fare di tutto e con il quale si diverte a nuotare sul lettone.

Ha tre anni ma ne deve compiere quattro, come lui stesso afferma, e non pensavo crescesse così in fretta.

giovedì 30 luglio 2009

LUCA

Ha la fronte alta, piccoli occhietti marroni e ciglia lunghissime, le guanciotte tipiche dei neonati e i capelli biondi leggermente ondulati.
Cammina allegro saltellando e stringendo il suo titti nella mano. Cade e si rialza senza accennare al pianto.
Se si allontana, saluta con un semplice "ciau" di recentissima conquista e mostra soddisfatto il suo "panzerotto".
Ripete suoni stonati e sgrammaticati e aggiunge qualche frase dalla sintassi discutibile.
Venera il fratello, lo ascolta, lo imita. Difronte alle sue angherie risponde con astuzia, aspettando il momento opportuno per agire o reagire.
Non ha freni e non conosce imbarazzo, ad ogni rimprovero risponde con un sorriso beffardo e per nulla ferito nell'orgoglio continua la sua opera.
Ha due grandi passioni il lancio dal balcone e le scalate in alta quota; non c'è oggetto che non finisca in giardino e non c'è vetta -dal water alla scrivania- che non riesca a conquistare.
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Dove è finito il bambino tranquillo? Dove è finito il mio cucciolotto?
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E' là, straiato a terra da trentacinque minuti, si dimena urlando e piangendo e se gli domando qualcosa le grida aumentano. Non c'è motivo per quel pianto, nè un modo per farlo smettere.
Sta dando il benvenuto ai "terribili due anni" con qualche mese di anticipo e con un lungo, insistente e snervante capriccio.

mercoledì 29 luglio 2009

No label

Esci quasi correndo, ripassi mentalmente il tragitto: potrebbe bastare un'ora tra andata e ritorno ma è difficile prevedere la reale tempistica quando devi fare la coda in tre diversi uffici "pubblici".
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Hai fatto quasi tutto, manca la porta numero due. Aspetti: sei troppo stanca per leggere e ti sciogli sulla sedia senza contegno. Dopo qualche minuto si apre la porta e intravedi il medico e improvvisamente ti ricordi che quello lì dentro è un ginecologo maschio, giovane, con i capelli biondi e gli occhi azzurri: ti rimproveri per avere saltato l'appuntamento con l'estetista sabato e per il tuo aspetto poco curato; speri che la corsa sotto il sole non ti abbia ridotto ad un cencio maleodorante, ma sei lontana da qualsiasi fantasia erotica.
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Torni a casa con un fortissimo mal di testa, i bambini ti stanno aspettando. Antonio deve andare in ufficio. Vorresti solo dormire.

martedì 28 luglio 2009

Accaldati risvegli

Luca si sveglia urlando, chiede un bicchiere di latte. E' caldo, troppo caldo per incolpare l'afa notturna. Si lamenta in continuazione per la sete, per il pannolino pisciacchiato e per aver perso il suo "titti" (la pezzolina che non molla mai).
Lo porto nel lettone e lo lascio libero di girovagare fino a quando la tachipirina fa effetto e si addormenta.
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Marco si trascina febbricitante in cerca di una tachipirina, di un lavaggio nasale o del water per improvvisi bisogni notturni.
Si gira e rigira nel letto accaldato e sudaticcio alternando parole senza senso ad altre apparentemente ludice:
"Mamma vuoi sentire una rima?"
"hhhe?"

"La zia Lù è cascata giù. E' una bella rima vero?"
"Marco bellissima cerca di dormire."
"Mamma domani vado all'asilo?"
"No stiamo a casa tutti e due."
"No: io Marco, tu mamma e Luca. In tre."
"Hai ragione, dormi."
"Si perchè noi non possiamo stare a casa da soli e se succede qualcosa? Cosa può succedere mamma?"
"Marco non ti preoccupare sono a casa io, non succede nulla. DORMI!"
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Dopo un inverno relativamente tranquillo pensavo di aver superato la prova del primo anno di nido del piccolo e di scuola d'infanzia del grande. Mi sbagliavo, l'estate ci sta regalando notti di febbre e malanni.

lunedì 27 luglio 2009

Che fortuna!

Mary cura spesso il nipote perchè il figlio lavora lontano da casa e la nuora ha sempre molti impegni di lavoro e non solo. Mary lamenta questo suo ruolo di neo madre a 70 anni, vorrebbe essere libera e fare la nonna part time; invece le sue giornate sono scandite da ritmi che già una volta in gioventù aveva conosciuto.

Francesca ha organizzato le sue giornate in modo impeccabile. Durante la settimana i nonni si alternano nella cura dei nipoti e ove non arrivano i nonni c'è la babysitter. In questi giorni i bambini sono al mare: due mesi di vacanze per figli e genitori. Francesca spesso è vittima di sensi di colpa: nei confronti dei figli per essere assente e lontana, nei confronti di genitori e suoceri per il lavoro a tempo pieno che ha trovato loro, ma fa del suo meglio.
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Stamane Marco si è svegliato alle 4:30. Scottava, il termometro segnava 38,5. Ho pensato:"Che fortuna, mi prendo un giorno di ferie e non devo sentirmi in obbligo con nessuno!"

venerdì 24 luglio 2009

Di notte

La finestra della nostra camera da letto si affaccia su una via secondaria usata per lo più come parcheggio per le auto. Tutto intorno si vedono i giardini dei condomìni e i condomìni stessi. E' una zona silenziosa e tranquilla, pochi rumori, poche voci.
D'estate, quando la finestra è aperta e le tapparelle alzate, mi piace ascoltare i rumori della notte mentre me ne sto seduta sul letto a leggere o nei pochi minuti che precedono il sonno. Rumori amplificati dal silenzio: il pianto insistente di un bimbo appena nato, il vociare di qualche ragazzo che rincasa tardi e si ferma a parlare con gli amici nella via, le parole senza senso di un ubriaco che inciampa nei cassonnetti della spazzatura e il rotolare di una bottiglia di vetro, gli insulti di un viados che inseguono un auto in corsa sulla via parallela decisamente più trafficata, lo sportello di un auto che si chiude.
Mi addormento nella tranquillità della mia camera cullata da rumori rari e lontani e poco importa se il sonno sarà presto interrotto dalla richiesta di acqua di Luca o dalla presenza di Marco accanto al letto che a voce sommessa mi comunica di essere andato a fare pipì.
Mi addormento e lascio le fatiche della giornata alle spalle.

giovedì 23 luglio 2009

Conversazioni


"Mamma mi sono innamorato di Felice."
"Scusa?! E Michelle?"
"Si mi piace anche Michelle ma lei non viene mai all'asilo invece Felice c'è tutti i giorni."
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"Mamma, bangia bum!"
"Luca amore non ho capito."
"Bangia bum"
"Ecco, Luca amore me lo ripeti ancora."
"Bangia bum."
"Hai fame? Vuoi dell'acqua? Ancora latte? E' successo qualcosa all'asilo?"
"Sì"
"Sì cosa amore?"
"Bangia bum."
"Bum, ti sei fatto male? Ti fa male qualcosa?
"Sì bangia."
"Ti fa male la pancia Luca?"
"Sì."

Il breve tragitto "asilo nido - scuola d'infanzia -casa" ci regala sempre interessanti conversazioni.

mercoledì 22 luglio 2009

Happy Hours - Ore Felici

Prendi un locale "IN" in Corso Como, uno di quelli in cui si organizzano Happy Hour che iniziano alle sette di sera e continuano fino a notte inoltrata alternando le chiacchiere seduti o sdraiati su comodi divanetti alla musica disco e non solo; prendi un simile locale e organizza una festa di laurea con amici di varie età.
Prendi una coppia non più giovanissima che si presenta con tanto di figlioletti al seguito, lasciala libera di vagare per l'immenso locale e fotografala per tutta la serata.
Più o meno il reportage sarà questo:
  • Due bambini di uno e tre anni più un carico di altri nove mesi ciascuno che si divertono come pazzi a correre, salire e scendere dalle scale, fare la lotta con i cuscini dei divani, ballare come invasati sotto la palla luminosa che vorrebbero mettere nella loro cameretta e tempestare di domande gli amici degli amici su chi di loro conosca spiderman o batman.
  • Una mamma in perfetta miss da serata mondana con tanto di tacchi a spillo di prova in vista di un matrimonio che la vedrà indossare le stesse scarpe per una intera giornata. La mamma sotto esame si sentirà a proprio agio in quell'abito solo quando guardandosi intorno si renderà conto che le altre donne sono molto più mondane di lei e armate di tacchi bel più alti ma maledirà chi ha inventato scarpe sì belle e scomode perchè dopo tre ore di rincorse avrà i piedi fumanti et doloranti come non ricordava da almeno otto anni.
  • Un papà felice di rivedere ex compagni e amici dei tempi del collegio e di festeggiare l'ultimo della compagnia che finalmente ha raggiunto il traguardo. Un papà che alternerà ai vecchi ricordi qualche corsa in giardino o lungo i tratti coperti da grate dove le scarpe di mamma sono off limits.

Prendi due minuti per riflettere a fine serata: non sei poi tanto vecchia per quella vita e infondo a te e al marito piacerebbe poter uscire più spesso per locali, però i tuoi figli si sentivano talmente a proprio agio e disinibiti in quell'ambiente che probabilmente saranno loro a frequentarli quanto prima senza di te.

martedì 21 luglio 2009

Olio in tavola

Non ho ancora capito se fisicamente i miei figli assomigliano a me o al papà, tranne forse per l'altezza -io ero la bimba più alta della classe, loro i più bassi-; mi è più facile riconoscere in loro, pregi e difetti caratteriali miei e di Antonio o i diversi gusti alimentari.
In effetti a tavola abbiamo abitudini molto diverse: due estremi in fatto di condimenti, sapori, colori; due reazioni opposte difronte ad una bottiglia di olio extravergine di oliva.
Non è necessario spiegare l'importanza vitale attribuita all'olio da un pugliese, anche se mi piacerebbe conoscere un'altra persona che annaffia con olio crudo risotto e pizzoccheri; devo accennare però a quanto io considero o consideravo disgustoso anche solo la vista dell'olio su un piatto di pasta.
Quando ero piccola mangiavo poco, il mio soprannome "Biafra" la dice lunga e la mia mamma mi rimpinzava di ricostituenti, tutti a base di olio. L’Haliborange, olio di fegato di merluzzo aromatizzato all’arancia, dal gusto rivoltante e più adatto ad ottenere l’effetto “rigurgito tutto” che non a far venire l’appetito. L’olio d’oliva Sasso (quello nella latta verde), ottimo per merenda versato su una fetta di pane spolverata di sale e sempre utile per il buon equilibrio dell’intestino e quando non bastava anche l’olio di vaselina. Se poi soffrivi di mal di denti un bel batuffolo di cotone pregno di olio di ricino attutiva il dolore. Andava un po' meglio con l'olio di mandorle dolci che richiamava il gusto dei confetti.
Che io iniziassi a maturare una repulsione verso l’olio era abbastanza naturale. L’avevo escluso completamente dalla mia dieta. Per anni l’olio è stato un nemico. No olio su pizza, pasta, verdure… niente.
Per anni... e adesso come la mettiamo?
Oggi mi ritrovo in casa due bambini che cenerebbero a base di olive e cozze ma che si devono accontentare dei piatti brianzoli di una cuoca piuttosto scarsa.
Qualsiasi sia il contenuto del piatto, appena Antonio afferra la sua bottiglia di olio pronto ad irrorare, il coretto "anche a me, anche a me, amme, amme" ha inizio.
Insomma tra i tanti difetti della mamma almeno questo l'hanno evitato e tra i tanti difetti del papà hanno scelto il meno peggio!

lunedì 20 luglio 2009

Fino alla FINE

Lo confesso, mi piacciono i gialli anche se cerco di evitarli perchè ogni volta cado nello stesso circolo vizioso che mi porta a non staccarmi dal libro se non per lo stretto necessario e un "no stop" per un libro di 700 pagine diventa problematico.

Mio marito lo capì anni fa quando mi regalò il primo libro di Faletti "IO UCCIDO": ogni frazione di secondo libero dagli impegni di lavoro, che all'epoca andavano ben oltre le otto ore, era dedicato al libro. Niente cucina, pulizie, conversazione zero, qualche ora di sonno. Alla fine della settimana decise che non mi avrebbe mai più regalato un libro simile, quanto meno non voleva contribuire di tasca sua, ma commise nuovamente l'errore con "Un mondo senza fine" di Ken Follett. Non è un giallo ma l'effetto era simile: no stop fino alla parola FINE.
Cosciente dell'effetto trans che certi libri mi procurano, ho cercato di pianificare le letture alternando i generi in modo da non leggere due libri dall'effetto catatonico in consecutio temporum (traduzione libera: in sequenza temporale).
Così ho inserito nel palinsesto estivo qualche lettura impegnata o impegnativa, lasciando per ultimo un libro di cui la mia amica Doni mi parlava da un po' "Uomini che odiano le donne" di Stieg Larsson, il primo di una trilogia scritta da uno scrittore svedese morto poco dopo aver finito la sua opera.
Quando però mia cugina Marta, nel nostro scambio di libri, ha inserito la trilogia completa non ho resistito: avevo a portata di mano il primo, il secondo e il terzo volume per un totale di circa 2500 pagine. Secondo voi?

Sto leggendo come un'invasata da dieci giorni: giro per strada libro alla mano e mi domando come ancora non abbia sbagliato la fermata del tram nel tragitto casa-lavoro-lavoro-casa, leggo di notte fino a quando gli occhi iniziano a chiudersi difronte alle pagine scritte, ho letto ieri in una full immersion consentita dalla giornata festiva mentre cercavo di giocare con i bambini che rimproveravano la mia scarsa attenzione.
Sono alla pagina 27 del terzo libro:"La regina dei castelli di carta" entro sabato dovrei ritrovare un po' di lucidità.
Per ora portate pazienza, fino alla FINE.

venerdì 17 luglio 2009

Tutta colpa del calendario di Gregorio

Si dice che venerdì 17 porti sfortuna, perchè la porti solo in Italia non mi è molto chiaro.
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Per i Greci il numero 17 era un po' sfigatello visto che se ne sta tra due numeri perfetti il 16 e il 18: perchè questi ultimi fossero perfetti e il poveretto no è tutta colpa di Pitagora e dei suoi teoremi.
Nella Roma antica si usava porre sulla tomba dei defunti la parola "VIXI (vissi)": se eri vivo e ora non più, tanto fortunato non sei. Visto che VIXI è l'anagramma di XVII, qualche buontempone medioevale annoverò il 17 quale numero della mala sorte.
Ma Greci e Romani fanno un baffo ai Napoletani della Smorfia che vedono nel 17 un giorno di disgrazia.
Anche la Bibbia aiuta in questo caso perchè Gesù è morto in croce di venerdì e il diluvio universale cominciò il 17 di un anno X.
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Sarà colpa del disallineamento tra il calendario giuliano e quello gregoriano, ma oggi non mi pare proprio venerdì diciassette.
Questa mattina sono scesa in ritardo come al solito e mentre mi affrettavo verso la fermata del tram ho sentito squillare il telefono. La mia amica M3 che incontravo abitualmente il mattino fino a due settimane fa, era sul tram in transito: mi ha visto, è scesa, mi ha telefonato e insieme abbiamo preso il successivo. Dieci minuti per recuperare due settimane di arretrati non sono molti ma meglio di niente.
Entro in ufficio e "bip bip" arriva un messaggio sul cellulare: " Alle cinque del mattino di venerdì 17 è nato F., pesa 3780 kg." Da giorni eravamo un po' in ansia per il fratellino di G. che non voleva nascere e proprio oggi si è deciso. Auguri al piccolo, alla sua mamma e anche alla sua sorellina e al suo papà!
Fuori il cielo è nuvoloso e tira vento, sembra proprio in arrivo un temporale estivo. Visto il caldo di ieri, è una bella notizia.
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Buon venerdì 17 a tutti, insomma!

giovedì 16 luglio 2009

Ornitogallo: top of the list

Il marito è ingegnere con un pallino per l'informatica grande come la sfera solare: potevo forse aprire un blog senza attivare Google Analytics?
Il programma permette di tracciare una panoramica completa dei visitatori del blog: numero di visite, siti di provenienza, area geografica... tranquilli nessun nome e cognome.
La vista che più mi stupisce è quella della "parola chiave": parola che, digitata su un motore di ricerca, conduce un nuovo visitatore al blog.
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"Pisellino" è un termine molto gettonato e posso capirlo, basta pensare a quante sono le madri di figli maschi e a quante volte ho digitato io la parola mentre investigavo sull'infezione alle vie urinarie di Marco; comprensibile anche la ricerca tramite la stringa "pisellino grande" o "pisellino piccolo".
"Folletto" ha più significati: c'è chi vuole capire se un elettrodomestico così costoso ha davvero delle potenzialità in più rispetto ad altri, chi cerca nuove fiabe da raccontare ai propri figli; si può capire insomma perchè salga ai primi posti nelle classifiche.
"Appendere un quadro al muro" mi stupisce un po' ma se penso all'unico bellissimo quadro che occupa la parete della nostra sala e che per qualche scherzo della forza di gravità ancora non cade, ben vengano le ricerche.
"Ornitogallo"
"Ornito gallo"
"Ornitogallo fiore"
"Ornitogallo bianco"
"Ornitogallo arancione"
La somma di queste cinque espressioni occupa il primo posto nella classifica degli accessi al blog: ecco questo mi pare proprio strano.
Forse gli ornitogalli piacciono a molti e molti come me non sono ancora riusciti a trovarli sul mercato (a parte Babuska e l'anonimo dal balcone fiorito, non ho avuto altre informazioni), o forse più semplicemente sono l'unica blogger che ha pensato di dedicare il titolo di un post a questo bellissimo fiore.
Di sicuro dopo l'articolo di oggi "Ornitogallo" avrà molti punti di vantaggio rispetto "Pisellino", insomma "Ornitogallo c'è! Ornitogallo c'è!" .

mercoledì 15 luglio 2009

Caldo africano

Dopo quattro estati consecutive scandite dalla sequenza: "pancia-allattamento-pancia- allattamento". Quest'anno sono libera e a inizio estate ero felice di rientrare nei miei vecchi abitini senza essere impedita dalla pancia o da un seno eccessivamente prosperoso, che ad essere sincera era molto meglio del mio piattume.
Di fatto la torrida estate scoppiata in maggio con abbondante anticipo rispetto agli anni precedenti si è fermata a maggio e il 2009 ci ha regalato un giugno e un inizio luglio poco più che primaverili. Una temperatura davvero ideale per la mia pressione che però non mi permetteva di sfoggiare l'abitino da Audrey Hepburn and similia.
Poi la grande notizia: "mercoledì e giovedì si preannuncia caldo africano".
Oggi è mercoledì e io sono uscita di casa presto con un vestito che poco si differenzia da un copricostume (oh i miei copricostume sono molto castigati!) e fuori sta iniziando a piovere.
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Da un lato dico meglio così, dall'altro se qualcuno passa di qui con coprispalle, ombrello e stivali...

martedì 14 luglio 2009

Fatti, informazioni e censure

Anni fa la rivista Avvenimenti aveva distribuito insieme al giornale un libro di Claudio Fracassi "Sotto la Notizia Niente. "
Il titolo del libro parla da sè. Si possono creare informazioni o censurarne altre, si possono inventare fatti e su questi creare notizie per distogliere l'attenzione dal vero. Le informazioni che ci vengono veicolate da giornali e telegiornali sono interpretazioni di un fatto, a volte manipolazioni dello stesso, altre volte pure invenzioni.
Nel libro ci sono storiche "libere interpretazioni"davvero interessanti.

Che il mondo della informazione non sia trasparente è cosa nota, che poi si censuri il vero a discapito del non vero è alquanto bizzarro.
Eppure la censura è sempre in agguato, lo dimostra anche il decreto Alfano e proprio contro quest'ultimo oggi si chiedeva di scioperare: una giornata di silenzio contro un decreto che imporrebbe anche ai blogger l'intimazione alla cancellazione di notizie ritenute inadatte pena una sanzione pecuniaria.
L'autocensura per protestare contro la censura non mi è parsa una grande tattica, ammesso che a qualcuno possa interessare a tal punto il contenuto del mio blog da verificare quello che scrivo, ma non esiste solo il mio blog.
Mi è parso più utile fare un po' di pubblicità ad un libro che apre gli occhi sul mondo delle informazioni se ancora ce n'è bisogno e continuare a scrivere come ho sempre fatto, nel rispetto di me stessa e degli altri, spero.

lunedì 13 luglio 2009

Un giro in barca

Da Lecco costeggiando il lago con direzione Bellagio si incontrano “diverse sporgenze e rientranze secondo l’avanzare e del rientrare della costa”, anse che formano piccole spiaggette in cui è possibile sostare a prendere il sole o, per i più coraggiosi, a fare il bagno. All’altezza di Onno la vista è davvero sorprendente: a sinistra il ramo di lago che in prossimità di Bellagio incontra il suo ramo gemello e a destra lo stesso ramo che sembra scomparire inghiottito dalle montagne che fanno da cornice. Verso sera quando il sole inizia la sua discesa, l’acqua cambia colore: assorbe il verde delle montagne e lo restituisce velato d’argento.
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Lo zio Giò è un vero appassionato della zona e quest’anno per meglio esplorare il lago e i suoi segreti ha comperato un piccolo motoscafo.
Da tempo ci invita a fare un giro in barca e sabato pomeriggio abbiamo accettato. Ci ha raggiunto a Onno via lago e siamo partiti per l'escursione.

Marco era euforico, abbandonata ogni paura per l’acqua ha cercato di imitare lo zio e il papà che spesso si tuffavano dalla barca ma l’incarico di guidare il motoscafo lo ha frenato. Luca al contrario è rimasto abbracciato a me come una cozza per tutto il tempo per poi ritrovare la sua vivacità a riva dove si è divertito a camminare sui sassi e a lanciare pietre nel lago insieme al fratello che di tanto in tanto avanzava nell’acqua con timore ma ripeteva a tutti con orgoglio: “io bagno i piedi!”

La giornata si è conclusa con un raduno di famiglia perché oltre a zio Giò, zia Lu e i rispettivi fidanzati, ci hanno raggiunto nel tardo pomeriggio i nonni.

Nonna Grazia adora l’acqua ma non sa nuotare, nonno Gianfranco ne ha una paura folle.
Potevamo impedire a nonna Grazia un giro in barca?
Potevamo impedire a nonno Gianfranco di assumere la sua classica posa mussoliniana nell’inutile tentativo di impedire alla nonna di annegare?

venerdì 10 luglio 2009

Solo il tempo...

P. è più grande di me d'età, più giovane d'aspetto.
Qualche parola sulle scale, qualche risata alle feste di Natale e poco più fino al giorno in cui entrambe abbiamo iniziato a percorrere lo stesso cammino, quello che porta al sentimento più grande che una donna possa provare sia esso d'amore o di dolore: mentre io iniziavo a fare i primi passi con mio figlio, lei accompagnava il suo verso il traguardo finale.
Il pudore e il rispetto per sentimenti così opposti ha reso meno frequenti i nostri incontri, meno profonde le nostre domande, meno presenti le nostre vite.
Poi quando i suoi occhi hanno smesso di velarsi di lacrime alla vista del mio Marco abbiamo ripreso a parlare e a incontrarci alle "Just" riunioni a casa sua.
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E così quando Marco ha avuto bisogno di una infermiera il mio egoismo di madre ha pensato a lei, alla sua infinita dolcezza ma anche alla sua vicinanza fisica.
Un po' di ansia iniziale e poi la conquista: Marco prepara disegnini per lei dopo l'iniezione mentre P. si ferma a chiacchierare con noi.
Non è bello tenere fermo mio figlio per cinque minuti mentre mi supplica di smettere ma in tutto questo forse ho ritrovato un'amica.

giovedì 9 luglio 2009

Per una iniezione

Era il sei aprile e io quel giorno compivo 6 anni. Nonna Anna -nonna per età, affetto, vicinanza- cercava di convincermi a uscire da sotto il letto per la solita penicillina e quel giorno era più dispiaciuta del solito: non era quello il modo con cui voleva augurarmi "Buon compleanno!".
Di una serie di iniezioni nella mia mente è rimasto solo il ricordo di quel giorno e il suo senso di colpa, il suo dispiacere per quello che ogni mattina doveva fare, tanto affetto per la dolcezza con cui cercava ogni volta di convincermi e gli abbracci di mia madre.
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Ieri sera Marco ha fatto la prima di sei iniezioni di antibiotico.
Non so cosa rimarrà a Marco ma stiamo cercando in ogni modo di non fargli vivere come un trauma questa esperienza.
Dentro me invece ogni volta che succede qualcosa ai miei figli, rimangono piccoli frammenti della mia impotenza difronte alla loro supplice richiesta di aiuto e la certezza che in quei momenti non vorrei mai essere altrove.
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martedì 7 luglio 2009

Abitudini contagiose

L' indipendenza dai microclismi di glicerina è coincisa per Marco con la dipendenza da un rituale che prevede la presenza di una sedia davanti al water e la madre seduta dietro la sedia ad ascoltare le sue confidenze.
Il tempo medio di una seduta è di dieci minuti durante i quali vengo resa partecipe delle attività svolte in mia assenza, il tutto intervallato da: "mamma è dura" , "mamma ho fatto un primo pezzettone", "mamma non esce", "mamma mettimi la glicerina", "mamma ce l'ho fatta!".
Inutile ribadirgli che una sintesi a fine seduta è più che sufficiente.
Luca ha raggiunto precocemente un buon controllo degli sfinteri e pretende di essere accompagnato al vasino ogni volta che "pupu, pupu" scappa. Per imitazione, venerazione o competizione ancor non so, vuole che io mi sieda accanto a lui ad ascoltare le confidenze che in genere arrivano nel momento di massimo sforzo: "mammmmmma mmmm" per poi elargire sorrisi orgogliosi quando si alza e guarda dentro il suo vasino non più lindo.
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Ora l'Elasty mamma scrive spesso delle sedute in bagno dei suoi bimbi: pare che due Hobbit di cinque e tre anni pretendano la presenza della madre-confidente durante il rito serale.
Per molti motivi si potrebbe voler vivere nella Elasty Family o assomigliare ad essa, perchè noi abbiamo scelto il meno desiderabile di questi?

lunedì 6 luglio 2009

Pedalando in bicicletta, la domenica...

Alle spalle della casa dei nonni si estendono diversi ettari di terreno attraversati da sentieri: la nostra solitaria passeggiata in bicicletta la domenica mattina. Il percorso si snoda in quella che un tempo era la località Tre Ponti e che oggi è frequentato dai contadini che in quella zona ancora lavorano ma fortunatamente sconosciuto dalla maggior parte degli erbesi.
Ieri complice il caldo, la passeggiata è stata rimandata al tardo pomeriggio e insieme a noi c'erano zia Lu e Paolo, il fidanzato.

Il tratto di terra battuta immerso tra arbusti e alberi dei fioristi della zona, lascia il posto ad uno stretto sentiero erboso che attraversa prati e rogge e che regala a metà percorso un magnifico gelso bianco, unico tra tanti gelsi neri.
Poi la strada sterrata che fiancheggia il maneggio, un primo ponte, prati verdissimi e incontaminati, campi di granturco, un tuffo in un sentiero boscoso più cupo e a tratti paludoso e ancora altri campi attraversati da una roggia dagli ampi argini.
La traversata della roggia ci regala tante risate e punture di insetti perchè, sempre, qualcuno si arena nel tratto fangoso del letto e finisce con i piedi in acqua. Io ormai attraverso la roggia pedalando scalza.
Un altro tratto di verde e di prato inglese coltivato e poi la fattoria del contadino dove in volata vediamo le mucche ed evitiamo i cani che rispondono al "bau bau" dei bambini. In volata e per un breve tratto anche in apnea, perchè il contadino ha allestito "l'oasi concime naturale".
Un sentiero coperto da ghiaia ci riporta alla casa dei nonni.
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Come dicevo ieri pomeriggio con noi c'era zia Lu, che nonostante il gel antizanzare per bambini è stata attaccatta dalle micidiali zanzare tigre e dai tavani. Temo non ci accompagnerà tanto spesso nella nostra passeggiata domenicale.

venerdì 3 luglio 2009

Confidenze fraterne

Marco (3 anni e 8 mesi) e Luca (1 anno e 8 mesi) giocano ognuno con la sua pallina in sala mentre io sto ultimando di sparecchiare e sistemare la cucina. Il papà rientrerà più tardi questa sera.

"Luca lo sai che c'era Michelle all'asilo? Mi piace la coda."
"A bum..."
"Mi piace tutto di lei."
"A bum..."
"Mi sono innamorato. Le ho dato un bacino e domani porto una caramella."
"A bum..."
"E tu Luca di chi sei innamorato?"
"A bum... pamma!"
"Luca sei innamorato di Giorgia?"
"Giogiaaaa!"
"Luca allora sei innamorato di Giorgia?
"Ni."
"E ti piace tutto di lei?"
"Ni."
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"Mamma!!!!! Mamma io sono innamorato di Michelle e Luca di Giorgia. Sei contenta?"
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"Papà! Papà sai che io sono innamorato di Michelle e Luca di Giorgia. E' vero è?"
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Michelle è una bimba di 8 anni circa, figlia della maestra di Marco e nel periodo estivo sembra accompagnare la madre sul posto di lavoro, la frequenza delle visite di Michelle a scuola non è chiara.
Giorgia è una bimba di 9 mesi dai grandi occhini marroni, compagna di nido di Luca da poco più di un mese. Giorgia è l'unico nome comprensibile che Luca riesce a pronunciare.
Mamma ha 35 anni e una discreta abilità dialettica ma difronte al suo Marzullo innamorato preferisce tacere.

giovedì 2 luglio 2009

Tempo di bilanci... non ancora chiusi

La scuola d'infanzia è finita, i lavori svolti durante l'anno sono stati consegnati ai genitori, l'incontro con le maestre e la direttrice per un rapido ripasso sul lavoro svolto e un anticipo di quello che ci aspetterà a settembre è stato verbalizzato e consegnato in segreteria nei tempi stabiliti. Una simpatica pizzata animata da bambini che ancora non hanno festeggiato il primo lustro ha avuto un insperato successo.
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L'asilo nido ha organizzato la festa di fine anno a cui partecipiamo ormai da quattro anni. Sonia, la direttrice, ha consegnato ai genitori il quaderno dei lavori svolti e un simpatico CD con scatti rubati ai bambini mentre si divertono lontano dagli occhi dei genitori e poi la sempre divertentissima cerimonia di consegna della pagella che vede bambini dai nove ai venti mesi seduti uno accanto all'altro, pronti ad alzarsi (si fa per dire) e ricevere l'attestato quando la maestra li chiama per nome e cognome. Tutti promossi!
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"Mamma, domani dove andiamo?"
"All'asilo estivo, Marco"
"E Luca?"
"All'asilo anche Luca."
"..."
"Ma domani andiamo in un asilo nuovo, bellissimo, con un grande giardino e tante giostre, ci saranno alcuni tuoi amici e la tua maestra, vedrai ti divertirai tantissimo!"
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"Allora Marco ti sei divertito oggi?"
"Mamma sai che c'era Michelle!"
"Davvero?!"
"Sì e appena l'ho vista gli sono corso incontro!"
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"Luca, amore bellissimo di mamma, come è andata oggi?"
"A kn, mamma papà me papo"
"Grazie, certo che pensi sempre a tutti noi, grazie del tuo sorriso e dell'abbraccio amore mio!"
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Oggi il cuore di mamma è più sereno.

mercoledì 1 luglio 2009

Qualcosa di cui sparlare

Ci sono persone che hanno la brutta abitudine di criticare e sparlare di tutti. Se poi non hanno argomenti validi, li creano ad arte. Un blog può essere una ottima fonte di pettegolezzo o un morboso oggetto del desiderio per chi ama entrare nella vita degli altri al solo scopo di spettegolare.
La cosa sarebbe anche abbastanza lecita se si spettegolasse di qualcosa che è realmente scritto nel blog, infondo il pettegolezzo verrebbe assimilato ad un commento di disappunto non scritto. La cosa diventa oltremodo fastidiosa se si spettegola del non scritto perché non si dispone di un acume tale da saper distinguere l’ironia e l’iperbole ove sono presenti.
La cosa diventa molto antipatica quando le arbitrarie interpretazioni vengono riportate a chi conosce me ma non quello che scrivo.
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Ora nel mio blog c’è molto di me, dei miei affetti e di quello in cui credo, del mio approccio alla vita. Ho la sana abitudine di pensare positivo e spero di saper accettare le critiche se costruttive.
C'è abbondante spazio per obiettare e dissentire: commenti pubblici e mail privata riportata sul blog stesso; chat, telefono o porta dell'ufficio per chi preferisce.
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Se poi proprio volete qualcosa di cui sparlare, contenti voi...