domenica 21 marzo 2010

Quello che da Cuba non puoi scrivere

Sto scrivendo da Cuba, ma quando pubblicherò il post sarò di nuovo a Milano. Perchè?.
Da Cuba l'accesso ad Internet è possibile tramite schede prepagate anche se l'accesso è molto lento, costoso e difficoltoso; inoltre nei pc in dotazione non si può inserire la propria pen drive per copiare un articolo già confezionato. In questi giorni ho scritto sul blog grazie ad Antonio che aveva configurato prima di partire un account mail per la pubblicazione diretta: bastava trovare qualcuno che leggesse la chiavetta e spedisse a quell'indirizzo una mail avente per subject il titolo del post e per contenuto l'articolo stesso. Ovviamente riservatezza dei contenuti zero.
E di questa Cuba non posso scrivere restando qui.
Ma se Internet è un mondo per pochi, per quei pochi che i soldi li hanno, come si può parlare di ugualitarismo? E' così vero che è un Paese in cui tutti lavorano per un salario dai 20 ai 50 pesos mensili (più o meno 17-42 euro)?
Qui nessuno nega che il salario è altro rispetto al guadagno mensile e questo anche e soprattutto grazie alle mance dei turisti. Ma quando chiedi “E chi lavora nei campi, lontano dai turisti, come sopravvive?” le risposte sono evasive e non riesci a capire. Ti ripetono che a Cuba l'istruzione e la sanità sono gratuite ed efficienti, che per ogni famiglia esiste una razione di cibo mensile data dallo Stato, che la corruzione e delinquenza non sono un problema sociale, ma tutto ciò non basta a spiegare come è possibile costruirsi una casa di proprietà, benchè spesso sia in legno e foglie di palma e sempre esente da imposte; o a comprare un frigorifero che costa quanto da noi se non di più.
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A Cuba lo Stato Socialista provvede e controlla ma chi può, cerca di "fregare" quello stesso Stato di cui a parole è fiero, come alcune guide turistiche che durante le gite incassano soldi vendendo cd, sigari e rum e consigliando di non acquistare gli stessi prodotti nelle fabbriche che vengono visitate perchè vendono a prezzo più alto. Non dimenticano però di ringraziare i turisti per il proprio tenore di vita che a quanto si vede non è dovuto alle sole mance! O ancora il tassista che si apposta ogni giorno dentro la reception dell'hotel e offre ai turisti le sue promozioni: il prezzo è lo stesso dei colleghi ma lui parla francese e inglese e si propone anche come guida turistica. Stabilito l'accordo, informa i clienti che è meglio incontrarsi nella via laterale all'hotel in modo da non essere visto dai colleghi che, abbiamo scoperto poi, avrebbero una priorità di partenza stabilita. La corsa non viene registrata e lungo la prima parte del tragitto una serie di segnali gli garantiscono che nessuno si è accorto di nulla. Lui promuove sè stesso, dice, quando cerchi di fare qualche domanda, gli altri no. Tutto QUASI regolare in un'ottica di libera concorrenza, ma se il mercato qui non esiste, se lui davvero non guadagna in base al numero di corse?! Il sospetto che il guadagno sia in buona parte se non tutto "in nero" c'è. Non a caso si sente ripetere spesso “tutto il mondo è Paese”.
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Questo è quello che da Cuba non puoi scrivere, non se per pubblicare chiedi un favore a un cubano che lavora per lo Stato.
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Cuba è anche altro. L'altro giorno stavo aspettando Antonio che era in coda all'Ufficio Cambi. Mi si è avvicinata una ragazza molto bella che aveva con sé la figlia di sei anni. Lei di anni ne ha 22 e il suo fidanzato straniero 72; stanno insieme da quattro anni, ovviamente lui non la porta in Italia dove è regolarmente sposato e anche quando viene a Cuba devono essere registrati in due hotel diversi perchè la differenza di età supera i dieci anni. Lei preferirebbe un compagno più giovane, ma quello ha trovato. Questa è la Cuba in cui il denaro consente di comperare le persone, la loro dignità, ma questo succede ovunque ci sia povertà, anche ai margini del nostro benestante Paese. E forse è meno peggio di altrove dove per denaro si vende molto più della dignità.
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Ovvio che questi sono alcuni aspetti di Cuba più o meno marginali, ovvio che il fascino di Cuba almeno per noi era altrove: Cuba è gente allegra, cordiale che sta seduta sull'uscio di casa e ti saluta quando passi in bicicletta e non lo fa solo nella speranza di un pesos o perchè pensa che tu sia la moglie straniera di un cubano: e sì Antonio dopo dieci giorni di sole è il fratello di Che Guevara! Cuba è colore, allegria, musica, ballo, voglia di vivere. Cuba è un mare da sogno, un cielo limpido di giorno e stellato di notte e anche se da queste parti dicono che questo inverno è più rigido del solito, a noi qualche giornata nuvolosa non è sembrata tanto grigia. Ma di tutto questo si può parlare anche da qui.


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