mercoledì 30 settembre 2009

Cinque minuti

Allontani il pensiero, nascondi il desiderio, ironizzi sul tuo scarso impegno circa i "doveri coniugali" e per più di trenta giorni vivi le tue giornate. Sei contenta della tua vita, della tua quotidianità. Sei felice.
Poi arrivano quei cinque minuti e realizzi che passeranno altri trenta giorni prima di tornare a sperare.
Ripeti a te stassa che hai due figli meravigliosi, hai molto di più di quello che tanti desiderano e non possono avere, ripeti a te stessa che la tristezza di quei momenti non è nulla rispetto alle delusioni che provavi anni fa, sei egoista a sperare ancora.
Ma chi vuoi convincere?
Non è vero che la delusione è meno forte.
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Ti tornano in mente le parole dell'ultimo libro che hai letto: "Specialmente se non potranno mai vivere quella ubriacante sensazione di "possibili creatori di vita"... e l'euforia del potere, anche se solo per qualche mese, entrare in contatto con un figlio....
Perchè, anche se non ve lo siete detti...... ti confessi che tante volte l'hai fatto sperando che il vostro stare insieme potesse avere anche una finalizzazione così speciale."
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Cinque minuti. Il tempo di metabolizzare la sorpresa, di deglutire e respirare forte, di asciugare una lacrima non scesa, di una telefonata: "Anche questo mese nulla." "Perchè ci speravi davvero?" " Beh sì, ci speravo, anzi ne ero certa questa volta".
E poi ritorna il sorriso e la vita di sempre e riprende la tua giornata, sospesa per soli cinque minuti.
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PS: Se vi capita tra le mani "La NEVE SE NE FREGA" di Ligabue (234 pagine), leggetelo. Che poi di questi tempi dove la "libertà" rischia di restare solo un concetto astratto... male non fa.

martedì 29 settembre 2009

Chi si lamenta?

Risvegli notturni sempre più rari.
Sveglia all'alba.
Colazione tutti insieme.
Riassetto camere.
Biancheria stesa.
Pulizia denti.
Baci abbracci e "carezza" davanti all'ascensore.
Saluto dal finestrino del tram.
Fusione da seguire.
Procedure sparse.
Pranzo ognuno per conto suo.
Ritiro bambini
Sosta al parco.
Acquisti per la cena.
Giocattoli per la casa.
Biancheria da stirare.
Bagno con le paperelle.
Cena tutti insieme.
Ti racconto cosa ho fatto oggi.
Mi racconti cosa hai fatto oggi.
Bimbi a letto.
Ci raccontiamo cosa abbiamo fatto oggi.
Lettura libro.

Nulla di cui lamentarsi.

lunedì 28 settembre 2009

Tempo di castagne

Le domeniche di fine settembre e inizio ottobre sono dedicate alle castagne.
I miei genitori sono dei veri esperti della raccolta, spesso andavano per boschi il mattino presto prima di iniziare la giornata lavorativa perché, a detta loro, era il momento migliore. A volte li accompagnavo anche io, altre volte ci andavo con le amiche.
Sempre sono/siamo tornati a casa con sacchetti colmi. Poi…

Quattro anni fa in questo stesso periodo siamo andati in località Pian Rancio. Nonno Gianfranco, non ancora nonno, guidava il gruppo; nonna Grazia, non ancora nonna, portava i sacchetti; Antonio non aveva di meglio da fare e io, in evidente sovrappeso causa imminente parto, io non potevo mancare.
Ci siamo persi nei boschi, abbiamo gironzolato per sentieri e pendii per quasi due ore e non abbiamo raccolto nulla. Solo per caso il parto è rimasto imminente e non immediato.
Tre anni fa nonno Gianfranco e nonna Grazia sono andati vicino a casa portando con loro Marco che camminava appena. Marco ha perso l’equilibrio ed è caduto faccia a terra schiacciando un riccio. Ovviamente niente castagne e per tre giorni ho estratto spine da un faccino arrossato.
Due anni fa ero di nuovo in sovrappeso, non potevo fare troppi sforzi e così Antonio, Marco ed io abbiamo deciso di abbandonare la raccolta e di accontentarci di una “castagnata” alla Salute. Luca è nato cinque giorni dopo.
Lo scorso anno Antonio, Marco, Luca ed io, in compagnia di alcuni amici siamo andati a Barni decisi a raccogliere quante più castagne avremmo potuto. La giornata si è conclusa con un nulla di fatto e una grande abbuffata in un ristorante della zona.
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Ieri era una bellissima giornata, potevamo non provare?
Nonno Gianfranco, Nonna Grazia, Antonio, Marco, Luca e ovviamente io siamo andati a Valbrona.
Marco ha imparato a togliere le castagne dai ricci schiacciandoli con le scarpe, Luca ha raccolto entusiasta castagne e marroni facendo a gara con il fratello nel riempire i sacchetti di nonna e mamma; il nonno ha cercato di insegnare ad Antonio a “pertegare” i castani dimenticando di non avere più i vent’anni di un tempo, io e nonna...
Ci siamo divertiti, i bambini erano contentissimi e i nostri due kg. ci aspettano questa sera per cena.
Visto che gli anni di magra sono finiti, domenica si replica.

venerdì 25 settembre 2009

Come fa i buchi lui...

Un libero professionista è abituato a ricevere telefonate del tipo: "Mi hanno parlato molto bene di lei, ha svolto un ottimo lavoro sarebbe interessato a lavorare per noi?" o ancora "Siamo stati pienamente soddisfatti del suo precedente lavoro, vorremmo incontrarla per parlare di un nuovo incarico."
In genere succede in periodi in cui le aziende crescono, si espandono, investono.... non è esattamente la situazione di questi ultimi anni ma può sempre succedere.
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"Pronto, sig. Laterza?"
"Sì con chi parlo?"
"Qui è la scuola d'infanzia avremmo bisogno di lei subito per fare due buchi, il nostro trapano non funziona!"
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Antonio mercoledì si è presentato alla scuola d'infanzia con abbigliamento molto informale, come concordato con l'insegnante ha fissato al muro gli appendiabiti nel bagno della sezione Azzurra ed è tornato a casa soddisfatto per il lavoro svolto e felice di essersi liberato di un peso.
La commessa, quella che un tempo veniva chiamata bidella, ha evidentemente apprezzato il lavoro.
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"Come non funziona?"
"Vede il nostro trapano non è molto potente ma il suo non ha avuto problemi a bucare il muro. Potrebbe venire?
"In questo momento sono in ufficio e in genere non porto il trapano con me, possiamo accordarci per un'altra giornata?"
"Niente trapano? Va bene però è piuttosto urgente, facciamo per domani mattina. Arrivederci."

giovedì 24 settembre 2009

Tutto per una carota

Qualche giorno fa ho scritto un post in cui riportavo la citazione di un libro che stavo leggendo su consiglio e prestito di Monica, una mia amica.
Andrea, un'altra amica, mi chiese un parere sull'autore.
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L'altro giorno Marco era in punizione per aver picchiato i piedi contro la porta per quasi un'ora, causa del capriccio: la carota del fratello era più lunga della sua. La punizione consisteva nell'andare a letto dopo cena con la faccia voltata verso il muro e in silenzio. L'elemento recepito come punizione era il dover stare zitto, ovviamente.
Per quasi due ore Luca ha voluto far compagnia al fratello e se ne è stato seduto sul suo letto a ridere e giocare da solo.
Io avevo le stesse due ore per me, per il mio libro e così mentre svolgevo l'ingrato compito di guardiano in fondo al letto, sono arrivata all'ultima pagina.
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"I casi dell'avvocato Guerrieri" di Gianrico Carofiglio edito da Selleri è una raccolta di tre libri, tre casi giudiziari appunto che hanno per protagonista l'avvocato Guido. Alla mia amica Andrea e a chi volesse leggerli dico che oggi pomeriggio andrò in libreria alla ricerca di un altro libro dello stesso autore sperando di ritrovare ancora l'umorismo, l'autoironia, la capacità introspettiva di un personaggio che piace per il suo modo di porsi, per le sue frasi dette e per quelle che avrebbe voluto dire. Se poi il lettore conosce Bari, non può perdersi i libri.
Insomma se qualcuno dovesse chiedere se ci sono riserve, se ci sono validi motivi anche solo di dubitare che i casi dell'avvocato Guerrieri possano non piacere... :"Quello disse che no, grazie, non ne aveva".

mercoledì 23 settembre 2009

Ma come ha fatto a sposarti?

Da qualche tempo mio marito si sente ripetere da colleghi e amici: "Ma come ha fatto a sposarti Renata?".
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Ora a me piacciono gli uomini alti e longilinei, non troppo magri ma nemmeno palestrati. Se ci aggiungiamo i capelli mori e gli occhi chiari arriviamo al top.
Uomini che hanno un discreto gusto nel vestire: elegante o sportivo all'occorrenza purchè indossato con classe.
Uomini che sanno ascoltare, scherzare e far ridere, che non si prendono troppo sul serio e che dell'ironia conoscono i segreti.
Uomini che non alzano la voce, non insultano, non offendono gratuitamente e non sanno cosa sia il rancore.
Uomini che vogliono il loro spazio e che rispettano lo spazio della loro compagna.
Uomini che amano senza egoismo.
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Ora cari colleghi e amici di mio marito... non avete mai sentito l'espessione: "l'amore è cieco?"

martedì 22 settembre 2009

Diete: "Parliamoci"

Ieri alla scuola d'infanzia hanno distribuito un opuscolo dal nome "Parliamoci". L'opuscolo, ben studiato anche nella veste grafica, altro non è che il menù del mese di settembre della scuola d'infanzia e delle scuole di grado superiore, servite dalla Milano Ristorazione.
Settimana dopo settimana, giorno dopo giorno trovo tutto quello che Marco mangerà alla materna e i consigli per la sera.
Ieri ad esempio c'era: "riso alla parmigiana, medaglioni di vitellone al forno, purè e frutta fresca di stagione".
Consiglio per la sera:"insalata di pasta, spiedini di verdure, yogurt con frutta fresca o dessert".
Menù completi e vari, iniziativa lodevole.
Ma...
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A casa nostra siamo in quattro e tutti e quattro pranziamo fuori come la maggior parte delle persone che vive e lavora a Milano. E salvo poche eccezioni temo sia così ovunque.
Cosa avrei potuto preparare per compensare il riso di Marco, la pasta di Luca, la focaccia farcita di Antonio e la mie tagliatelle?
Non dite gli gnocchi perchè non avevo le patate!

lunedì 21 settembre 2009

Orgoglio di mamma!

Nonno Gianfranco se ne stava stava sul balcone, osservava i due nipotini in cortile.
Lui a due anni non aveva una bicicletta nuova o una di quinta mano visto che prima di lui la nonna Rodo aveva avuto altri quattro figli.
Nemmeno qualche anno più tardi avrebbe avuto una bicicletta sua, si limitava ad usare di tanto in tanto la bici del nonno che trovava nel cortile.
Di certo quando faceva acrobazie sulle due ruote, non ricevava sguardi compiaciuti e orgogliosi. Imparare ad andare in bicicletta era un piacere personale, una conquista per sè, era cosa normale ammesso che tu avessi una biciletta: nessuno lo avrebbe notato, nessuno ne avrebbe parlato.
"Quand seri un bagài me, gavevi no la bicicleta rusa, ciapavi quel che troeuavi in curtil e la mia mam la stava no le a guardam e rimiram."
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Raccontava tutto questo ieri il nonno, mentre osservava Luca che un mese prima del suo secondo compleanno ha inziato a pedalare da solo sulla sua bicicletta rossa: pedalava con caparbietà e determinazione, scendeva difronte agli ostacoli, spingeva la bici e risaliva per un altro tratto.
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Altri tempi, ricordi con i quali sono cresciuta e che insegnano ancora. Mi tornano in mente quando mi scopro a guardare i miei figli con orgoglio per le loro conquiste che sono solo normali tappe di crescita. E allora cerco di farlo in silenzio, ma due anni sono davvero pochi, permettemi almeno uno sguardo orgoglioso per il mio piccolo campione.

venerdì 18 settembre 2009

Dubbi

Da qualche giorno gira per casa un appendi abiti della scuola d'infanzia. Pare che la maestra avesse chiesto ad Antonio di aiutare ad allestire la nuova area in cui i bambini depositano la sacca con il cambio e gli armadietti per le giacche.

Perchè tra tutti i genitori abbia scelto proprio lui non me lo so spiegare. Non ha l'aspetto della persona a cui chiederesti un simile favore o un favore in genere.
Non ama le attività manuali a meno che non abbiano a che fare con la tecnologia e l'informatica. Anche se devo ammettere che è piuttosto bravo e se proprio non c'è alternativa si applica. Tempo fa ha smontato la porta blindata che si era bloccata e l'ha rimontata senza lasciar fuori alcuna vite: nessuno credeva che quella porta sarebbe tornata a funzionare! Pensandoci la porta blindata qualche attinenza con la tecnologia potrebbe anche averla ma fissare gli appendiabiti al muro non è da lui. A casa non l'avrebbe mai fatto.
Da qualche giorno girava per casa tale appendiabiti, dicevo, da qualche giorno fino a ieri quando Antonio ha speso la sua pausa pranzo al Brico e si è recato alla scuola d'infanzia con l'occorente per il lavoro.
In questo momento dovrebbe essere all'opera.

Riflettendo:
  • non è il tipo che dice sì controvoglia solo per compiacere a qualcuno;
  • non ha inizato a far uso di droghe o strane sostanze, non che io sappia almeno;
  • la nuova maestra è troppo giovane e non mi sembra il suo tipo;
  • non ha mai mostrato un interesse tale per l'attività del cognato da far supporre un futuro ingresso nella ditta di zio Giò, di certo non come apprendista falegname.

Mi resta solo una ipotesi, però non so quale sia.

giovedì 17 settembre 2009

Quotidianità

Il nido ha riaperto da quasi tre settimane e la materna da due. L'anno sembra iniziato bene. Luca, dopo il pianto dei primi giorni, saluta felice il papà al momento del distacco. Marco ha mostrato da subito entusiasmo nel rivedere i compagni e per la nuova maestra. Saranno i tatuaggi che la rendono così simile a zio Giò !?

Io, come sempre, arrivo dopo: li vado a prendere e mi informo con le maestre.
"Luca oggi è stato bravo, non ha graffiato nessuno, non è stato morsicato da nessuno, ha mangiato tutto il primo, metà secondo, niente verdura. Ha fatto la cacca. Vado a prendere il cucciolotto." dice la maestra Franca.
"Marco è stato bravo, è un bambino tranquillo." dice la maestra Claudia.
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Breve tragitto in auto.
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"Come è andata oggi, ragazzi?"
"Si ciao ragazzi devi dire Marco o Luca. Dai mamma facciamo la conta per chi parla per primo, però devo vincere io."
"No meee" replica Luca.
"No me" fa il verso Marco.
"No meee..." viene ripetuto più volte alternativamente, a voce sempre più alta tra l'ilarità crescente di Luca e il livore di Marco.
"Ok allora parlo io. Oggi c'erano le bambine nuove, tutte femmine e così io ho giocato con Mattia e Filippo."
"No me... butto Marco. Mamma pipì. Mamma betta ? me betta? Mamma parco. Mamma papà? (Tocca a me ora. Marco sei brutto. Mi scappa la pipì, dov'è la mia bicicletta? Voglio andare al parco. Mamma dov'è papà?)"
"Papà è al lavoro...bip bip. E sì parco, non vedi che piove? Mamma andiamo al parco davvero?"
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Parcheggio, li trascino in casa.
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"Ciao Luca come ti chiami, dai dimmi come ti chiami?"
"Uca."
"Bravo, sei proprio un bambino bravissimo....Quanti anni compio Luca?"
"Treeeeeeee." con orgogliosa mostra delle dita.
"No quattro."
"No treeeeeee" con sempre più orgogliosa mostra delle dita.
"Luca quattro, quattro hai capito?"
"Si, treeee."
"Luca insomma quanti hanno compi tu?"
"Me treee." con grassa risata
"No due."
"No treeee." con sempre più grassa risata.
"Due Luca, due. Ti devo proprio insegnare tutto io?
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Per chi non vede Marco e Luca da un po', quanto sopra è un assaggio dei progressi comportamentali e linguistici.
Per chi non vede me da un po': sto benissimo, tranquilli.

mercoledì 16 settembre 2009

Ricordo di un mito

Era il primo maggio, la festa di compleanno della Fede. Mi aveva accompagnato mio padre perchè il primo maggio i mezzi pubblici non funzionano e Como era lontana. Eravamo tutte ragazze di 16/17 anni, tutte tranne uno: Roberto B. che nessuno di noi conosceva, festeggiata a parte.
Tale Roberto ha sopportato cotanta presenza femminile per buona parte del pomeriggio ma alla decisione di vedere "Dirty Dancing" ha iniziato a vacillare. A metà film l'abbiamo visto preoccupato e non so quando, è uscito di casa senza far ritorno. Come dargli torto?
Patrick Swayze a dorso nudo aveva provocato una tempesta ormonale su un gruppo di educande, il susseguirsi di scene in cui Johnny e Baby ballano con trasporto e si amano le aveva trasformate da Cenerentole alla ricerca del Principe Azzurro in gatte in calore, i commenti alla visione del fondo schiena nudo dell'attore... quelli non li posso trascrivere.
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Dopo quella prima, penso di aver rivisto il film una quindicina di volte.
Mio marito, che mai rivedrebbe un film solo perchè la protagonista è Sharon Stone senza veli, si è sempre chiesto perchè mi piacesse. Le battute sono spesso banali e la trama a dir poco scontata ma visto che la visione di Patrick fa effetto a trent'anni come a sedici, soprassedeva.
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Ieri l'attore se ne è andato per sempre e come era immaginabile alla TV hanno ritrasmesso Dirty Dancing. Ho salutato il mio mito davanti alla pellicola, il resto non è necessario che lo scriva.

martedì 15 settembre 2009

Alti e bassi

"Al sole si stava bene, caldo il giusto, da chiudere gli occhi e addormentarsi con il libro nella sabbia vicino alla sedia. Così feci, con le voci della spiaggia che sfumavano nello strano benessere che mi aveva avvolto." da Testimone Inconsapevole di Gianrico Carofiglio.

Sensazione bellissima: etraniarsi da tutto e lasciare la mente libera di vagare nel nulla, trasportata dalla monotonia di un rumore amico.
Mi sono segnata la frase mentre leggevo durante il tragitto casa-lavoro. La riprendo ora nel tentativo di liberare la mente e sorridere, nonostante tutto.

venerdì 11 settembre 2009

Auguri Nonna Anna

La rivedo...
... nel giorno del mio sesto compleanno, sono nascosta sotto il letto perchè non voglio l'iniezione, mi convince ad uscire e mi abbraccia con le lacrime agli occhi.
... ho otto anni, camminiamo insieme fino al vicino supermercato stando ben attente ad evitare le lucertole che io detesto e lei anche.
... è estate, mi mostra con orgoglio i funghi porcini trovati dal figlio a Santa Caterina.
... anno dopo anno seduta nella cucina di zia Tita , curva per ore su secchi colmi di foglie di verza, pulite una ad una per preparare la cassuola.
... il giorno del suo ottantunesimo compleanno: ha Marco in braccio e le sto scattando una foto.
... un'ultima volta:
è ancora bella, ordinata e pettinata; ma non mi può più vedere, ascoltare, parlare.

La ascolto...
... mentre elogia la verdura e la frutta fresca, quella dell’orto e del giardino di mio padre. Adorava nocciole e fichi.
... parlare della sua vita, di come da giovane raggiungeva Milano stando aggrappata al treno con le dita intorpidite dal freddo.
... raccontare dell'infanzia dello zio Felicino con tutto l’amore e l’orgoglio di una madre.
...mentre rileggo le sue lettere, una scritta quando mi sono sposata e una per ciascuna delle nascite dei miei figli: aveva ottant’anni, parlava perfettamente italiano e la sua calligrafia era curata, precisa.

Sapeva amare e amava me come fossi sua nipote e voleva essere chiamata “Nonna Anna”.
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Domani avrebbe compiuto gli anni.
AUGURI NONNA ANNA, ovunque tu sia!

giovedì 10 settembre 2009

Incontri al parco


"Ciao sono i tuoi bambini?"
"Sì"
"Ma tu non hai una figlia femmina?"
"No, sono due maschietti."
"Perchè non hai una figlia femmina, non ti piacciono le bambine?"
"..."
"Ma dove abiti?"
"Qui vicino."
"Ma dove esattamente?"
"Poco distante."
"Ma tu comperi i regali ai tuoi bambini?"
"A volte."
"Oggi è il mio onomastico e la nonna mi ha regalato un birikkino. Li conosci i birikkini? No non è proprio il mio onomastico ma la festa del duomo e allora la nonna ha detto che lo potevamo comperare. Però uno e pedalare? Lo vuoi vedere il birikkino? Guarda (mi presenta il foglietto illustrativo) questo non ha il pannolino e non mi pace perchè fa la pipì. Questo ha la bavaglia, questo il cappello, questo si chiama Bricconcello ma lo trovi nella scatola con disegnato Piripicchio perchè la mia amica l'ha comperato e si è accorta che hanno invertito le scatole....Glielo comperi ai tuoi bambini? "
"Ma veramente..."
"Sì al loro onomastico. Quando è il loro onomastico? Come si chiamano i tuoi bambini?"
"Marco il grande e Luca il piccolo."
"A vedi quello è mio fratello e quella è mia sorella e questi sono i suoi orecchini. Lei non ha il buco e allora li metto io, all'inizio non mi piacevano ma adesso li metto perchè questi non mi fanno male. Ho appena fatto il buco e non ho sentito niente perchè sono grande e non avevo paura e il signore che mi ha fatto il buco ha detto che se non hai paura non senti male. La mia amica invece...."
"BASTA!!!!!!!"

Ditemi che mio figlio, logorroico e egocentrico già ora, a otto anni e mezzo non sarà così!

mercoledì 9 settembre 2009

Parole al Nord e al Sud

Pare che al Nord, a Milano e dintorni almeno, sia abitudine diffusa pronunciare le parole eliminando la sillaba finale. Mio marito sostenitore della teoria dell'apocope meneghina, trova infatti strano che la televisione venga chiamata "tele", il frigorifero "frigo", la bicicletta "bici", la professoressa "prof". La sua analisi si estende poi ai nomi di persona dove l'apocope assume la connotazione nazionale ma con una eccezione fonetica. Infatti che Antonio si possa abbreviare con Anto e Renata con Rena, per prendere due nomi a caso, è fenomeno italico ma se sei a Milano sentirai A'nto e Rèna, se sei a Napoli sentirai Antò e Renà. Questione di accenti e mi fermo qui tra una sillaba piana e una tronca.
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Che Luca sia figlio mio e di Antonio non ci sono dubbi: la mappa cromosomica fatta quando aveva solo 16 settimane di vita ci ha rivelato chiaramente che non era figlio dello Spirito Santo e nemmeno dell'idraulico.
Ci aspettavamo un mix di geni Nord - Sud, ma le combinazioni potevano essere varie: aspetto fisico, carattere, gusti alimentari...
Ora, per mesi è stato zitto limitandosi a qualche "knu", poi ci ha sorpreso con "acca" e "atte".
Non avevo dubbi: tutto suo padre in questo!
Da qualche giorno il suo vocabolario si è arricchito: abbiamo "zanza" la zanzara, "mozza" la mozzarella, "betta" la bicicletta, "panta" i pantaloni...
Pure suo padre non ha dubbi: tutto sua madre in questo!
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Però Antonio è contento, ha finalmente dimostrato che la teoria dell'apocope meneghina non è solo una teoria.

martedì 8 settembre 2009

Cantina per poeti alternativi

Piastrelle per bagno e cucina acquistate in eccesso anni fa; addobbi natalizi; riviste universitarie e appunti fotocopiati; scatole in legno con i libri di Sandro, il deposito gratuito dura da nove anni; un condizionatore vecchiotto che nemmeno su ebay si riuscirebbe a regalare; uno sgabello ergonomico un po' acciaccato; scatoloni di cui non ricordo il contenuto; vestititi usati dai bambini e conservati perchè non si sa mai che possano tornare utili... La cantina. Il regno di Marco e Luca. Il luogo in cui tutto può apparire.
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L'altro giorno imprecavo contro me stessa per non avere ancora fissato l'annuale appuntamento con l'Amsa mentre Antonio cercava una collocazione, spero provvisoria, per il lettino con le sbarre. Gli occhi di Marco luccicavano eccitati e Luca lo seguiva fedelmente: la vecchia odiata chitarra, NO!!!!!!!

A casa nostra non ci sono artisti, l'orecchio musicale è piuttosto scarso ma la chitarra, acquistata dieci anni fa, avrebbe cambiato la vita professionale di Antonio e probabilmente anche la compagna di vita che, onde evitare il peggio, aveva fatto sparire lo strumento.
Fino a sabato almeno. Riportato alla luce il reperto, seguendo i preziosi consigli del musicista di casa, Marco ha iniziato a muovere le dita sulle corde.
Dopo un'ora di fastidiosa esercitazione mi ha chiamato: "Ascolta Mamma, suono con il cuore!"
In un istante ho rimosso ogni intento omicida nei confronti dell'ignaro strumento, mi sono sentita meschina e crudele, ho pensato che forse mio cugino Carlo avrebbe aiutato Marco a coltivare questa nuova passione e mi sono avvicinata al mio piccolo poeta. Stava litingando con il fratello, minacciandolo di "scoregge in faccia" mentre Luca al ritmo di "no me!" cercava di rubargli il cuore, il plettro rosso.
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Lezione numero uno: mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi. Perchè cavolo non ho buttato la chitarra anni fa!
Lezione numero due: chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Dopo settimane di vicinanza con lo zio Giò, l'unica poesia che regna a casa mia ha l'armonia di un rutto, di una scoreggia, di un motore acceso.

lunedì 7 settembre 2009

Attenzione! Concentrazione! Ritmo!...

Da sempre gli spostamenti in auto sono accompagnati da melodiosi suoni: "brum, brum, brum".
Da mesi la nostra auto ospita più passeggeri di quanto consentito dal libretto di circolazione. Si sono alternati Stoner e Valentino, Stoner e Biagi e da quando Stoner ha smesso di correre al moto GP ogni domenica la compagnia cambia: Lorenzo, Pedrosa, Hayden.
Da settimane la presenza dei fuoriclasse delle due ruote contagia Marco e il motto della partenza "papà vai piano" è stato sostituito da un "vai papà che arriviamo primi, papà corri!". La concitazione aumenta quando ci spostiamo con amici che ci seguono o ci precedono nella loro auto.
Ieri la nostra gita in compagnia di Giulia e della sua famiglia è iniziata così.
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"Papà corri! Ma siamo primi noi o Giulia?"
"Marco siamo davanti, Giulia non conosce la strada."
"Papà papà...."
"...."
"Papà, papà...."
"...."
"Papà, papà...."
"Marco se non la smetti mi fai perdere la concentrazione, sbaglio strada e Giulia ci supera."
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Abbandonato l'intento di inculcare le norme fondamentali della educazione stradale, abbiamo viaggiato in silenzio per dieci minuti.
Poi...
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"Papà l'hai persa?"
"Cosa?"
"Come cosa? quella cosa lì, l'hai persa?"
"Marco smettila!"
"Papà ma l'hai persa o no la funzione?.... la condizione?....quella che serve per superare Giulia!!!!!!!"
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Di certo ieri la nostra auto era priva della "concentrazione" necessaria per giudare; una buona dose di pazienza si è consumata durante il tragitto e qualche rimprovero dall'innequivocabile significato "sta zitto o ti smonto" ha investito Marco.
Io ripetevo una canzone imparata non so dove e non so quando:"attenzione! concentrazione! ritmo! velocità!" contribuendo non poco a far aumentare il livore di Marco.
Luca impassibile a quanto gli accadeva intorno, incurante degli sproloqui del fratello ha continuato con il suo "brum, brum, brum..." fino alla meta.

venerdì 4 settembre 2009

Lezioni di Scrittura

Un giorno ho scoperto il blog di "nonsolomamma" e mi è piaciuto. Non era solo il contenuto ma il modo in cui Elasty scrive che mi affascinava e affascina. Avrebbe potuto parlare di cavoli invece che di hobbit e l'avrei letto comunque.
Improvvisamente mi sono trovata ad avere del tempo libero e contemporaneamente ad essere "incazzata nera" con il mondo e con me stessa, dovevo far ordine nella mia mente: ho buttato giù un piccolo articolo e l'ho messo tra le mie note in Facebook. Ma quel post it virtuale non aveva la giusta collocazione.
Pensavo ad Elasty, al suo blog... perchè no?
E poi scrivere era sempre stato il mio sogno nel cassetto.
Ma scrivere di cosa? Di quelli che Fabio Bonifacci nella prima lezione di Scrittura definisce "dei tuoi piccoli aneddoti al mondo non gliene frega una ceppa", traduco dei ca... miei. E così senza volerlo sono finita in un club di cui nemmeno conoscevo l'esistenza: le mamme blogger.
Probabilmente continuerò a raccontare i fatti miei qui sopra, ma ho letto e studiato quella prima lezione ed è davvero interessante, esercitarmi a scrivere illudendomi di impare a farlo male non fa. Se interessa anche a voi ho linkato il sito.

giovedì 3 settembre 2009

Giallo sulla tratta Milano-Sanremo

Quando ero bambina la meta delle vacanze era sempre la stessa: la Liguria.
San Remo, Bussana, Arma di Taggia, qualche anno a Loano e poi di nuovo ad Arma.
Ogni anno mio padre lavava l'auto prima di partire, caricava i bagagli con precisione e dopo essersi assicurato che nessuno dei suoi tre figli ruminasse sul sedile posteriore, era pronto per la due ore no stop.
Ogni anno parcheggiava nei pressi della pensione e per dieci giorni l'auto prendeva il sole e poi l'ombra sempre nella stessa posizione. Salvo rare eccezioni, l'auto da lì non si muoveva.
Gli anni sono passati, i tre figli hanno scelto altre mete ma i miei genitori, ormai nonni, restano saldamente ancorati alla loro tradizione. Meglio dire restavano, perchè due anni fa il nonno si è deciso: stessa spiaggia, stesso mare ma... in treno.
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Quest'anno, mentre sfrecciavano verso la loro meta, nonna Grazia ha pensato di telefonarmi.
Ora si dà il caso che Renata, Marco e Luca non siano nomi inventati, non ho molta fantasia ma di certo avrei scelto un nome migliore del mio almeno per la rete. Insomma per farla breve durante quella telefonata la coppia seduta di fronte ai nonni ha sorriso e detto o lasciato intuire di conoscerci.
Ho pensato a chi potessero essere ma: non era il mio amico Stefano perchè non ha mai preso il treno per andare in Liguria, non era la mia amica Gabry perchè sta benissimo con i capelli neri e non pensa a farsi bionda, non era Monica perchè avrebbe avuto con sè la piccola.
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Cercasi bell'uomo, alto e curato nell'aspetto, persona distinta a detta di nonna con signora al suo fianco che il giorno 22 agosto stava seduto su un vagone di prima classe nella tratta Milano -Imperia con la bionda consorte. I suddetti signori stiano tranquilli: al momento della dipartita non è stato ritrovato nessuno oggetto di loro appartenenza dimenticato per errore sul sedile o il portabagagli, i due "vecchietti" seduti loro di fronte erano e sono assolutamente innocui.
Sono solo curiosa...

mercoledì 2 settembre 2009

Sveglia all'alba

"Maaaaaaamma ma oggi torno all'asilo con Luca?"
"eeee.... sì"
"Ancora quattro giorni?"
"No ieri erano quattro, oggi sono ancora tre, ma sono tanti!"
"Bello, allora andiamo!"
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Ieri il nido ha riaperto i battenti la materna ancora no. Marco resterà con Luca fino a lunedì. Per due giorni gli ho raccontanto con entusiasmo di questa bellissima esperienza, di quanto si sarebbe divertito e poi lui era il più grande del gruppo - altezza a parte- e avrebbe rivisto le sue "vecchie" maestre.
La prossima volta sto zitta.
Alle sei era già pronto e incoraggiava il fratello:"Vedrai quante cose facciamo insieme!"

martedì 1 settembre 2009

Di blog in blog

Negli ultimi quindici giorni mi sono avvicinata alla rete solo per postare.
Non sapevo cosa stessero facendo gli hobbit giù nel Salento e come stesse Elasty, la loro madre, mentre si porta nella pancia l'hobbit natalizio; Ondaluna aveva partorito ma non avevo notizie della piccola Chiara; avevo lasciato Emily in procinto di partire per la Norvegia con il suo camper; Extramamma era già tornata dalla Scozia ma ero certa che avrebbe avuto altro da raccontare e non mi sbagliavo: un libro non si scrive e pubblica tutti i giorni; Marissa era a New York e mi stavo perdendo gli aggiornamenti sulla sua interessantissima vita; Mamma in 3D era ancora al mare ma mi mancavano i suoi post e la sua sintonia e forse anche Impromptu aveva lasciato qualche altra nota sul suo blog; Mamma Cattiva mi aveva scritto di un premio e nemmeno potevo leggere per intero il suo post; forse Silvia aveva pubblicato qualche altra lettera sul suo rinnovato blog; mi chiedevo se Babuska avesse ripreso a cucinare o fosse ancora in pausa; Fabio e Claudio erano in vacanza ma forse un po' di tempo per emozionare l'avevano trovato; sapevo che per recuperare i post di Zauberei non mi sarebbe bastata una settimana di duro lavoro.
Mi domandavo cosa stessero facendo Marlene, Rox, Mammalisa, la piccola Polpetta e tutti gli altri amici della rete.
Ecco da ore sto cercando di recuperare, sto riabbracciando vecchi amici e le loro vite. E per fortuna che qualcuno ha chiuso per ferie o nemmeno per Natale avrei smaltito i piacevoli arretrati!