martedì 29 dicembre 2009

Guai a chi lo tocca, tranne me!

Marco è al suo terzo giorno di asilo nido. Come sempre in occasione della chiusura della scuola materna trascorre le sue vacanze in compagnia del fratellino in quello che è stato per due anni anche il suo nido. E' felice, si diverte.
Luca ripete orgoglioso che il suo asilo è aperto mentre quello di Marco è chiuso e pur senza un grande entusiasmo iniziale, ha accettato la convivenza.
All'uscita.
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"Sai mamma all'asilo di Luca c'è Filippo ed è un monello, spinge i bambini e fa i dispetti a tutti."
"Davvero? Anche a te e Luca."
"Sì me sì. Monello Pippo." dice Luca.
"Ci ha provato ma c'ero io a proteggere Luca. Luca non ti devi preoccupare finchè ci sono io non succede nulla" aggiunge Marco e prosegue "Dobbiamo chiedere a zio Giò se ci presta i pesi perchè devo farmi i muscoli più grandi. Filippo ha cercato di spingere anche me, ma io gli ho mostrato i muscoli e non si è più avvicinato."
"Ma è terribile questo Filippo!?"
"E sì mamma, però non ti preoccupare se ci sono io Luca è tranquillo, lo difendo io."
"Gazie Maco, fratello me." risponde Luca.
"Mamma, ma cosa facciamo quando io non ci sono?" e preoccupato "Luca se si avvicina Filippo vai dalla maestra che domani la avviso io di proteggerti, ok?"
"Si Marco, me ...egge.".
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Entriamo in casa, facciamo merenda. Dieci minuti più tardi Luca strilla sdraiato a terra immobilizzato dal fratello che vuole rubargli un giocattolo.

lunedì 28 dicembre 2009

Per fortuna non ha la slitta!

Un robot trasformer grande e quattro auto robot trasformer piccole, una confezione di lego, una macchina in legno da costruire, Saetta Mac Queen piccola, Saetta Mac Queen grande, Crichetto, Dottor Hudson, un camion per il trasporto di auto con le auto da trasportare, i modellini della moto di Valentino e Stoner, due palle per saltare, un gattino, un papero e due zainetti di peluches, due Sapientino scuola a dimostrazione che la Clementoni non è migliore della Lisciani Giochi, un camion dei pompieri dalle dimesioni quasi reali con tanto di sirena e pompa dell'acqua funzionante, due confezioni di Happy Mais, la valigetta con didò di Handy Mandy, un computerino di Winnie de Pooh, due confezioni di pennarelli, due folletti da appendere all'albero di Natale, un mini bowling con birilli e palla in stoffa, un penny in oro come portafortuna, due tazze per il latte, due pigiamini, due maglioncini blu.
"Mamma ma quanto è grande la slitta di Babbo Natale? dove li mette tutti i giochi che trasporta?"
"Babbo Natale ha una slitta grande e magica, c'è spazio per tutti i giochi. E fuori onda aggiungo Babbo Natale con la vecchiaia deve essere pure impazzito visto che l'elenco sopra non si riferisce alle consegne fatte in città, nel quartiere o nel condominio; gli unici destinatari erano due bambini non più meritevoli di altri nè meno, due bambini che hanno avuto un Natale talmente ricco di doni che quasi mi vergogno a raccontare, due bambini che rispondono di avere ricevuto solo regali perchè l'elenco è troppo lungo per poter essere memorizzato, due bambini che quando vedono qualcuno arrivare in casa chiedono cosa abbia portato loro perchè la normalità è ricevere sempre qualcosa e questa normalità porta ad una imbarazzante maleducazione che fatico a recuperare."
"Mamma ma io preferisco la Befana a Babbo Natale?"
"Perchè?"
"Perchè mi porterà le caramelle a forma di piedini."
"Lo dicevo io che non hai più nulla da desiderare se non le buone vecchie caramelle!"
"Ma mamma se vola su una scopa, dove mette le calze la Befana? Mica ha la slitta lei?"
"Ha un sacco grande grande che porta in spalla, dentro ci sono calze leggere con qualche caramella... e per fortuna almeno lei non ha la slitta!"

giovedì 24 dicembre 2009

Attesa

Il calendario dell'avvento è arrivato al 24; l'albero è illuminato; Gesù Bambino ha preso posto nella culla.
Il bucato è steso, la biancheria stirata e riposta nei cassetti, le stanze riordinate, la teglia pronta per essere infornata.
Luca dorme da qualche minuto, Marco continua la sua maratona su Boing, Antonio rientrerà tra poco e partiremo per raggiungere nonni e zii.
Ci attende una lunga serata di fiabe e racconti, di magia e stupore e una notte di veglia davanti alla finestra, una notte unica e speciale.
Qualcuno spererà di vedere Babbo Natale volare nel cielo nonostante la pioggia e il freddo e piangerà deluso prima di crollare addormentato; qualcuno ripeterà allegro e festoso "balla Btale, pota egali!", qualcun altro si addormenterà come sempre davanti al pc. Io sarò lì con loro certa che sotto il mio albero c'è già tutto quello che posso desiderare.
Buon Natale a tutti!

mercoledì 23 dicembre 2009

Effetti collaterali

Ci sono giorni in cui ti senti triste, vorresti chiuderti in te stessa e non dover affrontare il mondo ma non puoi e allori sfoderi il tuo sorriso migliore e vai avanti. Hai tutto quello che potresti chiedere alla vita, ma non sei tranquillla; qualcosa si agita dentro di te, ruggisce, vorrebbe uscire ma non ci riesce. Ti scopri irritabile e scontrosa con chi più ami, ti scopri intollerante come raramente ti capita, ti scopri stanca e vorresti solo riuscire a coricarti serena.
Ma quella fetta di panettone di troppo potevi evitarla!

lunedì 21 dicembre 2009

Gioie strane

Ieri il tg preannunciava una forte nevicata a partire dalle 12:00 di oggi: 30 cm di neve.
Questa mattina le colleghe del commerciale erano entusiaste: guardavano dalla finestra in attesa dei primi fiocchi, telefonavano alle madri nei paesi d'origine per sapere se almeno altrove già nevicava, consultavano il meteo per verificare se c'erano aggiornamenti nelle previsioni. Tanta esultante attesa mi infastidiva un po' e non riusciva a contagiarmi.
La neve è arrivata nel primo pomeriggio. Sono stata in auto più di un'ora per percorrere i quattro km quotidiani: casa - nido Luca - asilo Marco - casa.
I trenta centimetri sembrano già raggiunti. Il sindaco Moratti ha ordinato per domani la chiusura di tutte le scuole causa maltempo e molto probabilmente l'ordinanza riguarderà anche le strutture private.

Non mi ero sbagliata: qualche motivo per non essere così felice, c'era. Però il paesaggio che si vede dalla finestra mentre me ne sto qui al caldo è stupendo.

venerdì 18 dicembre 2009

Davanti ad un' opera d'arte

Se la lezione di nuoto numero nove non è degna di menzione, la lezione numero dieci compensa il primitivo silenzio.
Dopo un pomeriggio trascorso a stirare per non vedere la crescente entropia casalinga causata da tre bambini di 2, 4 e 6 anni che correvano, saltavano, urlavano; avevo proprio voglia di una rilassante nuotata. Laura, l’insegnate stile marines non c’era, al suo posto un ragazzo: capello mosso, occhio chiaro, sorriso solare, fisico scolpito da non so quale attività atletica, insomma bello. Lo scompenso ormonale dettato da cotanta vista ha colpito tutte le donne del corso e si è accentuato quando l’insegnate ha mostrato come eseguire gli esercizi: i muscoli evidenziati dallo sforzo erano...
A sedici anni, cotanta reazione ci avrebbe etichettato come "allupate", ieri eravamo solo delle donne mature estasiate davanti ad un' opera d'arte.
L'unico modo per essere notate agli occhi del nostro adone era stupirlo con il nuoto e così per un'intera ora abbiamo nuotato con grinta e determinazione, per mia fortuna era fissato con il dorso e la rana.
Arrivata negli spogliatoi avevo le braccia talmente fiacche che non riuscivo a reggere il phone in mano . Ero stanchissima, altro che ora d'aria.
E' il caso di dire: speriamo ritorni presto l'insegnate stile marines!!!

giovedì 17 dicembre 2009

Io e l'ICT

Più di un mese fa una telefonata mi ha svegliato da un letargo annuale e proposto l’ingresso in una nuova dimensione.
Ho lasciato l’amministrazione e abbracciato l’ICT alias "information and communication technology".
Qualcuno avrebbe potuto ridere, io per prima.
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Ho abbandonato la facoltà di informatica due mesi dopo l’inizio dei corsi per incompatibilità di linguaggio: passare dalle lingue morte ai linguaggi di programmazione era cosa che non s’aveva da fare.
Ho accettato il primo lavoro che il mercato mi offriva ma dopo due anni come consulente SAP R/3 "pacchetto informatico gestionale" ho abdicato in favore di una qualifica dal nome certo “assistente al capo contabile” e dal contenuto incerto e tra le incertezze c’era un non tanto velato ruolo di “referente informatico”.
Ho sposato un mago dell’informatica che ha cercato di insegnarmi l’ABC di pc, televisori, telefoni, macchine fotografiche ma padroneggio perfettamente solo la sintassi del frullatore.
Poi sono arrivata qui: programmazione zero, analisi di processo e funzionali poche, relazioni per il business tante, relazioni interne altrettante.
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Se qualcuno mi avesse detto che l’unico modo per abbracciare la scrittura era rinnegare me stessa e tuffarmi nell’informatica non ci avrei creduto.
Se qualcuno si domanda come mai i post scarseggiano chiarisco meglio: scrivo per sei ore in ufficio e visto che il momento che meglio si addice alla mia creatività letteraria è la notte, ecco in quel frangente rivedo le bozze.
Ok da domani su questo canale si parlerà di compilazione del Kernel di Linux e delle varie distribuzioni.

lunedì 14 dicembre 2009

Effetti collaterali al teatro

Mi pare fosse il teatro "i": una sola attrice sulla scena che interpreta la Medea di Euripide in spagnolo. Antonio, sprofondato dentro la poltrona, dorme in silenzio. Il cane dietro di noi, accucciato ai piedi della sua padrona, dorme russando. Davanti a noi due signori si girano in continuazione, guardano Antonio con disappunto intimando il silenzio.

Teatro Carcano: le Coefore di Eschilo. Lo spettacolo si concentra sulla tomba di Agamennone, un lamento funebre occupa l'intera rappresentazione. Non adatto dopo una giornata di lavoro, non per i tanti dormienti in sala. Antonio è tra questi.

Spettacoli "limite" si potrebbe obiettare ma potrei continuare, il copione è lo stesso: la testa di Antonio cade all'indietro, gli occhi si chiudono e la bocca si apre: dorme.

Venerdì sera.Teatro Smeraldo. Fila K.
Paolini suscita risate e riflessioni, interagisce con il pubblico, lo interroga. Parla di povertà e miseria, di rivoluzione sociale e belle époque passando attraverso Marx e Hugo. La Guerra e il dopoguerra, la ricostruzione, i servizi pubblici.
E poi lei, la Lady di Ferro. I Mercanti di Liquore veicolano i messaggi che si imprimono nella nostra mente: "Mrs Thatcher, dice che, non esiste la società". Il liberismo spinto, la deregulation, l'individualismo sfrenato, la disoccupazione, il lavoro come unico scopo, la perdita di valori... Miserabile: "Tu mi chiedi che cosa sei diventata, tu che passi le giornate chiusa nel tuo ufficio, tu che sei sempre l'ultima ad andartene e poi saluti la signora della pulizie .....Tu mi chiedi che cosa sei diventata, tu che i regali li compri sempre all'Autogrill, che mandi i tuoi SMS e cerchi di giustificare, che non hai tempo neanche di andare a un funerale ."
Poi con le parole di Gaber si prospetta una via d'uscita banale, quasi ovvia: "Vorrei essere libero, libero come un uomo. Libertà è partecipazione".

Non una caduta di tono, il pubblico partecipa, rivede se stesso nei protagonisti delle storie proposte, risponde alle domande, ride, piange. Non un momento di disattenzione: impossibile staccare gli occhi da Paolini e la mente dalle sue parole, impossibile non farsi trasportare dalla musica dei Mercanti di Liquore. Impossibile quasi per tutti.
Indovinate chi è riuscito ad appisolarsi anche se per poco?

PS: l'etichetta Miti è dedicata a Paolini, grande e unico.

venerdì 11 dicembre 2009

Caro Babbo Natale

Da giorni la richiesta di vacanza al Polo Nord si è fatta insistente, Marco vuole andare a casa di Babbo Natale. Luca si accontenterebbe del supermercato dove c'è il suo "balla Btale" preferito ma non tradisce il fratello e si adegua.
Da giorni cerchiamo di immaginare la casetta del vecchietto dall'età indefinita e ne replichiamo il modello con le costruzioni. La casa assomiglia ad una fattoria con tanti animali ma in mancanza di foto sulla reale abitazione del Babbo Mondiale qualsiasi rappresentazione è quella giusta.
Da giorni invento storie su Babbo Natale, gli elfi e anche Gesù Bambino dà il suo contributo nella organizzazione della Santa notte.
Da giorni scrivo bozze di letterine per il vecchietto. Luca è costante nella richiesta, Marco invece è passato dal "Caro Babbo Natale ti allego il catalogo dei giocattoli, mi piacciono tutti anche quelli delle femmine" ad una versione più accettabile. Come sempre appenderemo la nostra letterina sull'albero la Notte di Natale e come sempre al mattino troveremo la lettera di risposta insieme a tanti regali.
Ma visto che Babbo Natale è uno, nessuno e sempre più centomila... riportiamo qui il contenuto delle lettere.
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"Caro Babbo Natale,
Sono Marco, per Natale vorrei Saetta Mc Queen e Mack, il camion di cars, quello che dietro ha uno sportellino che si apre e si chiude per fare entrare Saetta. In questo momento mi piacciono solo le macchine da corsa ma vorrei anche un gormito dell'acqua e una bakugan rossa come piace alla zia Lu.
Poi vorrei anche la moto di Valentino che piace allo zio Giò e se puoi porta la moto di Stoner a Luca.
Grazie, Marco"
"Caro Babbo Natale,
sono Luca, per Natale vorei "egali"(regali). Uno verde come il colore che ho in mano e poi tanti "egali".
Grazie, Luca."

giovedì 10 dicembre 2009

Deliri di una febbricitante mamma

"A mamma no bene?"
"Sì Luca non sto bene."
"A mamma male!"
"Mamma ma noi cosa facciamo adesso? Chi ci cura se tu sei ammalata?"
"Ma voi siete grandi, mi curate voi, io me ne sto sul divano tranquilla sotto la coperta e voi state qui bravi a giocare, ok?"
"E noi ti curiamo, va bene. Mamma ma sei sicura di guarire? Se muori cosa facciamo?"
"Tranquillo Marco ho solo un po' di febbre. Guarisco presto."
E' iniziata così, ieri pomeriggio al ritorno da lavoro, asilo e nido quella che dovrebbe essere una influenza stagionale: brividi di freddo e febbre alta, mal di gola e inappetenza.
Guardiamo i lati positivi:
  • ieri avevo due infermieri attenti e premurosi a mia disposizione
  • ieri Antonio ha cucinato e si è preso cura dei bambini al rientro dal lavoro
  • oggi sono sotto le lenzuola tranquilla mentre gli infermieri sono all'asilo, e non capitava da quattro anni di godermi la malattia in solitario silenzio
  • non avevo pendenze in sospeso al lavoro e la vpn funziona benissimo per le urgenze

Guardiamo i lati negativi:

  • da tre giorni sto prendendo Muscoril e Voltaren e oggi finalmente il fisioterapista avrebbe messo mani alla mia spalla, poco male è solo una spalla che lancia fitte fin sotto l'occhio e che ostacola la tranquillità tra le lenzuola
  • domani sera io e Antonio dovremmo andare a teatro a vedere Paolini. Da quattro anni, se non contiamo una pizza divorata tre anni fa, non usciamo insieme da soli
  • Sabato sera ci sarebbe la pizzata natalizia con gli amici del parco, già una volta persa a causa di malanni vari

Se la matematica non è un'opinione, quattro a tre è un buon risultato.

mercoledì 9 dicembre 2009

Come due gocce d'acqua

Alla scuola d'infanzia qualche settimana fa hanno presentato il progetto educativo per l'anno in corso: imparare a raccontare e ad ascoltare.
Pare che la maggior parte dei bambini venga parcheggiato davanti al televisore in solitaria meditazione per l'intero pomeriggio e questo si riflette in una incapacità di comunicare e ascoltare.
L'occhiata della maestra che mi guardava non aveva bisogno di traduzione.
Conscia che Marco potrebbe partecipare come insegnate almeno nella sezione "raccontate i fatti vostri e già che ci siete anche quelli di mamma, papà, fratellino, zio, zia, nonno, nonna, vicini di casa e amici" e aggiungerei "come imparare a non tacere nemmeno un minuto", ho persino pensato che se la televisione è una causa per alcuni, poteva diventare un rimedio per altri: mi sbagliavo. Anche davanti allo schermo il suo motto è:
"Insomma io sono solo un bambino, se non mi spiegate queste cose come faccio a imparare!"
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Mi sto perdendo. Torniamo al titolo del post.
Una mamma dovrebbe essere orgogliosa quando le dicono che i figli le assomigliano, ma ultimamente alla constatata somiglianza fisica viene aggiunto un "è proprio uguale a te, non tace mai!"
Potrei anche non dar peso alle parole visto che zia Lu riterrebbe troppo loquace anche una mummia, ma avere un figlio che mi assomiglia come una goccia d'acqua, che ha preso da me l'arte di rompere i cojones con il suono melodioso della sua voce, non sono certa sia una grande soddisfazione.

venerdì 4 dicembre 2009

Cercasi palle di Natale

Laura qualche anno fa mi ha regalato una bellissima palla natalizia decorata da lei con la tecnica del decoupage. Mi ha sempre detto che non era difficile realizzarla ma non ho mai creduto fosse poi tanto semplice e non ho mai provato.
Quest'anno, complice il nuovo lavoro che mi ha portato di nuovo vicino a lei, ho deciso che il decoupage non avrebbe avuto più segreti.
Pennello a setola morbida, spugnetta, tovaglioli natalizi di carta, colori, colla liquida, colla calda, nastro, cordoncino, craquelè per l'effetto antico.
Ho trovato tutto, manca solo un ingrediente tanto scontato da non meritare un posto nella lista della spesa: le palle.
Negli ultimi tre pomeriggi ho costretto i bambini a seguirmi per negozi specializzati, colorifici, ipermercati nell'inutile tentativo di trovare quell'elemento primario, indispensabile, insostituibile, ma nulla.
Considerando poi che la ricerca mi ha portato a Sesto, Cinisello, Paderno e che più volte sono rimasta ferma nel traffico , l'espressione che chiama in causa le palle che girano tradurrebbe bene il mio stato d'animo, ma sorvoliamo.
AAA: cercasi negozio nella tratta Milano-Erba e dintorni in cui si vendono palle di Natale in plastica, dimensione 12 cm di diametro.
Invio di palla decorata come ricompensa.
GRAZIE

giovedì 3 dicembre 2009

Di piscina, pc e altre storie

E siamo a otto lezioni, dieci in meno dei compagni di corso: arrugginita dopo quindici giorni di pausa, stanca dopo quindici giorni da tour de force, rigenerata dopo la mia ora di esercizi in acqua e pronta ad affrontare le domande che mi attendono sempre al rientro: “Mamma piina?” “Mamma tuffo?” “Mamma quando mi porti in piscina, mi sono allenato, sono un fulmine, sono un gormito dell’acqua!”
E invece silenzio. I tre uomini di casa se ne stavano seduti di fronte ai loro rispettivi tavolini e armeggiavano ciascuno con il proprio computer. Marco era vicino a Luca e cercava di insegnargli l’uso del touchpad per permettergli di utilizzare da solo i giochi della serie didattica G-CompriX. Luca entusiasta ripeteva “bello mio puter!” e chiedeva aiuto a Marco ogni volta che non riusciva a cancellare dal video le tessere che coprivano la figura e quindi a completare il gioco. Accanto a loro Antonio, nel ruolo che gli riesce meglio: insegnare ai bambini i segreti del PC.
Senza disturbare quello scorcio di ufficio nel salotto di casa mia, ho consumato una solitaria cena e poi ho cercato di accedere il mio PC. Cercato… “Mamma giochiamo con le costruzioni? Mamma ci leggi una fiaba? Mamma cosa hai fatto in piscina?”
Non lo capirò mai. Perché con il papà solo il PC e con la mamma tutto il resto.

martedì 1 dicembre 2009

C'è, purtroppo.

C'è la signora che aspetta con la mano aperta e il viso supplicante sull'uscio della chiesetta dedicata alla Madonna, chiede qualche centesimo per poter sfamare i suoi bambini.
C'è il signore che dorme su una panchina in pietra avvolto in una coperta di lana. Accanto a lui un sacchetto del supermercato usato come valigia e un bicchiere in plastica colmo di vino.
C'è l'immigrato che non parla italiano, sta ad un angolo della strada, si avvicina ai passanti con discrezione, regge un biglietto scritto da altri "Non parlo italiano, ho fame, aiutatemi. Grazie".
C'è il ragazzo africano di via Dante, in mano qualche libro che parla dell'Africa, delle sue usanze e delle sue fiabe talvolta incomprensibili. E' il suo primo lavoro da 9 mesi, ha fame, sa che i sette euro che cerca sono solo l'equivalente di un buono pasto.
C'è un pezzo d'uomo appoggiato a terra vicino alla metropolitana. Non ha gambe, non parla, non chiede. Davanti a lui una ciotola in cui lasciare una moneta.
C'è una donna con un bimbo attaccato al seno, il suo compagno suona la fisarmonica mentre il bimbo grande passa rapido tra i passeggeri del vagone cercando una moneta per il suo bicchiere di coca-cola usato.
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Cairoli, Cordusio, Duomo: non dovrebbe essere il cuore di Milano, la zona del lusso, dello shopping, degli affari? Non si avvicina il Natale anche per loro?

lunedì 30 novembre 2009

Benedizione Natalizia

Anni fa la festa della Immacolata, l'otto dicembre, dava il via al periodo Natalizio: negozi aperti la domenica, luminarie per le strade, alberi e presepi nelle case, benedizioni natalizie da parte del parroco del paese accompagnato da chiericchetti felici di ricevere caramelle e cioccolatini in cambio dell'impegno pomeridiano. Il prete si fermava a chiacchierare un po' poi benediva ogni stanza della casa e ammirava il presepe di Nonna Grazia, non sapeva che per quella data era stato rifatto più volte a causa delle continue stragi di stuatuine dello zio Giò.

Oggi solo le luminarie lungo le vie aspettano l'otto dicembre per accendersi. Ai primi di Novembre i negozi si riempiono di giocattoli e decorazioni natalizie, appaiono alberi illuminati per strada e anche il parroco della nostra parrocchia gira di casa in casa già da due settimane per la consueta benedizione alle famiglie. In genere non è accompagnato da chierichetti, si ferma pochi minuti all'ingresso, recita una preghiera insieme a noi e raccomanda i suoi auguri ai vicini assenti.
Passa una volta ogni due anni e oggi è il nostro giorno.
Non mi è mai piaciuto accoglierlo senza un simbolo della Festa che si avvicina, così ieri sera abbiamo preparato il presepe. Carta , paglia, grotta, statuine...tutto pronto.
Poco dopo parte della paglia era a terra, le pecore avevano percorso più volte il tragitto fino alla grotta, il bambinello era irrequieto per i rumori molesti di bue e asinello, solo i Re Magi non seguivano la stella cometa e stavano fermi al loro posto.
I geni dello zio Giò non si smentiscono, purtroppo, speriamo solo che qualcosa rimanga intatto fino alle sei di questa sera!

venerdì 27 novembre 2009

Incontri sul treno

Lui si siede vicino a me, ha un’età compresa tra i 18 e i 20 anni, capelli corti e barba non curata per mancanza di tempo, indossa jeans e maglione.
Lei è seduta nella mia stessa posizione, nei quatto posti a sedere davanti a me. Frequenta il primo anno di università, ha lunghi capelli rossi e piercing sparsi sul viso, monili e bracciali le adornano collo e braccia.
I due si conoscono e parlano incuranti di chi sta loro difronte o di lato, come se fossero soli e vicini. Per un’ora le loro intime confessioni, le loro sciocche risate, la loro divertente quotidianità è condivisa con l'intera carrozza.
“La conosci quella tipa, di viso è carina ma ha un culo che potrebbe sfamare l’africa intera”
“Carina se non consideri tutto quello smalto che le nasconde i brufoli”
“Domenica ho mangiato da mia nonna, minchia mi è scappata una bestemmia e mia nonna ha urlato al sacrilegio”
“Io ho mangiato a casa del mio amico ieri: un panettone spettacolo con strati di crema di mascarpone e nutella e poi braulio e whisky, braulio e whisky, braulio e whisky… sono andato al treno che barcollavo”
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Lei si siede di fronte a me, è alta e un po’ robusta, un bel viso e lunghi capelli biondi. Ascolta un po’ di musica, guarda fuori dal finestrino. Lui la raggiunge qualche fermata dopo, è alto e magro, indossa maglione, camicia e jeans. Frequentano il primo anno di università.
Si danno un bacio di tanto in tanto, per tutto il viaggio parlano a bassa voce accarezzandosi le mani.

Fosse anche solo perchè volevo dormire sul treno questa mattina, ma la coppia di fidanzatini mi è piaciuta molto di più.

mercoledì 25 novembre 2009

Nuoto in trasferta

Quando ti iscrivi in piscina, scegli giorno e orario consoni al tuo essere mamma e garantisci la presenza settimana dopo settimana. Ci sono però cause e impedimenti che rientrano nella sezioni “accettabili”:
  1. Ritardi del marito per improrogabili impegni professionali
  2. Influenza stagionale, dolori articolari, malanni di ogni genere
  3. Malattia dei bambini

Nel primo caso accetti perché non puoi lasciare i figli a casa da soli.
Nel secondo caso accetti perchè stai male e lasciare che l’acqua veicoli i tuoi germi verso i colleghi di corso non è cosa buona.
Nel terzo caso non hai bisogno di accettare, semplicemente ti dimentichi del corso di nuoto. Te ne dimentichi fino a pochi minuti prima dell’ora X, l’ora in cui dovresti gettarti nella vasca e trasformarti in pesce, allora chiami il marito e lo esorti ad andare al corso al tuo posto. Speri anche ti venga concesso analogo privilegio la settimana successiva.
Ieri era una giornata da punto tre. I bambini sono in trasferta dalla nonna che ci è venuta in aiuto durante questa fase di malanni stagionali e io ho ripreso a fare la pendolare. La piscina era incompatibile con la nostra trasferta.

martedì 24 novembre 2009

Alcuni uomini

Se ti presenti in ufficio in minigonna, vuoi per far colpo sul capo e speri in una rapida crescita professionale, proprio come Tizia sempre carina e disponibile che è stata da poco promossa assistente al direttore.
Se lavori seriamente, sei concentrata, ti impegni e ottieni risultati che superano le aspettative del capo, allora sei un po’ sfigata e non hai una vita privata lontano dalla scrivania dell’ufficio.
Se non chiami tuo marito almeno tre volte ogni mattina e quando ti chiama lui, gli dici: “ci possiamo sentire più tardi che ora non posso”, allora hai uno zerbino per consorte del quale non ti preoccupi e curi.
Se hai i figli ammalati e cerchi aiuto per evitare di perdere giorni di lavoro, allora non sei una brava madre e molto probabilmente i tuoi bambini cresceranno con qualche disturbo della personalità per carenza d’affetto e cure.
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Gli stessi uomini, però, ritengono normale presentarsi in ufficio ben vestiti, lavorare fino a tarda sera, rispondere al telefono con atteggiamento di sufficienza quando chiama la moglie e forse dei figli si ricordano solo quando vedono un giocattolo in un negozio.

domenica 22 novembre 2009

Osteria del piacentino

A quest'ora in questa osteria del piacentino si consumano salumi, tortelli, pisarei e fasò, torte di ricotta, gutturnio e chardonnay... tutto in abbondanza come vuole la tradizione culinaria locale. Seduti ai tavoli vedete un gruppo di persone dagli accenti diversi: chi viene da Crema e chi dall'alta Brianza, chi conserva il ricordo del Salento nella voce e chi nasconde dietro un ottimo italiano le sue origini Argentine. Ci sono adulti che si conoscono da anni e altri che hanno accompagnato mogli e mariti, bambini e ragazzi più o meno annoiati per quel raduno. Si parla di tutto ma si finisce sempre per cadere negli aneddoti del quatidiano e il quotidiano è fatto di tante ore d'ufficio trascorse insieme.
A quest'ora in quella osteria del piacentino dovevamo esserci anche noi e invece Luca ieri si è ammalato e Marco oggi gli sta facendo compagnia.
E così non mi resta che scrivere... alla vostra salute ragazzi!

sabato 21 novembre 2009

A tarda sera

Carissima,
finalmente si comincia a fare seriamente!!!!!!
E’ così che si cresce, sul lavoro e fuori, quando ti si presentano cose da fare e non hai alternativa che sforzarti di fare del tuo “meglio”.
Affrontarle cercando di mantenere la calma e soprattutto la freddezza necessaria per valutare le cose con la massima razionalità; una alla volta, una dietro l’altra!!!!
Complimenti vai vai……vai…. Vola!!!
Un bacio!


Stavo leggendo il blog di una amica quando ho letto queste parole che le ha scritto suo padre per un suo successo lavorativo.
Non ho potuto fare a meno di pensare che nonostante sia ormai adulta e non abbia più bisogno della approvazione di mio padre, mi sono mancate queste parole.
E' una nostalgia lontana che non fa soffrire, solo pensare e riflettere.
Penso a me stessa, a quante volte ho dato il massimo per rubare parole di orgoglio, a quante volte ho cercato dentro me una sicurezza che forse non avevo.
Penso a mio padre e a quanto mi assomiglia.
Penso ai miei figli, vedo i miei occhi pieni di orgoglio e ascolto la mia voce che li sostiene, li accompagna, li incoraggia, non li soffoca.
No, non sarò mai come lui.


mercoledì 18 novembre 2009

Quando il tempo non c'è

Avrei voluto raccontare della seduta dall'estetista di sabato: una pulizia al viso non necessaria, a detta dell'esperta, che si è trasformata nel trattamento idratazione profonda per recuperare i 35 anni di incuria e che mi è costato uno sproposito tra intervento in loco e creme di mantenimento. Avrei voluto ma quando il tempo non c'è....
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Avrei voluto parlare dei progressi linguistici di Luca che mostra una predisposizione per l'inglese unica in famiglia. Nomina tutti gli oggetti preceduti dal nome di chi li possiede in perfetto genitivo sassone. La macchinina di Marco diventa: ah Marco' mainina; la nonna di Filippo diventa: ah Pippo' nonna. Il perchè dell'ah introduttivo e le imperfezioni fonetiche hanno cause non ancora individuate. Avrei voluto ma quando il tempo non c'è....
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Avrei voluto rispettare quanto richiesto dal test di ovulazione mensile, ma anche il desiderio in queste sere era poco più di un concetto metafisico Avrei voluto ma quando il tempo non c'è....
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PERO' ieri era martedì e come ogni martedì sono andata a nuoto: settima lezione per me, quattordicesima per gli altri. Anche se il tempo non c'è, non posso tacere. Ieri sera Laura, l'istruttrice stile marines, ha detto a me, proprio a me: "Ok Renata, parti tu, mostra agli altri come si nuota a Rana".

venerdì 13 novembre 2009

Progetto mamma

Cinque giorni sono pochi per capire i segreti del nuovo lavoro ma inizi a sentire il profumo dei vecchi tempi: la nuova attività ti intriga e ieri sera eri tentata di verificare se la tua vpn funziona ancora.
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Cinque giorni sono pochi per conoscere tutti i colleghi ma sufficienti per respirare il clima collaborativo e amico che aleggia sopra le tante teste impegnate e per pensare che quella piccola scrivania in mezzo alle altre è molto meglio del monolocale che avevi come ufficio personale.
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Cinque giorni sono pochi ma non ci vuole molto ad accorgersi di essere l'unica mamma in mezzo a tanti papà e in quanto mamma ti è stato affidato dalle colleghe il primo incarico importante, quello per il quale occorre proprio la tua esperienza, quello che se inserito nell'MBO aziendale ti farebbe raggiungere il premio senza il minimo sforzo: acquistare la sdraietta zero mesi da regalare a Paolo, diventato papà mercoledì.

giovedì 12 novembre 2009

Chi è Ciarlina?

Ha esordito storcendo il naso davanti al mio maglione di lana, mi ha invitato ad usarlo solo dentro le mura domestiche perché un maglione da Ciarlina non è adatto ad affrontare il mondo.
Ha continuato ripescando nel cassetto una tuta rossa destinata al prossimo inverno del fratellino; l’ha indossata orgoglioso dicendo di voler andare alla scuola d’infanzia vestito da Ciarlina.
Poi ha trovato una foto che mi ritrae il giorno delle nozze. Dopo una serie di domande su abito e look, ha concluso che con la tinta rossa sembravo proprio Ciarlina.
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Inizio ad essere curiosa: se Ciarlina legge questo post, si faccia avanti!

mercoledì 11 novembre 2009

Giroarrosto

Tutto ebbe inizio con l’acquisita consapevolezza che il corso "Delfino 2" era solo il livello successivo al "Principiante".
Poi una breve parentesi con lo stile spermatozoo ubriaco, subito sostituito dallo stile orso.
Infine "Irma la dolce" sfogò le sue frustrazioni su una Renata provata da una lezione in quasi totale apnea ma respira, respira, respira… sono arrivata alla sesta lezione per me, dodicesima per gli altri.

Ieri Laura, l'istruttrice addestrata dai marines che mi considera un caso disperato ma recuperabile, ha proposto il “girarrosto”.
Sembravo una bobina impazzita che roteava nell’acqua, incurante delle corde che delimitano la corsia.
Sensazione indescrivibile, da provare: tre bracciate a stile, giro su se stessi, cinque bracciate dorso, giro su se stessi, tre bracciate stile…
Vedete solo di non divertirvi troppo perché le capocciate a fondo vasca fanno male!

lunedì 9 novembre 2009

Aspettando Btale...

"Hoè me cuffa? Hoè me cuffa? (Dov'è la mia cuffia?)" ripete Luca da giorni.
E così dopo una breve parentesi del ciuccio, scoperto a due mesi e abbandonato a otto; dopo il titti, la pezzolina colorata che tiene sempre con sè dal dicembre scorso; ora c'è una cuffia da piscina azzurra, vecchia e fuori mercato.
Da qualche giorno Luca la porta e dimentica ovunque costringendoci a cercare il suo cimelio del quale è impensabile trovare un modello identico in qualsiasi negozio.

Ieri davanti al babbo natale ballerino del supermercato c'era un bambino "gande" alto circa ottantacinque centrimetri imbacuccato nel suo piumino blu che stringeva un titti in mano e una cuffia azzurra nell'altra. Fissava incantato il suo "balla Btale (Babbo Natale che balla)".
Impossibile immaginare a cosa stesse pensando.

Caro Btale,
tra poco inizieremo a scriverti ogni giorno, cambiando l'elenco dei doni ogni volta, perchè prima di arrivare alla versione definitiva occorrerà una accurata revisione delle bozze, ma un regalo puoi iniziare a cercarlo subito: una cuffia da piscina identica a quella azzurra, se la perde sono guai!

venerdì 6 novembre 2009

Respira, respira, respira

Produzione di adrenalina ai massimi livelli: battito accellerato, respirazione affannosa.
Parte il piano scarica tensione.
Faccende domestiche, pulizia di auto e box con l'aiuto dei bambini, un po' di nuoto: che fortuna aver saltato martedì!
La quinta lezione per me, undicesima per gli altri , era proprio il rimedio giusto: trenta minuti in immersione a fare bolle sotto l'acqua per affogare la paura!
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Questo ieri.
Oggi non so cosa dire, ho bisogno di tempo per metabolizzare il cambiamento e raccontare ma sono contenta e questo grazie anche a Moreno, Andrea, Angela... infondo qualcuno della vecchia guardia lo trovi sempre, ovunque!

giovedì 5 novembre 2009

Quando meno te l'aspetti...

Era iniziato così, più o meno un anno fa.
Poi...
Per un anno stessa strada, edificio, piano, ufficio.
Per un anno il mio solito "buon giorno ragazzi" intervallato da un "ciao Mara, ciao Piero" ai colleghi di sempre.
Per un anno ho accettato di essere una "mamma che lavora" inadatta alle regole che il lavoro stesso cerca di imporre, ho rinunciato a cambiare quando l'unica alternativa possibile uccideva il mio sogno più grande, ho smesso di sperare che prima o poi qualcosa cambiasse.
Poi...
"Ho sentito che lì non ti trovi bene. Cosa aspetti a venire a lavorare con me?"
"Ho il part time, le trasferte a Roma sono out..."
"Le tue sei ore non sono un problema e poi esistono le videoconferenze. Non voglio sentire altro. Dimmi solo se ti interessa."
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Ecco è andata più o meno così.
Ieri la conferma che con il primo dicembre sarei passata a nuovo incarico, nuova funzione, stessa società.
Oggi, cinque minuti prima di spegnere il pc, mi hanno detto che il primo dicembre è già domani.
AIUTO!
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PS: Ragazzi torno a salutarvi, devo ancora organizzare il trasloco!

mercoledì 4 novembre 2009

Ho trovato il ragazzo sitter!

Al supermercato vicino a casa hanno da poco assunto un nuovo commesso. Un ragazzo giovane, dall'aspetto irlandese con i capelli rossicci e gli occhi chiari. Simpatico, estroverso.
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Il ragazzo si è conquistato l'affetto e la simpatia di Marco e Luca anche grazie a consigli su come fare marachelle e disobbedire alla mamma: "Bello questo flauto, dovete suonarlo la sera tardi quando tutti dormono!". Inutile scrivere che da quando hanno conosciuto il nuovo commesso vogliono sempre passare da lui.
Il ragazzo ci sa fare con i clienti: ha sempre una battuta pronta, un sorriso e un complimento anche per le vecchiette. Inutile scrivere che alla mamma non dispiace passare dalla sua cassa.
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Ieri davanti al nostro amico c'erano due carrelli colmi in coda e alla cassa vicino nessuno. Scelgo la via di uscita più rapida, faccio per togliere i prodotti dal carrello quando Marco inizia a piangere disperatamente perchè vuole passare dal suo amico. Il pianto contagia il fratello. Cerco di dire che anche il nuovo commesso è simpatico, non ci crede nessuno. Il nostro amico se ne accorge chiama Marco, lo fa avvicinare a lui, lo prende in braccio, gli chiede se vuole provare a far passare i prodotti sul lettore ottico. Marco è felicissimo. Luca protesta imprigionato nel carrello ma il nostro amico non si risparmia e si sofferma a chiacchierare anche con lui. Salutiamo, mi scuso un po' imbarazzata con i clienti della cassa accanto che attendono in coda e con il commesso che avevo di fronte rimasto zitto e indifferente al tutto.
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Esco pensando che quel ragazzo ha davanti a sè una brillante carriera come commerciale, ma dovesse decidere di fare il baby sitter ha già trovato dove andare.
C'è solo un piccolo neo: l'avvallo del marito!

martedì 3 novembre 2009

Voglio la caramella che a me piace tanto....

"Mamma voglio la palla dei gormiti dell'acqua, la voglio gialla!"
"Vorrà dire che la chiederemo a Babbo Natale che tra poco arriva."
"Ma io la voglio adesso, andiamo a comperarla."
"Marco non possiamo comperare tutto quello che vedi. Lo zio te ne ha regalata una verde proprio ieri, mi pare che hai già tantissimi giochi, no?!"
"Ma io non li voglio più questi giochi, voglio solo la pallina gialla dei gormiti dell'acqua."
"Marco smettila, non comperiamo nessuna pallina. Sai che ci sono bambini che non hanno nessun gioco e non chiedono in continuazione alla loro mamma palline e gormiti?
"Ecco gli regaliamo i miei giochi e io compero la pallina gialla.... Perchè non hanno nessun gioco?"
"Perchè non tutti hanno i soldini per comperare i giocattoli. Nemmeno la mamma aveva tutti questi giochi da piccola ma era contenta comunque. Tu invece stai facendo capricci per una stupidissima pallina. Sei grande ormai!"
"Mamma sei andata a lavorare oggi?"
"Sì Marco, mi hai visto!"
"Se sei andata a lavorare ti hanno dato i soldi e allora tu i soldi per la pallina ce li hai!"
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Inizio a odiare i compleanni: i bambini ricevono sempre tanti, troppi regali. Non fanno in tempo a desiderare qualcosa che subito viene loro regalata da qualcuno. I giorni successivi le richieste aumentano. Non voglio che crescano pensando che tutto gli è dovuto e che tutto è possibile avere. Urgono provvedimenti!

lunedì 2 novembre 2009

British Style

Negli anni '20 si diffonde in Europa il "Dada" o Dadaismo.
Il movimento interessa soprattutto le arti visive e si impone per il suo anticonformismo: nessuna convenzione, ragione o logica del passato; si esalta la stravaganza. Gli artisti cercano una nuova libertà creativa, utilizzano forme alternative, suscitando spesso derisione e umorismo.
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Andrein, proprietaria del Mode Center in quel della Brianza, mia parrucchiera da anni, era tornata all'una di notte da Londra.
Una settimana di corso nella capitale dello style, una full immersion nel London fashion trend, un revival del Dada movement.
Mi ha accolto con entusiasmo: "La stavo aspettando, torno ora da Londra , ho un taglio che fa per lei, o meglio per una testa come la sua!"
Andrein sa che amo i tagli corti e che mi fido ciecamente di lei e della sua abilità con le forbici, non le avrei mai detto di no.
"Tagliamo cortissimo la parte bassa per lasciare cadere la massa restante dall'alto creando un effetto volume ma spettinato naturale grazie al gioco di asimmetrie, un po' come i capelli dei bambini appena alzati o delle dolls (bambole) che andavano di moda negli anni 20, nel periodo Dada."
Andrein, generalmente sienziosa, si è poi dilungata a raccontarmi la sua settimana oltre Manica, si è compiaciuta per la riscoperta del corto da parte delle giovanissime girls. Quando ha aggiunto che i tagli corti non devono restare solo sui cataloghi di moda ho inizato a temere. "Li avete mai visti i tagli corti sulle riviste di moda?"
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Dopo 45 minuti di taglio accuratissimo, sotto gli occhi di assistenti e clienti dallo sguardo compassionevole, la mia testa perfetto British Style è uscita dalle abili mani pronta a far ridere il mondo.
Io non ho in mente le bambole degli anni '20 ma mi pare strano che le bambine di allora potessero apprezzare una bambola dalla testa che sembra disegnata da Picasso.

PS: a grande richiesta il taglio!

venerdì 30 ottobre 2009

Patriottica insegnante

Ieri sera era fissato l'incontro al nido per la presentazione del programma annuale. Conosco Sonia, la responsabile, da quattro anni. Ho piena fiducia in lei, è una di famiglia ormai. Sapevo che l'incontro non mi avrebbe deluso, che sarei uscita contenta e con ottimi spunti per le attività da proporre ai bambini nei pomeriggi invernali.

"Quest'anno il gruppo "Bruchi e Farfalle" affronta il tema continenti: Italia, Africa e Polo Nord. Aspetti come il paesaggio, il clima, l'abbigliamento, gli strumenti musicali di questi Paesi verranno proposti attraverso il gioco. Poi ancora il laboratorio del colore, la psicomotricità. Si cercherà di stimolare l'autonomia, la socialità e il linguaggio. Un po' di inglese non guasta e obiettivo condiviso da tutti gruppi "vivere come magia" perchè a due anni ogni scoperta è un po' magica. Per i bimbi che si fermano il pomeriggio continuerà il laboratorio di cucina e l'insegnamento dell'Inno."

Cara Sonia, il laboratorio di cucina mi sembra un'ottima idea visto che ci offri la torta il giorno successivo: quella di venerdì scorso era buonissima!
Sull'Inno d'Italia ho qualche perplessità in più, non riesco a immaginare Luca che passa da "me ello Macco (mio fratello Marco)" a "Fratelli d'Italia..."; temo inoltre che dovrai organizzare un corso serale per i genitori, le hai viste le nostre facce!?

giovedì 29 ottobre 2009

Formazione parte seconda

Continua la campagna di formazione aziendale...
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Gentile collega,
è in corso una campagna di sensibilizzazione al corretto uso della dotazione informatica, al fine di prevenire eventuali guasti hardware.
Ti chiediamo cortesemente di collaborare con noi cercando di osservare alcuni semplici suggerimenti.

Quando utilizzi il telefono cellulare :
Non lasciare incustodito il telefonino, specialmente dentro l'auto parcheggiata al sole.
D'estate la temperatura dentro un'auto può superate facilmente i 60°C e provocare deformazione delle parti in plastica o danni alla batteria del telefonino.
Evita di poggiare il telefonino in prossimità del bordo della scrivania, o altro mobile.
Se hai il vibracall inserito una eventuale chiamata potrebbe far spostare il cellulare sino a farlo cadere per terra.
Grazie. Cordiali saluti
Si prega di non rispondere a questa email.
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Ok non posso rispondere alla mail...
Ma, vorrei aggiungere, solo io ho sostituito due volte il cellulare, perchè caduto accidentalmente nelle mani di mio figlio?
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mercoledì 28 ottobre 2009

Irma la dolce

Irma nuota con abilità e determinazione. Se l'insegnante propone cinque vasche andata e ritorno, lei ne fa almeno otto. E' brava, forse la migliore del corso. Sempre, a fine lezione, si lamenta per i pochi esercizi fatti. Rimpiange l'insegnante dell'anno prima. Non è contenta.
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Ieri quarta lezione di nuoto per me, ottava per gli altri. Laura, l'instruttrice addestrata dai marines, propone una vasca in immersione. Cerco di rifiutarmi spiegando che io dell'acqua ho paura. Arranco, nuoto, ma non ci penso proprio a toccare con le mani il fondo della piscina. Laura insiste, ci provo, risultato pessimo.
"Ok non ti preoccupare, dobbiamo risolvere questo problema e ci riusciremo!".
Per venti minuti faccio esercizio a fondo vasca: prima piccole immersioni aggrappata alla scaletta, poi quasi sdraiata sul fondo. Laura, abbandonata la corazza, mi incoraggia a continuare, mi tranquillizza e si complimenta per i risultati a fine lezione. Io non sto benissimo, l'acqua mi spaventa da sempre. Le ripeto che per me non è un problema passare al corso principianti, lo vedo che i compagni di corso sono molto più bravi. Ma lei non ci sente.
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Vado a fare la doccia, incontro Irma: "Senti ma non è il caso che passi ad altro corso? Non vedi che ci ostacoli in acqua. Non è giusto nè per te, nè per noi. E poi Laura per seguire te ha trascurato noi per tutta la lezione."
"Irma, ho già accennato a Laura di spostarmi, per ora resto con voi. Magari cambierà idea martedì prossimo."
"Figurati, ormai è una questione di principio, è una sfida per lei riuscire a farti arrivare ai nostri livelli!"
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Ma non era "Irma la dolce"?!

martedì 27 ottobre 2009

Con Holly e Benji

Uscivo da scuola alle quattro, la mamma mi aspettava a casa dove c'erano anche zia Lu e zio Giò, insieme facevamo merenda e poi guardavamo "Bim, Bum, Bam". Lo ammetto sono cresciuta a Nutella e Bonolis.
I cartoni animati erano sempre gli stessi e si ripetevano di anno in anno: Lady Oscar, Il tulipano nero, Tutti in campo con Lotti, Dolce Katy, Mimi e le ragazze della pallavolo, Sampei e poi loro Holly e Benji.
Con Lotti avevamo costretto nonno Franco, allora solo papà, a costruirci delle mazze da golf in legno. Ci allenavamo ogni giorno fino al sequesto da parte di nonna Grazia, allora solo mamma, che riteneva le mazze troppo pericolose per noi e per i mobili di casa.
Con Mimì ci siamo trasformati in giocatori di pallavolo, il nostro avversario era sempre il muro di casa, quello ad est. Non ci importavano i giusti rimproveri del nonno, preoccupato per le auto dei clienti in circolazione. Era il nostro muro preferito e sfidare il divieto lo rendeva ancora più attraente.
MA il primo vero incubo per la nonna sono stati "Holly e Benji". Zio Giò veniva assorbito da quelle interminabili partite, dalle rovesciate di Holly che restava sospeso in aria fino alla puntata successiva, dal campo di calcio lungo quanto l'intero Giappone.
Zio Giò cercava di imitare i due campioni e per meglio calarsi nella parte costringeva anche "la Maura", parrucchiera della nonna che tagliava i capelli anche a noi fratelli, a seguire il cartone perchè voleva i capelli "alla Holly e Benji". La poverina già avrebbe avuto difficoltà a replicare il taglio di uno dei due ma sintetizzare in un unico taglio il caschetto corto nascosto dal mitico berretto rosso di Benji con il ciuffo chilometrico di Holly era impresa impossibile che lasciava sempre Zio Giò insoddisfatto.
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Ieri sera ero alle prese con l'aereosol, nè Marco nè Luca mi ascoltavano. Ho pensato che il nuovo televisore ha Boing e che potevano provare. C'erano proprio loro! La sigla era diversa da quella che ricordavo ma loro erano gli stessi, nemmeno una piccola ruga dopo quasi 25 anni.
Marco ha seguito la partita, si tuffava sul divano ad ogni azione, tifava per i bianco-blu, non gli piaceva quello con il cappellino rosso. Io elencavo come una invasata i nomi di tutti i personaggi, mai dimenticati: Patty, la bambina innamorata di Holly a capo del gruppetto di fans urlanti a bordo campo; Bruce in panchina; Tom attaccante insieme a Holly.
Luca non era interessato ma si è fatto travolgere dal nostro entusismo.
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Ieri sera nessuno ha fatto l'aereosol durante la partita.
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PS: Se avete più di 1o anni e vi ricordate il cartone, fate un salto qui

lunedì 26 ottobre 2009

Buon lunedì a tutti!

Uscire dalla metro e scoprire che il cielo sopra Milano è azzurro, una tonalità tenue forse un po' pallido ma luminoso; l'aria è fresca, accarezza, non punge le guance; la strada stranamente silenziosa. Pensare che oggi sarà una bella giornata.
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Non importa se hai alle spalle una notte bianca per colpa di una zanzara che ha massacrato i piedi di Marco e Luca costringendoti a quattro ore di grattini, non importa se in quelle quattro ore hai alternato due pause pipì del grande e altrettante pause pipì del piccolo, un lavaggio nasale, lo sciroppo per la tosse e due bicchieri di acqua e zucchero di cui uno troppo fredddo, non importa se hai cambito letto n. volte trascinandoti sempre dietro le due cozze.
Non importa se sei uscita di casa ancora addormentata, se ti sei fermata a chiacchierare con la tua amica M3 e hai saltato la fermata della metro per poi accorgerti che avresti fatto prima a ripercorrere la strada a piedi piuttosto che aspettare la linea di ritorno.
Non importa se sei vestita "bene" perchè non vuoi più sentire tuo figlio, quattro anni, dire: "Mamma questo maglione è meglio se lo metti in casa non fuori, mi sembri Ciarlina" e anche se tu non conosci Ciarlina, sai che ora lei indossa un comodissimo maglione mentre tu sei ingessata nel tuo gessato grigio.
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Sì oggi sarà una bella giornata! Buon lunedì a tutti!

giovedì 22 ottobre 2009

Quattro anni

Mi saluti senza pianti quando esco di casa, mi abbracci con entusiasmo quando ti vengo a prendere all'asilo, sei felice quando zii o nonni ti propongono qualche uscita da solo. Poi torni, mi cerchi, chiedi coccole e, pronti via, il tuo fiume di parole. Facile dire a chi assomigli: quando inzi a parlare è impossibile fermarti, devi raccontare tutto nei minimi particolari ma parli bene, lo hai sempre fatto.
Mi riempi di attenzioni e complimenti, mi ripeti che sono bellissima. A volte ti fermi davanti ad un fiore, lo apprezzi con i tuoi soliti superlativi, lo raccogli e me lo regali perchè sai che a me i fiori piacciono e anche a te.
Ti stupisci difronte ad un paesaggio, ti emozioni davanti ai fuochi di artificio e non ti stanchi di ripetere ad ogni botto: "bellissimi!"
Sei curioso, intelligente e sensibile ma anche testardo e sospettoso. Fifone da sempre e polemico come pochi.
E poi c'è lui, il tuo rivale in amore, lui che è arrivato a rovinare il tuo secondo compleanno, lui che ti ha rubato troppo presto l'esclusiva.
Lo strattoni, lo fai cadere, lo coinvolgi in marachelle spingendolo a fare quello che è vietato per verificare se lo sgrido quanto te. Lo cerchi, gli proponi giochi in cui sempre tu detti regole e procedure. Se ci sono altri bimbi lo proteggi e lo presenti come: "Lui è mio fratello, è furbo sai!".
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Sei cresciuto da quel giorno di quattro anni fa.
Sono lontane le poppate interminabili, i pranzi e le cene a base di latte e miele, il ricovero in ospedale e le iniezioni che tanto detesti, le scatole di glicerina dal tappo blu senza le quali in bagno non c'era speranza, i capricci interminabili, la gelosia eccessiva verso tuo fratello....abbiamo superato tanti momenti insieme. Abbiamo ancora tanto da darci.
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Questa mattina sei stato il primo a svegliarti, sussurrando ti sei avvicinato al letto: "Mi dovete tirare le orecchie, oggi ho quattro anni!"
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AUGURI AMORE MIO!

mercoledì 21 ottobre 2009

Stile "Orso"

Ieri sera, la mia terza lezione di nuoto.
Riscaldamento rigorosamente libero e poi via con gli esercizi.
"Ok ragazzi, per iniziare quattro vasche stile libero solo braccia, quattro solo gambe e quattro complete. Poi quattro vasche dorso solo braccia, quattro solo gambe e quattro complete. Idem per la rana."
Nuoto, a volte arranco perchè nuotare con il pull buoy tra le gambe non è facilissimo, almeno per me. Ho qualche problema di convergenza, tendo ad invadere la corsia opposta ma continuo. A fine serata ho le braccia distrutte.
"Mamma, mamma, come è andata in piscina? Cosa hai fatto oggi? Hai fatto il delfino?"
"Oggi Stile, Dorso e Rana"
"Mi fai vedere come si mettono le braccia?"
Nuoto tra i tanti giocattoli sparsi mostrando i tre stili. Luca corre a zig zag con uno stile tutto suo mentre Marco cerca di imitarmi e chiede conferma della sua bravura.
"Marco il dorso si fa con la pancia in alto e le braccia le devi muovere all'indietro!"
"Ma sei sicura che gli Orsi nuotano con la pancia in alto?"
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Come dargli torto? Da oggi accanto al Delfino, alla Rana e alla Farfalla abbiamo anche lo stile Orso e temo che l'istruttrice, guardandomi, gli darà ragione!

martedì 20 ottobre 2009

Due anni

Scorrazzi per casa scalzo ripetendo: "me no bello, me poccello". Ti esibisci in salti sul lettone, scivolate sul pavimento, arrampicate sul mobile, pedalate in bicicletta. Hai il tuo mentore personale, tuo fratello: pendi dalle sue labbra e segui le assurde regole che ti detta in ogni momento. Lo imiti ma lo superi per abilità e astuzia, per determinazione e costanza.
Accogli tutti con un sorriso aperto, solare, coinvolgente e contagioso. Ridi alla vita, sempre. Non c'è rimprovero che prendi seriamente o viso minaccioso di cui non ti fai beffa. Non c'è limite che accetti e che rispetti senza opporti con un beffardo broncio e un urlato "butta mamma". Non c'è castigo che riesco ad importi a lungo perchè i tuoi sguardi mi fanno dimenticare il motivo del rimprovero.
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Due anni fa, ancora dovevo rendermi conto di cosa fosse successo, dovevo superare lo spavento, la paura, il vuoto della mia pancia e la solitudine di quella notte. Poi sei arrivato per la prima poppata, ti sei attaccato al seno senza problemi, sembrava lo avessi sempre fatto. E' il tuo modo di affrontare la vita: conquisti senza eccessi e clamore, senza richiedere applausi o lodi, come quella prima poppata, naturale, scontata.
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"Me due" ripetevi ridendo questa mattina mentre scartavi il tuo regalo; "me due" mentre coinvolgevi nel gioco tuo fratello un po' imbronciato perchè proprio non riesce ad accettare che lui, più grande, compie gli anni dopo di te; "me due" con una serenità e una gioia che spero ti accompagni per tutta la vita.
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AUGURI AMORE MIO!

lunedì 19 ottobre 2009

Testa altrove

Dobbiamo acquistare un nuovo televisore, siamo orientati su un 37 pollici, la dimensione giusta per noi, famiglia che guarda la televisione in media tre ore a settimana e in modo discontinuo. Siamo certi che con una migliore definizione delle immagini riprenderemo a vedere anche qualche film.
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"37 pollici? Quanto dista lo schermo dal divano?" chiede il commesso del negozio.
Io non sento la domanda ma ascolto la risposta del marito che mi interpella con lo sguardo per una conferma: "Ma no tre metri, il divano è un due, forse tre posti. Potremmo prenderne uno più grande tra un po'."
Convinta della correttezza della mia risposta non mi curo degli sguardi perplessi di consorte e commesso. Constatiamo che la distanza tra lo schermo scelto e il divano non è sufficiente e iniziamo a parlottare dell'imminente trasloco. Il commesso cerca di capire gli spazi del nuovo appartamento e i tempi di questo cambio casa.
"Guardi è un appartamento molto spazioso, siamo in trattativa, direi che entro gennaio al massimo..."
Mi interrompe il marito convinto che di lì a poco avrei anche firmato il compromesso davanti al commesso indagatore.
Affare fatto.
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Ci ritroviamo a casa un bellissimo televisore 37 pollici, lo guardiamo dal nostro divano a due posti da una distanza massima di due metri e mezzo ma sappiamo che di qui a breve lo porteremo in un appartamento più grande, quello stesso appartamento in cui venerdì non siamo nemmeno arrivati alla proposta di acquisto per incompatibilità di aspettative sul prezzo.

giovedì 15 ottobre 2009

Nessun problema

"Buongiorno ho bucato e ho sostituito la ruota con quella di scorta, può dare un'occhiata..."
Il gommista toglie la ruota bucata dal bagagliaio, la guarda e verifica lo stato delle altre ruote.
"Signora c'è un grosso squarcio, è da cambiare. Quanti chilometri ha fatto con quest'auto? Ha mai sostituito le ruote davanti con quelle dietro? Ha mai controllato la pressione? Queste ruote sono rovinate perchè fuori asse, c'è da fare la convergenza?"
"Ok senta inutile che faccio la splendida. Ho bucato fuori dalla banca, sa dove ci sono le sporgenze in ferro conficcate nell'asfalto? Ho urtato il ferro con la gomma, ho sentito "psssssssss" e questo è il risultato. Non ho mai cambiato una gomma in vita mia e nemmeno sapevo dove fosse la ruota di scorta. Ora sono qui perchè so che di lei mi posso fidare. Per tutto il resto: chilometri percorsi, convergenza, fuori asse... ho bisogno di un corso di aggiornamento rapido."
" Devo sostituire tre ruote... se mi lascia qui l'auto, in un'ora è pronta. Però vedo che ha i bambini con sè?"
"Nessun problema, andiamo a casa a piedi, abitiamo vicino."

NESSUN PROBLEMA???

La scuola d'infanzia ha chiuso in anticipo. Sono uscita di corsa dall'ufficio ma si è rotta la metro e sono rimasta ferma per 35 minuti. Mio figlio aspettava con la buonanima del consorte e una bambina di nome Alice nella biblioteca comunale vicino alla scuola.
Ho recuperato Marco, abbiamo preso il tram.
Dal tram al box, dal box in banca per prelevare cento euro per i buoni pasto del nido. Ho bucato, chiamato nuovamente la buon anima del consorte, avvisato il nido del ritardo.
Poi la sosta dal gommista, la doppia pausa pipì nel bagno dell'officina, la camminata verso casa con una cozza in braccio e il fratello per mano che si lamentava "ecco uffa, sempre lui". Sono tornata all'officina, ho recuperato l'auto e sono corsa a vedere un appartamento di 160 metri quadri. La buon anima del consorte non è uscito per la terza volta dall'ufficio e si è fidato del giudizio mio e di chi ha finalmente trovato una casa in cui è possibile andare anche in bicicletta ma che non aveva il cane compreso nel prezzo e quindi non andava bene. Erano passate le sette, non avevo cucinato nulla. Ci siamo fermati al supermercato per otto sovracosce di pollo già cotte e quasi consumate prima di arrivare alla cassa.
Ho giocato ai travestimenti con i bambini e poi li ho messi a letto con un'ora di ritardo perchè il noioso pomeriggio non li aveva stancati.
Non sono più tanto sicura che non ci fosse nessun problema!


mercoledì 14 ottobre 2009

Stile spermatozoo ubriaco

Ieri seconda lezione di nuoto per me, quarta per gli altri: corso intermedio confermato.
Arrivo in piscina con leggero ritardo e Antonio, storico istruttore che mi conosce dal corso acquaticità, ora promosso supervisore corsi, intona a tutta voce:"Renata, Renata, Renata..." sulla falsariga delle celebre canzone di Mina.
Sorrido al tormentone che mi accompagna da una vita, non mi curo degli sguardi dei compagni di corso già alla sesta vasca e mi butto in acqua.
Antonio, lo storico istruttore..., parla con l'istruttrice e ridendo: "Da quando la conosco non è mai arrivata puntuale!"
"Sai una volta ero una donna impegnata, una volta per arrivare in piscina alle ventuno dovevo fare i salti mortali in ufficio, incastrare le trasferte... E poi caro Antonio una volta c'era la ginnastica prenuoto e tu ci stroncavi con gli addominali e le flessioni, NESSUNO arrivava puntuale!"
Ovviamente non gli ho risposto così, meglio dare la colpa al marito ritardatario per il babysitteraggio serale.
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Ok, entro e nuoto: tavoletta davanti e gambe a stile, gambe a delfino, gambe, gambe, gambe. Da lontano sento la voce dell'insegnate: "Su Renata, alza quel sedere, su Renata cosa sono quei piedi a martello, su Renata ho chiesto un delfino!"
"Su Renata, non sai simulare un delfino? Il più leggiadro, il più aggraziato, il principe del mare? Mi fanno male le gambe, ho pure bevuto nel tentativo di diventare un mammifero di altra classe e la mia compagna di corso mi ha detto che sembro uno spermatozoo ubriaco".
Ovviamente non le ho detto così, meglio ringraziare e cercare di rimediare.
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Tra una vasca e l'altra mi fermo ad aspettare il mio turno.
"Il martedì si batte la fiacca, si chiacchiera troppo, forza ragazzi!"
"Non darà la colpa a me per questo: è la seconda volta che vengo, non ho ancora imparato i nomi di tutti i compagni di corso!"
Ovviamente non le ho detto così, non le ho detto nulla, aveva ragione.
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Ieri sera ero proprio stanchissima quando sono entrata in acqua, ho evitato alcune vasche, ho ceduto il posto ai compagni e ho chicchierato come sempre.
Ieri sera però sono uscita dall'acqua felice, felice per la mia ora d'aria, felice per quello spazio tutto mio, felice anche di sapere che devo impegnarmi di più: non vorrei essere coniata a vita come quella dallo stile spermatozoo ubriaco!

martedì 13 ottobre 2009

Caro Silvio

Caro Silvio,
uomo dall’animo magnanimo e generoso, tu che aiuti le donzelle in difficoltà e ti accolli il peso di sistemare anche i loro mariti, tu che conosci l’animo femminile e sai cosa dire ad una donna per renderla felice, tu maestro di galanteria e seduzione, tu che non hai perso l’animo del fanciullino e ti diletti ancora a inseguire farfalle, tu che per tutte sei il “Papi” dei desideri.
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Tutte noi, tue discepole, ci siamo riunite qui oggi, lo facciamo con discrezione, senza clamore proprio come piace a te. Lo facciamo nella speranza che tu accolga il nostro invito a prenderti maggiormente cura di te stesso, a trascorrere il più serenamente possibile gli ultimi anni della tua vita lontano da un mondo che non ti ha capito.
Il silenzio, questo ti auguriamo con tutto l'amore possibile.
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PS: fate un salto sul sito di Repubblica e mettetela una firmetta che tanto non ce lo togliamo dai c.... ma male non fa!

lunedì 12 ottobre 2009

Quando le parole ingannano

Finalmente anche a casa nostra ogni componente del nucleo famigliare esprime i propri desideri, le proprie sensazioni, necessità in modo comprensibile agli altri.
Luca ha ancora problemi di sintassi ma il suo vocabolario si è notevolmente arricchito, la mimica e il timbro della voce lo aiutano nel rendere più o meno urgente una richiesa rispetto ad un'altra. Dobbiamo ancora lavorare sul significato di urgenza....
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Se dice: "Mamma pipì" è chiaro che deve andare in bagno; se lo dice stringendo il pisellino, il bisogno è impellente; se aggiunge un crescendo di "pipì, pipì, pipì..." scatta l'aiuto di mamma, la corsa in bagno, la verifica che nel water non ci sia la carta igienica lasciata dal fratello perchè "Carta Marco, me no!" -non voglio la carta di Marco- e poi finalmente: "Mamma me giù, me acqua!" -Mamma ho finito, aiutami a scendere dal WC e l'acqua la tiro io-.
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Ieri: Battesimo di Martina.
"Mamma, Matina? Mamma Matina? O è Matina?"-Mamma Martina, Mamma dov'è Martina?-
Martina era davanti a noi, il prete stava celebrando il suo battesimo, Luca voleva starle accanto e insisteva. Il solito copione insomma. Onde evitare un richiamo verbale ci siamo allontanati. Lontano da Martina, Luca ha inziato a giocare con il fratello alla scoperta di quel luogo sconosciuto: scavalcare le panche della chiesa, andare a cavallo sugli inginocchiatoi, accendere candele, poi nel silenzio della navata: "Mamma cacca!"
Si è fermato, si è concentrato in silenzio. Una sola volta non è significativo, prima di diventare urgente doveva ripeterlo almeno tre volte, doveva quasi urlare!?
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La prossima volta che penso: "Ormai sono grandi posso permettermi di uscire con un abitino elegante, posso permettermi paiette e luccichini, posso osare", mi ricorderò che di spalare non si finisce mai!
La prossima volta che zia Lu mi dirà: " Ti presto il mio nuovo acquisto, l'ho messo una sola volta, è bellissimo!", mi ricorderò che zia Lu non ha bambini, ancora e Marco e Luca non vogliono restare senza cuginetti.

venerdì 9 ottobre 2009

Senza babysitter... per ora

"Mamma chi è la mia babysitter?"
"La babysitter? Chi ti ha parlato di babysitter?"
"Riccardo ha la babysitter e io? E' la Gabry?"
"No Marco, Gabry è una nostra amica, a volte più di una sorella per mamma ma fa un altro lavoro."
"Allora la Donatella?"
"No anche Doni è una amica e una collega di mamma."
"Marco probabilmente la mamma e il papà di Riccardo lavorano tutto il giorno."
"Ma anche tu lavori e allora perchè io non ho la babysitter?"
"Se propio vuoi scegliamo insieme una babysitter. Lei ti verrà a prendere all'asilo, ti porterà al parco, giocherà con te..."
"E tu?"
"Se c'è lei con te, io posso fare altro."
"Non la voglio più la babysitter!"
"Delusione materna e riorganizzazione famigliare evitata, per oggi!"
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Anni fa ci abbiamo provato. Io dovevo riprendere a lavorare, sapevo che le otto ore erano un'utopia e così avevo scelto una persona amica che andasse a prendere Marco al nido e lo tenesse con sè fino a sera. Pochi giorni prima di rientrare in ufficio, la tata mi comunica che non è più disponibile. Panico. Devo lavorare! Marco viene dirottato momentaneamente sul nido a tempo pieno: 8:00- 18:30; a volte 19:00. Non trovo una sostituta, temporeggio, mi convinco che il solo nido è meglio della tata. Porto a casa il lavoro. Gioco con Marco, chiacchiero un po' con il marito ma sono tesa: alcune sere non vedo l'ora che Marco si addormenti per riaccendere il pc. Ogni giovedì sera a Marco sale la febbre, a gennaio si ammala e mentre lo accudisco in ospedale tengo con me il cellulare aziendale e chiedo ad Antonio di scaricarmi la posta e aggiornarmi. Lui fa quello che può, ma lavorando come libero professionista ha orari peggiori dei miei.
Non sono contenta, non era quello che volevo per me, mio figlio, la mia famiglia. Scopro di essere in attesa e la seconda gravidanza mi costringe alla maternità anticipata. Il resto è cosa nota.
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Non ero una madre cattiva, ero una madre che avrebbe fatto qualsiasi cosa per quel figlio tanto desiderato ma che voleva che tutto fosse come prima, che quel lavoro al quale per anni aveva dedicato tutta se stessa fosse ancora possibile, una madre che avrebbe voluto dei nonni a cui lasciare il figlio ma che non avrebbe rinunciato al nido perchè è meglio, una mamma che reputava Marco troppo piccolo per affidarlo ad una perfetta sconosciuta. Una madre che conviveva con un senso di colpa costante.
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Oggi ci siamo io e il papà ad accudire a Marco e Luca, oggi cerchiamo di bastare noi, domani vedremo.
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Parlo per me: nonostante gli alti e bassi professionali di questo anno, sono felicissima che il part time sia stato rinnovato: sei ore all inclusive e poi via!
Ogni donna cerca di organizzarsi come meglio può. Le priorità possono essere diverse, le possibilità anche. Si fanno scelte o si accettano le scelte degli altri, per principio o necessità.

giovedì 8 ottobre 2009

Formazione

E poi dicono che nelle aziende italiane non si investe sulla formazione del personale!


L'adesivo lo trovate in tutti i bagni della azienda, proprio davanti ai lavabo.
Per un attimo ho pensato di avere sbagliato strada e di essere finita all'asilo.

PS: Lo so che la prevenzione contro l'influenza è una cosa seria ma a volte si arriva all'eccesso!

mercoledì 7 ottobre 2009

Delfino 2

Correva l'anno 2003. Io e il consorte eravamo in vacanza al mare. Lui nuotava, io mi scioglievo sotto il sole in compagnia dei gabbiani.
"Basta mi iscrivo in piscina!"
Detto, fatto. A settembre iniziai il corso: "Principianti" sulla carta, "Acquaticità" nella sostanza.
Due ore di nuoto a settimana, sempre presente: a volte per lavoro mi alzavo il mattino presto, volavo a Roma e al ritorno atterravo in vasca. Alcuni sabati anche nuoto libero per rilassarmi, esercitarmi e recuperare 29 anni di astinenza.
L'anno successivo da "Principiante" a "Delfino", corsi intermedi non esistevano. Un delfino che non sapeva fare il "Delfino" e che non sempre reggeva il ritmo dei compagni di corso ma felice per i presunti progressi.
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Corre l'anno 2009. Si ricomincia! Arrivo in piscina eccitata per la mia uscita da donna emancipata (quattro anni prima in piscina ci andavo con il consorte, oggi ci dobbiamo alternare): costume, doccia, pronta a bordo vasca.
I corsi sono tre: pare abbiano finalmente capito la necessità di un corso intermedio tra "arranco in acqua" e "attenti allo squalo".
Chiamano i gruppi, io sono un "Delfino 2".
Faccio presente che forse è troppo, ma nessuno mi prende seriamente: "Ci conosciamo da sei anni, figurati!"
"Certo ma negli ultimi quattro ho starnazzato nella piscina bambini".
Niente.
Entro in acqua, ci provo, a volte resto indietro ma nuoto. La nuova insegnante è fissata con la Rana, lo stile che mi riesce meglio.

Resoconto della insegnate a fine lezione.
"Ok ragazzi siete dei rospi, quest'anno ci concentreremo su questo stile, voglio vedere delle "Rane" perfette tra qualche mese!"
"Si ma, rana a parte, io mi sento un tantino imbranata rispetto agli altri."
"Su su, non facciamo storie, non vorrai tornare al corso principianti?!"
"No, ma magari all'intermedio."
"Questo è l'intermedio."
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Martedì sarà tutto più facile: ora che so che "Delfino 2" è solo il corso intermedio mi sento già un leone, anzi un pesce.
Ma che razza di nome è "Delfino 2" per un corso intermedio?

martedì 6 ottobre 2009

Cedimento strutturale

Vi capita mai di incontrare ragazzi che distribuiscono volantini alla uscita della metropolitana? In genere i volantini propongono corsi di ballo, mutui a tasso agevolato e vengono propinati a chiunque: "Hai 13 anni? E' ora di pensare al tuo futuro. Se contrai il mutuo ora, tasso agevolato fino alla pensione!"
Io in genere prendo il volantino, lo leggo e poi lo butto, quasi mai sono interessata alle offerte pubblicizzate, ma per curiosità e perchè qualcuno li deve pur prendere i volantini, fingo interesse.
Oggi non proponevano mutui, oggi distribuivano l'invito per l'inaugurazione di qualche locale, almeno così credo.
Il ragazzo guardava chi usciva dalla metro e poi decideva se allungare il volantino o meno. Visto che alle tre ragazze che camminavano davanti a me ha proposto il volantino e a me no, non ci vuole molto a tirare le somme.
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Tutte e quattro avevamo un libro in mano: il ragazzo potrebbe aver capito dal testo che le prime tre erano studentesse e io no: non penso che facciano studiare "Papi" all'università.
Tutte e quattro avevamo un abbigliamento giovanile ma forse il modello di jeans?! Ultimamente fatico a capire cosa è di moda e cosa non lo è: mi pare che ormai tutti si vestano come capita e più si è stravaganti più "ci stai dentro", ecco forse da questa mia scarsa eccentricità avrà capito che non era una ragazzina.
Ci ha visto in faccia tutte e quattro.

venerdì 2 ottobre 2009

Camomilla, please

Rientro dalla pausa caffè e incontro una collega, madre di un bambino di 7 anni. E' facile incontrare colleghe al lavoro, è facile incontrare mamme, mamme di figli maschi. Chissa poi perchè nessuna è stata capace di fare una figlia femmina qui dentro (negli ultimi anni).
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La collega/madre ride mentre rilegge la lista che la scuola ha fornito in occasione della prima gita dei bambini: "un'intera settimana a contatto con la Natura e lontano da casa".
Sette anni, tre più di Marco, ok calma c'è tempo... respira respira respira. E che cavolo hai fatto un corso di training autogeno per riuscire a partorire, ti eserciti tutti i giorni e ancora non sai controllarti?
"Sarà una bella esperienza per il bambino e voi vi potete godere qualche giorno di vacanza!" dico io.
Giuda, Giuda, Giuda... tu al suo posto avresti fatto un corso accellerato di danza della pioggia nel tentativo di sabotare la gita.
Lei sembra davvero felice per questa esperienza del figlio e continua a sorridere. Mi propone il foglio con l'elenco delle cose da portare. Spazzolino da denti, ok. Pigiama di ricambio nel caso qualche bambino avesse ancora problemini con la pipì notturna, ok. Scarpe, scarponcini, ciabatte, ok. Vestito elegante per serata in discoteca, ok.
Vestito elegante per serata in discoteca!
Ma non doveva essere la settimana Natura? Hanno confuso le luci da discoteca con la caccia alle lucciole che pullulano nei prati in autunno? E' il programma di un gruppo sperimentale: sette anni discoteca, dieci anni primo figlio?
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Torno alla macchinetta del caffè e guardo se c'è una camomilla.

giovedì 1 ottobre 2009

Come ti rovino una carriera... amore mio!

Ieri ho letto un post che parla di gelosia. Il post era serio ma con la mente ho iniziato a vagare e sono tornata indietro nel tempo: ho rivisto le crisi e i fantasmi e poi sono risalita e mi sono fermata su un episodio passato piuttosto simpatico. Ora ve lo racconto.
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Anni fa, abbandonato lo judo e la piscina, Antonio si era iscritto ad un corso di recitazione, poi un altro e un altro ancora.
Tra l'altro e l'altro ancora, noi ci siamo conosciuti, ci siamo piaciuti e siamo andati a vivere insieme.
Non essendo io una tipa gelosa, non troppo almeno, vivevo le sue assenze serali come momenti di sana separazione e distacco. Poi, in prossimità della "prima" al teatro Verdi di Milano, le assenze serali sono aumentate e si sono aggiunte quelle dei week end. Non era piacevole, l'hobby stava diventando un po' ingombrante nella nostra vita di coppia ma lo spettacolo si avvicinava. Così abbiamo continuato per altri due mesi, fino al giorno della prova generale. Per quella occasione l'insegnate e regista aveva concesso agli "attori" di portare qualche amico, la compagna o il compagno...
La prova avrebbe avuto luogo in un vecchio magazzino dalle parti del quartiere Isola, oggi ristrutturato ma all'epoca fatiscente. Un grande salone, chiamiamolo open space, che fungeva da palco e spogliatoio. Uno spazio che ben conoscevano tutti visto che da un anno era la sede unica del corso di recitazione.
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Gli spettatori si siedono in cerchio e gli attori si preparano.
"Antonio mi aiuti?" dice una tipa in calzamaglia con una quarta di reggiseno che per qualche motivo non riusciva ad indossare la maglietta.
"Antonio scusa mi passi il costume?" si presenta un'altra tipa che difronte a lui si cala le braghe per indossarne altre più adatte allo spettacolo.
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Io sapevo che al corso erano più donne che uomini, anche se mi mancava il rapporto uno a molte.
Io sapevo che le ragazze del corso erano carine, ma il concetto di carine vestite e carine seminude non coincide: un conto è apprezzare gli occhi, altro avere "tette e culo" davanti agli occhi.
Io sapevo di non essere gelosa, non troppo almeno(?!), ma sapevo anche che l'allora mio compagno aveva un altro rapporto con la gelosia.
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E' bastato il sospetto della "par condicio"... e si è conclusa dopo una prima teatrale, di cui conserviamo la registrazione su nastro, la carriera artistica di mio marito.

mercoledì 30 settembre 2009

Cinque minuti

Allontani il pensiero, nascondi il desiderio, ironizzi sul tuo scarso impegno circa i "doveri coniugali" e per più di trenta giorni vivi le tue giornate. Sei contenta della tua vita, della tua quotidianità. Sei felice.
Poi arrivano quei cinque minuti e realizzi che passeranno altri trenta giorni prima di tornare a sperare.
Ripeti a te stassa che hai due figli meravigliosi, hai molto di più di quello che tanti desiderano e non possono avere, ripeti a te stessa che la tristezza di quei momenti non è nulla rispetto alle delusioni che provavi anni fa, sei egoista a sperare ancora.
Ma chi vuoi convincere?
Non è vero che la delusione è meno forte.
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Ti tornano in mente le parole dell'ultimo libro che hai letto: "Specialmente se non potranno mai vivere quella ubriacante sensazione di "possibili creatori di vita"... e l'euforia del potere, anche se solo per qualche mese, entrare in contatto con un figlio....
Perchè, anche se non ve lo siete detti...... ti confessi che tante volte l'hai fatto sperando che il vostro stare insieme potesse avere anche una finalizzazione così speciale."
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Cinque minuti. Il tempo di metabolizzare la sorpresa, di deglutire e respirare forte, di asciugare una lacrima non scesa, di una telefonata: "Anche questo mese nulla." "Perchè ci speravi davvero?" " Beh sì, ci speravo, anzi ne ero certa questa volta".
E poi ritorna il sorriso e la vita di sempre e riprende la tua giornata, sospesa per soli cinque minuti.
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PS: Se vi capita tra le mani "La NEVE SE NE FREGA" di Ligabue (234 pagine), leggetelo. Che poi di questi tempi dove la "libertà" rischia di restare solo un concetto astratto... male non fa.

martedì 29 settembre 2009

Chi si lamenta?

Risvegli notturni sempre più rari.
Sveglia all'alba.
Colazione tutti insieme.
Riassetto camere.
Biancheria stesa.
Pulizia denti.
Baci abbracci e "carezza" davanti all'ascensore.
Saluto dal finestrino del tram.
Fusione da seguire.
Procedure sparse.
Pranzo ognuno per conto suo.
Ritiro bambini
Sosta al parco.
Acquisti per la cena.
Giocattoli per la casa.
Biancheria da stirare.
Bagno con le paperelle.
Cena tutti insieme.
Ti racconto cosa ho fatto oggi.
Mi racconti cosa hai fatto oggi.
Bimbi a letto.
Ci raccontiamo cosa abbiamo fatto oggi.
Lettura libro.

Nulla di cui lamentarsi.

lunedì 28 settembre 2009

Tempo di castagne

Le domeniche di fine settembre e inizio ottobre sono dedicate alle castagne.
I miei genitori sono dei veri esperti della raccolta, spesso andavano per boschi il mattino presto prima di iniziare la giornata lavorativa perché, a detta loro, era il momento migliore. A volte li accompagnavo anche io, altre volte ci andavo con le amiche.
Sempre sono/siamo tornati a casa con sacchetti colmi. Poi…

Quattro anni fa in questo stesso periodo siamo andati in località Pian Rancio. Nonno Gianfranco, non ancora nonno, guidava il gruppo; nonna Grazia, non ancora nonna, portava i sacchetti; Antonio non aveva di meglio da fare e io, in evidente sovrappeso causa imminente parto, io non potevo mancare.
Ci siamo persi nei boschi, abbiamo gironzolato per sentieri e pendii per quasi due ore e non abbiamo raccolto nulla. Solo per caso il parto è rimasto imminente e non immediato.
Tre anni fa nonno Gianfranco e nonna Grazia sono andati vicino a casa portando con loro Marco che camminava appena. Marco ha perso l’equilibrio ed è caduto faccia a terra schiacciando un riccio. Ovviamente niente castagne e per tre giorni ho estratto spine da un faccino arrossato.
Due anni fa ero di nuovo in sovrappeso, non potevo fare troppi sforzi e così Antonio, Marco ed io abbiamo deciso di abbandonare la raccolta e di accontentarci di una “castagnata” alla Salute. Luca è nato cinque giorni dopo.
Lo scorso anno Antonio, Marco, Luca ed io, in compagnia di alcuni amici siamo andati a Barni decisi a raccogliere quante più castagne avremmo potuto. La giornata si è conclusa con un nulla di fatto e una grande abbuffata in un ristorante della zona.
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Ieri era una bellissima giornata, potevamo non provare?
Nonno Gianfranco, Nonna Grazia, Antonio, Marco, Luca e ovviamente io siamo andati a Valbrona.
Marco ha imparato a togliere le castagne dai ricci schiacciandoli con le scarpe, Luca ha raccolto entusiasta castagne e marroni facendo a gara con il fratello nel riempire i sacchetti di nonna e mamma; il nonno ha cercato di insegnare ad Antonio a “pertegare” i castani dimenticando di non avere più i vent’anni di un tempo, io e nonna...
Ci siamo divertiti, i bambini erano contentissimi e i nostri due kg. ci aspettano questa sera per cena.
Visto che gli anni di magra sono finiti, domenica si replica.

venerdì 25 settembre 2009

Come fa i buchi lui...

Un libero professionista è abituato a ricevere telefonate del tipo: "Mi hanno parlato molto bene di lei, ha svolto un ottimo lavoro sarebbe interessato a lavorare per noi?" o ancora "Siamo stati pienamente soddisfatti del suo precedente lavoro, vorremmo incontrarla per parlare di un nuovo incarico."
In genere succede in periodi in cui le aziende crescono, si espandono, investono.... non è esattamente la situazione di questi ultimi anni ma può sempre succedere.
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"Pronto, sig. Laterza?"
"Sì con chi parlo?"
"Qui è la scuola d'infanzia avremmo bisogno di lei subito per fare due buchi, il nostro trapano non funziona!"
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Antonio mercoledì si è presentato alla scuola d'infanzia con abbigliamento molto informale, come concordato con l'insegnante ha fissato al muro gli appendiabiti nel bagno della sezione Azzurra ed è tornato a casa soddisfatto per il lavoro svolto e felice di essersi liberato di un peso.
La commessa, quella che un tempo veniva chiamata bidella, ha evidentemente apprezzato il lavoro.
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"Come non funziona?"
"Vede il nostro trapano non è molto potente ma il suo non ha avuto problemi a bucare il muro. Potrebbe venire?
"In questo momento sono in ufficio e in genere non porto il trapano con me, possiamo accordarci per un'altra giornata?"
"Niente trapano? Va bene però è piuttosto urgente, facciamo per domani mattina. Arrivederci."