sabato 5 giugno 2010

Novecento

Leggo e sottolineo versi, frasi, brani. Rileggo quello che la matita mette ora in evidenza. Mi accompagna la musica di quel pianoforte che le orecchie non hanno ascoltato e vedo il protagonista: una vita unica, apparentemente semplice ma tanto complessa da non riuscire a rielaborarla, difficile da condividere.
E allora riparto da capo e riprendo le frasi sottolineate ancora una volta, la musica mi entra dentro e piano piano anche il protagonista: il suo assaporare la vita degli altri senza riuscire a vivere fino in fondo la sua.
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"Sapeva ascoltare. E sapeva leggere... sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia..."
"I desideri stavano strappandomi l'anima. Potevo viverli, ma non ci sono riuscito. Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me."
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Chiudo il libro. Quante persone vivono davvero la loro vita? Quante volte compromessi, rimpianti, scelte non fatte, desideri soffocati sono parte della nostra vita?
Tante.
Al di là delle rinunce alle quali più o meno condizionatamente ci adeguiamo, non smetto di pensare che la vita debba sempre essere vissuta con il sorriso. "Novecento" sceglie di rinunciare ai propri desideri e ad amare, decide di non vivere, ma nel descriverci le sue rinunce Baricco ci avvicina ancora di più alla vita.
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