venerdì 10 aprile 2009

Una botta e via e non solo

Rudi, prima liceo, fa l’amore per la prima volta con una ragazza. Per entrambi l’essere ancora vergine, alias lo sfigato del gruppo, è un neo da togliere. Lui si innamora di lei: lei voleva solo fare l’amore (un po’ di confusione tra sesso e amore, succede). Rudi soffre e lascia la scuola. Giulio, il padre di Rudi, cerca di capir cosa è successo al figlio. Casualmente incontra la ragazzina che gli dice: “E’ colpa mia abbiamo fatto l’amore, per me è finita lì, lui si è innamorato”. Giulio cerca il figlio, lo abbraccia, gli chiede scusa per non essersi accorto di quanto sia cresciuto, lo rassicura.
“I Cesaroni” puntata di venerdì 3 aprile.

Mi ha fatto riflettere.

Quindici anni, vergine, la sfigata del gruppo. Mi sono messa nei panni di quella ragazza e ancor più in quelli di sua madre: “Ho una figlia innamorata di un ragazzo, forse domani lo sarà di un altro, ho cercato di insegnarle il rispetto per sé stessa e per gli altri, l’importanza di essere libera, abbiamo parlato del pericolo malattie, siamo andate dal ginecologo insieme, è informata. Fare l’amore è parte della vita, se poi me ne parlasse sarei ancora più felice.”
Però quello del film non è amore, non è nemmeno una cotta, questo è “una botta e via, la prima botta e via” per non sentirsi sfigata, per essere accettata dal gruppo delle amiche, per non essere diversa.
“Certo ha sbagliato ad “usare” un’altra persona, forse è colpa mia che non ho lavorato abbastanza sulla stima di sé, ma ha quindici anni, ha fatto sesso non si è bucata. L’ha fatto per farlo, perché tutto urla sesso intorno. E' poi così sbagliato?” e ancora "Se la scena fosse stata recitata da un ragazzo, ne avrei parlato?"

E poi il ruolo del padre che si accorge del disagio del figlio, cerca di capire, indaga e poi abbraccia, accoglie, consola il figlio maschio.

Ho apprezzato la scelta del ruolo maschile e femminile: lei una botta e via, lui innamorato. E ancora di più il padre.

L'ho apprezzato ancora di più sapendo che è una fiction molto seguita da ragazzi e famiglie e questa sera il seguito.

3 commenti:

  1. ho visto la fiction con mia figlia, come sempre. Non mi è piaciuto l'atteggiamento che si è voluto dare a questa ragazzina. Mia figlia ha la stessa età ma ha ancora il mito dell'amore, non del sesso. Abbiamo sempre parlato molto liberamente di amore e sesso, pur rispettando il suo pudore che a volte rifiuta certi discorsi e nel rispetto del suo privato, che solo lei può decidere di farmi conoscere. Però il buttare via un'esperienza che dovrebbe essere un'esperienza importante e non un uso di se fine a stesso non mi piace. Ottimo il ruolo del padre, dolce l'atteggiamento del ragazzo, in crisi di fronte a queste ragazze.

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  2. Egoisticamente, spero che le mie figlie siano sfigate almeno fino a 18 anni....
    Isa

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  3. @lapatrizia e Isa: il ruolo fatto recitare alla ragazza è comunque molto reale, di ragazze di 15 anni come quella della fiction ce ne sono molte ed è questo che mi ha fatto pensare. Anche io "egoisticamente" mi unisco a voi, ma non son certa che sia la scelta migliore... diciamo che avere l'adolescenza dei miei figli lontana mi lascia tempo per riflettere.

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