mercoledì 15 aprile 2009

Nel momento del bisogno

Pochi giorni fa in Italia c’è stato il terremoto.
Molti ne hanno parlato: TV, giornali, blog. Non ho saputo aggiungere nulla al tanto, troppo già detto da altri e nulla voglio dire ora. Ieri però al rientro in ufficio ho trovato la mail di un collega, che iniziava così:
“Ciao a tutti. Sono giunto a l'Aquila …" "…Qui c'è davvero bisogno di tanto ragazzi. Mancano scarpe, vestiti, pannolini, assorbenti, biancheria intima, ecc. Al momento vi chiedo di acquistare e procurare dell’intimo... Rientrerò a Milano martedì e con quello che avrò recuperato, ripartirò per consegnarlo."
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Se c’è un aspetto che non manca nel posto in cui lavoro è la solidarietà nel momento del bisogno.
Non parlo della solidarietà da parte della azienda, dei vertici insomma che si muovono per altri canali, forse meno spinti da spirito di fratellanza e più dalla pubblicità che ne deriva, ma un aiuto è un aiuto e va sempre bene.
Parlo della solidarietà tra colleghi che non si conoscono ma che con una mail raggiungono tutta l'Italia.

Ricordo due anni fa il caso di un collega e amico che ha avuto un grave problema famigliare: doveva stare lontano dal lavoro per parecchio tempo e per giunta lontano da casa, aveva bisogno di un supporto economico immediato. E’ bastata una mail e in pochi giorni siamo riusciti a raccogliere migliaia di euro.
Tanti sono i motivi che in questo periodo mi hanno portato a criticare l’azienda, ma le persone che ho conosciuto e le testimonianze da parte di chi non ho mai visto in viso, sono davvero speciali.

3 commenti:

  1. Beh, il lato umano è forse quello più importante, quando devi passare tante ore via da casa.

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  2. è una cosa fantastica.
    hai ragione, quando c'è bisogno le persone si danno da fare.
    stiamo pensando di organizzare qualcosa anche noi, ma ci sono talmente tante iniziative che forse è meglio aderire a quello che c'è già

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  3. @Silvia: hai ragione, il lato umano è importante, se non ci fossero i miei ex colleghi d'ufficio qui, sarebbe tutto molto triste.
    @Emily: il proliferare di iniziative crea spesso confusione, è vero. Il nostro aiuto era mirato alle famiglie dei colleghi colpiti dal terremoto, famiglie che io non conosco personalmente ma che altri colleghi conoscono bene. Egoisticamente con il canale aziendale abbiamo dato un aiuto diretto e immediato a loro, un qualcosa in più rispetto ad altri utilissimi canali.

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