martedì 21 aprile 2009

Ma se tu e papà andate in cielo?

"Mamma ma se tu e papà andate in cielo chi mi viene a prendere a scuola?"
Ieri all'uscita dalla scuola d'infanzia Marco era particolarmente turbato. Continuava ad insistere con la domanda, cercavo di consolarlo e di rassicurarlo sulla nostra costante presenza ma nulla. La morte della gallina prima e di Leo, un cane ucciso da un fulmine anni fa la cui storia è riemersa venerdì sera durante un violento temporale, hanno ripresentato in modo drammatico il tema della morte.
Se fino a poco fa le domande erano dettate dalla curiosità di questo cielo misterioso nel quale non vede mai camminare nessuno e dal quale nessuno di quelli che presumibilmente ci sono arrivati, scende; ieri c'era dell'altro: aveva paura di restare solo.
A nulla è servito il tentativo di procrastinare la nostra morte in una età in cui lui sarebbe stato adulto e noi molto anziani e non aveva torto: la morte non ha età anche se mi fa paura dirlo e solo pensarlo.
E' stato lui stesso a trovare una soluzione: "Mamma se tu e papà andate in cielo, viene lo zio Giò a prendermi. Va bene, me lo prometti?"
.
Caro Marco, te lo prometto e lo urlo a me stessa e a quel Dio che sta lassù.
Ti prometto che io e papà saremo sempre con te e con Luca. Vi staremo accanto fino a che sarete adulti, vi seguiremo e assilleremo di consigli, vi annoieremo con la nostra presenza e ricorderemo di quanto siamo stati indispensabili durante i primi anni della vostra vita. Allora ci direte: "Non rompete, non capite nulla, che palle!" Perchè lo direte, lo sappiamo, ma avremo i nostri ricordi: gli abbracci, la spontanietà e le gioie che ci state regalando e i capricci che non sempre riusciamo a gestire al meglio e che a volte sono insopportabili: i primi forse ci faranno venire le lacrime agli occhi e i secondi sorridere.
Ci saremo, deve essere così, spero.

7 commenti:

  1. a me la morte nn ha mai fatto apura finchè nn sono diventata madre.
    allora mi sono posta il problema di chi si sarebbe preso cura dei miei ragazzi, chi li avrebbe aiutati a crescere?
    se prima scherzavo su a chi lasciare macchina e poche cose, dopo nn ci ho più scherzato.
    i miei figli nn hanno mai fatto domande del genere, anche se abbiamo affrontato due grandi lutti, mio padre e mio suocero, e i figli sono venuti a contatto x forza con questa eventualità.
    la nostra laicità nn ci da nemmeno il conforto del paradiso...
    dal punto di vista economico abbiamo risolto le cose ma il resto? che difficile....

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  2. un capo...quello timido21 aprile 2009 alle ore 11:14

    Non ricordo bene questo periodo con mia figlia...sono passati più di 20 anni ormai. Ho sempre pensato che l'importante per lei fosse la sicurezza di avere una base d'appoggio, un punto di riferimento in qualsiasi momento, non solo sotto l'aspetto economico ma specialmente sotto l'aspetto umano. E' anche per questo convinzione, che mia figlia è stata abituata ad avere rapporti personali diretti con nonni, zie, nostri amici e con i vari educatori. Noi genitori, in molti casi, l'abbiamo "solo" condotta per mano.

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  3. @Emily: Ho avuto paura di "non esserci più" quando è nato il mio Luca, ero davvero terrorizzata all'idea di lasciare solo Marco che non aveva ancora due anni. E ancora oggi penso che nessuno potrebbe sostituirmi... so che è solo egoismo e paura di non poter vivere io il rapporto con loro. E ti dirò che il credere in un eventuale paradiso non mi fa star meglio: preferisco non pensarci e vivere pienamente ogni giorno. E' difficile, hai ragione!

    @Un capo... quello timido: è molto bello quello che scrivi e da quello che vedo l'avete condotta bene. Deve essere bello per un padre e una madre guardarsi indietro e accorgersi di avere fatto un "buon lavoro" con il loro progetto più grande.
    Dovrei imparare anche io a lasciare di più i miei figli, il sabato capita che escano da soli con gli zii, almeno Marco, e si diverte tanto. La notte invece sono sempre con noi per una serie di fattori: il non avere nessun parente vicino; il creare disturbo ad altri di notte, visto che dormono quando capita; e la mia gelosia nei loro confronti. Vorrei/dovrei provare a lasciarli qualche volta.
    E poi Marco stesso me l'ha dimostrato ieri: "Se non ci sei tu, c'è lo Zio Giò!"
    Grazie del consiglio.

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  4. Magari si potessero fare certe promesse!
    In realtà io sento solo un nodo in gola e lo stomaco che mi si attorciglia.
    E' terrore vero è quello che mi prende quando mi capita di immaginare i miei bambini senza di me, me che non li vedo crescere... lo scaccio, lo sfuggo. L'unico conforto arriva dal fatto che sono tre, che non sono soli, che ci saranno l'uno per gli altri.

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  5. argomento dalle mille sfaccettature; la mia esperienza? quando avevo Cristian piccolo e mi capitava di pensare al fatto di non esserci più, mi auguravo che venisse via con me.....perchè? pensavo ad una probabile seconda compagna per mio marito e NESSUNA avrebbe potuto sostituirmi; i capricci, le abitudini e quant'altro solo noi mmamme li conosciamo.
    Poi, bè loro crescono, non si attaccano più alle nostre ginocchia, ma questo è tutto un altro argomento.

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  6. Tema della morte che da ragazzina non mi gaceva paura,adesso da mamma...si ,tanto!
    bacetti,Rox

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  7. @Mamma in 3D e Rox: una paura comune con la quale convivere, vedo.
    @Giovanna:confesso di pensarlo anche io, mi accorgo che è egoistico il solo pensarlo, ma... Mi capita spesso prima di prendere l'aereo, tutti insieme per non differenziare i rischi insomma!

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