sabato 4 aprile 2009

Ascolta il mio cuore

Ieri mi ha chiamato la mia amica Isa: "Lunedì sono a Milano. Ti faccio una proposta. Vieni con me in Feltrinelli, ore 19:00, alla presentazione del libro “Studio Illegale”?"
" Lunedì...Luca dovrebbe tornare al nido e noi respirare un po’ di più; la scuola d’infanzia di Marco è ancora chiusa per sciopero ma se avviso S. dovrei riuscire a lasciarlo al nido con il fratellino; è il mio compleanno e sono 35... Ok. Isa ci sto!"

Chiamo il marito: ”Lunedì sera compio gli anni, ti avevo detto che non volevo nulla per il compleanno, avrei preparato una torta per noi e avremmo invitato qualche vicino di casa. Se ti chiedessi invece di fare il babysitter? Vorrei uscire con Isa, c’è la presentazione del libro di Duchesne, l'avvocato, ma tornerei presto e poi mangiamo la torta io e te.”
“Lunedì sera, bip…bip…bip…”
“Non ti chiedo mai nulla, ok è il mio compleanno ma per una volta potresti rispondere gentilmente?”
Cinque minuti dopo.
“Dai scusa. Sei ancora arrabbiata!”
“No, sto scrivendo un post”
“No ti prego…”
Due ore dopo.
"Dai vengo da te per pranzo per farmi perdonare."
"Allora non ci siamo capiti....
... ti amo e lo sai ma mi soffochi.
Tu, i nostri figli e il mio schifosissimo lavoro siete tutta la mia vita, sono felice ma è una vita che spesso stringe troppo.
Ogni volta che vorrei prendermi due ore solo per me, ogni volta che ipotizzo un'uscita con un'amica mi trovo davanti ad un plotone di esecuzione: il tuo possesso, la tua paura di perdermi, il tuo egoismo, non è amore questo!
Non mi consola sentirmi dire “tu sei migliore di me” quelle poche volte in cui me meschina ricordo le riunioni serali per l'associazione dell’open source, il master preso mentre mi spupazzavo da sola due bimbi quasi neonati per lasciarti il tempo di studiare, le partite di calcetto e mi fermo qui. E anche se ora lo scrivo rinfacciandoti tutto, ero contenta dei tuoi spazi e lo sono ancora, perchè è naturale avere interessi che possono essere diversi dai miei e amare significa rispettare, sostenere e gioire nel regalare gioia.
Ecco io sono stanca di dover fare tutto e solo insieme a te, sono stanca di sentirmi in colpa se voglio prendermi uno spazio mio di tanto in tanto, sono stanca di doverti anche solo chiedere di poterlo fare e non te lo chiederò più.
Amore mio, non regalarmi mazzi di rose rosse quando pensi che possa essere stanca: ascolta
i miei sentimenti, i miei desideri; guarda dentro di me, guardaci bene."

10 commenti:

  1. Ti capisco. E' così difficile poter ancora essere donne essendo mogli e madri. Se ti può consolare quando i figli crescono le cose migliorano un po' e si recuperano spazi personali. Io mi sono ritagliata il venerdì pomeriggio con le amiche, ed è diventato un piacevole rito, ma lo è da quando mia figlia ha compiuto dodici anni e quindi è stata più indipendente e mio marito... un po' meno possessivo. Forza... e continua a provare. Lapatrizia

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  2. Renata non sai quanto mi sono rispecchiata in questo tuo bellissimo post...
    Anche per me è la stessa cosa!!non riesco davvero a prendermi un minuto solo per me...
    e lo sai cosa penso amica mia?che la colpa in parte è soprattutto nostra che abbiamo abituato male i nostri mariti,togliendogli ogni incombenza sin dall'inizio...perchè chiedere a loro è come parlare con un muro...e che quindi facciamo prima noi ...
    Un abbraccio comprensivo,
    Rox

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  3. voglio quotare Rox al 100% .
    però Renata mi piacerebbe farti un regalo, manda Antonio da me con i bambini, al tuo arrivo torta che ovviamente preparo io; dai così mi esercito :-)
    ti voglio bene

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  4. Mi hai fatto venire in mente il film "vogliamo anche le rose". E cioè: spazi di autonomia (fondamentali, senza quelli non si vive) e... le rose. Buona presentazione!!

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  5. @Lapatrizia e Rox: è difficile nei primi anni di vita dei bambini avere spazi propri e avere abituato bene il marito riduce ancora di più quello spazio. Ma tutto sommato me la cavo. Vi ringrazio per il vostro supporto. Devo anche ammettere che mio marito per quanto poco disponibile a sostituirmi nelle faccende domestiche, è da anni che insiste per assumere qualcuno che pulisca e stiri al posto mio, e penso proprio che finirò per dargli retta.
    @Giovanna: Accetto, anzi accettiamo!!!!!!! Grazie.
    @Marilde. Il film non lo conosco ma lo voglio vedere. Hai colto in pieno: il mio spazio è quello che rivendico. Non pretendo di andare una settimana in vacanza con una amica, ma poterla vedere la sera senza essere accusata e di conseguenza sentirmi in colpa. La gelosia se contenuta può far piacere, ma quando diventa possesso soffoca e allora non mi va più bene.

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  6. Beh, visto che siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda, io stasera li ho mandati a una festa di compleanno e me ne son rimasta a casa per lavorare, cucinare, pulire e rilassarmi. Spero che tornino alle due di notte! ;-)
    ps Io la colf ce l'avevo, ma mi esaurivo a riordinare prima che lei passasse per pulire. Meglio far da sè.

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  7. @Babuska: Ti lascio alle tue due ore di rilassamento allora... tengo presente il consiglio sulla colf, comunque per oggi non serve, casa pulita. :-)
    Buona domenica!

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  8. ciao Renata, comincio a conoscerti meglio :)
    quando vuoi un po' di forza per difendere i tuoi spazi e i tuoi desideri, mi troverai sempre al tuo fianco ok? ciao! Flavia

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  9. Tieni duro e riprova. Io quando esco ho ancora la sindrome della mamma tuttofare, devo comunque aver preparato tutte le cene, le docce serali, i vestiti per il giorno dopo, anche se non ce ne sarebbe più bisogno. Così placo i miei residui sensi di colpa (con i bambini più grandi, sono sempre di meno) e mi godo qualche ora da sola. Ma tieni duro, perché ci vuole. Perché i blog sono una valvola di sfogo, ma le amiche vere, o anche la possibilità di vedere una mostra, o andarsene al cinema, insomma, godersi qualcosa che si è scelto, bè...è un'altra cosa.

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  10. @Veremamme e LGO: grazie davvero.
    Io non mollo, in nove anni mio marito è migliorato tantissimo sul tema gelosia, è come se l'arrivo dei figli l'avesse tranquillizzato, rassicurato. E infondo ha ragione quando dice: "Ti lamenti ma alla fine fai sempre quello che vuoi". Diciamo che discuto, mi lamento e sì alla fine i piedi in testa non me li faccio mettere ma è brutto doversi sentire in colpa per delle esigenze minime e a volte si esplode, non si metabolizza e così lo sfogo da privato diventa pubblico.

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