lunedì 2 marzo 2009

Non solo "Studio Illegale"

Anni fa, quando ancora lavoravo per una società di consulenza, ho conosciuto una donna. Aveva la mia età di oggi, era molto determinata e aggressiva e il suo look rifletteva i suoi atteggiamenti: pantaloni elasticizzati, preferibilmente leopardati, magliette attillate e tacchi altissimi. Pretendeva molto da sè stessa e dalle sue collaboratrici, sembrava dovesse sempre dimostrare di essere la migliore.
Era una senior manager, il ruolo più alto su un progetto dopo quello di partner. Restava in ufficio fino a tarda sera, spesso fino a tarda notte.
In realtà il lavorare la sera tardi era una prassi delle società di consulenza che non approvavo, non si rimaneva per effettiva necessità ma per dimostrare al cliente la massima professionalità. Ovviamente il mattino prima delle dieci nessuno era all'opera e spesso il pomeriggio le pause proliferavano.
Torniamo alla donna. Una mattina era molto arrabbiata, taceva e fulminava chiunque le facesse domande anche la più comune e banale "Caffè?". Il silenzio si ruppe quando entrò nella team room il responsabile IT del progetto: gli si scagliò contro insultandolo per la scarsa professionalità, il mancato presidio e il disinteresse per il team; perchè Lei e le sue collaboratrici erano rimaste in ufficio fino a tarda notte senza aver potuto ultimare le brochure per il meeting del mattino seguente. Il guasto presto risolto dal responsabile IT era abbastanza banale: mancava la carta nella stampante, ore 2:10.
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Non la critico, non potrei visto che anni dopo ci sono passata anche io da quel circolo vizioso anche se non per scelta o non solo. Spesso in azienda più fai e più ti viene richiesto di fare e ti trovi dentro un loop da cui non riesci ad uscire perchè hai stimoli, motivazione, possibilità di crescita, visibilità e così cerchi di fare sempre di più, sempre meglio, sempre il massimo e rischi di rovinare te stessa e i rapporti umani.
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Ho letto un libro in questi giorni: "Studio Illegale". L'autore, un giovane avvocato d'affari milanese, scrive su un blog: ironico, divertente, spassoso ma molto realistico. Pensavo di farmi due risate anche con il libro invece mi ha riportato indietro di anni, ho rivisto quella collega, ho rivisto me stessa anni dopo. Un bel libro, scritto con ironia, che fa ridere ma anche riflettere, un romanzo che ruota attorno alla vita degli avvocati d'affari e non solo.
Se vi sembra che il vostro lavoro vi stia rubando la Vita, leggetelo.

7 commenti:

  1. E' che, anche laddove è possibile, dove si può scegliere,è ancora poco diffusa la percezione che il tempo è il vero lusso che abbiamo!

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  2. Niente di più vero...il tempo,quanto è prezioso!!...ciao,Rox

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  3. Certo Rox il tempo è prezioso e mi piaciono molto anche le parole di Marilde "laddove è possibile, dove si può scegliere". A volte quando sei dentro il vortice non vedi altro e ti privi anche di quel poco tempo che potresti dedicare a te stessa o a chi ami e non te ne accorgi. O se te ne accorgi pensi sempre di poter recuperare, pensi di poter scendere dal treno quando ne hai voglia, non è così, non sempre.

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  4. Sono d'accordissimo soprattutto sul discorso del "tirare tardi"...purtroppo è prassi diffusa rimanere fino a sera al lavoro per dimostrare di essere indispensabili, di avere tanto da fare, etc...e perdere tempo durante la giornata....scusate, è uno sfogo, ma sono circondata da molti soggetti di questo tipo!! Betty

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  5. @Betty: ogni sfogo è benvenuto, soprattutto se ti fa star meglio. E poi spesso ci si domanda perchè solo le donne senza figli o gli uomini riescono a fare carriera. Non mollare dai! E spero davvero di vederti presto.

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  6. Grazie di aver segnalato questo blog, peraltro famoso, dove però consigliato da altri blogger non mi fidavo di andare (!!??)
    Almeno non è una mammablogger :-))

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  7. @Extramamma: a me piacciono molto i post dell'inizio, oggi scrive poco e purtroppo non è più bello leggere i commenti perchè ci sono molti "stupidi" che scrivono proprio di tutto. Fai un salto anche su Esvaso, interessante e anche lui non mamma!

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