Se ieri siamo riusciti a visitare il Sud dell'isola lasciandoci sempre la pioggia alle spalle oggi la pioggia sta cadendo ininterrottamente da ore su tutta l'isola così la nostra escursione è rimandata a domani. Ci siamo rassegnati a tornare a casa senza tintarella e con un ricordo non proprio positivo di mare e spiagge, in compenso ci sono angoli dell'isola e caratteristiche delle persone davvero uniche.
Ieri era la Festa della Repubblica: i Mauriziani hanno festeggiato l'indipendenza ottenuta il 12 marzo del 1968 e soprattutto il riconoscimento dell'autonomia economica del 1992. Già prima di colazione Marco sventolava orgoglioso la sua bandiera e ripeteva di volere l'azzurro al posto del blu, non penso verrà esaudita la richiesta.
La ricchezza attuale di Mauritius, comunque, nasce anche dalle infrastrutture lasciate dai francesi prima e dagli inglesi e oggi la maggior parte delle fabbriche e dei terreni è di proprietà dei "francesi" come si sente ripetere ovunque e come abbiamo avuto modo di approfondire durante la gita di ieri. L'autista-guida infatti era ben disposto a parlare della politica locale, di come sia distribuita la ricchezza, della reciproca tolleranza tra razze e culture diverse; ci ha parlato delle difficoltà di ottenere il visto turistico per la Francia: lui stesso ha provato due volte ma non è risultato idoneo e così l'avere dichiarato i suoi guadagni, l'esistenza di una sorella che vive in Bretagna e l'aver pagato la tassa per la commissione esaminatrice, non è servito a nulla.
Parla parla siamo arrivati al Grand Bassin, il lago sacro per gli hindù. Qui abbiamo visitato il tempio, naturalmente scalzi, e partecipato alle cerimonie: centinaia di fedeli, in abiti eleganti e coloratissimi, stavano in adorazione davanti a divinità zoomorfe, portavano cibo e lo disponevano in piattini davanti alle statue. Poco distante dal tempio la statua del Dio Shiva, la massima divinità hindù, alta trentacinque metri.
E poi ancora le Black River Falls e le più spettacolari cascate a Chamarel, dove abbiamo visitato anche le "terre dei sette colori". La terra assume tonalità diverse a causa di un differente tempo di raffreddamento della roccia fusa, roccia di origine vulcanica. A fine giornata la spiaggia di Flic & Flac, finalmente una spiaggia e un mare da cartolina.
Oggi la fabbrica dei velieri, la lavorazione dei diamanti, il Bazar di Grand Baie, insomma oggi acqua e shopping.
Ieri era la Festa della Repubblica: i Mauriziani hanno festeggiato l'indipendenza ottenuta il 12 marzo del 1968 e soprattutto il riconoscimento dell'autonomia economica del 1992. Già prima di colazione Marco sventolava orgoglioso la sua bandiera e ripeteva di volere l'azzurro al posto del blu, non penso verrà esaudita la richiesta.
La ricchezza attuale di Mauritius, comunque, nasce anche dalle infrastrutture lasciate dai francesi prima e dagli inglesi e oggi la maggior parte delle fabbriche e dei terreni è di proprietà dei "francesi" come si sente ripetere ovunque e come abbiamo avuto modo di approfondire durante la gita di ieri. L'autista-guida infatti era ben disposto a parlare della politica locale, di come sia distribuita la ricchezza, della reciproca tolleranza tra razze e culture diverse; ci ha parlato delle difficoltà di ottenere il visto turistico per la Francia: lui stesso ha provato due volte ma non è risultato idoneo e così l'avere dichiarato i suoi guadagni, l'esistenza di una sorella che vive in Bretagna e l'aver pagato la tassa per la commissione esaminatrice, non è servito a nulla.
Parla parla siamo arrivati al Grand Bassin, il lago sacro per gli hindù. Qui abbiamo visitato il tempio, naturalmente scalzi, e partecipato alle cerimonie: centinaia di fedeli, in abiti eleganti e coloratissimi, stavano in adorazione davanti a divinità zoomorfe, portavano cibo e lo disponevano in piattini davanti alle statue. Poco distante dal tempio la statua del Dio Shiva, la massima divinità hindù, alta trentacinque metri.
E poi ancora le Black River Falls e le più spettacolari cascate a Chamarel, dove abbiamo visitato anche le "terre dei sette colori". La terra assume tonalità diverse a causa di un differente tempo di raffreddamento della roccia fusa, roccia di origine vulcanica. A fine giornata la spiaggia di Flic & Flac, finalmente una spiaggia e un mare da cartolina.
Oggi la fabbrica dei velieri, la lavorazione dei diamanti, il Bazar di Grand Baie, insomma oggi acqua e shopping.
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