Ogni anno stessa spiaggia, stesso mare: Sanremo, dieci giorni ad agosto.
Ogni estate stesso comico rituale: mio padre gambe larghe, mani sui fianchi controllava che nonna Grazia, zia Lu, zio Giò e io, non entrassimo in acqua perché potevamo affogare! Solo la furbizia di mia madre ci permetteva qualche bagnetto di tanto in tanto. Un corso di nuoto era improponibile.
Gli anni sono passati e la paura interiorizzata non ha avuto più bisogno di guardiani: per anni sono entrata in acqua quel tanto che bastava per non collassare sotto il sole.
Poi complice una estate passata sul bagnasciuga in attesa che il marito rientrasse dalle sue chilometriche nuotate e un costume rosso da piscina regalatomi da mia sorella, mi sono iscritta ad un corso di nuoto.
Corso principianti sulla tessera, acquaticità nella sostanza.
Alla seconda lezione volevo abbandonare.
“Claudio, la prossima volta non vengo, io mollo.” Claudio è entrato in acqua, mi ha aiutata ad assumere la posizione del morto, a restare distesa "rilassata" e anche a ritornare in posizione eretta, perchè far scendere le gambe era più difficile che sollevarle, almeno per me.
A fine anno mi ha promosso al corso “delfino”.
Avevo ventinove anni. Ora nuoto, ma solo dove "tocco".
Ogni estate stesso comico rituale: mio padre gambe larghe, mani sui fianchi controllava che nonna Grazia, zia Lu, zio Giò e io, non entrassimo in acqua perché potevamo affogare! Solo la furbizia di mia madre ci permetteva qualche bagnetto di tanto in tanto. Un corso di nuoto era improponibile.
Gli anni sono passati e la paura interiorizzata non ha avuto più bisogno di guardiani: per anni sono entrata in acqua quel tanto che bastava per non collassare sotto il sole.
Poi complice una estate passata sul bagnasciuga in attesa che il marito rientrasse dalle sue chilometriche nuotate e un costume rosso da piscina regalatomi da mia sorella, mi sono iscritta ad un corso di nuoto.
Corso principianti sulla tessera, acquaticità nella sostanza.
Alla seconda lezione volevo abbandonare.
“Claudio, la prossima volta non vengo, io mollo.” Claudio è entrato in acqua, mi ha aiutata ad assumere la posizione del morto, a restare distesa "rilassata" e anche a ritornare in posizione eretta, perchè far scendere le gambe era più difficile che sollevarle, almeno per me.
A fine anno mi ha promosso al corso “delfino”.
Avevo ventinove anni. Ora nuoto, ma solo dove "tocco".
Per la legge del contrappasso Marco e Luca hanno fatto il primo corso di nuoto a quattro mesi.
"Se iniziano presto non avranno i miei problemi!?"
Marco detesta l'acqua, la piscina, il mare; sembra aver interiorizzato tutte le mie paure e quelle del nonno.
Abbiamo provato ad iscriverlo anche lo scorso anno, corso genitore bambino, ha voluto andare con il papà.
"Marco come è stato in piscina, ti sei divertito?"
"Mamma ho fatto i tuffi con la palla sono stato bravissimo, non ho pianto è, mai."
"Ma è vero?"
"Sì mamma non ci credi?"
Il racconto paterno sarebbe stato più veritiero, in effetti Marco è entrato in acqua, ha urlato per tutto il tempo, è rimasto aggrappato come una cozza al padre, stremato e senza voce è uscito dicendo "non torniamo più vero?".
Gradasso con la mamma, eroe a parole, fifone nella realtà. Marco è così, quasi sempre.
Finito il corso, abbiamo deciso di fare una pausa, non è così fondamentale saper nuotare a tre anni.
Luca è l'opposto del fratello, tutto suo padre, adora l'acqua, in piscina è un pesciolino e al mare è difficile allontanarlo dalla riva. Si butta, beve, si rialza, sputacchia e ti guarda soddisfatto. Fratelli?!
Tra un po' ci riproviamo: Luca si divertirà, Marco si lamenterà tutto il tempo. Dite che non sarà così? Vi racconterò.
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