venerdì 19 dicembre 2008

Le parole che non dice

Nella scatola del didò abbiamo alcune formine di animali e ieri mentre cercavamo di costruire una variopinta fattoria, Luca mi ha proprio sorpreso.
“Luca vuoi l’asinello giallo?”
“Knu, knu, knu!”
Mentre ripeteva il suo solito, unico e intraducibile monosillabo, Luca indicava insistentemente il presepe dietro di noi.
Un po’ stupita ho provato con il bue e le pecore e la scenetta si è ripetuta. Ho constatato che associa perfettamente ogni animale al nome corretto e così per tanti altri oggetti.

Luca è un bambino vispo e spesso alzo il tono della voce anche con lui: “Luca, lascia lo scopettino del cesso! La lamp dance no! Le palline dell’albero di Natale devono rimanere sull’albero!”.
Sempre, di fronte ad ogni rimprovero, mi guarda con aria dubbiosa, mi sorride e riprende il suo lavoro e se cerco di allontanarlo dal luogo del delitto si lamenta e ritorna più ostinato e determinato di prima.
Altro che potere delle parole! Associavo lo scarsissimo vocabolario ad una ancora limitata capacità di comprendere e alla sua età e invece capisce bene, molto bene ed è bravissimo nel prendermi in giro.

Caro Luca, forse l’ars oratoria non ti appartiene e non ti apparterrà mai o forse è solo questione di tempo. Io aspetto curiosa di scoprire il tuo mondo, quel mondo che per ora è solo tuo e del quale ci concedi solo alcuni assaggi. Sei un furbetto e lo vedo dai tuoi piccoli dolcissimi occhietti marroni e dalle fossette delle tue guance quando mi sorridi divertito sminuendo i miei rimproveri. Caro Luca, tuo fratello usa l’arte della seduzione e il fascino delle parole per ottenere ciò che vuole: "Mamma come sei bella oggi! Mamma perché devi andare dal parrucchiere sei già bellissima! Mamma come sei elegante!"; caro Luca, tu mi hai dimostrato di non averne bisogno.

Nessun commento:

Posta un commento