Stavo giocando con Marco e Luca. Antonio era al computer lì vicino.
“Mamma, basta costruzioni! Cambiamo gioco?”.
“Che dite disegnamo un po'?”.
Luca: “knu” e sorriso. Luca non parla, sa dire solo Mamma, Papà e knu. Knu ha una valenza semantica che copre 360 gradi e quindi vuole dire tutto e il contrario di tutto a seconda della espressione del volto che l'accompagna. Knu e sorriso equivale ad un sì incondizionato.
Marco invece ha accettato con entusiasmo, gli piace molto dipingere e adora pennarelli e tempere.
“Dai allora vai a prendere i pennarelli!".
“Si però mamma coloro solo io”.
Già godevo tra me e me all'idea di potermi dedicare ad altro, ma visto che succede raramente mi viene spontaneo chiedere il perchè.
“Perchè sei una donna e le donne non usano i pennarelli".
“Amore mio chi ti ha detto una simile stupidaggine?”.
“E sì mamma tu sei una donna eeeeeeeeee alloraaaaaa non puoi. Lo dice Matteo che non puoi!”.
Io e mio marito ci siamo guardati stupiti. Un simile concetto suonava vecchio di almeno due generazioni.
Una frase che mi riportava ai tempi del liceo quando il mio vecchio professore di greco imprecava contro le ragazze dicendo "tu donna, che ci fai qui, dovevi stare a casa a fare la calzetta!". Detta da un vecchio professore di nome Pieradolfo era quasi accettabile, ma associata ad un bambino di tre anni lascia perplessi. Matteo non centra, qualcuno però queste idiozie gliele sta trasmettendo.
“Marco noi adesso coloriamo insieme, o tutti o nessuno. Se poi domani Matteo lo ripete ancora, digli pure che Valentina e Margherita sono bravissime e possono colorare con voi”.
“No mamma se lo dice ancora, gli dicio che non coloro neanche io”.
Conosci già www.ilcorpodelledonne.blogspot.com? Vale la pena di passare a vedere almeno il documentario.... (me lo suggerito il Blog di Jolanda)!
RispondiElimina@Mamma che fatica: Sì lo conosco ne ho parlato in un post qualche giorno fa. Il documentario mi ha tenuta davanti al video per tutti i 25 minuti della ripresa. Sul tema c'è un festival a Genova proprio in questi giorni: Festival del corpo femminile, ma io non ci posso andare, peccato.
RispondiEliminaGrazie della segnalazione.
Nota sul tuo professore del liceo: il prof. Romanò non risparmiava frasi del genere a nessuna donna, ma a posteriori immagino che avrai capito che le sue erano provocazioni fintamente severe e discriminatorie. Amava saggiare la personalità e provocare reazioni, misurare il conflitto interiore dello studente tra il senso di disciplina e il senso di giustizia. A volte non ce la faceva neppure lui, e ridacchiava sotto i baffi. Le leggende sulle cause della sua severità, della sua misoginia, erano innumerevoli. Dopo la maturità venni a sapere che era tutta fiction: uno dei suoi sport preferiti era entrare (fintamente) furibondo in aula, alla prima lezione del ginnasio, aprire di scatto il registro e con occhi di fuoco strapparne una pagina e buttarla nel cestino. Come se vi avesse letto delle bestemmie, e soltanto per vedere la reazione degli studenti.
RispondiEliminaMa chi leggesse queste righe senza averlo conosciuto non capirebbe che dietro questa apparentemente inutile severità, misantropia (e misoginia) si celava un carattere profondamente corretto ed umano, temuto da qualcuno, ma rispettato da tutti, e una cultura sterminata della filologia greca.
Non so se sia ancora vivo, il prof. Romanò, ma sono sicuro che a me ha insegnato moltissimo, non solo paradigmi e tragedie, e a volte ho il sospetto che mi manchi.
In bocca al lupo con i tuoi bambini! :-)