venerdì 14 novembre 2008

Due Capi

Due persone, due capi unici e speciali.

Ho conosciuto Maurizio durante un colloquio di lavoro.
In trenta minuti mai un sorriso: sempre composto, serio, indagatore, inflessibile.
"Possiamo darci del tu ora" mi disse il primo giorno. Il ghiaccio era rotto.
Iniziavo a scoprire una persona molto preparata, disposta ad insegnarmi tutto quello che sapeva con dedizione, pazienza, comprensione, un capo un po' accentratore ma disponibile al confronto, un capo aziendalista fino al midollo e fin troppo rispettoso delle gerarchie ma che accettava anche compiaciuto la mia insubordinazione.
A volte alzavamo la voce, spesso non condividevamo il modo di procedere, ma al di là degli scontri tra capo e matricola ribelle si era creata una proficua complicità.
Maurizio non era solo il mio capo, stava diventando un amico e col tempo un consigliere prezioso.
Ha condiviso le mie angosce quando cercavo invano un bimbo, le mie gioie quando ho scoperto di essere in attesa. Mi sono emozionata quando mi è venuto a trovare in ospedale dopo la nascita di Luca.
Maurizio è una persona speciale.

Anni dopo nella ormai periferia milanese venne mandato Francesco, un dirigente romano, responsabile direttamente e non di tutta la struttura.
Uno che a trentacinque anni ricopriva un simile ruolo o aveva tanti santi in paradiso o era il classico genio un po' " tipo leopardiano".
Arriva.
Era vestito in modo impeccabile, palestrato quel tanto che basta, biondo, occhi azzurri, alto. Beh, alto non troppo ma ci sta bene. La sua genialità sarebbe uscita di lì a poco.
"Io dovrei lavorare con lui?" Come inizio niente male. Come inizio!
Era esigente a volte anche troppo, era pungente e cazziava piuttosto bene ma sapeva coinvolgerti, motivarti, premiarti, ti lasciava spazio e molta autonomia. Sapeva anche ridere e scherzare. Non voleva essere un amico, difficilmente chiamava solo per chiedere "come stai?" ma sul lavoro avevamo un'ottima intesa. Era un leader, un punto di riferimento, con lui avevi le porte aperte ovunque. Se qualcosa non andava, se avevi lamentele era sempre disposto ad ascoltare. E con una logorroica come me, ha ascoltato e sopportato tanto, troppo.
Per qualcuno forse ho una seconda anima masochista ma ricordo con piacere il periodo in cui era il mio capo.

6 commenti:

  1. Sembra un racconto di una persona che è in pensione e racconta come si lavorava bene negli anni '60 anziché di una persona che è rientrata dalla maternità :-)

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  2. accidenti e cosa dovrei dire io che di capi ne ho avuti beh solo otto in 25 anni 1 ogni tre circa? e con te condiviso 1 solo? Niente sconforti dai, per adesso di capi ne hai 2 e per un bel po' di tempo.
    Piccoli capi crescono.

    Paolo

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  3. ad ogni modo concordo perfettamente con il tuo giudizio

    Paolo

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  4. Non voleva essere un post triste!

    Penso sia normale ricordare con piacere e nostalgia periodi o persone che hanno avuto un ruolo importante nella nostra vita.

    Di "capi" ce ne sono stati altri e ce ne saranno ancora, forse non all'altezza dei precedenti o forse sì. Staremo a vedere..........

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  5. Anche io ricordo quel periodo con piacere.
    Con il mio lussuosissimo ufficio d'angolo da dirigente.
    Con le mail che ci mandavamo alle 6.00 del mattino.
    Con le mail che oramai intasavano la posta di tutti alle 8 del mattino e che generavano lavoro ad almeno altre 10 persone.
    Con le litigate con i "tuoi" colleghi romani.
    Con Laura che, poverina, veniva tirata matta da me e mi diceva "ma a me non piace la contabilità".
    Con Maurizio che mi spiegava tutto sempre con premura.
    Con Pietro che convalidava le mie scelte "sempre con la riserva di verificare la normativa".
    Con Francesco e i suoi "aho' p., mo che vuoi adesso?"
    Con i miei colleghi che mi odiavano perchè ero l'unico che dormiva a casa propria.
    Davvero.
    Sono cresciuto tanto in quel periodo.

    E anche se non mi faccio sentire mai seguo il blog.
    Alessandro P.

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  6. Grazie Ale è stata una piacevolissima sorpresa leggere il tuo commento.

    E' vero ci sentiamo e vediamo poco ma la tua simpatia e i tuoi pasticcini il sabato mattina quando venivi a trovarci in ufficio per sollevarci il morale non si dimenticano facilmente e poi l'avermi quasi assistita al parto ti fa sempre occupare un posto importante nella mia/nostra vita.

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