mercoledì 25 febbraio 2009

Pronto ci sei?

Mi è arrivata un’altra telefonata dalle sfere romane, la terza da quell’ormai famoso 23 dicembre: non erano i miei capi, era ancora Z. che voleva aggiornarmi sulla sua vita.
Z. è una ragazza simpatica ed estroversa, in altre circostanze potremmo anche diventare amiche, amiche vere non solo su Facebook. Ma le circostanze non sono "altre", per ora.
Abbiamo parlato un po' e per concludere in cinque minuti una chiacchierata di quasi venti mi ha detto che si dovrebbe scrivere ancora qualcosa.
"Ok" del tutto indifferente alla richiesta e rassegnata a buttare giù righe che nessuno leggerà, approverà, userà e consapevole che quel qualcosa non richiederà più di due giornate, "Ma la versione 33 della procedura inoltrata a dicembre che fine ha fatto? E la versione 1 della procedura? quella che ho scritto sperando di interpretare i vostri desiderata perché tra fai, non fai, fai altro non è facile capire su che argomento dovrei scrivere."
"A sì la procedura di dicembre, ma sai non so, non sono andata io all’incontro, dovrebbe essere stata bloccata a tempo indefinito. L’altra?! Avevo segnato qualcosa, aspetta che non trovo il foglio, dove l’ho messo!?"
"Non importa, quando vuoi."

Z. è una cara ragazza, io mi domando perché accetti di telefonarmi solo per verificare la mia presenza in ufficio. Non è un’attrice e non sa fingere: "....pronto, scusa ma qual è il tuo interno?" "Z. mi stai chiamando tu!". "A ma ci sei" "Sì ci sono, avevo disattivato il communicator ma ci sono, sono qui tutti i giorni 8:00-14:00 ricordi?" avrei voluto rispondere.
Così lei gentilmente mi chiama mentre i capi sono scomparsi.
Capi la cui lettera maiuscola è solo una regola grammaticale dopo un punto. Capi che mi hanno detto di scegliere liberamente ma che a fronte di una concreta possibilità di fuga hanno pensato che potevo essere una interessante merce di scambio perché i numeri contano e quindi “do ut des”.
Io sinceramente non capisco il perché di questa situazione e ho smesso di fare e farmi domande.

"Caro capo e grande capo, basta e-mail, vi parlo da qui dal mio spazio a cui forse accedete o forse no, non importa. Mi avete accennato al tema procedure, ripetendomi di scegliere liberamente; poi avete pensato ad un progetto in quel di Milano, un progetto all’interno del quale non avevo un ruolo, ero solo una presenza e inizialmente anche disposta a mettere l’orgoglio sotto i piedi, rassegnata a ripartire da zero purchè mi fosse esplicitato quello zero e non l’avete fatto; poi un database interno morto già prima che venisse proposto e infine ancora le procedure, senza nemmeno dirmelo direttamente.
Forse siete dispiaciuti anche voi per questa situazione ma francamente non mi importa. Ero incazzata, molto, ero. Sono serena e felice come sempre. Non sto aspettando voi per sorridere o vivere le mie giornate, ho altro a cui pensare."

4 commenti:

  1. brava! dai che sei più forte di un panzer :-)

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  2. Ma l'amica Z, non è che fa Brunetta di cognome?

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  3. @ Giovanna, un panzer! Premesso che sono andata a cercare il significato di panzer "mezzo corazzato da guerra", bhe forse una certa corazza me la son fatta ma la guerra è lontana dai miei pensieri.
    Un grazie per il "Brava" so che tu mi capisci bene!

    @ Extramamma: Non ci avevo pensato! Aspetta vediamo: Z. Brunetta richiama i dipendenti a far bene il loro lavoro, sostenitrice della "lotta ai fannulloni", no non fa Brunetta. Comunque Z. è davvero una cara ragazza.

    @ Lucia & company: non è stata affatto una giornata no. Ho riassunto direi molto fedelmente gli ultimi sei mesi di lavoro, non una virgola di più o un punto di meno.

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  4. Brava Renata! essere Capo significa anche e soprattutto gestire i propri collaboratori (altrimenti come fanno a collaborare?). Purtroppo in giro di capi con la "c" minuscola ce ne sono parecchi...magra consolazione..
    ..comunque è venerdì. finalmente!!!!
    Un abbraccio
    Isa

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