Franco ha quasi 70 anni ed è orgoglioso di non dimostrarli: ha ancora molta energia, voglia di vivere, entusiasmo. Ha moglie e figli, ma la sua vera grande passione è il lavoro. Aprì la sua "bottega" a diciannove anni e da quel giorno la sua vita ha avuto un senso, un senso unico.
Non aveva tempo per niente altro: recite scolastiche, gare di atletica, riunioni con i genitori, feste di paese e anche tesi di laurea, se non costretto.
Non aveva tempo per niente altro: recite scolastiche, gare di atletica, riunioni con i genitori, feste di paese e anche tesi di laurea, se non costretto.
Poi sono arrivati i nipoti: cerca di giocare ma non è capace. Allora li porta a fare passeggiate in giardino, gli mostra il suo regno, la sua campagna ed è felice.
Non è un padre da premio nobel ma ci ha provato ed è migliore di molti altri.
I figli avrebbero voluto che avesse più fiducia in loro, che li sostenesse invece di opporsi sempre ma Franco è fatto così. Però i suoi "no" erano sempre confutabili e una volta tradotti in “sì”, il suo appoggio non mancava.Non è un padre da premio nobel ma ci ha provato ed è migliore di molti altri.
Certo la sua non accettazione di fondo non aiutava a crescere sereni. Nessuno era mai all’altezza delle sue aspettative: quali aspettative?
Se donna, per natura eri destinata alla casa: di certo la bottega era out.
Se uomo, avevi già il lavoro ma non era facile reggere il confronto con la sua abilità.
Raggiunta l'indipendenza economica, una figlia se n'è andata di casa, voleva essere libera. Libera di non sentirsi in colpa per tutto quello che faceva, libera dal peso di un modello di perfezione che non era e non voleva incarnare.
Ho incontrato la figlia recentemente. Fino a qualche anno fa provava molta rabbia nei confronti del padre, poi il tempo passa e tutto si ridimensiona. "Non è colpa sua, è cresciuto così" dice. Oggi nei suoi confronti prova comprensione e amore.
Anche il mio papà non era perfetto...ma quanto mi manca.
RispondiEliminaIsa