giovedì 29 gennaio 2009

Che fai tieni un cinque te interrogo o non te interrogo?

Ieri una compagna di liceo ritrovata per caso su Facebook mi ha riportato indietro negli anni.
C'era un professore che proprio non mi sopportava e che guarda un po' non sopportavo nemmeno io. E' stato mio prof. di italiano per un anno, in prima liceo.
Ogni volta che entrava in aula mi guardava e diceva: " Ah Renà che fai tieni un cinque, te interrogo o non te interrogo?" Ora che fossi preparata o meno sempre cinque mi dava. L'unica cosa in cui riuscivo ad avere la meglio erano gli scritti. Non che sapessi scrivere o che lui lo pensasse ma avevo trovato un espediente per aggirare l'ostacolo.
Era consuetudine assegnare temi interdisciplinari e così un tema era di storia o filosofia, uno di letteratura greca o latina, uno di storia dell'arte e uno di italiano. Visto che il quattro in italiano scritto era destinato solo a me e ad un altro compagno che ho scoperto essere diventato professore di lettere, ho pensato bene di buttarmi sui restanti titoli e di salvare in qualche modo la pagella.

Vi domanderete e quindi? E quindi basta. Questo è quello che ho ricordato ma se proprio volete posso anche continuare.
Al liceo c'erano effettivamente materie per le quali ero negata: il greco e il latino. Il massimo per una che ha fatto il Classico! A dire il vero in letteratura andavo benino ma mi fregavano sempre le traduzioni e solo i nove in matematica mi permettevano di sopravvivere. Non è che compensassero i voti, è che avevamo creato una bella squadra. I due pupilli del prof. di greco e latino, la matematica non la capivano proprio e così si era creata una collaborazione "quasi" massonica, quasi perchè il prof. sapeva ma per i suoi pupilli questo e altro.
Il meccanismo era semplice: tanti calci sotto la sedia, quanti la posizione della riga da tradurre; tre calci equivaleva a "terza riga". Il problema è che una versione deve essere un tutto armonico e una riga tradotta bene in un contesto fumoso spesso non era sufficiente. Per fortuna che da piccola non ho perso una puntata di "Pollon", la bimba che viveva nell'Olimpo e aspirava a diventare una dea e che ad ogni puntata raccontava aneddoti tratti dalla mitologia classica. La buona Pollon mi ha salvato più volte dai quattro ed era una buona alleata dei due compagni secchioni.

La smetto di tediarvi con i ricordi per oggi e vi lascio con un consiglio.
Il liceo classico "Alessandro Volta" in quel di Como è stata una bella palestra, dura ma buona base di partenza. Quindi ottima scuola per i vostri figli a patto di trovare i compagni giusti!

2 commenti:

  1. Io ho fatto lo scientifico e ho preso 3- allo scritto di matematica della maturità. Mi son salvata solo grazie alle materie letterarie. In prima non erano bastate, perchè mi rimandarono in matematica con il 4, e avevo la media dell'otto e 1/2 nelle altre materie. In quarta mi beccai a settembre matematica, fisica e scienze. Non è che ci hanno scambiato i destini scolastici quand'eravamo in culla? Comunque anch'io, nonostante alcuni pessimi professori, rifarei la stesso percorso. Se ho un minimo di logica mi vien da lì.
    ps mi piace sempre di più casa tua, man mano che vado a ritroso nei post

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  2. E' il caso di dire tutta colpa del destino! Ma anche io sceglierei di nuovo quel liceo.
    Grazie per il ps.

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