Ho visto una bella villetta in mezzo al verde e me ne sono innamorata. Ho inziato a pensare ai fiori, all'angolo per i giochi dei bambini e tutto il resto. Ci sono entrata e dalla finestrella in mansarda si vede anche il lago. Sarebbe bello.
Poi ho alzato gli occhi e davanti a me il solito grigiume, il solito incrocio trafficato, la solita Milano.
Fino a qualche anno fa vivere a Milano aveva un senso: qui si lavora ed è effettivamente comodo non dover pendolare quotidianamente su treni più o meno puliti, puntuali, esistenti.
E poi ci sono i teatri, i cinema, le mostre. Le scuole e le università sono a portata di tram.
Ora con due figli, gli unici luoghi che riesco a frequentare sono i parchi d'estate e i centri commerciali d'inverno e Milano mi piace sempre meno.
Ogni volta mi ripeto che passerà, che imparerò ad amare questa città e mi adatto ma non mi abituo.
Perchè appena ti distrai un attimo Milano diventa stretta, almeno per me.
Ma cosa stringe?
A me mancano gli affetti: i parenti che sono parte di me nel bene e nel male; il contatto quotidiano con chi sta fuori dalle mie quattro mura. Ci sono gli amici ma tranne qualche rara eccezione ci si vede poco perchè Milano è molto anonima e riuscire a organizzare qualcosa è impresa titanica.
Mi manca qualcuno da chiamare quando sono stanca a cui dire: "Mi sostituisci un attimo? Ho voglia di uscire a comprarmi un paio di scarpe, un maglione, una giacca."
Mi mancano le passeggiate e la sicurezza di uscire a piedi anche da sola.
E mi manca il mio verde, le montagne, il lago, mi mancano i tramonti dietro il campanile della chiesetta di Carcano. Il grigio è anonimo e va bene per i completi da mettere in ufficio.
Forse un giorno anche Antonio si accorgerà che quella villetta è una ottima soluzione, sempre che nessuno l'acquisti prima di noi.
Poi ho alzato gli occhi e davanti a me il solito grigiume, il solito incrocio trafficato, la solita Milano.
Fino a qualche anno fa vivere a Milano aveva un senso: qui si lavora ed è effettivamente comodo non dover pendolare quotidianamente su treni più o meno puliti, puntuali, esistenti.
E poi ci sono i teatri, i cinema, le mostre. Le scuole e le università sono a portata di tram.
Ora con due figli, gli unici luoghi che riesco a frequentare sono i parchi d'estate e i centri commerciali d'inverno e Milano mi piace sempre meno.
Ogni volta mi ripeto che passerà, che imparerò ad amare questa città e mi adatto ma non mi abituo.
Perchè appena ti distrai un attimo Milano diventa stretta, almeno per me.
Ma cosa stringe?
A me mancano gli affetti: i parenti che sono parte di me nel bene e nel male; il contatto quotidiano con chi sta fuori dalle mie quattro mura. Ci sono gli amici ma tranne qualche rara eccezione ci si vede poco perchè Milano è molto anonima e riuscire a organizzare qualcosa è impresa titanica.
Mi manca qualcuno da chiamare quando sono stanca a cui dire: "Mi sostituisci un attimo? Ho voglia di uscire a comprarmi un paio di scarpe, un maglione, una giacca."
Mi mancano le passeggiate e la sicurezza di uscire a piedi anche da sola.
E mi manca il mio verde, le montagne, il lago, mi mancano i tramonti dietro il campanile della chiesetta di Carcano. Il grigio è anonimo e va bene per i completi da mettere in ufficio.
Forse un giorno anche Antonio si accorgerà che quella villetta è una ottima soluzione, sempre che nessuno l'acquisti prima di noi.
Buongiorno Renata, sicuramente vivere fuori Milano è un'altra cosa, è difficile trovare persone vere sulle quali poter contare (diciamo quasi impossibile), ma cmq non è poi così male x i bimbi ... sempre nel limite di essere in una granda città. Non trovi? Un saluto Erica
RispondiEliminaBisognerebbe riconciliare la famiglia/casa con il lavoro. Una soluzione potrebbe essere quella di fare un'attività tra le mura domestiche e la tecnologia aiuta. Potresti adibire casa tua a "palestra di..".
RispondiEliminaCiao e spero di vederti presto.
La mia disponibilità ce l'hai tutta: lo sai che il 7 è sotto casa e da casa a casa impiegherei 10 minuti.
RispondiEliminaio ci sono, potremmo testare i tempi di autonomia di Marco e Luca con me come zia-sitter e poi viaaaaaaaaaaaaaaa
a Erika: quello che mi spaventa di più è proprio il crescere i figli a Milano. Ci sono tante strutture non c'è dubbio, il servizio di nidi e asili che c'è qui non si trova facilmente fuori ma alla fine un po' di nostalgia per quello a cui rinuncio rimane. Solo un po' perchè alla fine come dicevo... mi adatto.
RispondiEliminaAl capo timido nonchè preferito. Ci vediamo lunedì e grazie del consiglio, ci sto pensando da un po' e continuo a macinare idee, speriamo che arrivi anche quella giusta!
A Giovanna: Marco e Luca con te non si annoiano mai e io un caffè in tua/vostra compagnia lo prendo sempre molto volentieri. Questa mattina presa dalla nostalgia sono fuggita un po' ma ci vediamo presto e grazie.
RispondiEliminaCiao Renata, sono Erica, io non riesco a spiegarmi come, c'era qlcs che mi spingeva a leggere il tuo blog ed ora ne ho trovato la ragione: sei una delle poche che conosce Goran Bregovic e per di più è stato argomento di conversazione con il tuo attuale marito ...
RispondiEliminaIo vorrei scriverti in privato, se possibile per caso hai un indirizzo e_mail? Grazie e ciao
Ciao Erika, se vuoi puoi scrivermi a dueminutiotre@gmail.com
RispondiEliminaE' un indirizzo privato e ricevo direttamente in casella mail.
Non ti illudere non sono un'esperta di Bregovic, il maestro era mio marito.
Un abbraccio
Lo inoltro subito a mia suocera....che non capisce (essendo sempre vissuta a Milano) che si può star benissimo e probabilmente si sta meglio anche fuori dalla "City"...
RispondiEliminaCiao betty, che piacere risentirti. Non è l'unica tua suocera. Forse è più difficile abituarsi a vivere fuori Milano se ci sei nata e cresciuta che il contrario ma che ci vuoi fare "io a Milano non nacqui!"
RispondiEliminaUn abbraccio e abbiamo sempre una cena in sospeso!
Oggi mi piace proprio questo post. Sono qui a casa in malattia, i bambini dormono e voi tutti mi state facendo compagnia. Grazie!
RispondiEliminaCiao Renata, anche io sono a casa con le ragazze entrambe con la febbre. Si sono posizionate in due camere diverse ai poli opposti della casa ed è da stamattina che faccio l'infermiera prima da una e poi dall'altra....chilometri e chilometri...Io rivorrei la mia Siena, i suoi palazzi medioevali, piazza del Campo, l'atmosfera magica del Palio, l'Università, l'accento toscano ma....non rivorrei quella vita. Pranzo alle due, cena alle otto e poi....il nulla. Lavoro e casa, casa e lavoro. Devo ammettere che qua, ad Altamura c'è anche altro, ed è proprio quest'altro che attenua la mia nostalgia! Un grande abbraccio, Lucia
RispondiEliminaQuesto è il problema cara Lucia. Non è mai tutto bianco o tutto nero e allora si sceglie o non sceglie, a volte si ricorda e poi si continua.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona guarigione alle figlie!
Io a Milano ci ho abitato/lavorato sette anni, più non so quanti di pendolarismo bisettimanale. La differenza sta proprio nel quartiere che si sceglie. Una notte, chiusa fuori casa di un'amica, ho dormito in giardino: mi sentivo molto sicura, nonostante tutto. Ma forse perchè era proprio il giardino di una villetta (alla Maggiolina). Comunque non credere che nelle città di provincia sia diverso: d'inverno centro commerciale e d'estate parco, vabbè anche piscina (con cielo meno grigio) e fuga al mare in giornata, ma non sempre si può! Auguri a tutti anche dal nostro lazzaretto...
RispondiEliminaGrazie Babuska, per me sono nove per mio marito ormai venti e lui come facile immaginare adora Milano. Hai ragione quando dici che dipende dal quartiere ma hai presente il costo al metro quadro di un appartamento alla Maggiolina? Costi a parte è anche il mio quartiere preferito. Comunque staremo a vedere prima o poi mi riprometto di iniziare a giocare all'enalotto :-)
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