lunedì 12 gennaio 2009

Posso decidere io?

Ero in attesa di Marco. L'ecografia aveva mostrato un piccolo fagiolino: ero felice e spaventata perchè nessuno mi poteva assicurare che quel figlio l'avrei davvero stretto a me, mai nessuno lo può garantire, e avevo paura che se l'avessi perso forse non si sarebbe presentata un'altra occasione. E poi c'era sempre quel dubbio su cui indagare, era necessario il consulto di un genetista al più presto.
"Signori è necessaria una amniocentesi subito."
"Ma ho fatto il tritest."
"Si ma vostro figlio potrebbe avere altri problemi."
"Che tipo di problemi?"
"Diciamo molto molto seri."

Abbiamo cercato un figlio per anni e iniziavamo ad illuderci che quel figlio sarebbe arrivato davvero.
Antonio era felice come non lo vedevo da tempo, noi come coppia ci stavamo ritrovando, quel figlio stava riunendo due vite che forse col tempo avrebbero preso strade diverse perchè sì io un figlio lo volevo ma non era tutto, comunque avevo un lavoro che mi piaceva e che avrebbe avuto un peso ancora maggiore nella mia vita; lui non si era rassegnato e la carriera la voleva per lui più che per me e la mia professione iniziava ad essere la causa dei nostri figli mancati. Così non si poteva andare avanti, non per molto.
Eppure quando la genetista ci ha fatto tremare sulla sedia con le sue parole, l'abbiamo ringraziata per la sua professionalità: crudele ma obiettiva. Lei ci aveva informato su tutto, noi dovevamo decidere. Quel figlio era tutto quello che desideravamo da anni ma a che condizioni? Il risultato della amniocentesi non avrebbe reso semplice confermare una decisione già presa.

In questi giorni due amici devono scegliere perchè l'amniocentesi ha rilevato problemi. Un uomo e una donna si trovano ad un bivio e solo loro hanno il diritto di esprimersi ma per esercitare questo diritto devono sapere. Trovo ingiusto e inaccettabile che lo stesso risultato presentato a quattro medici differenti venga letto in modo diverso in base al credo, alla religione, alle idee o all'aggiornamento recente delle statistiche.
Forse davvero interpretare un risultato è più complesso di quanto la mia ignoranza in materia mi porta a pensare o forse ancora oggi ci sono medici che dovrebbero limitarsi ad essere solo medici.

4 commenti:

  1. Il credo non dovrebbe influenzare scelte che spettano alla famiglia e solo alla famiglia - anche se da laica immagino che il mio laicismo influenzerebbe inevitabilmente il mio modo di dare informaizoni.
    Invece le statistiche incidono in maniera rilevante nella diagnosi e nel modo di presentare un caso clinico. (E' materia di cose che studio ora!) Sono i tassi di prevalenza (quanto è diffuso il caso che ad A facciamo conto segua B?) a indirizzare un medico ad una diagnosi.
    E se un medico ha delle ricerche tarate nel 2006 negli Usa, con una certa metodologia, e un altro ce l'ha fatte in Europa nel 2008 siccome si parla di genetica e di quali possono essere gli esiti, (cioè A e dopo A B) si i due medici possono avere pareri diversi.
    Magari in una certa popolazione di riferimento l'esito patologico è più presente di un altra e questo si traduce in termini di calcolo delle probabilità.
    In bocca al lupo ai tuoi amici.

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  2. Ti ringrazio per il contributo, la precisazione e sopratutto per l'augurio ai miei amici.
    Io sono cresciuta in una famiglia cattolica ma da tempo vedo del marcio dietro questa parola per definirmi tale senza provare un po' di vergogna e allora preferisco dire che ho fede in Cristo, un po' meno nella sua chiesa. Forse per questo avevo rimosso in toto il parere della dott.ssa che aveva rifiutato per lei stessa l'amniocentesi proprio in quanto cattolica e quello di una genetista che opera in un centro poco distante da Milano in cui la maggior parte dei medici sono di Comunione e Liberazione ma non riuscivo ad interpretare la diversa lettura data a distanza di quattro quattro anni in base alle statistiche. Ecco, grazie.

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  3. Renata per me hai fatto benone.
    Ce so cattolici e cattolici.
    Quelli di comunione e liberazione sono deliziosi come fornai, come sarte e versatissimi negli origami.
    Medici - meglio di no.

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  4. Purtroppo però sono in prima fila nelle "meglio professioni" ma ora con un bimbo al collo che urla e l'altro che gli intima di stare zitto è meglio che abbandono.

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