venerdì 16 gennaio 2009

Le mie ultime sole 24 ore

Ore 7:00.
Marco e Luca piangono e singhiozzano.
"Ragazzi (termine adattissimo ad un bimbo di tre anni e al fratellino di uno) devo proprio andare al lavoro ma esco presto e vi vengo a prendere, non fate così. All'asilo vi divertite e avete tanti amici."
"Ma io non ci voglio andare e poi oggi è chiuso, ha detto la maestra che c'è sciopero!"
"A me non ha detto nulla ma facciamo che se oggi la scuola è chiusa, vai all'asilo con Luca, va bene?"
"Sì però io voglio che stai a casaaaaaaa." ripete piangendo e singhiozzando.
"Marco amore mio, anche io sono un po' triste senza di voi e starei a casa tutto il giorno ma non posso, devo anche lavorare, però ti prometto che vengo a prendervi prestissimo."
Luca incurante dei nostri discorsi sta già salendo le scale seguito a distanza da Antonio. Marco si calma e ci salutiamo.

Ore 17:00
"Mamma ma adesso che hai visto i tuoi bambini sei più contenta?"
"Amore mio sono sempre contenta quando sono con voi."
"E quando non ci siamo?"
"Ma io so che voi siete felici all'asilo e allora sono felice."
"Si mamma ma io sono più felice quando sto con te. Mamma sei bellissima."
Ecco il mio piccolo Edipo che torna.

Ore 20:00
E' pronto in tavola.
"Antonio come è andata oggi?"
"Bla, bla, bla...E a te?
"Il solito, bla, bla, bla..."
"E a me? Nessuno mi chiede cosa ho fatto oggi?"
"Hai ragione Marco, scusa. Come è andata oggi?"
"Emm, oggi all'asilo c'era E., V.M., e anche I. che è tornato dalle vacanze."
"A già è stato due mesi dai nonni in Sud America se ben ricordo. E cosa avete fatto?"
"E abbiamo giocato e poi c'erano anche L., M. e..."
Brusio di sottofondo.
"Luca siediti per favore, è pericoloso (stare in piedi a saltellare nel seggiolino da tavolo), Luca!"
"E ma a me non mi ascolta nessuno?"
"Hai ragione Marco, cosa avete fatto oggi?"
"Mamma sei sorda? Te lo devo ripetere due volte?"

In tre minuti e forse meno ripasso mentalmente tutti i saggi di psicologia per bambini acquistati, letti e in parte dimenticati ma non mi sono d'aiuto. E che cavolo ha ragione: il mattino lo tratto come un adulto e quasi gli vomito addosso i miei sensi di colpa per doverlo abbandonare lì piangente sulla porta insieme al fratello e la sera dovrei pretendere un tono diverso mentre violo chiaramente il suo diritto a raccontare e ad essere ascoltato!

"Marco amore mio scusa. Hai ragione, mi sono distratta un attimo ma non alzare la voce, io non sono sorda sai. Dai racconta."
Nell'angolo opposto Luca continua i suoi esperimenti con il bicchiere, a volte indovina il verso giusto a volte no e si bagna, ma continua incurante di quello che gli altri fanno o dicono.
"Luca e tu cosa hai fatto oggi?"
"Kn, Knu."

Ore 22:00
"Ragazzi abbiamo letto tutte le trenta filastrocche, adesso silenzio!"
Dormono.

Ecco per oggi basta così: buona notte!

2 commenti:

  1. è proprio il sentimento comune a tutte le mamme lavoratrici; mi viene in mente il momento esatto che io e Andrea smettemmo di cambiarci le "impressioni" del nostro lavoro: fu quando al solito temino sulla famiglia di Cristian leggemmo: "e la domenica mentre andiamo dai nonni, la mamma guarda le affissioni a destra e papà a sinistra".
    smettemmo di colpo e per sempre!
    gio

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  2. Giovanna mi hai fatto ridere proprio tanto.
    Certo che la capacità di osservarci dei figli è disarmante. A volte mi sembra di stare di fronte ad uno specchio.
    Un abbraccio

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