Pare che al Nord, a Milano e dintorni almeno, sia abitudine diffusa pronunciare le parole eliminando la sillaba finale. Mio marito sostenitore della teoria dell'apocope meneghina, trova infatti strano che la televisione venga chiamata "tele", il frigorifero "frigo", la bicicletta "bici", la professoressa "prof". La sua analisi si estende poi ai nomi di persona dove l'apocope assume la connotazione nazionale ma con una eccezione fonetica. Infatti che Antonio si possa abbreviare con Anto e Renata con Rena, per prendere due nomi a caso, è fenomeno italico ma se sei a Milano sentirai A'nto e Rèna, se sei a Napoli sentirai Antò e Renà. Questione di accenti e mi fermo qui tra una sillaba piana e una tronca.
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Che Luca sia figlio mio e di Antonio non ci sono dubbi: la mappa cromosomica fatta quando aveva solo 16 settimane di vita ci ha rivelato chiaramente che non era figlio dello Spirito Santo e nemmeno dell'idraulico.
Ci aspettavamo un mix di geni Nord - Sud, ma le combinazioni potevano essere varie: aspetto fisico, carattere, gusti alimentari...
Ora, per mesi è stato zitto limitandosi a qualche "knu", poi ci ha sorpreso con "acca" e "atte".
Non avevo dubbi: tutto suo padre in questo!
Da qualche giorno il suo vocabolario si è arricchito: abbiamo "zanza" la zanzara, "mozza" la mozzarella, "betta" la bicicletta, "panta" i pantaloni...
Pure suo padre non ha dubbi: tutto sua madre in questo!
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Però Antonio è contento, ha finalmente dimostrato che la teoria dell'apocope meneghina non è solo una teoria.
Che bello, mi hai fatto ritornare in mente tutti miei amici di milano, quando ci dicevamo continuamente..."Oh, allora ci vediamo per un Ape sotto le colonne di San Lore?"....
RispondiElimina@Marissa: ma allora mio marito ha proprio ragione! Un abbraccio Marissa!
RispondiEliminaLo dico sempre che le parole sono importanti, e giustamente lo è anche la pronuncia... eh eh eh
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