martedì 21 luglio 2009

Olio in tavola

Non ho ancora capito se fisicamente i miei figli assomigliano a me o al papà, tranne forse per l'altezza -io ero la bimba più alta della classe, loro i più bassi-; mi è più facile riconoscere in loro, pregi e difetti caratteriali miei e di Antonio o i diversi gusti alimentari.
In effetti a tavola abbiamo abitudini molto diverse: due estremi in fatto di condimenti, sapori, colori; due reazioni opposte difronte ad una bottiglia di olio extravergine di oliva.
Non è necessario spiegare l'importanza vitale attribuita all'olio da un pugliese, anche se mi piacerebbe conoscere un'altra persona che annaffia con olio crudo risotto e pizzoccheri; devo accennare però a quanto io considero o consideravo disgustoso anche solo la vista dell'olio su un piatto di pasta.
Quando ero piccola mangiavo poco, il mio soprannome "Biafra" la dice lunga e la mia mamma mi rimpinzava di ricostituenti, tutti a base di olio. L’Haliborange, olio di fegato di merluzzo aromatizzato all’arancia, dal gusto rivoltante e più adatto ad ottenere l’effetto “rigurgito tutto” che non a far venire l’appetito. L’olio d’oliva Sasso (quello nella latta verde), ottimo per merenda versato su una fetta di pane spolverata di sale e sempre utile per il buon equilibrio dell’intestino e quando non bastava anche l’olio di vaselina. Se poi soffrivi di mal di denti un bel batuffolo di cotone pregno di olio di ricino attutiva il dolore. Andava un po' meglio con l'olio di mandorle dolci che richiamava il gusto dei confetti.
Che io iniziassi a maturare una repulsione verso l’olio era abbastanza naturale. L’avevo escluso completamente dalla mia dieta. Per anni l’olio è stato un nemico. No olio su pizza, pasta, verdure… niente.
Per anni... e adesso come la mettiamo?
Oggi mi ritrovo in casa due bambini che cenerebbero a base di olive e cozze ma che si devono accontentare dei piatti brianzoli di una cuoca piuttosto scarsa.
Qualsiasi sia il contenuto del piatto, appena Antonio afferra la sua bottiglia di olio pronto ad irrorare, il coretto "anche a me, anche a me, amme, amme" ha inizio.
Insomma tra i tanti difetti della mamma almeno questo l'hanno evitato e tra i tanti difetti del papà hanno scelto il meno peggio!

7 commenti:

  1. ... da noi l'emulazione del padre passa per il piccante e da colazioni continentali perfettamente improbabili per un italiota...

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  2. Mamma mia, questo post ha ottenuto anche su di me l'effetto "rigurgito tutto". Pensa che pure io e mia sorella eravamo dette "biafra" e la mitica pediatra Fassetta diceva ai miei: vorrete mica delle figlie obese? Vabbè, mia sorella è sempore 50 chili mentre io... soprassediamo. Però il dopo-pasto a base di olio, aceto e sale da pucciare con il pane all'olio (!) nelle mitiche fondine bianche di Richard Ginori a casa di mia nonna resterà per me nella top ten delle cose buone.

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  3. Bella la descrizione dei bambini a tavola. Gran peccato che ti abbiano guastato il rapporto con l'olio da piccola (anche se versarlo crudo sul risotto forse è un po' eccessivo...)

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  4. Sapevate perché è importante condire con l'olio (perfino il riso in caso di dissenteria)? Me lo ha spiegato il pediatra: senza l'olio NON E' possibile assimilare alcune vitamine (immagino quelle liposolubili... che sono parecchie!). Quindi direi che è un'ottima abitudine!

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  5. Bel post! molto divertente.
    ..Anche mio papà mi chiamava "Biafra". Si vede che era un termine modaiolo negli anni 80!
    Ciao
    Isa

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  6. @MammaOggiLavora:Sempre emulazione a tavola per i papà, c'è da rifletterci sopra!
    @Babuska e Isa: mi fa piacere sentire che non ero l'unica Biafra degli anni '70 (ISA NON BARARE, NON ERANO GLI ANNI '80!). Barbara vedi come un ricordo simile può suscitare effetti opposti!
    @Do Minore: sto recuperando un po' anche se in ritardo... ma condivido l'olio sul risotto altera il sapore in modo eccessivo, altra cosa è un po' di olio crudo sul riso colato di cui parla Mamma Che Fatica: quello lo uso anche io nei casi di disenteria anche se lo facevo per abitudine senza sapere che era effettivamente utile. Grazie

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  7. Da piccola sui 5-6 anni mi sono riempita una tazzina di plastica arancione del mio servizio, the da bambola, con dell'olio di mia madre. Così per provare la tazzina, probabilmente non avevo trovato altro liquido e l'acqua era troppo banale. Per anni poi non ho potuto assaggiare alcun olio, perciò ti capisco e ti comprendo :-))

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