giovedì 4 giugno 2009

Una tranquilla serata alla Fnac

Ieri sera alla Fnac c'era la presentazione del libro di cui vi ho parlato qui.
Ora io sono un po' stanca di perdermi tutti gli eventi mondani della mia città: bandito il cinema e il teatro perchè la nostra musica ha accordi diversi da quella di sottofondo, bandito lo shopping terapeutico in centro perchè dopo l'ufficio mi aspettano le corse al nido, bandite persino le camminate perchè la metro è più veloce.
Ieri armata di passeggino per Luca con annessa pedana per Marco, abbiamo preso il tram e poi la metro e siamo arrivati alla Fnac.
Ero fresca e profumata come fossi uscita da un centro benessere, nonostante i dieci minuti a discutere con un tipo che con la scusa "le piace leggere?" ha cercato di propinarmi l'ultimo libro di scientology e nonostante avessi portato a braccio il passeggino per le scale perchè l'ascensore "a Duomo" c'è, ma lontano dall'uscita di via Torino.
Insomma tutto perfetto: i bambini erano tranquillissimi, guardavano gli scaffali con i puzzle delle Winx, di SpiderMan e Cars con un contegno signorile, osservavano i ragazzi giocare con le Wii e le Playstation senza mostrare interesse o voler provare il gioco, nessuna corsa dentro i corridoi della libreria, nessun urlo del tipo "mamma Brioooooooches" vicino al bar interno.
Stanca di tutta questa tranquillità, prima che iniziasse la presentazione del libro, ho telefonato ad Antonio:"Fai un salto qui, è un luogo paradisiaco, siamo al reparto informatica, c'è un salottino, il bar e anche il bagno!".
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Sono uscita dalla presentazione con una sola certezza: i miei figli non saranno mai come i ragazzi descritti da Cristina nel libro, non mi diranno mai "mamma mi rifaccio questo." Non ne avranno il tempo. Li "rifaccio" prima di arrivare a 18 anni.

7 commenti:

  1. Giusto! Si devono abituare... io me li porto ovunque, di solito facciamo cose a misura di bambino, ma quando c'è bisogno di fare qualche commissione "da grandi" devo dire che si comportano bene.
    Alla prossima presentazione, magari mi decido anch'io. Così poi ci contendiamo il salottino :-)

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  2. @Letizia: facile ridere ora... ma ieri li avrei strozzati! :-)
    @Mamma in 3D: ecco dai alla prossima organizziamo. Non posso dire che si comportino male, ma nemmeno bene. Ammetto però che la presentazione di un libro non è molto adatta a loro, non ancora!

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  3. Che bello Renata...Sai sarebbe piaciuto venire anche a me a questa presentazione. In questi momenti rimpiango di non essere a Milano, ma devo ammettere che sto bene qui dove sono e la capitale meneghina la riserverò ai weekend...( ammesso e non concesso che quest'inverno non debba ritornarci per cause di forza maggiore, tipo, che non mi confermano a lavorare qui in agenzia! )

    Comunque, riguardo al tema, "A 18 anni mi sarei rifatta" beh... ti svelo un segreto: io mi sono rifatta, a 19 anni. Sei stupita? Già... Ma non il naso, un'altra parte del corpo. Dato che tu mi hai vista anche di persona, vuoi provare ad indovinare? Non è difficile, è una parte abbastanza scontata...Ma diciamo che non si vede in maniera così "voluminosa"...Dai, indovina, cos'é?

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  4. Renata, ci siamo SEMPRE anche noi! :-)

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  5. @Giovanna: lo so che voi siete sempre genitilissimi e disponibili ma chiedere asilo nei momenti di difficoltà ci può stare, chiederlo per tutto diventerebbe un abuso. Un abbraccio forte forte.

    @Marissa: adesso capisco perchè avevi un decoltè da urlo e io che pensavo fossero gli ormoni delle nuove generazioni. Battute a parte, è uno degli interventi più presente anche nel libro, l'intervento più richiesto dalle giovanissime e dalle madri che si sa, allata allatta, il seno casca giù! Il mio meglio non commentarlo ma per ora resta lì. L'aspetto interessante del libro è il contesto in cui si sviluppano le esigenze di "rifarsi", alcuni ambienti anche lavorativi che ti rifiutano se non sei perfetta, e qui si apre il dilemma rifarsi per essere accettata o per accettarsi. Io mi sarei rifatta il naso perchè non piacevo a me stessa e di riflesso mi chiudevo con gli altri ma mio padre l'intervento non me l'ha pagato e ti confesso che l'aver visto il pessimo lavoro su una mia amica mi ha fatto desistere.
    Un abbraccio grande.

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  6. Indovinato! Non era difficile... Ma io sono passata da una prima ad una terza, non ho voluto fare una cosa troppo visibile, infatti ci sono persone molto più formose di me. Ma io sono contenta, e non me ne sono mai pentita, perché ho un seno che "sta su"da solo ed é la parte di me che mi piace di più. Ho avuto la fortuna di avere mio padre che in questo mi ha appoggiato e sostenuto. Ti confesso che quando glielo chiesi non mi aspettavo che mi dicesse di sì.Credo che abbia capito che serviva ad accettarmi meglio. Io l'ho fatto per me. Ma poi chissà, col tempo, allattando, forse cascherà anche il mio!!! Un abbraccio Splendida Mamma....

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