mercoledì 3 giugno 2009

Erba-Milano: andata e ritorno

L'aria è fresca ma non fredda. Mi fermo ad aspettare accanto al binario uno, sento il fischio e poi appare, sembra uscire dal verde delle montagne che dominano l'orizzonte. C'è pochissima gente nonostante sia l'orario dei pendolari.
Per buona parte del viaggio si sente solo un rumore di sottofondo che concilia quasi il sonno interrotto da poco. Fuori dal finestrino vedo correre la Brianza: prati verdissimi, orti protetti da mura antiche, giardini curati e ville. Poi dopo Giussano il paesaggio diventa cittadino e il rumore sul treno viene attutito da voci che raccontano le loro vite, incuranti delle orecchie dei vicini.
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Risalgo sul treno nel primo pomeriggio. Accanto a me tre signore parlano a voce alta. Ascolto mentre guardo fuori dal finestrino ma il paesaggio non regala emozioni. Superata Bovisa si inizia a vedere il cielo ma c'è ancora cemento, troppo. La voce viene coperta da continui fischi e i miei occhi iniziano a chiudersi. Dormo.
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Riprendere il treno Lunedì primo giugno è stato piacevole.

Ero lontana dai viaggi da studente in cui la mia mente si estraniava e ripeteva paragrafi di libri studiati, lontana dalle risate con i compagni di università o dalla lettura dell'oroscopo che ci attendeva ogni lunedì mattina; lontana dall'uscita all'alba e il ritorno a tarda notte dei primi anni di lavoro; lontana dall'ansia di dover lasciare Marco con la nonna proprio nei giorni in cui non stava bene e avrebbe voluto solo la sua mamma con sè.
Dovevo solo andare e tornare: i bambini e Antonio mi aspettavano dai nonni per riprendere il nostro lungo week end in campagna.

8 commenti:

  1. mentre mio figlio, il secondogenito, dice "Ahhdada, buu, badada" io mi godo i tuoi micro-racconti. Mi piace il tuo modo garbato di raccontare le piccole grandi cose. E tra poco andrò ad abitare a Bovisa, mi vedrai quando passi col treno...

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  2. Anch'io la conoscevo a memoria quella linea delle Ferrovie Nord, fino alla penultima stazione... te l'ho già detto, per me era la strada per le vacanze, quelle di assoluto riposo, nella casa dei nonni a divorare romanzi in giardino.
    Grazie per il bel racconto. Fa piacere risvegliare i ricordi.

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  3. Anche per me il treno ha il sapore di quelle pagine studiate, di quelle albe interminabili, di quelle risate spensierate, nonostante allora mi sembrassero tanti i pensieri e insormontabili i problemi.

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  4. ciao Renata,questo commento non ci azzecca molto con l'argomento -.-
    Ma chi sei?
    Mi sa che non ti conosco,in tal caso comunque molto piacere ^_^

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  5. @erounabravamamma: So del co-housing e abitiamo vicino anche a Milano!
    @Mamma in 3D: ricordo che mi avevi parlato delle vacanze nella villetta dei nonni. Io spero che per i miei figli sia altrettanto piacevole, tra tanti anni, ricordare le gite a Erba. Ora si divertono, domani, chissa!
    @Silvia: i ricordi servono anche a questo, a ricordare velando di magico momenti che abbiamo vissuto
    Greengobbo: Ciao. Sono una collega di tuo papà. La scorsa settimana mi ha parlato con tale orgoglio e entusiasmo di te che gli ho chiesto se mi mandava il link del tuo blog. Scusa se mi sono permessa. Mi ha colpito la tua passione per la pittura, le miniature e l'entusiasmo di tuo padre.

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  6. Purtroppo per me il treno non è un vago ricordo...ma ancora realtà...hai ragione, dopo la stazione Giussano - Carugo il paesaggio diventa più cittadino...visto che il treno attraversa la ridente cittadina di Mariano Comense....!! BACI betty

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  7. Betty: è un piacere risentirti. NOn dirmi che lunedì eri sul treno?

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  8. ma figurati! ^_^


    e non scusarti assolutamente,è solo che conosco un 4-5 "renata" e allora non avevo idea di chi era!alla fine nessuna di loro eheh!


    felicissimo che ti piacciano i miei lavori!

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