venerdì 6 febbraio 2009

Riposi in pace

Fuori dalla metro trovi sempre ragazzi che distribuiscono volantini. Si tratta in genere di offerte di finanziamento a tasso agevolato o proposte di mutui; ieri il titolo dell'opuscolo era “Caso Eluana. Carità o Violenza?” firma Comunione e Liberazione. Stavo per buttare il foglietto, poi ho pensato che da mesi web, televisione, radio e carta stampata parlano di questo caso e ognuno dice la sua. Per dire la mia avevo bisogno di conoscere i fatti e i fatti mi mancavano.


"C'era una volta una ragazza di nome Eluana. Un mattino di gennaio del lontano 1992 la ragazza si addormentò a seguito di un incidente stradale. Per un anno i medici cercarono di capire se da quel sonno si sarebbe potuta svegliare e per tutto quel tempo ripeterono “bisogna aspettare”, “la speranza è l'ultima a morire”. Dopo dodici mesi la diagnosi divenne definitiva e sicura: “stato vegetativo permanente e quindi irreversibile”. Dodici mesi sono tanti, il tempo necessario e sufficiente per ritenere legittimo sospendere nutrizione e idratazione artificiale. Sì per la British Medical Association che la American Academy of Neurology il tempo era sufficiente; ma Eluana viveva in un bel Paese di nome Italia dove la maggior parte dei medici non conosceva il significato di “accanimento terapeutico”, l'importante era tenere in vita più a lungo possibile la paziente.
E così Eluana stava lì distesa dentro un corpo che respirava e quel corpo era la tomba su cui i sui cari potevano piangere, non poteva essere definita morta per legge perché l'incidente le aveva lesionato "solo" la corteccia, cioè la parte dove vengono elaborati pensieri, consapevolezza, sentimenti, relazioni, non l’intero encefalo.
Nel 1997 il padre Beppino divenne il tutore di quel corpo, un primo passo ma il tutore poteva far ancora poco. Solo due anni più tardi la Corte di Appello di Milano sentenziò: finalmente Eluana avrebbe potuto esprimere la propria volontà attraverso il padre, perchè Eluana l'aveva detto in tempi non sospetti: "se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire.". Eravamo ad una svolta, un passo importante per la giurisprudenza italiana ma per il buon Beppino? Beffa su beffa. Poteva esprimere la volontà della figlia e sospendere i farmaci per evitare l’accanimento terapeutico, ma non sospendere l’alimentazione (con sondino) perché atto assistenziale e quindi sempre dovuto.
Il buon Beppino però non si diede per vinto, avrebbe potuto risolvere i suoi problemi “all'Italiana”, portando la figlia in Olanda o sganciando una mancia a qualche infermiere esperto ma non voleva una risposta solo per sé e per l'amata figlia, voleva una risposta per tutti nel suo Paese. E continuò così nella sua ricerca di giustizia.
Nel 2000 scrisse al capo dello stato Carlo Azeglio, al presidente del consiglio Giuliano Amato e anche al ministro della sanità, Umberto Veronesi. Umberto cercò di far qualcosa, nominò un gruppo di studio ma qualcuno iniziò a parlare di eutanasia e si confusero le acque. Poi Umberto venne sostituito da Girolamo detto Sirchia che aveva idee diverse, innovative e tutto morì.
Nel 2005 Beppino ci riprovò di nuovo, questa volta con la Corte di Cassazione ma lo attese un'altra delusione: lui, il padre, era un semplice “tutore” emotivamente coinvolto e non un “curatore speciale” e mancavano “specifiche risultanze” sulle reali volontà espresse da Eluana riguardo la vita e la morte. Altra sconfitta altra battaglia. Nel 2007 una diversa sezione della Corte di Cassazione dispose un nuovo processo e sentenziò che il giudice, su istanza del tutore, poteva autorizzare l’interruzione dell’alimentazione artificiale solo in presenza di due circostanze concorrenti: “che fosse provata come irreversibile la condizione di stato vegetativo e che fosse accertato che il convincimento etico di Eluana avrebbe portato a tale decisione se lei fosse stata in grado di scegliere di non continuare il trattamento.” Fortunatamente il curatore ora c'era, un avvocato di nome Franca, e lei aveva fatto bene il suo lavoro, aveva verificato che il padre non aveva agito per egoismo e le testimonianze della amiche della ragazza fecero il resto. Le richieste della Corte di Cassazione erano esaudite e la Corte di Appello di Milano nel luglio del 2008 autorizzò la sospensione dell’alimentazione forzata.
Siamo alla fine della storia? Portate ancora un po' di pazienza.
In Italia esiste la libertà di pensiero e di opinione e tutti ma proprio tutti vollero esercitare questo diritto. Dapprima la Procura Generale di Milano presentò ricorso contro la sentenza, ma il ricorso fu giudicato “inammissibile” per difetto di legittimazione all’impugnazione. Poi il Vaticano giudicò il tutto come un assassinio e diede ordine ai suoi ministri di predicare dai pulpiti la difesa della vita. Poi fu la volta delle Camere: “i giudici si sono arrogati un potere che spetta solo al parlamento” dissero “ricorriamo alla Corte Costituzionale”. Ma come spesso accade le Camere avevano preso un abbaglio e tempo un mese la Consulta dichiarò inammissibile anche questo ricorso. E infine si fece avanti la Regione Lombardia che senza pensare di non avere alcun potere di veto sulla decisione, fece sapere che le sue strutture non avrebbero interrotto le cure. Se i nostri politici avessero studiato la Costituzione un pochino meglio avrebbero evitato quanto meno una brutta figura ma in questo modo hanno permesso anche al presidente della Corte d'Appello di Milano di parlare alla inaugurazione dell'anno giudiziario 2009: “né il potere esecutivo, né il potere legislativo possono far finire nel nulla le sentenze definitive” e “la Costituzione è fondata sulla separazione dei poteri per cui un potere non può interferire in un altro.” Un ripasso veloce per togliere il cappello da somaro a tanti parlamentari.
Tutto è chiaro e risolto. Nella clinica di Udine da stamattina è iniziata la sospensione graduale dell’alimentazione e dell’idratazione. Ma il Governo sta lavorando come mai in vita sua, i Cattolici stanno protestando sotto la clinica, la Procura di Udine studia il caso in queste ore. Tutto finito? Speriamo solo che siano davvero le ultime quarantotto ore e che Eluana possa riposare in pace.”


Ho volutamente e noiosamente cercato di ricostruire il cammino giudiziario di questa storia e spero di non aver offeso nessuno se Eluana e il calvario di suo padre sono stati presentati quasi come una favola. Non era mia intenzione. Io ammiro il signor Englaro e non so cosa avrei fatto al suo posto. La forza di lottare la trovi quando hai davanti un figlio che soffre e chiunque farebbe il possibile e l'impossibile per lui ma la fiducia nella giustizia ha radici che a me mancano. Dopo aver letto i diciassette anni di sofferenza del signore Englaro e della figlia la fiducia mi manca ancora di più. Diciassette anni sono tanti, troppi. Forse avrei preso un volo per l'Olanda e forse solo quando vivi la storia da protagonista puoi permetterti di esprimere un parere.
Vi rimando all'articolo di Saviano.

8 commenti:

  1. la nostra lunghezza l'onda è incredibile!
    in questi giorni non riesco a seguire i tg; credo proprio abbia ragione Andrea che sostiene sia un modo per distogliere l'attenzione da tutti i loro cas...

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  2. Io penso che ogni vita valga la pena di essere vissuta fino in fondo. Anche nel dolore. Anche nella sofferenza. Anche nell'oblìo. Fino a che ce la si fa. Ho conosciuto persone che parlano con gli occhi, che a malapena mangiano, che non possono neppure uscire di casa a fare due passi. E che comunque lottano. Ma penso pure che ognuno di noi deve aver la libertà di disporre della propria vita o di affidarsi a chicchessia per porvi fine, se e quando sarà. Senza politicanti e predicanti di mezzo. Quella del testamento biologico è una meta che spero verrà raggiunta presto. Nel frattempo sono vicino a Beppino Englaro perchè non posso minimamente immaginare che cosa ci sia nel suo cuore da 17 anni a questa parte. Mia madre, al suo posto, non sarebbe stata in grado di fare nulla. Ma se mai dovessi trovarmi nelle stesse condizioni di Eluana spero che qualcuno mi voglia bene come ha fatto e fa tuttora suo padre con lei.

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  3. Cara Giovanna è vero che casi come questo vengono strumentalizzati e diventano molto spesso spettacolo e quando ad alimentare il teatrino sono i politicanti anche a me sorgon dubbi sulle reali motivazioni.

    Mi piace molto il pensiero di Babuska "qualcuno mi voglia bene", di tutta questa triste vicenda resa più dolorosa dalla coralità di voci che la accompagnano da anni, quello che emerge davvero è l'amore infinito di un padre.

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  4. “Una persona che potrebbe anche in ipotesi generare un figlio in stato vegetativo” spiega il dottor Berlusconi, dopo avere esaminato la cartella clinica della signorina Eluana Englaro. Fantastica e illuminante ammissione involontaria, questa del Presidente del Consiglio: una donna, per i talebani e per gli opportunisti, è una fotocopiatrice biologica, un apparecchio di riproduzione, semplice terra nella quale buttare un seme e poi vederlo germogliare, senza che la terra stessa, fertile, ma sorda, possa obbiettare. La sua volontà non conta. Le donne, come la terra, non possono decidere se e quando generare, nella visione di questi seminatori assoluti. Il solo fatto che questa ipotesi sia stata pensata, senza avere visto le immagini di quei resti umani che rendono disumano il solo pensiero di una gravidanza, dimostra la desolazione morale e la insensibilità di chi l’ha formulata. Ora quel corpo è stato anche, figurativamente, violentato nella sua intimità più vulnerabile.

    da Repubblica.it Vittorio Zucconi

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  5. Anomino mi ero persa questa ultima esternazione di mister B. Se la battuta che associava lo stupro alle belle donne di qualche giorno fa mi aveva già fatto schifo con questa non so cosa provare. Non riesco a immaginare quale mente "malata" possa solo formulare un tale pensiero.

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  6. Beppe Grillo considera un attentato alla democrazia l'accanimento su Eluana e un pretesto per l'attuale presidente del consiglio di dare dimostrazione della sua onnipotenza

    eluana_e_la_fine_della_democrazia

    Mi chiedo quanto dovremo aspettare prima di iniziare ad alzare la testa.

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  7. Illuminante e terrificante l'articolo di Grillo. Mister B. non si ferma davanti a nulla, se non può comprare le persone studia o fa studiare il modo di farle fuori. Una sola cosa mi consola che non sia riuscito a comprare i medici della clinica di Udine, non ancora almeno.

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  8. Piena solidarietà al signor Englaro. Un paese serio avrebbe da tempo una buona legge sul testamento biologico che lasci scelta ampia ad ognuno di poter decidere secondo coscienza. Noi non siamo un paese serio, del resto non lo scopriamo certo oggi. I media, succubi del potere politico, che non parlano d'altro distraendo dai problemi veri lo dimostrano per l'ennesima volta.
    Il signor B? Lasciamo perdere....

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