martedì 3 febbraio 2009

Ieri: oggi è un altro giorno

Ieri mattina neve, ancora neve. Ormai è l’elemento ricorrente di questo inverno, non è una novità non entusiasma più, è solo un disturbo, una rottura di scatole.

Ieri mattina i bambini non volevano tornare all’asilo e hanno iniziato a supplicarmi di stare a casa con loro. Il vivere in simbiosi per giorni ha reso più difficile la separazione, per tutti.

Ieri mattina ho riaperto la porta del mio ufficio, annaffiato le piante, aggiornato il calendario, salutato qualche collega, letto la posta arretrata. Ecco è arrivata una mail che getta un po’ di speranza in questo pozzo senza fondo, in questa inutile presenza la cui parvenza lavorativa è solo una vacua illusione. Poi ho aspettato le due.

Ieri pomeriggio sono andata a prendere i bimbi, ho giocato con loro: “Mamma sei triste?”
Non puoi fingere, i figli ti leggono dentro più di chiunque altro e basta un attimo in cui ti soffermi a riflettere che sono lì pronti a farti domande. “Non sono triste, sono un po' distratta, dai giochiamo!” ho risposto.
“Non sono triste ma ho elemosinato un lavoro soddisfacente visto che sono mesi che mi trascino in ufficio senza stimoli o motivazione e ora qualcuno sta cercando di fare qualcosa, forse ci sta riuscendo e io mi sento confusa. Non è il rimettermi in gioco con un nuovo lavoro che mi spaventa ma il silenzio protratto per mesi mi ha dato modo di riflettere e ho pensato che in fondo mi piacerebbe avere un altro figlio e non vorrei aspettare troppo perché l’orologio biologico prima o poi si ferma. E mi sento in colpa per una decisione che fin’ora non è mai stata programmabile ma un evento fortuito, inspiegabile e non è detto che succederà di nuovo, ma se dovesse succedere proprio ora? Certo sarei tanto felice, anche se mi rifiuto di pensare a come sarà gestire tre pargoli visto che è già problematico con due, ma tradirei la fiducia di una persona amica.” ho pensato tra me.

Ieri sera mi sono detta:"Non mi posso tormentare senza avere in mano elementi certi! Un lavoro migliore non l'ho, ho solo un forse ancora fumoso come risposta; in attesa non sono e forse non lo sarò mai più. Che noia, che barba! Basta ho altro da fare: devo giocare con le costruzioni, disegnare, stirare, pulire il pavimento!"
Non so voi ma quando sono nervosa i lavori manuali mi aiutano a non pensare e a rilassarmi.

Ieri sera la casa brillava ma fuori c'era ancora la neve e, impronte su impronte, è brillata per poco. Almeno oggi ho altro lavoro certo!



4 commenti:

  1. ohhhhh...ma allora avevo "intuito " giusto!
    proprio ieri sera ne parlavo con Andrea di quanto avevo captato: il suo sorriso è stato incredibile.
    qualsiasi cosa farai noi saremo sempre li dietro in un angolino a spronarti.

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  2. Cara Renata, non sei sola, il tuo dilemma l'abbiamo vissuto tutte. Mamma e lavoratrice è sempre durissima (lo scrivevo anche ieri infatti) anch'io ho vissuto questa angoscia, questa incertezza. Purtroppo dobbiamo contare sulle nostre forze o su quelli che ci sono più vicini, il mondo del lavoro, a meno che tu non sia super raccomandata/ammanicata non ti aiuta.
    Sul terzo figlio, io se avessi potuto, (gravidanze meno sfigate) l'avrei fatto, ma è una decisione molto personale. Cmq se valuti razionalmente tutti i pro e i contro non ne vieni a capo, deve essere anche un po' istintivo....Sul distrarsi facendo le pulizie sono invece d'accordo: succede anche a me di buttarmi a pulire per non pensare! Un abbraccio, patrizia

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  3. sempre della serie pulizie:
    ...ho affrontato la libreria di cristian alle 9 e sono ancora qui (fortunatamente sono stata autorizzata a "liberare" un pò)

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  4. Vi ringrazio entrambe.
    Giovanna che trova sempre le sfumature giuste per incoraggiarmi. Mi sarebbe piaciuto vedere il sorriso di Andrea, lo stesso con cui lo vedo osservare i miei figli: un sorriso stupito, orgoglioso e carico di affetto.

    Patrizia che ha toccato i tasti giusti. Alla fine lascerò fare al destino.

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