venerdì 13 febbraio 2009

Figli degli anni '70

Ieri mattina mi è arrivata una mail, catena di sant’Antonio, firmata "Go Team".
Una serie di simpatiche considerazioni sui bambini nati negli anni settanta e una domanda iniziale “Come hai fatto a sopravvivere, a crescere, a diventare grande?”
Riporto alcuni punti dell’elenco:

  • Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale.
  • La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).
  • Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
  • Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
  • Condividevamo una bibita in quattro, bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
  • Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 999 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet . Avevamo invece tanti AMICI.
  • Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati non andavano dallo psicologo per il trauma.
  • Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità...e imparavamo a gestirli.

L'altro ieri ho firmato per Marco un modulo di autorizzazione ad uscire per brevi gite nel quartiere accompagnato dalle insegnanti della scuola d'infanzia. Ho pensato per tutto il pomeriggio e ho firmato solo dopo aver riempito la testa di Marco di raccomandazioni: "Quando esci dalla scuola con i compagni ascolta sempre quello che dice la maestra, non fare lo stupidino per strada, non giocare con gli amici perchè passano le macchine ed è pericoloso. Hai capito bene!". Avevo paura: uscire in gruppo a tre anni?!
Marco è rimasto talmente impressionato dalla mia preoccupazione che quasi quasi non voleva più partecipare alla gita e mi ha chiesto: "Mamma vero che vieni anche tu?!"

Devo ricordarmi più spesso di essere una figlia degli anni '70 se voglio davvero aiutare i miei figli a crescere.

5 commenti:

  1. Più i bambini crescono, più tu diventi una figlia degli anni '70 e ti rilassi. Non preoccuparti è automatico. L'ansia si azzera (quasi). ciao p

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  2. Oh, come ti capisco, io ho la stessa sensazione ogni volta che lascio il mio alla scuola dell'infanzia (e se cade, se rompe un dente, si spezza una gamba?aiuto!)
    ciao Erica

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  3. .. anch'io c'ero qualche volta quando bevevamo l'acqua dal tubo del giardino..
    anch'io finivo la scuola alla mezza e poi tutti a pranzo con i genitori .. e dopo tutti al lago. Condivido in pieno tutti i tuoi punti e condivido in pieno tutte le tue angosce. .. sarà che il mondo è cambiato ???... credo sia così!!! quando noi eravamo piccoli ci dicevano di non parlare agli sconosciuti ma. almeno dove sono cresciuta io..di sconosciuti non ce n'erano... oggi come oggi.. c'è d'aver paura...!!

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  4. Pensa che noi già in prima elementare tornavamo da scuola a piedi "scortati" dalla sorella di una mia compagna che al tempo faceva la prima media. Ora mia zia nello stesso quartiere non vuole neppure che i miei cugini di 12 e 14 anni prendano l'autobus (si sentono troppe storiacce ultimamente...) e fa i salti mortali per recuperarli lei in auto. Son cambiati i tempi. E comunque i nostri nonni andavano a scuola in zoccoli, correndo in mezzo alla campagna, magari anche con la neve, e le castagne in tasca per scaldarsi.

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  5. @Extramamma: ci voglio e devo credere :-) Grazie!
    @Erika: anche io all'inizio ero molto preoccupata sia per il nido che per la scuola d'infanzia: conosciute maestre e strutture l'ansia è diminuita parecchio. Ma l'idea di vederlo in giro per Milano in gruppo mi ha riportato ai primi tempi.
    @Nadia: che piacere! L'elenco di punti non è mio, ma anche io mi sono rivista nel primo punto. E quella fontana c'è ancora e devo dire che d'estate i miei piccoli bevono come facevamo noi.
    @Babuska: frutto dei tempi che cambiano: per fortuna in alcune cose, purtroppo in altre. Quello che mi auguro è di essere in grado di responsabilizzarli quanto basta e aiutarli a crescere liberi, senza troppe paure e ansie.

    Grazie a tutte!

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