Arriviamo
alle Isole Lofoten alle 8:00 di giovedì 18 Agosto.
La nostra guida dice che in tutta l’estate norvegese
giornate dal cielo così limpido e il mare così piatto si contano sulle dita di
una mano.
Ci attendono tre ore di navigazione che ci porteranno all’interno
della incontaminata natura delle isole dai pendii alti e scoscesi che fanno da
argini al Trollfjord e tutto intorno cime innevate e cascate.
Indescrivibile lo spettacolo
a cui stiamo assistendo, nessuno scatto fotografico riesce a rendere l’idea
della magia che ci circonda.
Ci
sentiamo parte di questa natura e incuranti del freddo stiamo sul ponte della
nave e scattiamo foto a destra e manca. Sopra di noi appaiono anche alcune aquile
e riusciamo a immortalare la loro presenza in uno scatto mal riuscito.
Ad un tratto da sotto coperta esce lui: un esemplare di uomo dal sangue vichingo perfettamente a suo agio in quell’eden biblico: veste solo il primo strato della cipolla a cui siamo avvezzi da giorni e non ha bisogno di coprire la folta chioma con cappelli o fasce di pail.
Sta lì sul ponte della nave incurante del vento pungente di questa giornata estiva. Non è solo: gli fa compagnia una graziosa creatura femminile anche lei poco vestita. Lavorano sulla nave e concedono qualche scatto a noi turisti invidiosi della loro resistenza fisica. Terminato il giro in battello approdiamo a Svolvear e da lì
il nostro percorso prosegue in autobus. Il tragitto lungo la strada panoramica
che costeggia il fiordo ci offre altri scorci e altri paesaggi meravigliosi ma
le foto sono compromesse dal riflesso del vetro dei finestrini.
Alle 16:00 arriviamo in una piccola baia molto graziosa, lì
intorno gli essiccatoi per lo stoccafisso ormai vuoti. La produzione va da
febbraio a giugno, in agosto inoltrato ci dobbiamo accontentare di quello
venduto un po’ ovunque e forse è meglio così. Mi sono fatta l’idea, forse
sbagliata, che non abbia un odore poi così gradevole mentre sta appeso al sole
ad essiccare.
Sono le 16:00 e non abbiamo ancora pranzato, la sosta
serve anche a questo anche se è un po’ tardi. La struttura del locale è
particolarmente interessante, tutte travi in legno che si incastrano e si
sorreggono a vicenda. La nostra guida dice che risale alla fine dell’800 e ci crediamo. Pranzo a buffet.
Ora io
sono piuttosto schizzinosa sul cibo, mi piacciono i piatti semplici e poco
elaborati. Non amo salse e intingoli vari e lì non vedo nulla di semplice. Mi
accontento di qualche fetta di pane al sesamo, un piatto di riso e qualche
fetta di salmone norvegese. Per scaldarmi un po’ anche una buona tazza di te
caldo. Di lì a poco saremmo stati nuovamente sulla nave. Anche i ragazzi
e qualche amico sembra non apprezzare particolarmente il cibo. Ma siamo digiuni da colazione, qualcuno si lascia
conquistare da uno stufato di manzo, ultima portata presente sul bancone delle
pietanze. La scelta non è felice, tutti quelli che mangiano stufato trascorrono
la nottata in bagno tra dissenteria e dolori di stomaco. La giornata seguente
per alcuni di noi è compromessa e prima tappa obbligata sarà una farmacia.
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