mercoledì 26 agosto 2009

Cosa cosa Cosa

Mi pare che fosse Ulisse a dire a Polifemo, il ciclope che poco più tardi avrebbe accecato, di chiamarsi Nessuno. Così quando Polifemo con una trave conficcata nell'unico occhio urlando di dolore richiamò i fratelli fu preso per pazzo perchè diceva di essere stato accecato da “Nessuno”.
Anche noi ieri ci siamo divertiti a scherzare con Marco che in genere si arrabbia parecchio se non riceve le risposte alle tante e tante domande che ci rivolge. Visto che nel tardo pomeriggio dopo mare e piscina abbiamo improvvisato una visita alla città romana di Cosa, il gioco di parole era quasi scontato.
“Andiamo a Cosa”
“Si ma cosa?”....

Cosa, nascosta dietro la collina di Ansedonia, circondata ma non vista dalle ville di vips e policiti ci ha accolto tra le sue ancora possenti mura che a giudicare dai blocchi di pietra sovrapposti sembravano costruite da ciclopi di altri tempi. Una bella passeggiata a sole ormai calato tra gli ulivi che di tanto in tanto ci regalava la vista di una domus, di un tempio e un tratto breve di strada lastricata in pietra. Da sempre le ampie strade costruite durante lo spendore della antica Roma mi affascinano: a Cosa, come a Roselle o a Grumento... blocchi enormi di pietra accostate le une alle altre, levigate dal tempo e usurate nei tratti di maggiore passaggio dei carri... a Cosa il tratto è breve ma il fascino identico.

Marco e Luca lontano dal mare e dalla sabbia si sono divertiti. Ne eravamo certi già prima di partire. Esploravano il territorio in cerca di lupi e di formiche: i primi anche ieri non si son fatti vedere ma le seconde erano ovunque. Marco le osservava mentre andavano e venivano dal formicaio portando briciole, Luca si avvicinava all'ingresso del formicaio e cercava di schiacciarle con i piedi ridendo divertito. Tante corse, lanci di sassi e pietre e la disperazione nel dover abbandonare quel luogo.

2 commenti:

  1. Mi sembra di vederli quegli intrepidi cacciatori di formiche...
    Baci

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  2. è bello viaggiare con i piccoli, ma deve esserlo ancora di piu quando sono sufficentemente grandi da poter capire e d epprezzare i posti in cui si trovano.

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