Da qualche giorno si parla del Ghetto di Milano, del fortino della droga, del covo delle armi, de "le case" nella periferia Nord di Milano su Viale Testi in cui pitbull e bambini di 8 e 9 anni vengono usati come sentinelle per tener lontani o avvisare nel caso si presentassero poliziotti o carabinieri.
Non è storia recente. Renato, un amico che a Milano è nato, ci parlava di queste case già molti anni fa. Lui fotografo di professione aveva avuto l'incarico per un servizio fotografico proprio lì ed era arrivato dalla sposa scortato, nessuno poteva entrare se non "conosciuto".
Si dà il caso che io abiti sulla stessa via, qualche chilometro più giù.
Questa mattina, l'ultima da pendolare Erba-Milano, imboccavo viale Testi con Antonio: prima un elicottero che girava sopra le nostre teste, poi tanta gente affacciata ai balconi e infine il blitz. C'erano più di trenta - quaranta polizziotti in piedi davanti ai condomini, pattuglie, pulmini, auto dei carabinieri, poco più giù un altro elicottero presidiava viale Zara.
Sembrava la scena di un film ma nei film la notizia di un probabile intervento viene tenuta segreta non pubblicata sui giornali giorni prima e poi in genere c'è un lieto fine, il cattivo viene arrrestato e si ristabilisce l'ordine e la giustizia.
Sarà così? Servirà a qualcosa? O come temo "morto un papa se ne fa un altro".
Tra qualche anno non potrò impedire ai miei figli di prendere la bicicletta e pedalare, quattro chilometri non sono molti.
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