martedì 28 ottobre 2008

La glicerina

Ieri Marco mi ha portato il solito bellissimo regalo fatto alla scuola d’infanzia. Non chiamatela “asilo” se non volete un' orda di bambini che vi riprendono come se li aveste catalogati quali esseri inferiori ancora iscritti al nido!
Il solito disegno insomma, le solite macchie di colore tinta unita. A volte ci sono anche le varianti a due colori o tre ma molto di rado.
Tra le macchie di colore tinta unita emerge qualcosa di più definito, molto famigliare: “Non è possibile? Fino a questo punto?”

Mio figlio Marco da nove lunghi mesi ha convogliato buona parte della gelosia nei confronti del fratellino su un rituale comune a tutti gli esseri umani, su una sana abitudine che si è trasformata in un momento di sofferenza famigliare condiviso da tutti con una partecipazione senza uguali e che ci ha indotto a consultare più volte uno specialista. Questo incubo è stato in parte risolto con l’ausilio di un artificio che funge più da stimolante psicologico nei confronti di una ritenzione che poco o nulla aveva di fisico che da strumento di effettivo aiuto.

Avevamo tutti da tempo capito l’importanza di questo minuscolo oggetto dal tappo blu, lo avevamo capito dalla gelosia con la quale difende dalla invadenza del fratellino la sua collezione di tappi blu… ma che il primo oggetto ben identificabile su un disegno di un bambino di tre anni fosse un tubetto di GLICERINA non ce lo aspettavamo proprio!

2 commenti:

  1. L'arte che si sublima in un tubetto di glicerina.
    Nessuno ci aveva ancora pensato.

    Cara Renata benvenuta nel mondo dei blog, se ti va dai uno sguardo ogni tanto ai pensieri sterili di un pianista scribacchino

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  2. se ti va posso linkarti sul mio blog.
    Dimmi tu....

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